Non andare via
Ci sono delle volte che le nostre opportunità migliori, arrivano sempre al momento sbagliato.
Sempre quando abbiamo bisogno della persona che ci è accanto, ma non sempre resta. Così ci ritroviamo da soli a piangere e a pensare che se fosse andato diversamente le cose sarebbero andate meglio, non sapevo ancora quello che mi stava accadendo e forse avrebbe cambiato le cose.
Dopo aver smontato dalla notte che era stata piuttosto impegnativa, io e il Dottor Cox andammo via insieme, per andare a comprare il regalo per il piccolo Gabriele.
Il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno, il suo desiderio era quello di vederci di nuovo insieme, noi eravamo molto importanti per lui. Il Dottor Cox era il padre che ha sempre desiderato avere, la stessa cosa valeva anche per me.
Solo che per Gabriele era diverso lui un padre lo aveva, solo che non era un padre presente e questo è molto brutto specialmente per un bambino che sta crescendo.
E così arrivò il giorno del compleanno tanto atteso, Angelo venne sotto casa mia con la sua macchina. Per poi andare insieme con la mia, quella di Iron Man dalla quale Gabriele aspettava da tanto di farci un giro insieme a me.
Appena arrivati davanti casa di Gabriele che era una villa abbastanza grande, ci siamo accorti che Angelo aveva dimenticato il regalo nella sua auto. Mi diede la colpa a me.
"Ma perché non hai preso il regalo nella mia macchina?" Mi rimproverò.
"Cosa? Io dovevo prenderlo?! Sei tu che non lo hai preso, mica lo tenevo io scusami!"
"Oggi non ci sto proprio con la testa!"
Mi rispose Angelo, era nervoso.
Notai che era strano, come se avesse paura di qualcosa che forse non voleva dirmi.
Ma all'improvviso ci vide Gabriele, stava giocando con i suoi amici in giardino, corse subito da noi e ci abbracciò.
"Buon compleanno, piccolo grande Gabriele" gli augurai.
Era tutto emozionato quando vide la mia macchina, non vedeva l'ora di farci un giro.
Chiamò tutti i suoi amici per farla vedere, io e Angelo ci siamo ritrovati circondati da bambini e ragazzini di età compresa tra i dieci e quindici anni.
Angelo affermò: "Siamo circondati da pivellini! Dai Stella tu rimani qui io torno subito" e si avviò al posto di guida.
Gabriele gli urlò: "Dove andate adesso dottor Cox?"
"Non ti preoccupare ritorno subito, mi sono dimenticato una cosa."
Appena partì con l'auto di Tony Stark sfrecciò come il vento, e tutti i ragazzini esultarono entusiasti.
Entrai in casa del festeggiato, ed era davvero molto bella e arredata bene, c'erano molte persone tra gli invitati.
La madre appena mi vide mi venne ad abbracciare, dicendomi: "Ciao Stella che piacere vederti, dov'è il Dottor Cox non è venuto con te?"
"Buonasera signora Carla è un piacere anche per me, sì siamo venuti insieme... solo che Angelo si è scordato il regalo nella sua macchina, ed è andato a prenderlo." Pensai dobbiamo sempre farci riconoscere.
Lei mi replicò: "Ah ok sono cose che capitano" sì capitavano solo a noi.
Nel frattempo mi presentò alcuni invitati, dopo cinque minuti si sentì la mia macchina sfrecciare come un missile.
Gabriele subito urlò: "Ragazzi è ritornato il Dottor Cox. Corriamo!"
E tutti i bambini uscirono fuori, anche quelli più piccoli.
Andai fuori alla porta a guardare, il povero Angelo si ritrovò circondato da tanti bambini di tutte le età.
Ed esclamò: "Hey calma pivellini non mi assalite, non sono Robert Downey jr" e diede il regalo a Gabriele.
Lui lo ringraziò dicendogli: "Per me siete come Robert Downey jr" e con occhi luminosi se ne scappò.
E tutti i bambini gli corsero dietro, mentre alcuni rimasero a guardare la macchina.
Appena Angelo mi vide mi baciò, e rientrai con lui mano nella mano.
"Buonasera a tutti" disse agli invitati presenti. Ed erano molto entusiasti, perché era un ortopedico eccezionale e molto conosciuto.
La madre del ragazzino fu felicissima appena lo vide.
Una signora invitata ci reclamò: "Ma voi due state insieme? Ma lei è piccola potrebbe essere vostra figlia dottore!"
Angelo mi guardò come per dire che voleva rispondere lui: "Signora guardi, le volevo dire che per prima cosa Stella non è piccola, e poi si stiamo insieme e allora? Le crea qualche problema?"
E la signora rispose: "No ma sai com'è!? Quanti anni avete di differenza trenta?"
"No signora, cinquanta e la gallina canta!" La ribeccó Angelo.
Mi misi a ridere e la signora rimase senza parole, lui mi prese per mano e andammo da un'altra parte.
