Capitolo 3

Prov's Jade
"Che hai combinato per ridurti in questo stato." Non faccio in tempo a prendere fiato che la voce di Kate incomincia a rimbombare nelle mie orecchie.
La mia stanchezza non mi permette di sopportare un altro litigio,per questo mi limito ad abbassare il capo e incamminarmi verso il piano superiore per raggiungere la mia camera.
Non faccio in tempo a richiudere la porta che mia zia entra in camera continuando ad urlare come se non ci fosse un domani, non riesco a capire questo suo comportamento letteralmente esagerato e illogico.
Da quando ho messo piede in questa casa non fa altro che strillante, il che è veramente straziante,non so quanto potrò sopportarlo.
"Mi sembra di averti fatto una domanda." Aggiunge senza cambiare il suo tono di voce.
La mia pazienza se ne sta andando a quel paese, nel vero senso della parola ma se nessuna delle due mantiene la calma questo litigio non finirà mai, emettendo un sospiro profondo mi siedo al bordo del letto.
"Così non va affatto bene." Sussurro.
Non sembra capire che intendo, forse non lo so nemmeno io ma la mia mente è stanca e ha bisogno di risposare, ho bisogno di chiarire questa situazione per vivere in tranquillità e ho bisogno di un po' di tregua.
"Quando stavo in Australia sapevo benissimo che tu mi odi, ma non mi cambiava molto, non dovevo conviverci ogni santo giorno con questo tuo sentimento, le cose ora sono diverse Kate. Devo vivere con te, non so perché ma non possiamo continuare in questo modo, ti chiedo per favore di darmi tregua, fallo per te,per me o per chi vuoi ma cerca di cambiare atteggiamento." Il mio tono continua ad essere tranquillo, il mio sguardo è fisso su un punto ben preciso. Non so da dove provenga tutta sta tranquillità, non è da me in queste situazioni, forse è la stanchezza e la mia non voglia di litigare con la donna con la quale dovrò vivere.

Tutto ciò non accadrebbe se mamma non se ne fosse andata lasciandomi sola, se n'è andata lasciandomi vivere una vita così complessa da sola, mi ha abbandonata al mio destino senza mai guardarsi dietro. Sono cresciuta senza una figura materna o meglio... una figura materna sparita dal giorno più brutto della mia vita. Avrei dato la vita per rivederla anche solo per cinque stupidi minuti ma purtroppo non ho mai avuto questa soddisfazione. Mia madre se n'è andata e ora sono sola con mia zia abbandonata alla mia sorte.
"Non sarai te a dirmi che fare, non ti azzardare mai più a dirmi una cosa del genere." Sbraita riportandomi in quella stanza. Esce dalla stanza sbattendosi la porta dietro lasciandomi sul bordo del letto, credo che abbia fatto la cosa migliore andandosene, non credo che avrei mantenuto la calma dimostrata qualche minuto fa.
Non so proprio che fare, non ho idea di come comportarmi per migliorare questa situazione, non ho spiegazione a nulla , nemmeno alla domanda che tartassa la mia mente dal giorno che abbiamo ricevuto la chiamata da Kate.
"Perché ha preso questa decisione proprio ora?" Una domanda come le altre con la piccola differenza che spesso mi spinge a pensare che con tutto ciò centri mia madre.
E se fosse proprio lei dietro a tutto ciò io sarò pronta ad affrontare quel che succederà? Ma perché dovrebbe farlo dopo essere sparita per anni? Perché ora e non prima?
Scuoto leggermente il capo per liberare la mia mente da queste paranoie che oramai vivono in essa, mi alzo dirigendomi verso una delle valige per prendere dei vestiti puliti.
Ho bisogno di una doccia per tranquillizzarmi un po', questa giornata è stata veramente straziante e chissà come saranno le prossime, chissà cosa mi aspetta vivere in questa città.Entro sotto il getto d'acqua calda con la convinzione di rilassare il mio corpo e la mia mente ma a quanto parte non sarà possibile, il ragazzo che mi ha ridotta peggio di una barbona invade la mia mente tartassandola senza darle tregua.             
Sembrerebbe il classico ragazzo dai capelli ricci spettinati, dalle labbra rosse e carnose, dalla statura estremamente perfetta, il ragazzo che ogni ragazza vorrebbe al suo fianco.        Forse nessuna ci ha caso ma nei suoi occhi è presente qualcosa di strano e diverso e forse è proprio ciò che lo rende differente dagli altri. All'interno di quegli occhi verde smeraldo si nasconde qualcosa che se venisse alla luce sarebbe in grado di far paura a chiunque. Erano strani, forse troppo profondi, ma non cosi tanto da perdercisi dentro, nel guardarli qualcosa mi ha impedito di leggere e percepire ciò che è presente al loro interno, il che non mi è mai successo.Un brivido ha percorso tutto il mio corpo quando i miei occhi hanno incrociato i suoi.                              
Quel ragazzo o meglio quell'elfo da giardino dagli occhi verde smeraldo nasconde qualcosa, è un mistero irrisolto come i tanti che incontro ogni tanto, un ragazzo apparentemente monotono ma non come tutti quelli che ho conosciuto.     

