Le nostre Paure
Ci sono delle volte che ho sempre paura di tutto, e non dovrei farlo perché poi vivo male. Il mio lavoro mi aiuta a stare tranquilla e ad affrontare le mie paure e le mie insicurezze, ma ci sono delle volte che ho più paura di vivere che di morire.
Dopo quella notte insieme ad Angelo, sentivo dentro di me tutto l'universo, era una sensazione che mi faceva stare bene e male allo stesso tempo. Mi misi a pensare a come poteva essere il nostro futuro, con un bambino tutto nostro da poter crescere insieme.
Il giorno dopo dovevo fare la notte, odio farla perché non si sa mai come va a finire. Andai un po' prima a lavoro e arrivai in ospedale alle sei, avevo ancora due ore prima di cominciare il turno.
Me ne andai su in terrazzo, sul tetto, dove lì potevo vedere tutta la città e rilassarmi, senza vedere e sentire nessuno. Eravamo solo io e la mia ansia. La città di Roma offre vedute straordinarie, è un qualcosa di ovvio, che spesso porta il romano quasi a non farci più caso. Ma talvolta, nonostante si sia ormai abituati a vedere questa città in tutta la sua bellezza ovunque ci si trovi, si riesce ancora a rimanere a bocca aperta, perché ci sono dei punti di Roma in cui il panorama è davvero mozzafiato e dove si ha davvero la città eterna ai propri piedi.
Io abitavo a Borgo San Lazzaro, del quartiere Monte Mario, nascosto alla vista dei cittadini pur essendo al centro del traffico urbano. Situato in altitudine in collina, che sorge nell'area nord-ovest di Roma.
Dal tetto del Sacro Cuore, potevo vedere tutta Roma in tutta la sua beltà.
Dopo un'ora che ero lì mi chiamò Mark: "Ciao Stella, vorrei venirti a prendere se posso, vorrei parlarti" la sua voce tremava.
"Ciao Mark, veramente io sono già al Sacro cuore, sto in terrazzo sopra, sul tetto" rimase in silenzio per tre secondi.
Poi mi disse: "Ah ok allora vengo subito, aspettami".
Arrivò dopo dieci minuti, e si mise seduto accanto a me.
"Da quando sei qui?"
"Dalle sei, avevo voglia di stare un po' da sola!"
"Allora ti disturbo se resto un po' con te?"
"No! Non disturbi affatto, anzi anche io volevo parlarti"
"Cosa devi dirmi! Qualcosa del Dottor Cox? Già lo so che lo avete fatto completo, me lo ha detto lui!
"E questa cosa ti disturba?" Gli domandai con ansia.
"No! Non mi disturba, mi sono ripreso da quella volta che vi ho visto. Ma se tu sei felice con lui, lo sono anche io" si fece tutto rosso.
"Grazie Mark, vedi io sono felice con Angelo, ma ho paura. Ieri sera a cena mi ha detto che vorrebbe avere un bambino da me, non mi aspettavo che provasse tutto questo amore nei miei confronti" Mark fece uno sguardo di stupore.
E cominciò a dirmi: "Vedi a volte, quando amiamo troppo una persona, spesso questo amore più grande di noi ci fa paura. Perché le cose sono avvenute così talmente in fretta, che noi non eravamo pronti. E questo sta capitando anche a me, e ho paura Stella più di te con Cox" ed era molto agitato.
"Ma perché cosa è successo?" Gli domandai preoccupata.
Lui mi rispose: "Tony mi ha confessato che è innamorato di me! Sospettavo qualcosa ma non ero proprio sicuro. Io gli voglio bene perché è un ragazzo molto sensibile, ed è il mio migliore amico. Quando sto insieme a lui sto bene, e a volte mi dimentico anche della mia gelosia tra te e Cox" rimasi sbalordita.
"Cosa hai pensato quando ti ha detto che è innamorato di te? E come hai fatto a capirlo?" Gli chiesi.
Mark mi rispose quasi piangendo: "Quando mi ha confessato quello che provava per me, ho provato una strana sensazione. Come se ero felice e scioccato allo stesso tempo. L'ho capito da come mi guarda e da come mi parla, proprio come facevi tu con Cox all'inizio" e si mise a piangere.
