Le nostre confessioni
A volte le persone a cui teniamo sono le prime che ci deludono e questo ci fa soffrire, ma alla fine impari a far tesoro di quelle delusioni, soprattutto ad accettare il fatto che certe cose non dipendono da noi.
Quel pomeriggio a casa pensai a tutto quello che mi era capitato, in una sola notte e in mezza mattinata.
Sono stata nello stesso letto con Mark, anche se lui ancora non si è confidato con me. Ho operato insieme al Dottor Cox la sua ex moglie Elsa; e ho parlato con sua figlia Morgan.
Ormai era da molto tempo che lavoro in ortopedia insieme al Dottor Cox, ogni giorno imparavo cose nuove, ogni giorno le mie insicurezze e le mie paure svanivano sempre più.
Ma soprattutto l'amore che provavo per Angelo Cox aumentava sempre di più, e il nostro rapporto si stava rinforzando. Ed era questo che mi faceva paura perché lui poteva essere davvero mio padre, ed è successo tutto così in fretta.
Noi avevamo una storia, ma ancora non avevo capito se stavamo insieme, ci eravamo solo baciati, ma ancora non avevamo fatto l'amore e forse questo ci spaventava a tutti e due.
Andai dai miei nipotini per distrarmi un pò, loro sono tutta la mia vita, e vengono prima di tutto e di tutti.
Con loro ritorno ad essere un pò bambina, sono dei bravi bimbi ubbidienti.
C'erano delle volte che sapevano essere davvero molto maturi per la loro età, Alex aveva dodici anni e la sorellina Anya nove anni, con loro mi divertivo molto e sono i figli di mia sorella.
Il giorno dopo avevo il riposo quindi non ero di turno, anche Angelo credo che avesse il giorno libero.
Mi alzai anche tardi, perché ero davvero molto stanca.
Quando ritornai a lavoro per fare il turno di mattina, la prima cosa che feci dopo essermi cambiata, mi recai nella stanza di Gabriele. Ma vidi che non c'era, così chiesi al ragazzo del letto di fronte. E mi disse che era stato dimesso il giorno prima dal Dottor Kelson, quando spettava al dottor Cox farlo.
Dovevo fargli fare un giro con la mia macchina, come gli avevo promesso. Sapevo che sarebbe ritornato per la riabilitazione, ma dopo un mese però, e al reparto di fronte.
Immaginavo come poteva essere stata la sua reazione, guardando quel letto vuoto, in attesa di essere rimpiazzato da un altro paziente.
Il ragazzo mi raccontò anche che Gabriele fece dei capricci, implorò Kelson di uscire il giorno dopo, quando c'ero io di turno, perché voleva almeno salutarmi. Ma il dottore non volle sentire ragioni, c'erano altri pazienti che dovevano essere ricoverati. La madre era anche disposta a farlo rimanere un giorno in più, ma il padre era d'accordo con il medico.
Lui era geloso di suo figlio nei miei confronti, perché Gabriele mi considerava il suo eroe, e lui ossessionato dal figlio non voleva.
Appena uscii dalla stanza mi vide Angelo, e si accorse che ero preoccupata.
"Stella cosa è successo?" Mi domandò.
"Gabriele è andato via, ieri è stato dimesso da Kelson" gli risposi tristemente.
Stava per arrabbiarsi, infatti disse furibondo: "Come si è permesso! Dovevo dimetterlo io stamattina!"
"Io ci sono rimasta male più di te, non sono neanche riuscita a salutarlo. Ma sappiamo tutti che Kelson è uno stronzo" gli rinfacciai.
Ma più che altro faceva le cose per dispetto.
"Dai non ti preoccupare poi ritornerà per la riabilitazione, e lo vedrai di nuovo. Tanto comunque il reparto di riabilitazione è collegato al nostro!" Mi tranquillizzò Angelo.
"Sì è vero, non devo preoccuparmi"
Lui mi asciugò le lacrime e mi conferì: "Dai fra poco facciamo il giro visite".
Andai in infermeria e mi rivolsi a Tony: "Volevi parlarmi mi hai detto l'altra volta?"
Sì ma dopo, non ora!" Mi rispose.
"Va bene come vuoi" gli dissi.
Intervenne Mark, dicendo: "Io invece devo parlare con il Dottor Cox, sai dov'è?"
Mi stavo preoccupando, ma gli risposi ugualmente: "Non lo so credo che starà o in sala medici o dalla sua ex, ma perché cosa gli devi dire?"
"Devo dirgli una cosa niente di ché" mi rispose Mark in fretta.
Ma dopo qualche secondo venne in infermeria.
"Dai ragazzi siamo pronti?"
"A fare cosa?" Risposi.
"A fare il giro visite che cosa secondo te?"
"Ah ok dopo di te, mio caro!"
Mark capì che io ormai gli davo del tu, che il nostro rapporto era cambiato.
Ma gli disse: "Dottor Cox dopo vorrei parlarvi" era molto serio e deciso.
