Le nostre gelosie

Quando si ama troppo vuoi che quella persona sia solo tua, e di nessun altro.
E non è mancanza di fiducia, ma è più paura di perdere la persona amata.
Di pensare che qualcuna possa portartelo via, anche se per poco tempo.

Quella sera quando tornai a casa mio fratello era arrabbiato, come al solito.

E mi domandò: "Ma come mai ora ti trattieni così tanto a lavoro? Vai la mattina e ritorni la sera! Non va bene così!"

"Faccio solo qualche ora in più con il Dottor Cox, per imparare di più. Oggi siamo stati in ambulatorio, ed è meglio stare a lavoro con lui che stare in questa gabbia di matti!" Gli Obiettai.

Ma lui mi replicò: "E allora perché non vai a vivere con lui?"

Gli risposi: "Eh magari! Ma chissà forse un giorno capiterà davvero!"
E me ne andai in camera mia sbattendo la porta.

Accesi il mio lettore CD e misi le canzoni di Pupo, pesando a come abbia fatto Roberto a trovarmi e a capire che ero in ambulatorio.
Non so che cosa voleva ancora da me, dopo tutto il male che mi aveva fatto.
Ha avuto il coraggio di ritornare proprio quando ero di nuovo felice insieme ad Angelo.
Avevo paura più del solito, avevo messo Angelo in mezzo ai casini per difendermi da quel bastardo, ma come potevo saperlo che sarebbe ritornato.

Più tardi mi chiamò, dicendomi: "Amore mio tutto bene? Non si è fatto più sentire quello schifoso?"

Gli risposi subito: "Sì tutto bene piccolo mio stai tranquillo, non si è fatto più sentire" era così premuroso e dolce.

Poi continuò: "Ok perfetto ci vediamo domani, avevo pensato di venirti a prendere prima ma non posso. Perché devo passare prima all'università, da dopodomani ricomincerò a fare lezione agli studenti del terzo anno" mi ero quasi dimenticata che era anche professore.

Ma gli dissi: "Meglio così, mio fratello si è arrabbiato quando sono ritornata.
Mi ha detto che passo più tempo con te a lavoro che a casa" rimase in silenzio per qualche secondo.

Ma poi mi ribadì: "Ma lascialo stare, quello pensa solo ai cazzi suoi. Mica pensa a te! Che lavori, che porti uno stipendio a casa. La tua situazione familiare non è una delle migliori, ma io ti starò sempre accanto. Ma secondo me sospetta qualcosa" ed era proprio così.

Lui era l'unico che riusciva a capirmi, mi sentivo così fortunata ad averlo nella mia vita.

Stavo per mettermi a piangere, e con voce tremante gli dissi: "Hai ragione amore mio, grazie. Ma anche secondo me sospetta qualcosa. Va bene dai vorrei riposare, ci vediamo domani ti amo!" Volevo stare accanto a lui.

"A domani piccola, ti amo anch'io" era così bello quando mi chiamava piccola.

Durante la notte ebbi degli incubi, sognai che il mio ex mi separava da Angelo con la forza. Continuava a picchiarmi fino allo svenimento, e nessuno veniva in mio soccorso.
Mi svegliai di scatto, ero impaurita e sudata stavo veramente male.

La mattina seguente mi alzai tardissimo, a mezzogiorno e mezzo.

E mio fratello cominciò a dirmi: "Facendo tutte queste ore in ospedale alla fine sei sempre stanca! E ti alzi tardi e non stai mangiando più!"

Gli risposi: "Ieri a pranzo ho mangiato in mensa, a cena non mi andava niente. E poi facendo tutte quelle ore è mio lavoro, e a me piace!" Pensai subito alle parole di Angelo.

Ma mio fratello disse ribattendo: "Sì a te piace stare con il Dottor Cox, altro che lavoro!?" Non gli dissi niente, perché in fondo aveva ragione.
Ma non volevo che si sapesse ancora della nostra relazione.

Mangiai un piatto di pasta e subito mi andai a cambiare, presto sarebbe arrivato Angelo a prendermi.

Erano quasi l'una e mezza e cominciai a scendere, Angelo ancora non arrivava.
Nel frattempo mi misi in macchina per aspettarlo, dopo due minuti arrivò.

Appena mi vide che stavo uscendo dall'auto, subito scese dalla sua dicendomi: "Ma perché non mi hai aspettato sopra? Ti chiamavo io quando sarei arrivato!" Era arrabbiato.

