Non mi lasciare (prima parte)

Il miglior modo per imparare le cose è guardarle con gli occhi di un bambino, un bambino non gioca mai sporco... si impegna... e poi... non si vergogna di piangere.

Dopo aver finito il turno di pomeriggio, Angelo mi disse: "Stella ci vediamo domani mattina, tieniti pronta per l'intervento perché sarà abbastanza lungo"

"Si lo so" gli risposi arrabbiata.

"Ok a domani, ti amo" mi conferì. Credendo che anche io gli avrei risposto ti amo.

Ma invece me ne andai senza dirgli nulla, perché ero arrabbiata con lui.
Rimase lì a fissarmi mentre andavo via, non si andava neanche a cambiare.

Ma mentre stavo andando al parcheggio per andare alla mia macchina, incontrai il Dottor Kelson, doveva fare la notte.

Gli dissi: "Buonasera dottor Kelson"

"Buonasera Stella" mi rispose con un tono normale.

Notai che sotto il braccio aveva un cartelletta con scritto "San Timoteo" e rimasi di stucco.
Ma volevo vederci chiaro, allora ritornai in reparto senza farmi vedere.

Ma appena Angelo vide il Dottor Kelson gli lanciò una delle sue solite battute: "Ti odiano tutti Bob. Ti odiano dall'impronta degli zoccoli alla punta del forcone".

Ma lui gli ribadì: "Non mi sottovalutare Angelo!"

E girando la cartelletta se ne andò, ma Angelo non ci fece caso a quello che c'era scritto e facendogli una smorfia da dietro uscì dal reparto.
Continuai a nascondermi per non farmi vedere, aspettando che lui andasse al parcheggio per poi andarsene, per fortuna non vide la mia macchina.

Arrivata a casa mia ero distrutta, pensai al perché Kelson aveva una cartelletta con scritto San Timoteo.
Mi feci mille dubbi ma arrivai a una conclusione, molto probabilmente Angelo non sapeva affrontare la situazione perché non aveva le palle. Mentre Kelson sapeva come affrontare ogni cosa e ovviamente aveva un piano, per far rimanere il Dottor Cox al Sacro Cuore. Così lui sarebbe andato al San Timoteo al posto suo, ma ovviamente Angelo non sapeva ancora nulla.

La mattina seguente arrivata in reparto, vidi che Cox era già nella stanza del paziente e stava parlando con la madre del ragazzo.

Appena entrai nella stanza esclamò: "Ah ecco è arrivata anche Stella, allora possiamo cominciare!"

Tony come sempre mi aiutò a portare il paziente in sala operatoria, e i tirocinanti del terzo anno e gli specializzandi in chirurgia ci seguirono. Venne anche il caposala con noi, perché era un intervento molto complicato e doveva esserci.

Appena arrivati in sala operatoria Angelo cominciò a dire ai tirocinanti: "L'intervento di oggi sarà abbastanza lungo, quindi state molto attenti, io vi consiglio di rimanere fino alla fine!"

Mi guardava con uno sguardo da cucciolo affamato.
Ma mentre aiutai l'anestesista a preparare il tutto per l'anestesia totale, continuò a spiegare l'intervento.

"L'intervento che andremo a fare oggi riguarda la Cifosi. La Cifosi è una curvatura fisiologica dorsale della colonna vertebrale. L'intervento chirurgico per la cifosi permette di correggere le curvature troppo accentuate, riducendo il rischio di complicazioni. La fusione spinale per la cifosi consiste nel fondere insieme due o più vertebre, noi oggi andremo a dividere la colonna vertebrale in diverse sezioni. Verranno eliminate due vertebre per raddrizzare la colonna unendo i due pezzi, e tutto questo ha lo scopo di ristabilire la normale curvatura toracica della colonna vertebrale.
È un intervento molto delicato e può durare dalle quattro alle otto ore e forse anche qualcosa di più".

Avvicinandosi al paziente ormai già sotto anestesia, cominciò subito con l'operazione chirurgica.
Mi fece impressione vedere un ragazzino in quelle condizioni, stava soffrendo molto. Ma finalmente era in buone mani, il suo angelo custode era venuto a salvarlo.

Cox durante l'intervento, cominciò a spiegare la storia del ragazzo: "Lui è John, è affetto da cifosi e scoliosi. Ha subito diciassette interventi chirurgici, in cui gli sono stati impiantati metalli lungo la spina dorsale per trattenerlo durante la crescita. Ma questi metalli gli hanno provocato solo danni, stavano uscendo fuori dalla sua pelle, una volta rimossi hanno peggiorato le sue condizioni. La sua schiena è così curva che ha solo il 22% di capacità polmonare" i tirocinanti erano sconvolti, anche nel vedere le condizioni di John.

Ma Angelo continuò a dire: "Stava per morire schiacciato dalle sue stesse ossa, questo intervento è molto rischioso John potrebbe rimanere paralizzato. Ma noi oggi, cercheremo di evitare tutto questo" mi stavo sentendo male, ma cercai di rimanere calma.

