capitolo 14

Ray: ehy, Annabelle...
Mio padre apre la porta della mia camera e mi raggiunge sul mio letto.
Ray: piccola mia, su ora calmati...
Mi stava accarezzando la testa, mentre io avevo la faccia completamente schiacciata contro il cuscino.
Sapevo che c'era anche Mark, ma che, per rispetto, non voleva entrare in camera.
Mio padre non sapeva come comportarsi...
Lo capivo da come mi massaggiava la testa; esitava...
Penso proprio che avesse paura di parlare, non voleva rischiare di peggiorare la situazione.
Io: papà...
Sentivo i suoi occhi su di me.
Mi alzo con la faccia, per girarla di poco verso la porta.
Vedevo Mark allo stipide, che ci dava le spalle, mentre vedevo sopra di me il braccio di mio padre.
Ray: dimmi, Annabelle...
Io: i-io... non sapevo cosa fare... Dake mi ha preso alla sprovvista...
Ripresi a piangere.
Ray: lo so, tesoro, lo so...
Mi faceva strano che mi chiamasse così: "tesoro"...
Ma in questo momento era quello di cui avevo più bisogno: un qualcosa che mi facesse capire che lui era lì...
Dopo vari minuti di silenzio, il mio stomaco inizia a brontolare...
Era ormai ora di cena, circa le 20:30...
Ray: vieni, Annabelle. Ho fatto la pizza, ti va?
Annuisco, alzandomi lentamente dal letto.
Mi metto a sedere, mentre mio padre si allontanava per tornare in cucina.
Mi asciugo gli occhi e vado anch'io verso la porta, verso Mark che mi stava aspettando.
Mark: meglio?
Io: un po'... mi sono sfogata...
Cerco di sorridere, per provare a rassicurarlo, ma sono sicura che ne sia uscita una smorfia...
Mi prende il polso e cammina al mio fianco, voleva ricordarmi che lui c'era per me in qualsiasi momento.
Lo ringrazio di cuore nella mia testa.
Ray: vieni, Mark. Mangia con noi.
Ed indica una sedia al tavolo. Mi siedo proprio accanto a lui, mentre mio padre si mette davanti a noi, dopo aver appoggiato il cibo in tavola.
Iniziamo a mangiare in un silenzio di tomba, come se nessuno volesse dire nulla...
Io non avevo molta voglia di parlare. Di solito a quest'ora stavo cenando con Jude e discutevamo su cosa fare dopo...
Non sono abituata ad una cena senza di lui, senza i suoi sguardi, senza la sua mano che si appoggia sulla mia...
Senza la sua voce...
Senza di lui...
Tiro su col naso, cercando di non pensarci... Non voglio peggiorare l'atmosfera.
Guardo Mark.
Stava mangiando lentamente, masticando tutto perfettamente, e di certo non è un buon segno...
Lui è uno di quei ragazzi che davanti al cibo impazzisce e cerca di buttarsi tutto in bocca...
Era sempre così le prime volta che mangiavo da lui, e non è migliorato nemmeno quando due settimane fa sono andata a casa sua...
Ma ora... Ora sta mangiando come una persona comune...
Quando si accorge che lo stavo guardando sorride, per poi tornare al cibo, pensieroso.
Giro lo sguardo verso mio padre, che non aveva mosso nulla, stava osservando il suo piatto, come se fosse qualcosa che non poteva toccare.
Anche lui stava pensando a qualcosa...
Non ero l'unica pensierosa; non ero l'unica a cui mancava qualcosa quella sera...
Il campanello suona e tutti giriamo lo sguardo verso il salotto.
Dopo svariati secondi, durante i quali il campanello non ha smesso di suonare, mio padre si alza.
Nè io nè Mark avevamo la forza di alzarsi... e penso che mio padre se ne fosse accorto.
Va lentamente verso la porta, mentre sussurra un "arrivo, arrivo."
Non so chi ci fosse alla porta... dentro di me speravo fosse Jude, che voleva chiarire tutto...
O Celia, che voleva chiedermi scusa per lo schiaffo...
Mi porto instintivamente la mano sulla guancia, ricordando la forza di quel colpo.
Sentivo lo sguardo di Mark su di me, ma cercavo di non farci caso...
Sento la porta aprirsi e il campanello smettere di suonare...
Non so chi sia la persona, però sento mio apdre parlare... Ma non così forte...
Mi sporgo un po', seguita da Mark, ma senza alzarci del tutto.
Ray: che vuoi?
???: voglio parlare con Annabelle... mi faccia entrare.
Ray: ma se io non volessi? Questa è casa mia ed io decido chi far entrare e chi no... in questo momento non sei il benvenuto.
La voce di mio padre era aspra. Non la sentivo con questo tono da quando sono scappata di casa, molti mesi fa.
Chi sarà mai al di là della porta, da far rispondere con questo tono mio padre?
Sento la sedia di Mark accanto a me spostarsi.
Mi giro verso di lui, che si era alzato, con le mani sopra il tavolo ed in mezzo il piatto.
Aveva una faccia sconvolta, ma non la vedevo bene, perchè era coperta da alcune ciocche che cadevano fuori dalla sua fascia.
Mi passò dietro per andare verso la porta...
Che avesse capito chi c'era?
Aveva le mani lungo il corpo e camminava a spasso svelto.
Dopo che è uscito dalla sala da pranzo, lo persi di vista.
Mark: cosa vuoi?
La sua voce mi arrivò alle orecchio.
Mi alzo dalla sedia anch'io e lo raggiungo...

Angolo autrici
Yotobi: Jude?
Io: Celia?
Yotobi e io: chi sarà mai?
Coscienza: sono io... *si mette a ridere.*
io: sempre a rovinare le storie eh? -.-
Yotobi: vuoi un proiettile in testa, amica coscienza?
Coscienza: ma anche no... O.o Vi saluto, ho capito. *scappa*
Yotobi: *sorriso soddisfatto* bravissima.
Io: *tira il sipario* fine scenetta.

Chi è secondo voi la persona alla porta?

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