Tra un mistero e l'altro mi ritrovo vestita e profumata con il mio pigiama rosa che riscalda il mio corpo ormai rilassato, non ho molta fame, sono solo stanca per ciò decido di infilarmi sotto il piumone, i miei occhi pian piano decidono di chiudersi facendomi perdere nel buio più totale, cullata dal calore delle coperte e dal profumo mi addormento.                             

"Non riesco proprio a capire perché punti la sveglia se tanto poi non la senti." Le urla di Kate e i raggi del sole che penetrano dalla finestra mi fanno svegliare.       
In pochi minuti mi preparo rendendomi conto che mia zia ha ragione e che sono letteralmente in ritardo.                                "Ciao Kate, ci vediamo sta sera." La avverto correndo via sapendo già che avrà da ridire ed infatti la sua obiezione non tarda ad arrivare.  "Ma dove vai? Ti accompagna Federic ma sarà la prima e l'ultima volta." Il suo tono non è cambiato da ieri e il che è veramente straziante.  "No zietta cara tranquilla, faccio da sola con i miei carissimi piedini."Sbotto sistemandomi lo zaino per poi uscire senza voltarmi in dietro.
Avrei tanto voluto vedere la sua reazione ma purtroppo il tempo non me lo permette,sono veramente in ritardo ma non l'avrei mai ammesso davanti a lei, non le avrei mai dato tale soddisfazione. Mi irrita molto il suo tono di voce ma adoro vederla arrabbiata, amo leggere la rabbia causata da me sul suo viso.
Ho corso per raggiungere questa maledetta scuola senza fermarmi un secondo, ora che sono davanti al cancello mi rendo conto che nonostante ciò sono ancora in ritardo e oltretutto devo passare in segreteria a compilare e ritirare delle scartoffie, salterò la prima ora.
Emetto un respiro profondo prima di varcare il cancello, il mio battito cardiaco è ancora accelerato e il respiro ancora accelerato e tutto ciò solo per arrivare in tempo senza aver alcun risultato positivo, questa giornata non promette nulla di buono.
Non so da dove incominciare a cercare la segreteria alunni, è una scuola talmente grande che potrebbe essere prognata ad un centro commerciale.                           
In questi casi sono dell'idea che in queste scuole ci debbano essere dei cartelloni con le indicazioni per trovare più facilmente i vari uffici e le carie classi, ma chi darebbe ascolto a una povera ragazza dispersa in una scuola del genere? Nessuno quindi sarà meglio che continui la mia ricerca.

