7.

"Respira! È normale essere un po' nervosa, si tratta del primo appuntamento!"

Le serve almeno un'ora e mezza, o forse due, prima dell'appuntamento. Bisogna fare una lista di tutto ciò che deve fare per prepararsi, e calcolare quanto tempo ci vorrà (quindi fare la doccia, asciugarsi i capelli, etc..).
Ascoltare la musica. Qualcosa che le dia la carica, i suoi gruppi preferiti, o qualcosa in sottofondo che la faccia sentire positiva.
Quindi bisogna cominciare subito, con una doccia/bagno. Fare lo shampoo, risciacquare, poi applicare il balsamo e lasciarlo agire per 20 minuti prima di risciacquare. Lavare il corpo per eliminare lo sporco ed avere un buon odore. Sotto la doccia, depilazione gambe ed ascelle.

"Cosa ci tocca fare per essere belle per voi. Vi basta un jeans ed una camicia e state da dio!"

Deve bere molta acqua e per aggiungere un po' di sapore, mettere del succo di limone o d'arancia. Deve assolutamente evitare cose dolci o grasse prima dell'appuntamento, così potrà mangiare durante la serata e apparire ancora in grande forma.

"Pensa a cose felici. Non pensare all'appuntamento, e non analizzare te o lui."

Bisogna pensare a qualcosa di rilassante, qualcosa che la faccia sentire bene. Non per forza qualcosa di sdolcinato bensì di conforto. Farlo con la musica classica o di Sam Hunt in sottofondo, e farlo prima di vestirsi.
Mettere lo smalto, usando un colore che corrisponda al suo abbigliamento, qualcosa di semplice ed essenziale, in fondo quando si tratta di unghie, difficilmente si può esagerare. Che cosa indossare però? Deve scegliere il giusto abbigliamento in base alla circostanza, al suo stile e personalità, ma soprattutto al tempo. Scegliere un vestito che la esalti e la faccia sentire più sicura e confortevole, magari mostrando un po' di pelle che non è male, ostentare leggermente è sexy. Se c'è una parte del suo corpo che non le piace è il suo naso troppo piccolo, quindi deve coprirlo un po', ma mettere più attenzione su una delle sue parti migliori; per cui odiando il suo naso, deve puntare l'attenzione sui suoi capelli rendendoli molto belli e alla moda.
Scegliere bene anche la biancheria intima, che può sembrare brutto, ma tutti vogliono apparire bene sotto i vestiti, indossando biancheria intima comoda, qualcosa che non faccia vedere i segni sui vestiti, che sono poco belli da vedere.
Abbinare il trucco alla situazione e al suo gusto.

" Metti il trucco per evidenziare le zone migliori, piuttosto che per coprire i difetti." diceva sempre la mamma.

Avendo begli occhi, mettere un po' di eyeliner e mascara è il massimo, il trucco semplice è sempre da preferire ed imbattibile, e per finire, mettere il lucidalabbra e il bronzer.
Di solito preferisce portare i capelli sciolti agli appuntamenti, ma vuole provare a portarli alzati. La fanno sembrare più alta e più a snella, e poi mettono in risalto gli occhi. Oppure capelli mossi e ricci che sono divertenti, originali, e la fanno apparire come una bellezza naturale. Meglio la seconda, e con un paio di orecchini sarà perfetta. Indossare anche bracciale e collana che si abbinano, magari anche un anello. Indossare una bella cintura, o una spilla per rendere speciale l'abbigliamento.
Forse dovrà camminare un bel po', quindi mettere delle scarpe che si abbinino all'abbigliamento ma comunque comode e confortevoli.
Organizzare la borsa prima di uscire di casa, quindi cellulare, chiavi, deodorante, fazzolettini, denaro, trousse.

"Dai, Celeste. Ricorda che anche lui, probabilmente, sarà nervoso".

"Come Comportarsi?! È difficile trovare il giusto equilibrio durante un appuntamento. Come posso sembrare interessato senza dare l'impressione di essere disperato? Come posso riuscire a conoscerla senza essere invadente o scortese? E come posso capire che cosa pensa di me, o farle capire ciò che penso di lei senza creare imbarazzo? Oh, gli appuntamenti sono così difficili!"

Perché ha accettato l'appuntamento? Che cosa sta cercando? Vuole un impegno per la vita, o si preoccupa solo del presente?
Non può controllare i suoi geni o la sua conformazione fisica, ma può controllare il modo di servirsi di quello che gli è stato dato. L'essere attraenti, in effetti, deriva dalla combinazione di diversi e numerosi fattori, tra cui la cura del proprio aspetto, della personalità e dello stile. La cosa più semplice e basilare da fare per essere più attraenti è curare l'igiene personale.