La festa era a tema Iron Man e degli Avengers naturalmente.
Ad un tratto partì la musica, con la colonna sonora di Iron Man. Angelo non ha resistito e subito mi portò in pista a ballare, poi tutti ci seguirono.
E ballare con lui è stato bellissimo e divertente, dopo qualche ora arrivò il momento della torta.
Gabriele venendomi vicino mi propose: "Stella dopo la torta scarterò i regali, e dopo andremo a fare un giro con il tuo bolide, va bene?"
"Certamente te l'ho promesso e lo faremo" gli risposi baciandolo sulla guancia, e lui era contento ed emozionato.
La torta naturalmente era di Iron Man, ed era stupenda, fu un peccato mangiarla ma era buonissima.
Era farcita con crema e cioccolato.
Dopo aver fatto le foto e mangiato la torta, cominciò a scartare i regali, ne aveva ricevuti tantissimi tra vestiti e giochi.
Quando arrivò a scartare il nostro regalo, appena lo vide saltò di gioia. Venne subito ad abbracciarci e a ringraziarci, era rimasto molto contento. Era un Action Figure di Tony Stark, hot toys naturalmente e i reattori si accendevano.
Dopo aver scartato i regali andammo tutti in giardino, perché arrivò il regalo più importante. La madre gli aveva regalato il motorino, lui era rimasto senza parole e felicissimo andò ad abbracciarla, non aveva ancora il patentino. Quindi non poteva farci un giro, la madre glielo vietò anche davanti casa.
Così venne insieme a me, a fare il giro che tanto desiderava.
Riuscì anche a portarla da solo per un po', era davvero un ragazzino in gamba.
In macchina mi disse che il padre gli mandò solo un messaggio, con scritto: "Buon Compleanno" senza neanche chiamarlo per fargli gli auguri direttamente, ci rimase molto male.
Volevo dargli conforto, così lo rassicurai: "Non ti preoccupare, forse era impegnato. Sono sicura che ti chiamerà sicuramente più tardi, per sapere come è andata la festa!"
Lui mi rispose: "A me non importa niente di lui, tanto già lo so che non mi chiamerà. Ed è meglio così che non è venuto, in ospedale veniva solo perché glielo diceva mia nonna, che poi in due mesi è venuto tre o quattro volte".
La nonna era la madre del padre. Aveva problemi nel camminare, ma era molto autonoma.
Al nostro ritorno davanti casa sua mi disse: "Grazie per avermi fatto fare un giro sulla tua macchina, è stupenda come te! Ti voglio bene tremila Stella" i suoi occhi erano luminosi.
"Per me è stato un piacere, io mantengo sempre le promesse. Ti voglio bene tremila anch'io, mio piccolo grande Gabriele".
Lui mi abbracciò e mi baciò sulla guancia.
Appena rientrati a casa sua, si mise a raccontare a tutti i suoi amici del suo giro. Dicendo che la mia macchina è stupenda, ha il computer di bordo, il comando vocale ecc.
Intanto Angelo stava parlando con alcuni invitati presenti, appena mi vide arrivare smise subito di parlare e cambiò atteggiamento.
"Stella amore sei qui, ti presento il signor Giuseppe Bianchi, il dirigente medico dell'ospedale San Timoteo."
Stringendogli la mano, mi presentai.
"Piacere di conoscerti Stella, Angelo mi ha parlato molto bene di te" mi disse l'uomo con una faccia da schiaffi.
Aveva dei baffi simili a quelli di Hitler, solo che aveva i capelli a spazzola neri tinti.
Non sapevo cosa dire, più che altro mi vennero strane idee in testa.
Per fortuna arrivò Gabriele, e prendendomi per mano mi salvò da quella situazione imbarazzante.
Così dissi solamente: "Scusatemi" e me ne andai insieme a lui.
Mi portò in giardino, dove c'erano anche agli altri ragazzi, ci fece vedere il motorino e ci salì anche sopra, il casco era simile a quello di Iron Man era stupendo.
Dopo un po' gli chiesi: "Scusami Gabry, ma chi è per te Giuseppe Bianchi? Perché è qui?"
E lui mi rispose: "È mio zio il fratello di mia madre, perché me lo chiedi?"
"No così, perché stava parlando con Angelo e mi è sembrato strano" gli risposi un po' nervosa.
"Chi ti è sembrato strano Cox o mio zio?" Mi domandò.
"Il Dottor Cox era strano, era come se mi volesse nascondere quello che stavano dicendo" e prima che Gabriele mi rispondesse arrivò Angelo.
Si avvicinò a noi dicendo: "Dai Stella amore mio andiamo e tardi, domani mattina a lavoro ci sarà anche un convegno!"
"Quale convegno?" Gli domandai. Notai che era piuttosto nervoso.
È balbettò: "Ehm un convegno di medici, nulla di importante" avevo una strana sensazione.