Non avevo mai visto Mark piangere, ma volevo stargli accanto e aiutarlo.
"E tu sei innamorato di lui?" Gli chiesi di nuovo.
"Se vuoi sapere la verità non lo so!" Mi rispose Mark confuso.
Cercai di rassicurarlo dicendogli: "Tu cerca di stargli vicino e non pensare che lui è innamorato di te, se tu stai bene con lui continua a esserli amico come hai sempre fatto" volevo dargli tutto il mio appoggio.
"Io ti ammiro molto Stella, perché tu nonostante soffri di attacchi di panico, sai essere una ragazza molto forte. Io per fortuna che non ci soffro, altrimenti non sarei stato capace a essere come te" mi disse Mark guardandomi preoccupato.
"Io se sono forte lo devo anche alla mia famiglia che mi aiuta, ma soprattutto lo devo a Cox. Lui mi ha sempre aiutato nei miei soliti attacchi di ansia, anche quando facevo tirocinio. Sapeva sempre come prendermi" più parlavo di lui e più mi sentivo bene.
Si fece tardi erano quasi le otto e dovevamo andare in reparto, ci toccava fare la notte, sperando che fosse tranquilla.
Ma non fu proprio una notte tranquilla, non ci sono state urgenze dal pronto soccorso. Però dai pazienti del reparto sì, che ne basta uno e tutti quanti a fare le pecore dietro.
Uno sentiva dolore e Cox gli ha somministrato un antidolorifico, un altro stava andando in ipoglicemia e subito gli ho somministrato in endovena, una glucosata. Altri e due non so che cavolo avevano ma ci hanno pensato Ada e Mark, praticamente è andata tutta la notte così.
Si fece mattina, che poi il giorno dopo non avevo neanche il riposo, quindi ancora più stress.
Guarda caso toccava a me scrivere le consegne, Cox ne diceva sempre una delle sue.
Si avvicinò a me e disse: "Stella scrivi anche, il dottor Angelo Cox e l'infermiera Stella Gagliardi a causa di problemi con i pazienti, stanotte non hanno potuto fare l'amore!"
Scoppiai a ridere e diventai tutta rossa, e gli dissi: "Ma dai hai sempre la battuta pronta!" Anche Mark e Ada si misero a ridere.
Quando ritornai a casa ero stanchissima e mi buttai subito nel mio letto, pensando a quello che mi disse Mark che anche lui stava soffrendo per amore, non più solo per me ma anche per Tony.
Era confuso e io non sapevo se gli ero stata d'aiuto, che poi non mi diceva mai della sua ex o della sua vita privata, era sempre misterioso. Come quella nostra prima notte passata insieme a parlare, abbiamo parlato di tutto tranne di lui.
Io gli volevo un mondo di bene perché era un ragazzo straordinario ed era il mio migliore amico, lui c'è sempre stato per me fin dall'inizio, ed è stato il primo a venirmi vicino quando mi sentivo spaesata nel mio primo giorno.
Il giorno dopo dovevo fare subito la mattina senza il riposo, appena andai in reparto Cox era già arrivato. Dicendomi che avevamo un intervento chirurgico urgente in sala operatoria.
È dovuto scappare di corsa in reparto perché un atleta di Tennis, si era fratturato il ginocchio mentre si allenava di buon mattino.
Mi andai subito a cambiare e Cox mi disse: "Stella tesoro, ascolta, questo sarà un intervento abbastanza complicato e stai molto attenta alla mia spiegazione, specialmente durante l'intervento ok?"
Gli risposi: "Starò molto attenta Angelo stai tranquillo, puoi sempre fidarti di me!"
"Lo so, ma te l'ho voluto dire lo stesso" e mi baciò.
Con noi venne solo Tony, perché Mark doveva rimanere con il Dottor Kelson in reparto, ormai se lo era preso a cuore.
