Sono cotto di lei

Forse quel che conta non è essere il migliore, forse si tratta di apprezzare quelle piccole cose che ti fanno andare avanti, di apprezzare l'appoggio di chi ti è vicino.
Di accettare la sensazione di oppressione, anche solo per un momento, o di sentirsi altruista ogni tanto. Non lo so credo che alla fine si tratti di sopravvivere, in un modo o nell'altro.

Dopo quel terribile attacco di panico ritornai in reparto e tutti mi chiesero come stavo, erano molto preoccupati non mi avevano mai vista così.
A turno finito a scrivere le consegne ci pensò Ada, Cox decise di trasferire Roberto in riabilitazione.
Così non lo avrei più rivisto molto spesso.

Quando stavo per andare via, Angelo mi disse: "Stella io oggi rimango tutto il giorno, perché alle quindici devo andare in ambulatorio. Ci vediamo domani mattina, faremo un nuovo intervento chirurgico" e mi baciò.

Gli risposi: "Va bene a domani, grazie per tutto quello che hai fatto oggi per me, ti amo".

"Non mi devi ringraziare, ti amo anch'io" e mi baciò di nuovo.

Mark era davanti la porta dello spogliatoio, a guardare senza dire nulla.

Mi avvicinai a lui dicendogli: "Grazie anche a te" e gli diedi un bacio sulla guancia.
E lui scappò subito dentro, senza neanche salutare. Io non riuscivo a capirlo era tutto strano.

Arrivata a casa non dissi niente a nessuno del mio attacco di panico, perché poi dovevo mettermi a spiegare molte cose e non mi andava, anche perché non mi avrebbero capito.

Mark:

Quella notte a casa non riuscivo a dormire, ero agitato.
Allora decisi di andare a casa di Tony, suonai alla porta e lui aprì. Era in pigiama, e si stava lavando i denti per andare a dormire.

Appena mi vide esclamò: "Mark che cavolo ci fai qui? E mezzanotte!? I miei genitori stanno dormendo!"

Gli risposi: "Devo parlarti è urgente!"

"Ok entra" mi ribadì.

"No, sei tu che esci fuori" così lo presi e lo trascinai fuori alla porta, e lo portai giù al bar per parlare meglio.

Tony era in pigiama e con in mano ancora lo spazzolino, che lui affondava dentro al bicchiere di birra. Mentre io me ne facevo uno dietro l'altro.

Dopo un po' gli proposi: "Invitiamo quelle ragazze a bere qualcosa con noi" ma a lui non interessavano.

Dopo un po' si fecero le due di notte e Tony mi disse: "Ma si può sapere perché siamo qui? Sono passate due ore e ancora non mi dici cosa hai da dirmi!"

"Non voglio andare a dormire, perché poi dovrò alzarmi dal letto e andare a lavoro, e io non ci voglio andare. Se vado a lavoro c'è lei! E poi la vedo di fronte a me, non riesco a non guardarla perché sono cotto di lei" gli rivelai. Rimase scioccato.

"Stai parlando di Stella vero? Lo sapevo che la ami ancora" e continuò ad affondare il suo spazzolino.

"Ci ho provato a non pensarla ma non ci sono riuscito, io tengo molto a te e ti voglio bene, ma Stella ha qualcosa che mi attrae e io la amo!" Gli replicai tremando.

Tony mi rispose perplesso: "Lo sai benissimo che lei ama Cox, e poi se lui lo verrà a sapere si arrabbierà di brutto con te. Ti ricordi quello che fece quella volta?"

"Non mi importa io sono cotto" gli precisai. E continuai a bere.

Tony stava diventando nervoso, e mi tolse il bicchiere di birra dalle mani.

E mi obiettò: "No, tu sei ubriaco! Vuoi fare una brutta fine per lei? Smettila!"

Mi alzai dalla sedia, e me ne andai. Ribadendogli: "Paga tu io me ne vado a casa" ma era in pigiama, così dovette salire sopra a casa sua a prendere il portafogli.

La mattina seguente Tony raccontò a tutti che ero andato a casa sua nel cuore della notte, dicendo che ero depresso. Ma non disse che stavo male per Stella, anche perché era presente.
Mi avvicinai a lei, stavo per dirle qualcosa.

Ma fui interrotto da Cox, che appena arrivò le riferì: "Stella amore mio sei pronta per la sala operatoria?"

"Si sono prontissima amore mio" obiettò Stella.
E io rimasi lì a fissarla, mentre se ne andava con lui.

Arrivati nella stanza 405, al letto numero 16, c'era una signora anziana di circa ottant'anni.

Cox le domandò: "Allora signora Carmela è pronta per l'intervento?"

La signora che se gli portava anche bene i suoi ottant'anni rispose: "Certamente se è lei Dottor Cox a operarmi, mi fido ciecamente" e lui sorrise, ed era bellissimo.
E chiamò Tony per farmi aiutare a prendere il lettino della paziente.