Salutai Gabriele facendogli di nuovo gli auguri, e lo ringraziai per la bellissima festa. Lui mi ringraziò per il regalo, per il giro in macchina e per tutto.
Poi abbraccio Angelo, dicendogli: "Grazie anche a voi dottore, vi voglio bene"
Angelo lo accarezzò e gli disse: "Grazie a te, sei un ragazzino straordinario. Ma adesso siamo amici, quindi puoi darmi anche del tu, e sappi che ti voglio bene anch'io" a me veniva solo da piangere.
Gabriele era commosso, capivo benissimo l'affetto che provava per lui.
Prima di andarcene confessò davanti a tutti: "Dottor Cox non sei mica geloso che anche io amo Stella?"
E Angelo ridendo rispose: "Tranquillo lo so che tu sei un bravo ragazzo, poi a Stella la amano tutti, ma lei è solo mia!"
Mi feci tutta rossa, Gabriele si mise a ridere e mi baciò sulla guancia.
Poi andammo via, salutando tutti.
In automobile Angelo non parlava, per sciogliere il ghiaccio gli chiesi: "Amore mio ti è piaciuta la festa?"
"Sì mi è piaciuta, sono stato bene!"
"Ma per caso mi stai nascondendo qualcosa?"
"Perché ti devo nascondere qualcosa?"
"Non lo so, ma da quando siamo arrivati al compleanno che sei strano."
"Non sono strano, sono solo stanco tutto qui, domani ho quel convegno e mi agita un po'!" Si giustificò.
Non gli dissi più niente, perché ovviamente quello che non voleva dirmi lo avrebbe detto al convegno.
Arrivati sotto casa mia, scendendo dall'auto mi baciò.
"Stella amore mio, ci vediamo domani mattina"
"Non hai il convegno domani?" Domandai nervosamente.
"Sì, solo che inizia alle undici, parlerò di vari argomenti. Quindi credo che quando avrai finito il turno, potrai venire a sentire quello che ho da dire"
cominciai a tremare, perché avevo di nuovo quella strana sensazione.
Ma lo abbracciai dicendogli: "Ti amo Angelo non mi lasciare mai!"
"Non ti preoccupare, dai a domani ti amo anch'io" ed era come se volesse piangere, mi baciò per un'ultima volta e se andò con la sua macchina.
La mattina seguente tra giro e terapie, si fecero subito le undici.
E Cox andò al convegno, mi sentivo sola senza di lui. Anche se con me c'erano Mark e Ada, ma non era la stessa cosa.
Non vedevo l'ora che finisse il turno, per correre di nuovo da lui e sentire quello che doveva dire.
Finalmente il turno finì e corsi subito a cambiarmi, andai nell'aula magna dove si stava svolgendo il convegno. Stava parlando il dirigente medico del Sacro cuore, Angelo appena mi vide alzò la mano, come per dire che voleva parlare lui.
Allora il dirigente medico gli diede la parola, salì sul palco e disse: "Oggi siamo tutti qui per parlare del nostro futuro, io presto me ne andrò via e sarò trasferito al San Timoteo!"
Rimasi scioccata e sconvolta, e con rabbia me ne andai.
Scese dal palco e mi corse dietro, dicendo: "Stella aspetta!"
Uscito dall'aula magna riuscì a fermarmi: "Amore mio, scusami se non te l'ho detto prima ma non avevo il coraggio!"
Arrabbiata gli dissi: "Per questo ieri al compleanno eri strano, già lo sapevi?"
"Sì, è da una settimana che lo so!" Mi comunicò con voce tremante.
"Cosa? Da una settimana?! Ma ti rendi conto che il San Timoteo sta a Termoli?" Gli contestai sconvolta.
"Sì che lo so, ma non posso rifiutare!" Ero molto arrabbiata.
Ma continuai a dirgli: "E sapevi anche che il dirigente medico è lo zio di Gabriele?"
"No! Questo non lo sapevo, è stata una coincidenza. Stella amore mio io non voglio lasciarti vieni con me, puoi chiedere il trasferimento anche tu!"
Gli risposi: "Non è facile chiedere il trasferimento, devono passare almeno due anni, ed è appena un anno che sto qua. E poi come faccio non posso andarmene!"
Angelo era sconvolto, ed era la prima volta che lo vedevo così.
E mi disse: "Io non voglio andare via, ma non posso rifiutare, perché lì in ortopedia manca un primario. Io siccome che sono il più anziano devo andarci, ok?!"
Mi stavo sentendo male e lui se ne accorse, ma gli domandai:
"E quando dovresti partire?"
Mi rispose agitato: "Fra due settimane, ma comunque non ti preoccupare io..." ma corsi via piangendo, lui rimase lì a guardarmi mentre andavo via.
Ma mentre passai davanti al bar, vidi Roberto e il padre di Gabriele che stavano parlando, e sentii coso che diceva: "Mi raccomando lei non deve soffrire!" E subito corsi via.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top