"Perso qualcosa signorina?" Una voce maschile già sentita da qualche parte mi fa sobbalzare e girare di scatto. Nel vedere la figura che mi si presenta davanti il mio corpo sembra essersi pietrificato, non riesco a reagire e non è da me.
"Non pensavo che tu fossi come le altre..." Sbotta, ma la situazione non cambia, sembrerebbe quasi che io sia in uno stato di shock e forse lo sono e non mi piace affatto.
"Non pensavo che il mio fascino fosse in grado di incantarti come con le altre." Aggiunge e a quelle parole mi sento il viso andare in fiamme, non mi piace affatto questa situazione.
"Non smetti d stupire oh mia piccola Bianca Neve dal viso ormai color pomodoro." Le sue parole questa volta non mi lasciano nel mio stato di shock ma bensì mi danno la scossa che mi serve per reagire.
"Ma chi ti credi di essere? Da dove spunti fuori? Che vuoi da me?" Spunto acida io.
Spesso tendo a essere molto acida con le persone nonostante io sappia che non è una bella cosa, so benissimo che spesso sbaglio ma non riesco a cambiare questa cosa, tento ad allontanare tutti in questo modo perché voglio vivere sola nel mondo in cui mi sono creata e non sarà quest'elfo a cambiare questo fatto.
"Risponderò alle sue domande solo se mi concederà di sapere il suo nome." Il suo tono di voce è tranquillo quasi ingenuo ma non riesco a sopportarlo.
"Lasciami stare." Ribatto citandomi per poi lasciarlo alle mie spalle.
Lui sembra essersi arreso e io finalmente ho trovato questa dannata segreteria.
Questo ufficio è diverso dagli altri, è bizzarro è strano come se fosse addobbato in anticipo per Natale.
"Buongiorno." Dico un po' insicura di me. La segretaria non tarda ad arrivare, è una donna anch'essa strana, non molto alta, giovane e con dei capelli che si noterebbero da almeno cinquecento metri di distanza. Ora capisco il motivo per il cui quest'ufficio è ridotto in tal modo.
"Sono nuova e mi hanno detto che il primo giorno di scuola sarei dovuta venire qui." Sussurro.
"Oh si certo, devi firmare delle scartoffie." Risponde lei con un tono rassicurante, sembra una donna tranquilla e gentile. Nonostante le sue stranezze mi piace.

Non ci impiego molto a fare a ritirare e firmare i vari documenti tanto che ora mi trovo fuori dalla segreteria con l'elfo davanti. Non comprendo questo suo comportamento, non mi conosce ma nonostante ciò non fa altro che infastidirmi è insopportabile.
"Allora me lo dici il tuo nome?" Chiede lui con un tono serio. Prima che io risponda la voce della segretaria mia impedisce di ribattere alla domanda del ragazzo ancora davanti a me.
"Signorina Henderson, si è dimenticata la sua carta d'identità." Urla la donna avvicinandosi a noi.
Il ragazza davanti a me non sembra essere molto contento di aver scoperto chi sono. Il suo colore di pelle si schiarisce e i suoi occhi diventano di un verde così scuro da far paura, il mio cuore accelera il battito nel vederli.
Per un tempo che sembra infinito il silenzio regna attorno a noi, i suoi occhi non si sono mossi nemmeno una attimo da me, il suo sguardo sembra voler bruciarmi la pelle e il disagio sembra essersi impossessato di me.
So benissimo che tutti sanno degli Henderson ma pensavo che fosse una storia ormai passata e invece sembra proprio che io mi sia sbagliata.
"Non potete essere ritornati, non potete rovinare tutto nuovamente, non potete essere vivi." Il suo tono di voce è alterato, l'odio schizza da ogni parte del suo viso e la paura continua a crescere in me. Quesa sua reazione è altamente strana, senza una spiegazione logica.
Mentre cerco di dare una spiegazione a tale reazione il ragazzo si avvicina lentamente e io intimorita indietreggio fin quando qualcosa non me lo impedisce, la mia schiena sembra voler penetrare nel muro, i miei occhi sicuramente mostrano paura, il viso del ragazzo si avvicina a me mentre le sue mani sono appoggiate al muro in modo tale da impedirmi di andare via.
"Questa volta non farete nulla, questa volta tutto sarà differente." Il tono del ragazzo è pieno d'odio e i suoi occhi pure.
Prima di voltarsi e andarsene il suoi occhi mi fulminano un ultima volta e una volta essersi voltato emetto un sospiro di sollievo.

La campanella suona, le aule si aprono e gli alunni escono da esse.
Nessuno sa chi sono ma tra pochi minuti tutti ne saranno a conoscenza e chissà se la prenderanno anche loro come l'ha presa quel ragazzo misterioso.
Per il resto della giornata gli occhi di color verde smeraldo non fanno altro che tormentarmi.

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