Le nostre scelte
A volte pensiamo che tutto quello che abbiamo sempre desiderato si avveri ma non è così, possono esserci momenti belli e momenti brutti nella nostra vita. E sono proprio i momenti brutti che ci aiutano ad andare avanti per crescere, per migliorare e per essere ciò che vogliamo. Tutti vogliamo essere dei supereroi e per questo andiamo sempre a cercare qualcuno che lo è per noi, ma non tutti si sentono dei supereroi anche se aiutano mille persone.
Quando ritornarono il Dottor Cox e Mark la situazione era un po' strana, nessuno di loro due mi rivolgeva la parola, era come se fossi diventata invisibile per loro.
Incuriosita chiesi: "Ma cosa è successo?"
Il Dottor Cox chiamò Ada invece di me e mi crollò il mondo addosso.
Erano tutti la vicino a quella signora arrivata d'urgenza dal pronto soccorso, mi chiedevo chi mai potesse essere.
Rimasi a guardare fuori al corridoio dell'infermeria, ad un certo punto vidi Angelo che parlava con Mark, guardando verso di me.
Mark si avvicinò e mi disse: "Stella scusami se non ti abbiamo dato retta prima, ma quella signora che è appena arrivata è l'ex moglie del Dottor Cox, e lui non se la sentiva di dirtelo" non sapevo cosa dire e cominciai a tremare.
Ma gli dissi lo stesso: " E dovevate fare tutto questo casino per quella? E poi perché il Dottor Cox non ha voluto dirmelo lui di persona?"
"Per quello che è successo prima tra voi due!" Mi rispose Mark turbato.
"E ti ha mandato a te!? Bella faccia tosta, puoi anche dire al tuo dottorino che può fare quello che vuole con la sua mantenuta, a me non interessa!"
Ero arrabbiata con il mondo intero.
Mark sbraitò: "Cosa pensi che io come mi sia sentito, quando vi ho visto che vi stavate baciando!?"
Gli urlai: "Io e te non stiamo insieme!"
"Per quando mi riguarda neanche tu e il Dottor Cox state insieme! E solo perché ti ha baciato, non vuol dire che vi dovete sposare domani mattina!" Mi rinfacciò Mark arrabbiato.
Me ne andai in infermeria senza dire più nulla, avevo l'ansia non c'è la facevo più.
Pensai in una mattinata in poche ore, sono successe così tante cose:
«Mark mi ha confessato quello che provava per me e abbiamo fatto pace. Vedendo il Dottor Cox mi sono sentita male, con i miei soliti attacchi di panico. E ci siamo baciati, Mark ci ha visto. Si è ricoverata quella mappina della ex moglie di Cox e ho litigato di nuovo con Mark» volevo morire.
Non mi interessava cosa aveva fatto la sua ex moglie, per me poteva anche stare con le ossa rotte, io gliele avrei spezzate tutte quante.
Dopo un po' venne anche sua figlia Morgan e avevo fatto tredici, non c'è la facevo più non volevo più restare. Anche perché gli interventi ormai erano stati annullati, e per il giro visite se ne parlava il pomeriggio.
Si era fatto mezzogiorno, così decisi di andare dal caposala. Lui era una brava persona di quasi sessant'anni. Durante il mio tirocinio, era sempre gentile con me. Era Robusto, con i capelli grigi a spazzola, gli occhi chiari, tendenti al celeste, e con uno sguardo serio, ma che allo stesso tempo sapeva sempre regalare un sorriso.
"Buongiorno Stella, dimmi come posso aiutarti?" Mi domandò appena entrai nel suo ufficio.
"Buongiorno signor Caposala, potrei avere un permesso per andare a casa? Non mi sento molto bene. Però non vorrei che Cox si arrabbiasse!"
Non volevo più vederlo davanti a me.
Il caposala mi conosceva e sapeva dei miei attacchi di panico, e mi disse: "Hai avuto i tuoi soliti attacchi di ansia ho capito, va bene Stella puoi andare a casa a riposare. Glielo dico io ad Angelo, stai tranquilla. Ti faccio anche un permesso per domani pomeriggio, così prendendoti anche un altro giorno starai meglio" era davvero gentile.
"Grazie signor caposala" gli dissi sorridendo.
"Ma di ché! È quello che meriti, sei una ragazza molto in gamba! Però dopodomani qui a fare il tuo turno di notte!" Mi affermò determinato.
"Si certo e grazie ancora" e lui mi sorrise.
Andai subito a prendere le mie cose nello spogliatoio, senza farmi vedere da nessuno. E me ne andai di corsa, sarebbero stati bene anche senza di me.
Appena entrata in macchina scoppiai a piangere, per tutto quello che mi era capitato in così poco tempo.
Non sapevo nemmeno io cosa fare e come comportarmi, ma dovevo stare tranquilla per me stessa.
Dopo qualche minuto mi squillò il telefono era Mark, ovviamente se ne era accorto della mia assenza ma non risposi.
Dopo qualche altro minuto mi chiamò anche Angelo, e di certo non me lo sarei mai aspettato. Ma lo stesso non gli risposi, figuriamoci se l'avrei fatto.
Appena misi in moto l'auto mi chiamò anche Ada, ma a lei risposi subito: "Pronto Ada! Dimmi"
"Stella ma cosa è successo? Il caposala ci ha detto che sei voluta andare via!"
Mi chiese con un tono dispiaciuto.
"Sì Ada scusami se non ho detto nulla a nessuno, ma non mi sento molto bene e vorrei andare a casa a riposare!" Le risposi in fretta.
Lei mi domandò preoccupata: "Ma è per quello che è successo prima?"