"Ok, lista delle cose da fare prima dell'appuntamento. Dai, John"

Mettere il deodorante subito dopo la doccia. Lavare bene i capelli e usare bagnoschiuma che profumi di fresco e pulito.
Per fortuna che ha un vetro anti appannaggio in modo da potersi lavare la faccia e fare la barba sotto la doccia. Accorciare quindi la barba, è un dovere prendersene cura. Lavare i denti.
La sua camicia bianca ed il pantalone marrone andranno benissimo.

"Allora, chiavi della macchina prese, fazzoletti, soldi. Ho tutto. Celeste, arrivo."

È arrivato di fronte al bar, ora bisogna solo aspettare che scenda lei. È strano che sia così tanto in ansia, alla fine è solo un'uscita. Può solo sperare che sia una bella serata, e magari che non aspetti tanto prima che lei scenda.
Intanto un portone si apre, e da quella porta aperta scorge una ragazza bellissima: è lei, mostrando un abito rosso mozzafiato, con i capelli rilegati in uno chignon, con scarpe di un rosso lucido che erano abbinate in maniera straordinaria al vestito. Uno scialle bianco per coprire un collo stupendo.

<<Mamma mia, sei stupenda.>>
<<Grazie mille, davvero. Anche tu stai bene>>

Una camicia e la giacca era la massima eleganza che poteva, John, ambire dal suo armadio.

<<Tieni, una piccola rosa rossa che - fortunatamente - non stona col vestito>> e avvicinandosi a lei, lo appoggia dolcemente dietro l'orecchio tra i capelli, e si trova ad un centimetro da lei.
È in grado di percepire il suo profumo, la sua pelle così candida, il suo bel collo, ha l'occasione di toccarle i capelli, ma soprattutto è ad un passo dalle labbra di lei, e sente il bisogno di baciarla, ha troppa voglia, e le sue labbra così carnose non aiutano. Dio, è così bella. Sente il cuore battere, ed incontra i suoi occhi, e sembra che anche lei sente il bisogno di un bacio.

Ad un certo punto il silenzio si interrompe.
<<Cosa c'è? Ho qualcosa che non va'?>>
<<No, anzi. Sei favolosa, lasci senza fiato. Sono convinto che ruberai la scena ai quadri del tuo docente.>>
<<Ma non dire stupidaggini.>>

Arrivarono a destinazione in cinque minuti.

Scesero dall'auto, e con galanteria John le apre la portiera.
<<Siamo giunti a destinazione, madame.>>

Entrarono in questa galleria, con due giovani che elargivano volantini itineranti. Tali brochure mostravano a caratteri cubitali "BENVENUTO ALLA MOSTRA DE AURELIO BONAMENTE"

Il luogo era ben visibile, tra l'altro fu facilmente raggiungibile, e l'interno si presentava abbastanza spazioso. L'arredamento colpiva subito, perché elegante ma contemporaneamente minimale e di base, esaltando al massimo le opere esposte.
Celeste vide il suo professore intento a parlare con persone che, dall'aspetto, sembravano importanti. Subito dopo, il suo docente lasciò gli invitati con una pacca sulle spalle, dirigendosi lungo un rialzo in legno, con una locandina dell'evento. Per loro fortuna, la presentazione doveva ancora avvenire. Jhon e Celeste si accodarono al gruppo, aspettando le parole del diretto interessato.

<<Un caloroso saluto a tutti. Vorrei iniziare col ringraziare voi tutti per la vostra presenza, mi lusinga molto.
Questa mostra, per me, non si è rivelata un lavoro come gli altri: per farla al meglio, ho messo in campo curiosità, cultura, creatività, ma soprattutto la necessaria voglia di frequentare altre mostre, studi e fiere per trarne il meglio.>>

Ci fu un applauso generale, con contegno.

<<Quello che vedete qui signore e signori, è il frutto di due anni di ricerca, di passione e dedizione, accompagnate dalle giuste capacità. Il compito ancora più arduo è stato quello di selezionare le opere d'arte più idonee e la posizione migliore nella quale esporle. Curare un allestimento non è semplice come si può pensare.>>

Un altro contenuto applauso rieccheggiò nella stanza.