Appena arrivati in sala operatoria durante la preparazione, Angelo cominciò a spiegarmi l'intervento: "Stella stammi bene a sentire, l'intervento di oggi consiste nella ricostruzione del legamento crociato anteriore, che come ben sai è uno dei quattro legamenti che rendono stabile il ginocchio. La ricostruzione avviene per via artroscopica, posizionando nel ginocchio un nuovo legamento, esattamente nel punto dove era presente quello precedente. E lo si fissa al femore e alla tibia con delle viti, tutto chiaro? Hai delle domande da farmi?"
"Sì, cosa si usa per sostituire il legamento lesionato?"
E Cox rispose: "Dato che legamenti e tendini hanno una struttura simile, per sostituire il legamento crociato anteriore possono essere utilizzati diversi trapianti. I più utilizzati sono il tendine rotuleo, oppure i tendini gracile e semitendinoso" spiegava benissimo.
"Ok, ho capito grazie!"
Dopo aver monitorato il paziente ed eseguita l'anestesia generale, io e il Dottor Cox cominciammo con l'intervento.
Ed era molto interessante e anche abbastanza complicato, durò circa 90 minuti.
Una volta finito l'intervento mentre aiutai il Dottor Cox a mettere i punti di sutura, dalla sua espressione notai che era molto orgoglioso di me.
Mentre io e Tony riportavamo il paziente nella sua stanza, Angelo mi fermò e disse: "Stella aspetta, vorrei parlarti, vieni un attimo con me".
In quel momento il cuore mi batteva forte, perché avevo paura di ciò che poteva dirmi.
Mi portò nello studio dei medici per parlare, e cominciò: "Stella ascoltami, io ho intenzioni serie con te, non mi importa di ciò che dice la gente che potrei essere tuo padre o altro. Ho incontrato un mio collega, anche lui medico, e sa del nostro rapporto. Mi ha detto di pensare bene a quello che sto facendo. Io ci ho pensato bene e ho capito che ti amo tantissimo, ma non posso darti quello che meriti" stavo cominciando a tremare.
"Ma adesso qual è il problema se io te ci amiamo?! Tu mi dai tanto amore, io con te sto bene, mi dai affetto e protezione, mi dai consigli. Io voglio accanto a me un uomo maturo che mi faccia passare le mie paure e le mie insicurezze. E se io ti dicessi che tu non meriti di stare con una come me? Perché io non mi sento alla tua altezza!"
Mi rispose subito: "Tu sei una ragazza straordinaria, perché dici così? Io sono stato fortunato ad aver incontrato te e ringrazio ogni giorno Dio per questo, ma io non vorrei che vista la nostra differenza di età per te possa essere un problema!"
"Ma quale problema!? Solo perché hai parlato con quel tuo amico ora dici così, a me non importa della nostra differenza di età. Io ti amo e non facciamoci più problemi, facciamo una cosa seria tra noi due, parla anche con la mia famiglia e di a tutti che mi ami veramente" mi abbracciò fortissimo.
Poi mi disse: "Io ho sempre creduto che tra noi due fossi tu la più fragile e invece mi sbagliavo, tu sei la più forte. E ti prometto che in questi giorni, verrò a parlare con la tua famiglia!"
Cercai di trattenere le lacrime dicendogli: "Angelo, io non sono come le altre ragazze della mia età" ed era vero.
Mi guardò dritto negli occhi.
Poi mi replicò: "Ma tu sei anche meglio, sei una ragazza in gamba, fai il tuo lavoro benissimo. Io sono sempre più orgoglioso di te, perché migliori sempre più, mi rendi una persona migliore ogni giorno" e mi baciò.
Subito dopo continuò: "Scusami se mi sono sfogato con te, ma volevo capire bene se tu eri disposta a stare con me nonostante tutto. E ora ne ho la certezza, però devo dire la verità, in questi quindici anni che ci conosciamo io sono invecchiato!" Era così carino in quel momento
"Tu sei come il vino, più invecchia e più migliora!" Gli affermai.
Lui si mise a ridere e mi baciò di nuovo, ma stavolta molto intensamente.
E da quella nostra conversazione capii che il nostro rapporto si era rinforzato di più, anche molto di più da quella sera in cui facemmo l'amore per la prima volta.
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