"Va bene" gli replicò Cox.
E subito dopo si avviò insieme a me, mettendomi un braccio sulla spalla, io portavo le cartelle cliniche.
Una volta entrati nella stanza dell'ex moglie del Dottor Cox, vidi che stava meglio, ed era pronta per la riabilitazione. Ad un tratto disse che sarebbe dovuto venire il figlio Mirko dall'America, subito pensai andiamo bene! Quella mattina non c'erano interventi, chi veniva dimesso e chi doveva essere operato nei giorni successivi, e ci furono altri ricoveri.
Appena finito il giro visite Angelo venne in infermeria.
"Mark hai detto che volevi parlarmi?" Gli domandò.
"Sì dove preferite che vi parli?" Gli rispose nervosamente Mark.
"Anche in infermeria va bene?" Gli propose Angelo.
"No, da soli!"
"Ok! Allora andiamo in sala medici" e si avviarono insieme.
Io ero preoccupata perché la cosa si ripeteva. Allora Tony ne approfittò visto che Mark non c'era.
"Stella vorrei parlarti anche io" mi disse piuttosto nervoso.
"Va bene, andiamo davanti al distributore?" Gli proposi.
"Si ok!" Mi confermò Tony.
Ada domandò: "Ma oggi che avete da dirvi tutti quanti?"
Appena arrivati davanti al distributore automatico, Tony cominciò a dirmi: "Stella ho un segreto da confessarti, ma non dirlo a nessuno ti prego soprattutto a Mark, non voglio che si rovini la nostra amicizia!"
"Tranquillo Tony con me puoi confidarti, so mantenere i segreti" gli dissi con molta sicurezza.
E lui continuò: "Ok grazie, volevo dirti che io sono gay... e sono innamorato di Mark" si fece tutto rosso.
Sospettavo qualcosa ma non ero proprio sicura.
Ma gli dissi: "Io non lo sapevo, ma è una cosa normale perché ti devi preoccupare!?"
Tony mi rispose tremando: "Io non voglio rovinare la nostra amicizia, stiamo così bene insieme. Poi ho paura che se gli dico che mi piace, lui si allontana da me, perché è innamorato di te" e questo si sapeva.
"Sì questo lo so, ma io non sono innamorata di lui!"
"Sì lo so, sei innamorata del Dottor Cox!"
"Sì era evidente, e non ti preoccupare hai fatto bene a confidarti con me. Tu stagli sempre vicino, se lo ami diglielo e non avere paura. Lui ti vuole bene e capirà"
"Grazie sei una vera amica" e mi abbracciò.
Tony in fondo era un bel ragazzo, ed era molto in gamba, aveva la specializzazione in aiutante di sala operatoria. Lui era di origine tunisina, ma viveva in Italia da quando aveva pochi anni. Perché sua madre era italiana, mentre il padre tunisino. Aveva gli occhi neri e i capelli rasati, era molto alto e robusto. Il suo vero nome era Antonio, la madre lo chiamava sempre Antony, così lui si faceva chiamare Tony.
Dopo quella confessione mi recai in terrazzo, avevo bisogno di un po' d'aria. Mentre guardavo la gente che entrava e usciva dall'ospedale, e le ambulanze che arrivavano, sentii la voce di Mark, dal balconcino di fianco, che stava ancora parlando con il dottor Cox.
"Allora volete rispondermi? Per quanto tempo ancora deve continuare questa buffonata?"
"Quale buffonata scusami?"
"Mi avete deluso! Vi ricordate quello che mi avete detto l'altra volta? Che avreste preferito che Stella si innamorasse di me?! E ora state facendo di tutto per tenerci lontano!"
"Guarda che io non ti sto tenendo lontano da Stella! Io sto soffrendo per lei, te lo dissi che la amo. E che non so stare senza di lei ne morirei, quante volte te lo devo dire?"
Non riuscivo a credere a quelle parole, stavano discutendo per me.
E anche Angelo stava soffrendo per il nostro amore!
Ma Mark continuò:
"Sì ma la state facendo soffrire, lei è confusa perché gli dite parole dolci, poi dopo un po' cambiate idea e la trattate come una semplice collega!"
"E tu? Quante volte ci hai provato? Lei ti vuole bene e non vuole rovinare la vostra amicizia, io ormai ho scelto di starle accanto e non mi importa della differenza di età tra noi due."
"Ok! Ma sappiate che io non la lascerò facilmente."
"Io non ho dimenticato il patto che avevamo fatto quella volta, che non l'avremmo mai lasciata sola. E basta con questo voi, dammi del tu!"
"Neanche io l'ho dimenticato, ok vi darò del tu!"
Quando smisero di parlare, corsi subito in infermeria, per non farmi vedere fuori. E notai che dopo quella confessione, sembravano più amici del solito, perché ogni tanto confidarsi con qualcuno fa stare bene noi e gli altri.
Ma con tanta parte della vita affidata al caso, non puoi fare a meno di chiederti: E se fosse andata in un altro modo?
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