<<Le opere che andrete a vedere sono il frutto di contatti con la natura, di sinergie che hanno promosso la mia volontà e passione. Città emergenti, paesaggi rurali e naturali hanno fatto sì che le mie idee diventassero lavori.
La creatività e talento mi hanno concesso il lusso di pensare all'avvio di una carriera artistica, nonostante io sappia quanto questa sia una delle più difficili da intraprendere, specialmente agli inizi. E grazie alla mia più cara amica nonché moglie Rosaria, in breve tempo ho visto realizzato uno dei tanti sogni. Spero con tutto il cuore che sia di vostro gradimento, e ringrazio ancora voi tutti per la vostra partecipazione.>>

I partecipanti cominciarono a dirigersi in direzione dei diversi quadri. Sotto a ciascun quadro, vi era annessa una didascalia che portava la spiegazione di esso, oltre al prezzo d'acquisto. Con stupore di John, i prezzi non erano poi così esorbitanti.
Sia John che Celeste rimasero folgorati dallo stesso quadro: un'opera grafica raffigurante la tempesta, e non era bello solo perché conduceva l'osservatore ad un'estasi emozionale, ma era dovuto alla maestria stilistica e tecnica dell'artefice, facendo emergere la sua capacità di comunicare.
Di fianco, c'era un altro quadro che rapì la loro attenzione: quest'ultimo raffigurava un ballo in maschera. Al centro invece c'era una ragazza mascherata intenta a dialogare con un'altra persona, dal sesso indescrivibile. Vestita da donna, ma con la barba e puntualmente la maschera.

<<Questo quadro rappresenta l'uomo nel mondo.>>

Sia Celeste che John si girarono e videro l'artefice del quadro che stava parlando.
<<Buonasera professore.>> salutò lei.
<<Buonasera a lei, signorina. Vedo che ha compagnia.>>
<<Sì, professore. Le presento John. John, lui è il mio professore d'arte.>>
<<Lieto di conoscerla, signore.>>
<<Piacere mio, ragazzo.>>
<<Mi scusi>> avanzò John <<ma stava parlando dell'uomo nel mondo. Sarei interessato a saperne di più.>>
<<Vedi John, sono tutti mascherati, ed ho voluto così perché volevo che si notasse la mia concezione dell'uomo nel mondo: ovvero che tutti si mascherano. Che il genere umano vive dietro una maschera. Ci si maschera per convenzione, ossia per restare all'interno di schemi sociali prestabiliti oppure in maniera fraudolenta, con lo scopo di ingannare l'altro. Ad esempio, il giovane che parla con la ragazza è mascherato con l'intenzione di ingannare: non si capisce chi sia in realtà. È un uomo - come sembra - o è una donna? Insomma, tutto il mondo è probabilmente una maschera, e come tale una finzione perché ciascuno vuol sembrare quel che non è.
Con questo, voglio sollecitare la coscienza di chi guarda a porsi una domanda: noi, nella nostra vita, indossiamo maschere?
E credo che la risposta possa essere affermativa: nessun essere umano è esente dal possedere maschere! Purtroppo.
Comunque mi possiate scusare, ma ho altri invitati. Ma prego, continuate a fare un giro.>> e se ne andò verso un altro gruppo di persone.

<<Un pò triste ma vera, non trovi?>> avanzò Celeste.
<<Già. È così facile fingersi indifferenti, ripetere a tutti che siamo invincibili, delle montagne impossibili da sovrastare.
Ci convinciamo che siamo in grado di resistere a tutto e tutti, anche quando sembra che l'universo ci odi, anche quando tutto va storto ed ogni piccola certezza crolla come castelli di carta. Sorridiamo, ridiamo, fingiamo che tutto vada bene, che le nostre vite siano perfette così. Siamo testardi, orgogliosi, quell'inutile orgoglio che è alla base di tutti i nostri problemi, ma che puntualmente non l'abbandoniamo mai. Perché, al giorno d'oggi, la gente ti giudica per come appari e non per come sei. Non puoi permetterti di crollare, altrimenti ti faranno sentire un fallimento.>>
<<Che poi questa cosa dell'orgoglio mica l'ho mai capita. Questa cosa dell'orgoglio la odio da sempre: l'ho odiata tutte le volte che per orgoglio qualcuno ha lasciato i suoi pensieri intrappolati dentro al cuore senza farli uscire, senza farli sentire. L'ho odiata quando ho visto legami forti disgregarsi senza una spiegazione, senza una chiamata, senza un "vai a quel paese", un "ti odio", un 'ti amo non te ne andare', un 'ti prego resta'. Ma perché?
Perché non si può far uscire tutto, tutto quello che soffoca, quello che non fa respirare, quello che pesa fortissimo sullo stomaco?
Ma perché non lo si può dire quello che si sente? Ma dove sta scritto che si deve essere indifferenti, apatici e silenziosi?
Ma dove sta scritto che non si può essere feriti, distrutti, a pezzi?
Ma perché, se lo si è, lo si deve trattenere?
Perché si deve far vedere agli altri che si è fortissimi, perché in una relazione chi cede prima è un debole?
Io non credo che nella vita vince chi si tiene tutto dentro, chi non si fa toccare dalle cose che succedono e che gli passano dentro ed intorno. Io credo che sia forte, invece, chi non si nasconde dietro l'immagine imbattibile di qualcuno che non è e che non è mai stato; io credo che sia forte chi non si vergogna dei sentimenti che prova, chi si mostra fragile, chi si mostra per com'è.
Io credo che le persone migliori siano quelli trasparenti, che non hanno paura delle loro stesse paure, che le sanno mostrare.
Lo è chi non si pente di essere ciò che è; chi, a testa alta, sceglie di non essere cinico e totalmente indifferente; chi sceglie di farsi attraversare completamente dalle cose che accadono; chi sceglie di non spegnere il fuoco che ha dentro, a costo di apparire ridicolo, patetico. Lo è chi sceglie, con tutto quello che comporta, di restare umano.>>
<<L'orgoglio rende testardi. E ti assicuro una cosa, sono consapevoli che solo apparentemente saranno forti, ma non saranno mai felici.>>

