18.
Celeste doveva smettere di pensare alla bella serata. Sì, era stata bellissima, ed è stata benissimo, ma ora aveva un esame a cui pensare, e lo doveva passare assolutamente. Si sedeva alla scrivania, piena di buoni propositi, con davanti il libro da studiare, ma poi - inevitabilmente - si ritrovava a pensare a John, alla serata e a quanto volesse rivederlo. Ed il problema di concentrarsi riduceva sempre più il tempo da dedicare all'esame universitario che stava preparando.
La chiamò John, ma lei non rispose. Non volle rispondere, non poteva distrarsi ancora. Ricevette in seguito un messaggio, che non aprì. Spense il telefono sussurrando un mi dispiace e si rimise alla scrivania.
Doveva farsi forza. Prese matita, gomma, evidenziatore ed iniziò a leggere. Sottolineare per lei era un'ottima abitudine, al fine di eliminare le parti prolisse del libro o quelle meno importanti. Doveva passare l'esame, poi avrebbe chiesto scusa a John, e magari si sarebbero fatti una passeggiata se non doveva lavorare.
" Celeste, e basta! Pensa a studiare! " si disse. Pensava solo a John, e questo non andava poi tanto bene.
Perché non risponde ai messaggi?
Questo è quello che pensava John. Quel fastidio di aspettare un replay, una risposta, una reazione, consiste in un messaggio mancato che però ugualmente esiste, e si manifesta attraverso il silenzio che pesa, che tormenta, che svalorizza chi si aspetta una risposta.
" Chissà cosa è successo? " " Perché non mi risponde? È indaffarata? " " Oppure ce l'ha con me? " " Sono stato troppo precipitoso? "
Il suo non rispondere generava in John molta frustrazione, soprattutto perché aveva avuto il modo di conoscerla e di passare del tempo con lei. Se solo potesse venire a conoscenza del motivo del non replay!!
Probabilmente avrà fatto troppa pressione, scrivendole in continuazione, ed evidentemente lei non è pronta per questa pressione, ed invece di invogliarla a rispondere, l'ha fatta solo allontanare. Per una donna lo spazio è importante, ed il fatto di averle messo pressione ha fatto di lui solo un uomo attaccato a lei e bisognoso.
Un uomo che passa il tempo a chiedersi come mai la propria ragazza non risponde, vuol dire che quest'uomo la reputa talmente tanto importante da perdere - momentaneamente - il tempo che potrebbe dedicare a farsi la propria vita. E una donna è attratta se vede che anche l'uomo, a prescindere da lei, si dedichi a rendere meravigliosa la propria vita. Quindi John capisce che deve fare l'esatto contrario, dunque posa il telefono, lasciando perdere l'attendere di una risposta.
***
Passarono sette giorni e non si sentirono in nessuno di questi. John lavorava al pub, come suo solito ed entrò Celeste. John alzò lo sguardo e sorrise.
<<Buongiorno.>> disse lei.
<<Buongiorno.>> rispose lui.
Celeste si andò a sedere al bancone e si sporse per baciare John.
<<Ti hanno rapita? La prossima volta se mi avvisi mi metto il mantello da supereroe.>> disse John e si mise a ridere, scaturendo una risata anche di Celeste.
<<Ma finiscila!!>> disse lei. <<Stavo preparando l'esame di pomeriggio e per questo mi sono isolata da tutto e tutti. È un esame importante, sai?>> ammettendo il perché del suo non rispondere.
<<Allora in bocca al lupo. Che esame hai?>>
<<Storia dell'arte contemporanea. Un librone, guarda!!>> mimando un gesto con le mani che ne indicava la grandezza.
<<Dai, dai. Andrà bene, sei bravissima. Che ti posso offrire?>> chiese lui.
<<Un bacio andrà benissimo.>> rispose lei, guardandolo negli occhi.
Lui ricambiò il suo sguardo, mentre si avvicinò con le sue labbra a quelle di lei per esaudire il suo desiderio. Si baciarono, incuranti degli spettatori del pub.
<<Fammi sapere come è andato.>> disse lui, dopo che si staccò dal bacio.
Lei gli diede un altro bacio, accennò un sì col capo e se ne andò.
Finito l'esame, Celeste tirò un sospiro di sollievo. Finalmente anche questo era fatto. Prese il telefono e scrisse un messaggio a John.
- Ciao. L'esame è andato bene. Penso che lo passerò.
La risposta non tardò ad arrivare.
- Bravissima. Allora stasera si festeggia!!
Era felice anche lei.
Lasciò il telefono in borsa. Si fece avanti Luana, l'amica.
<<Come è andata?>> chiese Luana.
<<Penso bene, a te?>> domandò Lei.
<<Anche io. Senti, ti andrebbe di andare al centro commerciale? Può venire anche John, se vuoi.>>
<<Non lo so, glielo chiedo.>> disse Celeste
<<Dai, fammi sapere. Io ora vado a prendere il caffe, mi aspetti qui?>> chiese Luana.
<<Va bene. Io intanto glielo chiedo.>> disse Celeste con un sorriso, e prese nuovamente il telefono.
- Ti andrebbe di venire al centro commerciale?
- Non posso, Celeste. Sono di turno pomeriggio.
- Ah..Va bene, allora vado con la mia amica.
- Certo. Se vuoi ci possiamo vedere stasera..
- Certo che voglio.
- A stasera allora.
Riposò il telefono in borsa ed attese Luana che non tardò molto. Le disse che John doveva lavorare, e che quindi non sarebbe venuto con loro.
Salutarono le altre amiche del corso e si diressero verso il centro commerciale, mentre Celeste già pregustava la sua serata con John. Non vedeva l'ora di baciarlo, di guardarlo, di stare con lui. Non vedeva l'ora che sarebbe arrivata la sera.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top