Capitolo 10

Jade's Pov
"Ora puoi anche mollarmi la mano, non credi?"

Mollo la presa in imbarazzo. Non so che cosa mi sia saltato in mente da comportarmi così, forse ne ho sentito solo il bisogno o forse è stata colpa solo della paura, ma Justin non lo sa.

"Dai su sali in macchina, ti accompagno a casa."

L'imbarazzo e la stanchezza non mi permettono di rifiutare, salgo in macchina e mi accomodo sistemandomi.

Justin non ha ancora incominciato con il suo interrogatorio. Viaggiamo in un silenzio che riempie il vuoto  che ha preso posto tra di noi.
Vorrei che la mia mente si dasse tregua che riposasse durante questo viaggio ma a quanto è impossibile.
La mia testa vorrebbe urlare ed esplodere e allo stesso tempo i miei occhi vorrebbero sanguinare come l'ultima volta che lo hanno fatto, ormai che passato tanto tempo e da quel dannato giorno i miei occhi non hanno più pianto. Non si è più vista scendere nemmeno una lacrima.

Forse un giorno sarò libera da tutto ciò, forse ho bisogno solo di altro tempo, forse un giorno ritornerà mia madre e tutto migliorerà. Ho bisogno solo di tempo. Il tempo mi aiuterà.

Tutti questi pensieri e tutta quest'ansia mi fanno venire il voltastomaco, non credo di riuscire a trattenermi un'altra volta.

"Justin fermati subito."

"Perché?"

Ma perché deve fare domande? Non può semplicemente fermarsi?

"Se non vuoi che ti vomiti in macchina, ti consiglierei di fermarti."

Impanicato ferma bruscamente l'auto.
Sembra che al signorino stia molto a cuore quest'automobile.

L'automobile si ferma e di colpo apro la portiera. Vorrei non essere mai ritornata a Seattle, vorrei non aver mai decido di ritornare con Justin, gli tocca assistere ad uno spettacolo terrificante anche per me.

"Ti sentì meglio?"

Si avvicina porgendomi una bottiglietta d'acqua.

No non sto bene, odio tutta questa situazione, voglio ritornare in Australia.
Tutto ciò sembrerebbe una sensazione quasi nuova, ma solo io so che non è affatto così.
Solo io so che c'ho convissuto per un tempo indeterminabile.

"Si, sto bene. Puoi anche andare io me la cavo da sola."

Decido di mentire. Ormai non riesco più a controllare il mio stomaco e vorrei tanto evitare di dare spettacolo per una seconda volta.

"Non posso lasciarti morire come una barbona, sciacquati a modo e vieni con me."

Non so perché, ma ultimamente faccio tutto ciò che mi ordina questo ragazzo, non mi è mai successo.
Jade fa sempre tutto di testa sua, ma le cose in sua presenza non sembrano così.

Afferro la sua mano così calda da trasmetterti sicurezza, le mie gambe sembrano aver perso forza, rispetto al corpo al mio fianco il mio sembrerebbe il corpo di un cadavere.
Ho freddo e l'unica cosa che mi riscalda una parte di me è la mano di Justin.

Non ce la faccio, non adesso.

"Che stai facendo?"

Justin mi solleva senza aprir bocca, sono messa così male che lo capiscono tutti?

"Fatti aiutare non ce la fai,non adesso."

"Okay mi legge nel pensiero."

Penso.

Non so perché stia facendo tutto ciò quando sia io che lui sappiamo benissimo che non potremmo mai sopportarci. Lui ce l'ha a morte con me perché sono un Henderson e io non riesco a sopportarlo per vari motivi.
Nonostante ciò Justin provoca in me qualcosa di strano.

In quest'ultima mezz'ora ogni contatto che ho avuto con lui è stato diverso dai precedenti, forse sta provando solo pena e io sto viaggiando molto con la mente.

No, non so viaggiando con la mente. Io e lui non siamo nulla e mai lo saremo quei brividi ce hanno percorso tutto il mio corpo, quel senso di sicurezza che mi ha trasmesso non sono nulla.

Jade e Justin non si sopportano.

"Non hai intenzione di darmi delle spiegazioni?"

Spezza il silenzio che si era creato una volta ritornati in macchina.
Ho tanta paura che l'interrogatorio sia iniziato.

"Riguardo a cosa?"

Fingo di non aver capito che intende, è l'unica cosa che posso permettermi ora.

Non credo di essere pronta a tutto ciò.

"Cosa intendeva quell'uomo con: « Ora giochi con lui? Non più con gli amici di famiglia?», perché quando mi hai visto hai emesso un respiro di sollievo? Per quale motivo hai avuto quella reazione quando ti ha afferrata per un braccio? E per quale motivo ora stai così male?"

Non pensavo potesse fare così tante domande, non so che dire.

"Non pensavo che quel bambino fosse suo figlio, tutto qui."

So benissimo di non averlo convinto, sono consapevole che è una stupida scusa, ma non può sapere chi è quell'uomo, potrebbe essere in pericolo poi.

"Non hai risposto a tutte le mie domande."

Con quella banale scusa speravo di potermela cavare, e invece non è andata così.

"Non puoi sapere di più."

Ammetto.