Era un intervento chirurgico molto complicato, Cox aveva bisogno di me.
L'intervento durò dieci ore e l'operazione era completamente riuscita, eravamo davvero un'ottima squadra.
Per quando riguardava i tirocinanti beh... uno era svenuto, due se ne erano andati a metà intervento e uno era rimasto, naturalmente il tirocinante rimasto era Angelica.
Mentre gli specializzandi in chirurgia, rimasero per tutto il tempo ad aiutarci.

(Cifosi di John prima dell'intervento)

Dopo quel lunghissimo intervento mi sentivo soddisfatta, anche perché finalmente il piccolo John poteva essere un ragazzo come tutti gli altri. Grazie al Dottor Angelo Cox il miglior ortopedico del mondo, l'amore della mia vita.

Mentre stavamo ritornando in reparto ci fermò Angelica, dicendo che l'intervento era stato il più bello di tutti e ci fece i complimenti.
Angelo la chiamò la Sopravvissuta, perché era quella rimasta fino alla fine.

Portammo il paziente nel reparto di terapia intensiva, la madre ci venne ad abbracciare mettendosi a piangere.

E contestò: "Grazie dottore per tutto quello che ha fatto per mio figlio, lui da quando aveva cinque anni che sta combattendo con la sua patologia. E spero che questo sia il suo ultimo intervento, ne ha passate tante povero bambino mio" era distrutta povera donna.

Angelo le spiegò: "Non mi deve ringraziare signora, io ho fatto solo il mio dovere. La spina dorsale di John doveva essere smontata, riallineata e rimontata senza lesionare il midollo spinale. Stia tranquilla che fra qualche giorno suo figlio, potrà stare in piedi e camminare come tutti i ragazzini della sua età" la madre non riusciva a trattenere le lacrime.

Ringraziò anche me dicendomi: "Grazie anche a te, sei una ragazza in gamba, hai affrontato un problema molto più grande di te. Complimenti insieme siete un'ottima squadra, e si vede che tra voi due c'è molta sintonia. Tutto quello che avete fatto oggi è da premiare!" Mi fece molto piacere sentire quelle parole.

Guardai per un attimo Angelo, e cominciai a dire: "Grazie signora, a me piace molto il mio lavoro e aiutare le persone come John mi rende felice. Soprattutto lavorare con il Dottor Cox, mi rende una persona migliore" stavo per mettermi a piangere.

Angelo se ne accorse, ma dissi subito: "Scusatemi ma devo andare" e corsi via.

Angelo salutò la madre di John e mi venne dietro, dicendomi: "Stella aspetta, perché fai così?"

Girandomi verso di lui gli risposi: "Non mi fare domande se già sai la risposta, non vedi che insieme siamo imbattibili! Cosa farò io senza di te? Ritornerei a essere la solita infermeria imbranata che soffre di attacchi di panico!"

Ma lui mi rispose un po' agitato: "Te la caverai anche senza di me! Io non voglio andare via dal Sacro Cuore, ma non sono io a decidere" sembrava ancora più immaturo del solito.

Ma arrabbiata gli replicai: "Secondo me sbagli, sei tu a decidere e non gli altri!"

Ma mentre Angelo stava per rispondermi mi squillò il telefono, era mio fratello ed era preoccupato: "Stella ma dove sei? Ancora a lavoro?"

"Si scusami Elijah se non ti ho avvertito ma non potevo, io e Cox abbiamo eseguito un intervento chirurgico durato dieci ore. Adesso sto vedendo a casa" e mio fratello si tranquillizzò.

Appena chiusi il telefono Angelo mi domandò: "Chi era tuo suocero?"

Ma gli risposi: "Ora smettila! Era preoccupato giustamente, visto che è da questa mattina alle sette che sto qui" si permetteva anche di fare lo spiritoso.

Ma lui mi disse: "Scusami, giustamente ora devi andare a casa tua!"

Prima di andare via gli confessai: "Tu sei il mio punto di riferimento, vorrei avere un carattere forte come il tuo. Vorrei essere come te" sentivo l'ansia salire sempre più.

E lui subito mi disse: "Cosa? Vorresti essere come me? Ma non vedi che... nemmeno io voglio essere come me!"
E se ne andò.

Per non prendere la sua stessa via me ne andai giù per le scale di emergenza, così non lo avrei incontrato nemmeno al parcheggio.

Arrivata a casa raccontai a tutti dell'intervento di John e la sua storia, rimasero senza parole perché era davvero una bellissima storia. Mi fecero i complimenti per aver affrontato un intervento chirurgico così difficile, ma dissi che era tutto merito del Dottor Cox perché lui ha eseguito l'operazione chirurgica, io ero solo la sua assistente.

Il giorno dopo mi toccava fare la notte, ma era anche l'ultimo turno che avrei fatto con il Dottor Cox.

Dopo cena mi chiamò al cellulare: "Stella amore mio, domani sera forse sarà l'ultimo turno che faremo insieme, e poi subito dopo lo smonto dovrò andare al San Timoteo per vedere la situazione. Ma il pomeriggio farò l'inaugurazione del mio nuovo studio e vorrei che tu ci fossi, anche perché poi fra due giorni dovrò trasferirmi" io non riuscivo a dirgli nulla.