E mi è sembrato come se il Dottor Cox fosse con lei in quel momento.
Ma le risposi solamente: "No, ma vorrei solo starmene un po' per conto mio, tutto qui!"
Ad un certo punto sentii una voce, e mi è sembrata proprio quella di Angelo: "Non dovevo farlo!"
Mi venne un colpo e salutai subito Ada, scappai subito di corsa tremando. Non so come sono riuscita ad arrivare a casa sana e salva.
Quei due giorni a casa mi fecero sentire meglio, mi fecero riflettere.
E l'unica cosa che potevo fare era quella di evitare Angelo, come lui aveva fatto con me.
Quel pomeriggio che non andai a lavoro Mark mi mandò un messaggio, con scritto: «Se lui ti fa soffrire sappi che io non lo farò mai, purtroppo ci innamoriamo sempre delle persone sbagliate. Io sono innamorato di te e ti prego fai che non sia uno sbaglio».
Io non sapevo cosa fare ero confusa, perché in fondo Mark mi piaceva solo che non volevo ammetterlo, per paura di perdere Angelo perché lo amavo più della mia stessa vita.
Ma gli risposi: «Domani notte ritorno, passeremo tutta la nottata insieme come quella volta ricordi? Vorrei cercare di evitarlo... perché potrebbe farmi stare bene pensare ad altro, e non pensare sempre a lui».
Mark mi rispose: «Rispetto le tue scelte a domani».
Due ore più tardi mi mandò un messaggio anche Angelo e avrei voluto che non l'avesse mai fatto, perché mi fece stare molto male.
«Stella non pensare male di me, io ti voglio bene veramente. E non me ne sono pentito di averti baciata.
Scusami se ti ho evitato, ma devo pensare anche agli altri! È per il mio lavoro e per la mia reputazione».
Quando si è innamorati di qualcuno è difficile dimenticarlo, si cerca sempre di migliorare per loro e non per noi stessi. Io non mi sento un eroe perché non lo sono mai stata. È sempre stato Angelo il mio eroe, e lo sarà per sempre.
Io non ho amici non ho nessuno, il mio lavoro mi da la forza per andare avanti.
I giorni di riposo passarono in fretta e andai a fare la notte.
Arrivata in reparto c'erano tutti ad aspettarmi, mi fecero un lungo applauso di bentornata, ma lui non c'era e questo mi fece bene e male allo stesso tempo.
Chiesi di lui come a una stupida,
Mark disse che era appena andato via
con sua figlia Morgan.
Quindi io avrei dovuto lasciarlo perdere, perché quali speranze avevo io a riguardo di sua figlia!
Quella notte è stata la notte più tranquilla, senza il Dottor Cox che mi ostacolava e senza urgenze.
Così io e Mark appena finito di fare il giro della terapia, andammo insieme in un stanzino riservato al personale per riposare.
E ci sdraiammo insieme sul letto dello stanzino, ad un certo punto lui mi parlò: "Non hai ancora visto l'ex moglie del Dottor Cox, lei deve operarsi ha un ernia alla schiena e quel giorno rimase paralizzata!"
Subito pensai è quello che si merita.
Ma dissi: "Poverina un po' mi dispiace, ecco perché Cox mi scrisse quel messaggio ieri sera. Ma non aveva un nuovo compagno lei?"
Mark mi rispose: "Che ti ha scritto nel messaggio?"
Glielo feci leggere, e ci rimase un po' male.
"Che ti vuole bene si vede, e poi è un uomo adulto, sa quello che sta facendo non è un irresponsabile!" Mi affermò.
Mi misi a piangere e gli dissi: "Io non so più cosa fare, io lo amo ma lui mi fa stare sempre male. E più cerco di non pensarlo e più lui ritorna. Forse anche lui sta male per me, non rendendosi conto che mi sta facendo soffrire".
Mark mi diede un bacio sulla fronte.
"Non credi che stia soffrendo anche lui? E la sua ex moglie sì ha un nuovo compagno, è venuto ieri pomeriggio quando tu non c'eri. E a quando pare Ada lo conosce."
Mi sembrava strano che Ada conoscesse l'uomo.
"E com'è questo suo nuovo compagno? E come mai Ada lo conosce?" Gli domandai incuriosita.
E Mark mi rispose: "Lui da come ho capito è avvocato, ed è un po' più robusto del Dottor Cox. Non lo so perché Ada lo conosce, ho visto solo che stavano parlando. Forse gli stava dicendo qualcosa sulle condizioni della paziente!"
Ma non ci stavo a pensare più di tanto.
Ancora con occhi lucidi, continuai a dirgli: "Cosa ti ha detto che ci hai visto mentre ci baciavamo? E scusami per averti risposto male".
Mark mi strinse la mano.
"Non abbiamo parlato dell'argomento, lui era molto nervoso... e ho evitato di parlane. Non ti preoccupare l'ho capito che in quel momento stavi male" mi balbettò.
Lui si avvicinava a me sempre di più, mi diede un bacio a timbro sulla bocca.
"Ma che fai?" Gli domandai di scatto.
"Volevo assaggiare le tue labbra, ma sanno di Dottor Cox!" E si mise a ridere.
"Ma perché lo hai assaggiato?" Gli domandai ridendo anche io.
"No, ma è così eccitante!" Continuò Mark ridendo ancora.
"Cosa è eccitante baciare me o il Dottor Cox?!"
"Ovvio il Dottor Cox!"
Stavamo a letto insieme poteva succedere di tutto, ma nessuno di noi due voleva farlo.
Perché sapevamo che ci avrebbe fatto soffrire, così ci addormentammo abbracciati insieme tutta la notte.
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