Continuarono il giro della restante parte, e seppur fossero tutti belli, i loro preferiti rimasero i primi due che videro.
Decisero di ritornare ad osservare questi prima di andare via.

<<Questi sono i miei migliori quadri. Devo ammettere che sono i pilastri di tutto questo.>> disse il docente.
<<Sono davvero belli, mi creda.>> disse John.
<<Ahimè, il restante non è concorde, mio caro. Per questo ho deciso di regalarvi questi due quadri. Siete una bella coppia e meritate un regalo da parte mia. Sono felice che siate venuti con l'intenzione giusta. Qui c'è gente venuta perché non sa che fare, altri perché sono amici miei e di rosaria. Li meritate voi questi quadri.>>
<<Professore, noi non..non stiamo insieme>>
<<Oh, perdonatemi, ho visto come parlavate, che spesso vi guardavate e stavate benissimo insieme che ho pensato che foste già una coppia. Bene, allora lascerò decidere voi quale prendere.>>
<<Mi scusi>> disse John <<perchè? Alla fine può venderli. Non possiamo accettare.>>
<<Ma infatti non potete perché dovete, e poi figliolo, sono troppo vecchio per pensare ancora ai soldi. Preferisco che li abbiate voi. Vi prego, accettate entrambi.>>
<<Ma profess..>>
<<Fatemi il favore di accettare. Sarebbe il dono più bello. Vi prego accettate.>>

Alla fine cedettero, così Celeste scelse il ballo mascherato e John scelse la tempesta. Ringraziarono ancora il professore ed uscirono.
<<Sei stanca?>> chiese John
<<No, ma purtroppo domani ho lezione presto. Posso chiamare un taxi se hai voglia di fare altro.>>
<<Ma dai, figurati.>> e le aprì la portiera.
Entrato anche lui, dissero all'unisono:
<<Mi hai guardato?>> ed insieme risero.

Il restante del viaggio lo impiegarono nel parlare della mostra e delle parole del professore, quando furono arrivati davanti casa di lei. Lui scese e le aprì la portiera.
Lei scese e si stava dirigendo verso le scale. Si tolse la rosa, tenendola in mano.
<<Grazie. Questa credo sia tua.>> porgendogli la rosa.
<<È tua. È un ringraziamento per la splendida serata.>>
<<Anche io sono stata bene.>>

Nell'aria scese un imbarazzante silenzio. John voleva darle un bacio ma aveva paura di sembrare scortese, lei sperava nel bacio. Il silenzio lo ruppe lei.

<<Allora buonanotte. Grazie mille per la serata.>>
<<Buonanotte e grazie a te.>>
E si diresse verso la macchina.

"Ma che fai cretino?! Chiedile di uscire, fa qualcosa!!"

<<Ascolta Celeste, volevo dirti che se vuoi..beh, ecco..se vuoi..potevi passare al bar per la colazione>>
<<Oh, va bene. Grazie.>>
<<Bene.>>
<<Allora buonanotte.>>
<<Celeste.>>
<<Sì?>>
<<Mi chiedevo se ti andava di uscire un'altra volta.>>
<<Certamente. Ne sarei felicissima.>>
<<Ti aspetto domani allora.>> con un visibile sollievo dipinto sul volto.
<<Certo.>> e fece per entrare dentro.
<<Aspetta Celeste. Ho voglia di fare una cosa, una cosa che volevo fare da inizio serata.>>
<<Cioè?>>
<<Ho voglia di darti un bacio. E lo so che non si potrebbe dire, ma solo fare, per..>>
E non riuscì a finire che celeste lo baciò.

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