Una volta arrivati in sala operatoria, cominciammo subito con il lavaggio delle mani, si unì anche l'anestesista.

Prima dell'intervento Cox valutò la radiografia della paziente, per programmare la fase preoperatoria e per scegliere la protesi.

E subito dopo cominciò a spiegare: "L'intervento che andremo a fare oggi è abbastanza complicato, andremo a posizionare una protesi dell'anca. L'anca è una delle più grandi articolazioni del corpo umano. State molto attenti a questo intervento, specialmente tu Stella che dovrai aiutarmi!"

"Sì starò molto attenta!" Annuii con determinazione. Lui si fidava molto di me.

Mentre l'anestesista procedeva con l'anestesia, Angelo continuò a spiegare: "L'intervento viene praticato in genere in anestesia peridurale, se l'anca è stata danneggiata dall'artrosi, come in questo caso prende il nome di coxartrosi. Con il passare del tempo può diventare problematico, per svolgere le semplici attività quotidiane. Come camminare, salire e scendere le scale o ad alzarsi e sedersi da una sedia".

Avvicinandosi a lei Angelo cominciò con il taglio chirurgico, praticato nella parte superiore della coscia.
Continuando a dire: "Ora andremo a posizionare una protesi della testa del femore. La testa del femore danneggiato viene sostituita con uno stelo metallico, inserito nella parte cava del femore"

Io intanto gli passai la protesi, e lo aiutai con il divaricatore per separare i bordi della ferita. I tirocinanti stavano tutti molto attenti, era un intervento chirurgico molto interessante e a me piaceva tantissimo, durò circa 90 minuti.

Finito l'intervento e dopo aver pulito e messo tutto apposto, Tony alias Antonio accompagnò la paziente nella sua stanza. Comunque Tony era davvero molto bravo, mi aiutava tantissimo in sala operatoria.

Appena usciti ci fermò Angelica e disse ad Angelo: "Dottor Cox volevo dirvi che l'intervento di oggi è stato uno dei più belli, all'inizio devo dire la verità stavo svenendo. Ma poi sono riuscita a trattenermi!"

Angelo le rispose: "Mi fa piacere, è stato molto impegnativo" io pensai nella mia testa: «Solo io sono svenuta come a una ciola il primo giorno».

Arrivati in reparto erano arrivate le radiografie di Roberto e Gabriele, quindi io e Angelo saremo dovuti andare in riabilitazione a visitarli.
Avevo un po' di paura, ma lui era accanto a me, e mi sentivo protetta.
Appena arrivati nella stanza di Roberto mi sentivo agitata, ma notai che lo era anche Angelo.

E gli comunicò: "Buongiorno, ho qui con me la radiografia della gamba, l'osso si sta emarginando" coso non faceva altro che guardarmi.

Ma commentò a Cox: "Mi fa piacere, poi dopo che mi togliete questa gabbia cosa mi farete ancora?"

"Dovrai subire un altro intervento" gli replicò Cox nervoso.

E poi continuò: "Puoi fare già un po' di fisioterapia, camminando sempre con le stampelle".

Gli misurai la pressione e lui era agitato più di me, mi guardava come se volesse dirmi qualcosa.
Aveva anche la pressione arteriosa un po' alta, ma ci avrebbero pensato gli infermieri della riabilitazione.

Arrivata finalmente da Gabriele,
corse un po' zoppicante verso di me e mi abbracciò.

"Mi sei mancata tanto Stella, ti pensavo notte e giorno!" Mi rivelò.

Sorridendoli gli conferì: "Mi sei mancato anche tu Gabry" erano presenti entrambi i genitori.

Cox annunciò: "La radiografia è perfetta ha fatto molti progressi, per me fra tre o quattro giorni può tornare a casa. Poi parlerò con il fisioterapista e il primario del reparto e valuterò bene" sua madre era molto contenta.

E Gabriele disse ad Angelo: "Mi scusi Dottor Cox... ma poi quando uscirò da qui, potrò ritornare a giocare a Basket?"

"È questo il problema, dovrai stare molto attento, perché la caviglia è ancora molto fragile!"

"Va bene starò attento!" Rispose rammaricato.

E continuò a dire: "Stella ma poi il giro sulla tua macchina di Iron Man?"

Gli risposi: "Per quando riguarda il giro con la mia macchina, posso accompagnarti a casa quando uscirai".

Lui era contentissimo e saltò di gioia.
E il padre arrabbiato gli gridò: "Stai attento, guarda dove metti i piedi!"
Gabriele non ci fece peso alle sgrida del padre.

Dopo qualche secondo ci propose: "Stella, Dottor Cox, vi vorrei invitare al mio compleanno fra due settimane. Voi siete i miei eroi e non potete mancare!" Io e Cox eravamo molto contenti, e accettammo con piacere.