Non sembra essere d'accordo con le mie parole tanto che decide di fermare bruscamente l'automobile, assieme ad essa sembrano fermarsi il battito del mio cuore e il respiro.

Ora che succederà?

Non riesco ad alzare il capo, ho paura che lui riesca a leggermi. Ho il timore che Justin legga come mi senta in questo preciso momento, ho paura che lui riesca a fare ciò che o facevo con mamma ogni notte in quella stanza.
Leggere nei suoi occhi verde smeraldo.

Ogni notte veniva a farmi visita in camera, si sedeva nel mio letto e io ogni giorno alla stessa ora appoggiavo la mia testa sulle sue gambe.
Le sue mani accarezzavano delicatamente i miei capelli, era così delicata che a volte non sentivo nemmeno le sue mani.
Davanti a noi c'era uno specchio sulla quale rispecchiavano inostri corpi e quegli occhi che mai e poi mai potrei dimenticare, così verdi e profondi, così pieni di dolore.

Mia madre si sentiva una fallita, inutile e soprattutto era infelice. Lo leggevo nei suoi occhi.
Leggevo qualcosa che avrei voluto curare ma non potevo, non riuscivo per questo l'ho persa.

Mia madre ha deciso di reagire in un momento sbagliato, mi ha privato di quella sua delicatezza, dei suoi occhi verdi e soprattutto della figura materna che avrei dovuto avere al mio fianco.

Mia madre non è morta, mi ha semplicemente abbandonata pensando che fosse la cosa migliore da fare, ma si è sbagliata.

Io ho bisogno di Jennifer Clifford al mio fianco.

"Jade rispondi."

Justin non smette di tormentarmi e questo salto nel passato mi fanno male.

Mi manca il respiro, non riesco a respirare, sono nel panico.

Apro la portiera dell'automobile ed esco.

La terra sotto ai miei piedi gira assieme alla testa, ho bisogno di pace, di stare da sola. Ho bisogno di ritrovare la Jade che ero in Australia.

"E ora dove stai andando?" 

Vorrei tanto che capisse che non è il momento, che ho bisogno di spazio e tranquillità.

"Che sai di me e della mia famiglia?"

Non so da dove mi sia venuta fuori questa domanda, non so né anche perché lo sto chiedendo a lui, non mi dirà mai tutto, Justin nasconde molte cose e non sono sicura di volerle sapere. Non adesso per lo meno.

"Le domande la faccio io, non tu."

Si giustifica, chi vorrebbe mai parlare di ciò che pensa della mia famiglia? Nessuno.
Nessuno ha il coraggio di parlare, è come se li fosse impedito, è come se fossero minacciati.

"Se nemmeno tu puoi darmi una risposta perché io dovrei dartele?"

Non ho intenzione di rispondere a una persona che nemmeno lei è disposta a fornirmi risposte.

"So ciò che sanno tutti.
Tua madre e tuo padre facevano un lavoro sporco, hanno fatto del male a molta gente e hanno pure distrutto molte famiglie. Ora tua madre è impazzita e si pensa che sia in una clinica, mentre tuo padre è dietro alle sbarre. Non so altro, avevo solo tredici anni e non ricordò molto."

Mia madre in una clinica? Mia madre a Seattle? Perché io non so nulla? Perché Kate non mi ha detto niente. C'è qualcosa che non mi torna, non me la sta raccontando giusta.
Sembra quasi che lui sappia più di me, sembrerebbe quasi che ciò che nasconde riguarda me.

Non posso fidarmi.

"Cosa vuoi sapere?"

La sua bocca farà domande e io dovrò rispondere, lui mi ha risposto e io dovrò fare la medesima cosa, non sarò sincera. Giocherò sporco come sta facendo lui.

"Come fa ad essere suo figlio?"

"Sai com'è... É sposato e sua madre gli avrà fatto questo regalo, non è impossibile e tantomeno difficile."

Dio quanto sono sarcastica.

"Come faceva a sapere il tuo nome?"

"Da piccola sua moglie veniva a casa nostra e giocava con me perché i miei erano sempre a lavoro, stava con me. Era una sorta di babysitter."

"Che significa quella frase?"

Esito prima di rispondere a questa domanda. È difficile per me tutto ciò, Justin non sa che per me è veramente uno strazio ripensare al passato."

"Giocavo anche con lui."

Chiudo gli occhi e i momenti passati con quell'uomo si fanno vedere, è veramente brutto.

"Ok."

Sembra aver finito con il suo interrogatorio e io tutto sommato non ho mentito granché, non ho detto cose non vere, ho semplicemente reso le cose più normali.

"Ok."

Sussurro.

Justin è così incomprensibile e diverso da tutti.

Quando pensi di aver capito tutto di lui, fa o dice qualcosa che rovina tutti i miei schemi e torno al punto d'inizio. Continuo a non sapere nulla, continui a vedere un ragazzo costretto ad odiare, continuo a vedere lo stesso sentimento che prova Kate per me.
È diverso è strano esattamente come sono io.

Il buio incombe su di noi, sulle nostre stranezze e suoi nostri segreti.

Hola chicasss y chicosss
Sono ritornata!!!
Che ne pensate di questo nuovo capitolo??

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