"Ma qual è il problema? Stavo in macchina!" Stava esagerando anche lui.

Ma Angelo rispose: "Lo capisci che poteva venire quello schifoso da un momento all'altro?"

Gli risposi scocciata: "Ma non è venuto, ora basta! Andiamo che è tardi" lui era come se stesse per perdere la pazienza.

In macchina non ci siamo detti nulla, e non ci siamo nemmeno baciati per salutarci.
Avevo una paura da matti pensando al sogno che avevo fatto, non volevo diglielo ad Angelo perché si sarebbe spaventato.

Appena scesi dall'auto mi diede la mano, e si guardò intorno. Il mio cuore batteva fortissimo, pensavo che Roberto sarebbe sbucato all'improvviso. Avevo sempre impresso nella mente quel brutto incubo.

Una volta arrivati in reparto andammo a cambiarci, e dopo qualche minuto andai a fare la terapia con Mark.
Ero agitata e nervosa, facevo un pasticcio dietro l'altro. Mi cadde una flebo per terra, non riuscivo a trovare la vena ad un paziente, mi cadeva tutto tra le mani. Mark se ne accorse che c'era qualcosa che non andava, perfino i pazienti se ne accorsero.
Ma non dissi nulla a nessuno.

Finito di fare la terapia per distrarmi un po' mi misi a giocare a carte, con i miei colleghi e con i tirocinanti del primo anno.

Ma venne Angelo e mi disse: "Stella amore, puoi venire un attimo nel mio studio?"

"Ok appena finisco la partita!"
Gli risposi guardando le carte.

Lui rispose quasi incavolato:
"No! Devi venire adesso lascia stare la partita, poi ci pensano Ada e Mark al reparto" e io andai senza esitare.

Quando entrai nello studio medico era piuttosto preoccupato.

"Stella amore non hai niente da dirmi?"

"No cosa devo dirti? "

"Vorrei sapere un po' del tuo ex, cosa ti ha fatto? Io mi ricordo di lui quando ti veniva a prendere all'università, stava sempre al bar. E tu andavi con lui saltando anche le lezioni" non sapevo che mi osservava.

Ma gli risposi: "Lo vuoi proprio sapere?"

"Sì raccontami tutto" mi rispose.

E così cominciai: "Va bene ti dirò tutto, io l'ho conosciuto un mese prima di incontrare te, prima che mi operasti alla caviglia. All'inizio non mi piaceva, ma ho cercato di conoscerlo meglio. Alla fine mi sono innamorata di lui, perché mi faceva ridere. Però quando cominciai a fare l'università cominciò ad essere geloso, non voleva che io parlavo con gli altri ragazzi. Però lui intanto ci provava con le altre ragazze e a me dava fastidio. Poi beveva sempre birra in continuazione ed era diventato aggressivo, aveva sempre gli occhi da pazzo e mi diceva che io ero sua. Poi io dovevo continuare a studiare e così lo lasciai, e ho ritrovato te. Tu ricordi quando mi veniva a prendere prima di cominciare il terzo anno. Ma poi ci siamo lasciati, dopo cinque anni e questo è tutto!"

Angelo rimase un po' sconvolto, dicendomi: "Tutto questo non lo sapevo, ma ora ci sono io con te e non dovrai più avere paura, perché ti amo veramente" ero davvero felice di stare con lui.

Ma dopo un po' gli dissi: "Io ti ho sempre amato fin dall'inizio, ed era destino che io te dovevamo metterci insieme" lui mi abbracciò fortissimo, e in quell'abbraccio mi sentivo sicura e protetta. Sentivo che erano le braccia forti di un padre, che ho avuto solo per poco tempo.

Poi mi annuì: "Da domani, cominceranno a venire gli studenti di infermieristica del terzo anno, verranno anche in sala operatoria. Quindi dovrai spiegare anche tu gli interventi chirurgici" si fidava molto di me.

"Non sono capace, non sono un medico chirurgo" gli ribadii.

Lui sapeva che con la specializzazione in tecnico strumentista, e con vari corsi effettuati, ero diventata un'infermiera paramedico.
E frequentato spesso la sala operatoria, sapevo tutti gli interventi chirurgici a memoria.

"Tu dovrai spiegare solo di cosa si tratta, tutte cose che hai già studiato. Dovrai spiegare le cose semplici, stai tranquilla che ce la farai" mi rassicurò.