Il padre era sempre tutto arrabbiato e nervoso, la madre invece aveva sempre il sorriso stampato sulle labbra.

Angelo insieme al fisioterapista e al primario della riabilitazione, decise che Gabriele sarebbe stato dimesso fra quattro giorni.

Appena ritornati in ortopedia Kelson stava interrogando tutti i tirocinanti mettendoli a disagio, non volevo essere nei loro panni e così me ne andai di corsa in infermeria.
Mark e Ada stavano preparando la terapia, Mark mi prese per un braccio e mi trascinò fuori.

"Ma sei impazzito? Perché mi hai trascinata fuori così?" Gli reclamai.

Lui mi guardava in modo strano. Come se volesse saltarmi addosso, dicendomi: "Ti devo parlare andiamo giù in giardino!"

Arrivati in giardino e sedendoci sulla stessa panchina di quella sera, cominciò a dirmi: "Stella io sono cotto di te e ti amo" mi aveva stancato.

Ma gli protestai: "Ascoltami Mark io ti voglio bene, ma mettitelo bene in testa io amo Angelo. E voglio stare con lui, perché non riesci a capirlo?"

"Ho cercato ma non ci sono riuscito, io non dormo più la notte pensando a te, ti desidero!" Cominciò a toccarmi, ma gli diedi uno schiaffo.

Così si sarebbe calmato, ma mi sbagliavo.
Mentre stavo per andarmene mi prese, e sbattendomi vicino ad un albero riuscì a baciarmi. Cercai di respingerlo, ma lui mi tratteneva.
Ma accade una cosa che non avrei mai voluto che accadesse, ci vide Angelo. Era venuto a cercarmi, e da lontano vide praticamente che ci stavamo baciando.
Non ci fece caso che io lo stavo respingendo. Riuscii a togliermelo di dosso e lui cadde per terra, vidi Angelo andare via scioccato.

Gli andai dietro riferendogli: "Angelo aspettami non è come sembra!"

Lui si fermò, si girò verso di me e con occhi lucidi mi urlò: "Ho visto abbastanza, è questo che fai con Mark alle mie spalle?!"

Piangendo gli risposi: "Ma che stai dicendo? È lui che mi ha baciato all'improvviso, io stavo cercando di respingerlo ma lui resisteva" ed era la verità.

"E io dovrei crederti? Mi è bastato vedere quello che ho visto, così mi ringrazi dopo tutto quello che ho fatto per te!?" Sbraitò.
Ma io non riuscivo a capire perché non mi voleva credere, Mark se ne scappò era uno stronzo. Mi aveva rovinato la vita, non volevo più vederlo.

Angelo prima di andarsene mi ribadì: "E non farti venire gli attacchi di panico, che io questa volta non ti aiuto!"

Lo presi per un braccio dicendogli: "Angelo ti prego ragiona, dov'è finita la fiducia? Perché non vuoi credermi?"

Lui liberandosi con il braccio mi rispose: "Lasciami in pace, la fiducia non c'è più" e se ne andò.
Caddi con le ginocchia per terra scoppiando a piangere, mi sentivo morire.

Dopo un po' mi ritrovai sul lettino in pronto soccorso, mi avevano messo una flebo. Accanto a me c'era mio fratello, pensavo che stavo sognando nel mio letto e non ricordavo nulla di quello che era accaduto.

Ma dissi a mio fratello: "Dov'è Angelo?"

E mio fratello rispose: "Intendi dire il Dottor Cox?"

"Si dov'è?"

"Non lo so, io non l'ho visto mi hanno chiamato dicendomi che ti eri sentita male, ma perché è successo qualcosa? Avete litigato?"

Ma venne il medico del pronto soccorso il Dottor Kevin Casey, l'amico di Cox e disse: "Ti sei ripresa Stella?"

"Ma cosa ci faccio qui?" Risposi scioccata.

E il Dottor Casey mi comunicò:
"Ti hanno trovata per terra in giardino, priva di sensi e tremavi, così i soccorritori ti hanno portato qui!"

Ero ancora in stato di shock, ma ripresi a dire: "Io non ricordo nulla, mi ricordo solo che stavo discutendo con il Dottor Cox, ma non ricordo il motivo" avevo un forte mal di testa.

Il Dottor Casey capì subito come era andata e spiegò: "Stella tu hai avuto un attacco di panico fortissimo, che ti ha causato un trauma cerebrale con una breve perdita di memoria. Cioè la causa che ha scatenato l'attacco di panico è stato talmente forte per te
da causarti uno shock, per questo non ricordi cosa è successo".

Sentivo il cuore battere fortissimo, e la testa non smetteva di farmi male.
Mio fratello domandò: "Non ricordi proprio niente di quello che è successo? Perché discutevi con il Dottor Cox?"

Lo guardai aggrottando la fronte, e risposi: "Perché ero gelosa di una tirocinante" mio fratello guardò il dottore e lui scosse la testa, come per dire non è questa la causa.

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