Ma le parole uscirono da sole: "Sì lo so e questo mi distrugge sempre più. Ma non preoccuparti, verrò certamente a l'inaugurazione del tuo nuovo studio non posso perderla" riuscivo a sentire il suo respiro affannato.

Ma lui prima di salutarmi mi consigliò: "Stella io ti amo e volevo dirti di non cercare di essere come me, sii migliore!"

Stava cercando di darmi coraggio, ma gli risposi solamente: "Va bene grazie, ciao".

Dopo quella telefonata cominciai a tremare, perché al solo pensiero che lui non sarebbe stato più al mio fianco, mi faceva star male.
Ma subito dopo pensai a quel suo "forse domani sera" e quel forse mi diede una speranza, magari in qualche modo sarebbe rimasto al Sacro Cuore con me.

Così il giorno seguente andai a fare il turno di notte, fu una notte abbastanza tranquilla.
I pazienti dopo il giro di routine non ci crearono molti problemi, e dal pronto soccorso non ci furono emergenze per fortuna.

Mentre stavamo in infermeria a chiacchierare, Ada chiese ad Angelo: "Dottor Cox quindi ha deciso si trasferirà?"

Ero seduta sulle sue ginocchia e lui rispose: "Sì Ada, a quanto pare sì. Dopo lo smonto dovrò andare al San Timoteo a vedere come è la situazione" e subito mi guardò.

Intervenne Mark dicendo: "Ma scusami non potresti fare un cambio con il Dottor Kelson?"

E Angelo gli rispose: "Ho provato a chiederlo, mi è stato detto che il cambio si potrà fare solo dopo un anno. Solo quando il Dottor Kelson sarà diventato primario, dopo che io me ne sarò andato" era una situazione incasinata.

Ma intervenni dicendogli: "Secondo me il cambio si potrebbe fare anche prima, sei tu che non sai affrontare la situazione perché non hai le palle!"

Tutti rimasero di stucco, perché io al Dottor Cox potevo dirgli tutto quello che volevo.

Angelo ridendo esclamò: "Tu pensi davvero questo di me?"

"Sì ed è la verità!" Risposi decisa.

Ma lui rispose alterato: "Sì lo ammetto, non ho le palle e allora? Voi pensate sempre che io sia quello infallibile!"

Alzandomi dalle sue ginocchia gli urlai: "Sì io ho sempre pensato che tu fossi infallibile, ma da come ho capito mi sbagliavo. Fai sempre tutto il difficile, ma alla fine sei solo un pappamolla!" E me ne andai fuori in terrazzo, perché sentivo che mi stava salendo l'ansia e mi mancava il respiro.

Nessuno parlò erano sconvolti, perché solo io sapevo rispondergli a tono facendolo anche zittire. Ma si alzò di scatto e tutti indietreggiarono.

Venne da me, all'inizio fece finta di guardare fuori.

Ma poi girandosi verso di me disse: "Ti rendi conto che stiamo ancora litigando? È questo che vuoi?"

E senza guardalo in faccia gli risposi: "Ormai non facciamo altro che litigare!"

Lui mi urlò: "Ti ho detto mille volte, che quando mi parli mi devi guardare in faccia!"

"Non devi urlare a me, ma a quelli che ti vogliono portare via da qui!" Gli urlai anch'io con occhi lucidi.

Ma Angelo sospirò: "Stella amore mio non volevo urlati scusami, ma ti prego basta mi stai affliggendo così. Non pensare che me ne vado, pensa che ritorno" cominciava a fare freddo e allora entrai in reparto.

Lui mi seguì e prendendomi per un braccio, mi portò in uno stanzino.
Mi appoggiò sul muro e cominciò a baciarmi, non sapevo resisterli e così cominciai a baciarlo anch'io.

Lui ad un certo punto mi conferì: "Ti amo da impazzire Stella".

"Ti amo da impazzire anch'io Angelo, ma promettimi che ritornerai sempre da me".

"Te lo prometto" e si scatenò in noi una forte attrazione fisica.

Nel frattempo in infermeria:

Ada:

"Mark dove saranno andati a finire Stella e Cox?"

Mark:

"Sicuramente staranno facendo l'amore da qualche parte, il loro rapporto è fatto di guerra e amore ma si amano alla follia!"

"Sì è vero, vorrei avere anche io un amore così bello come il loro"

"Ma tu già sei fidanzata, non sei felice con il tuo ragazzo?"

"Ci siamo lasciati dopo otto anni, perché lui mi ha tradita!"

"Anche io sono stato tradito, vogliamo uscire insieme?"

"Sì mi piacerebbe uscire con te!"

"Anche a me, fra traditi ci si intende"

Ada ha sempre avuto un debole per Mark. Così quella notte al Sacro Cuore nel reparto di ortopedia, nacque un nuovo amore in corsia, quello fra Mark e Ada.

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