Cominciò a baciarmi e mi fece sdraiare sulla scrivania, mettendosi sopra di me. Cominciò a muoversi lentamente sul mio corpo seminudo, il mio cuore batteva all'impazzata. Continuando a baciarci le nostre lingue si intrecciavano, non volevo smettere mai.

Ma ad un tratto disse: "Dai basta fermiamoci! Abbiamo un sacco di cose da fare. Poi va a finire che viene di nuovo Mark, e vedendoci di nuovo nudi va a finire che gli si blocca la crescita e non diventerà mai più un uomo!"

Scoppiai a ridere dicendogli: "Sei un pazzo!!!"

Una volta usciti dallo studio medico mano nella mano, Mark era fuori davanti alla porta.

Appena ci vide esclamò "Ah siete qui!? Stavo venendo a cercavi!" Angelo subito mi guardò come per dire: «Te l'avevo detto!» in effetti c'era da aspettarselo.

Siccome che avevano finito di giocare a carte senza di me, andai in riabilitazione da Gabriele.

Angelo venne con me e stavamo sempre mano nella mano.
Arrivati davanti alla stanza della sua ex moglie, non faceva altro che prenderla in giro, dicendole cose a doppio senso, mi faceva troppo ridere.

Mentre Gabriele cominciava a camminare con le stampelle, ma ancora non poteva appoggiare il piede per terra.

Appena si fecero le sei ritornammo in ortopedia, perché stavano portando la cena per i pazienti, subito dopo si doveva fare la terapia della sera.

A turno finito toccava a Mark scrivere le consegne, Cox gli disse: "Mark non scrivere cose sconce!"
E Mark si mise a ridere.

Appena finito il turno Angelo mi riaccompagnò a casa.

Appena arrivati mi sussurrò:
"Ci vediamo domani mattina, ti passo a prendere alla solita ora ok?" Non volevo disturbarlo sempre.

Quindi gli risposi: "No dai vengo con la mia macchina, non ti preoccupare non succederà niente, tranquillo!"

Ma lui insisteva: "Non farmi incavolare! Ti ho detto che ti passo a prendere io! E non si discute" stava diventando troppo ossessionato.

Ma per non dargli un dispiacere, gli dissi: "Va bene grazie amore mio, lo so che mi vuoi proteggere" mi guardò con i suoi soliti occhi da cucciolo.

Ad un tratto mi baciò, dicendomi:
"Tu sei un essere speciale e io avrò cura di te, ti amo a domani mia piccola Stella".

Una volta assicurato che ero entrata dentro il portone del palazzo, andò via.

Ero stanca mi mangiai una cosa al volo e andai a dormire, anche perché il giorno dopo sarebbero venuti gli studenti in sala operatoria, e chissà come si sarebbero comportati.

La mattina seguente Angelo venne sotto casa mia puntuale alle sei e mezza, così andai con lui.

Arrivati in reparto c'erano già i tirocinanti e Angelo affermò: "C'è un assembramento di pivelli questa mattina!"

Appena cambiati ed entrati in infermeria, Cox disse ai tirocinanti del terzo anno: "Siete pronti per entrare in sala operatoria?"

E in coro risposero: "Siiiiii"'

"Mi sembrate un branco di pecore e siete solo in quattro!" Replicò Cox.
Io scoppiai a ridere.

Quella mattina in sala operatoria dovevamo mettere un fissatore esterno, appena gli studenti del terzo anno erano pronti ci dirigemmo tutti in sala operatoria.
Mentre gli studenti del primo e secondo anno rimasero in reparto, a fare il giro visite guidato con il Dottor Kelson e Mark. Non gli invidiavo per niente.

Appena arrivati in sala operatoria spiegai ai tirocinanti come dovevano comportarsi, facendoli capire che era tutto sterile.

Una volta entrati Tony mi aiutò a preparare il paziente, e l'anestesista era pronta per l'anestesia.

Appena pronti per l'intervento Cox cominciò a spiegare: "Statemi bene a sentire pivelli, l'intervento di oggi è abbastanza complicato e dovete stare molto attenti. La mia assistente Stella, vi spiegherà come si procede per posizionare un fissatore esterno"
ero convinta che spiegasse lui l'intervento.

Ero nervosa ma Angelo mi diede coraggio, così subito cominciai a dire: "Ok! L'intervento che andremo a fare oggi come vi ha detto già il Dottor Cox, è di posizionare un fissatore esterno. Per prima cosa sapete cos'è un fissatore esterno?"
Ma nessuno mi rispose.

Allora continuai: "Va bene ve lo dico io, il fissatore esterno è un dispositivo ortopedico, è un mezzo di fissazione usato nel trattamento delle fratture o nella correzione dei difetti ossei. Viene montato attraverso piccole aste metalliche chiamate "fiches" che vengono posizionate sopra e sotto la frattura nell'osso trapassando la cute. Il sistema è concepito per provvedere alla stabilizzazione e al mantenimento dei frammenti ossei, fino alla guarigione della frattura. Che in questo caso quello che interessa a noi è l'avambraccio".

Sembravano molto interessati alla mia spiegazione.

Ma Cox fece una domanda agli studenti: "Come si chiamano le due ossa dell'avambraccio?"

E una studentessa che a me non stava molto a genio, rispose: "L'avambraccio si compone di due ossa, il Radio e l'Ulna" pensai nella mia testa: «Anche un bambino di due anni, avrebbe risposto correttamente».

Cox le disse: "Bravissima signorina, lei come si chiama?"

E la studentessa rispose: "Mi chiamo Angelica" un nome migliore non poteva averlo!? Pensai.

Ma Angelo gasandosi disse: "Bene vedo che ha un nome simile al mio, complimenti" io già mi sentivo i nervi salire fino a sopra la testa. Poi cominciammo subito con l'intervento, e gli studenti guardavano attentamente.

Esempio di Fissatore esterno

Appena finito l'intervento e dopo aver messo tutto apposto e pulito, andammo via.
Fuori dalla sala operatoria Angelo mi prese da parte dicendomi: "Sei stata bravissima amore mio" e mentre stava per baciarmi intervenne quella cretina di Angelica.

Si avvicinò a noi dicendo: "Scusatemi Dottor Cox, vorrei parlare un attimo da sola con voi!"

Lui subito le disse: "Vuole parlare con me signorina Angelica?" Lei annuì.
Angelo si avvicinò a lei facendo anche il galletto.

E lei gli disse: "Volevo farvi i complimenti per l'intervento di oggi, è stato molto interessante! Mi avete dato una forte emozione" pensai ora comincia a fare la civetta.

Angelo continuò a gasarsi: "Grazie mi fa molto piacere che le sia piaciuto! E mi fa anche piacere che le faccio provare emozioni" sentivo che mi stavano salendo i nervi.

Lei poi continuò: "Mi piacerebbe fare la tesi con voi, lo so che è ancora presto però vorrei prenotarmi" aveva lo sguardo puntato su di lui.

Subito Angelo le rispose: "Va bene mi ritengo già prenotato" e risero tutti e due.

Con lei che ci provava e con Angelo che faceva il galletto, mi stavano scattando i nervi e pensavo che in quel momento avrei commesso un omicidio.
Salutò Cox con una smorfia e lui ricambiò.

Così avvicinandomi a lui cominciai a dirgli: "Hai finito di fare il galletto con quella gatta morta?"

E Angelo mi rispose: "Ma sei gelosa per caso? Mi ha fatto i complimenti per l'intervento, e chiesto di fare la tesi con lei qual è il problema?"

Gli risposi incavolata: "Il problema sei tu! Cosa sei andato a dirgli?! Che ti fa provare emozioni?!"

Ma lui era piuttosto agitato, e mi disse: "Ma cosa stai dicendo? E lei che si e messa a dire così!"

Ma io continuai: "In sala operatoria le hai fatto i complimenti, solo perché ha risposto a una tua domanda banale, che anche un deficiente avrebbe risposto correttamente. Mentre a me neanche un complimento. Ti sei tutto gasato davanti a quella perché?"
Ero molto arrabbiata.

Ma lui cercando di restare calmo, mi rispose: "Se ti ho detto che sei stata bravissima, e poi che mi importa di quella potrebbe essere mia figlia, avrà l'età di Morgan!"

Gli risposi ancora più incavolata: "Anche io potrei essere tua figlia! Non mi hai fatto nessun complimento davanti agli studenti, e poi quella ci provava con te e tu stavi al suo gioco. Mi immagino a lezione che combina, con il professore sessantenne bello e affascinante!" Avevo perso le staffe.

Ma lui mi rispose ancora più incavolato di me: "Mi stai facendo capire che non ti fidi di me? Che sei gelosa di una marmocchia!? La gelosia porta a lite in una coppia lo sai?"

Me ne andai senza dirgli più nulla, lui rimase lì a guardarmi mentre me ne andavo.
Mi sentivo una merda avevo litigato con Angelo.

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