Gli innamorati del Sacro Cuore

Non credo che le persone siano fatte per stare sole, è per questo che se trovi qualcuno a cui tieni sul serio devi lasciare perdere le cose di poco conto, anche se magari non riesci a mollare del tutto, perché niente è peggio che sentirsi soli... pur avendo un sacco di persone attorno.

Dopo l'intervento ritornai in reparto da sola, Mark appena mi vide disse: "Stella ma dov'è Cox? È finito l'intervento?"

Gli risposi in maniera brutale: "Non lo so dov'è non è la mia guardia del corpo! E poi se sto qua è normale che l'intervento è finito! Che razza di domande fai?"

"Scusami, ma vedendo che non era con te allora ho solo chiesto" mi rispose molto dispiaciuto.

"Ok scusami tu ma non so dove sia, dopo l'intervento non è venuto con me."

Ma dopo qualche secondo ecco che arrivò, il cuore mi batteva fortissimo.
Notai che era molto arrabbiato, con quella sua solita espressione che a me piaceva e faceva paura allo stesso tempo.

Mark appena lo vide gli disse: "Dottor Cox, hanno chiamato per una consulenza dal pronto soccorso!"

Sì fermò, e senza guardare in faccia a nessuno rispose: "Fateci andare a Kelson almeno fa qualcosa, non posso stare sempre a vostra disposizione" e se ne andò nel suo studio sbattendo la porta.

"Ma che gli è preso? Avete litigato per caso?" Mi domandò Mark turbato.
Mi stavo sentendo male.

"Scusami ma ho bisogno di una boccata d'aria, non mi sento tanto bene" così andai in terrazzo.
Mark andò a chiamare il Dottor Kelson.

Appena andai in terrazzo feci un respiro profondo, ma vidi che dall'altra parte c'era Angelo che mi guardava.
A me mancava il respiro.

Ad un certo punto mi disse: "Ti stai sentendo male?"

"Non lo so" gli risposi molto affannata.

Ma lui si arrabbiò dicendomi: "Lo sai qual è la cosa che mi fa più incavolare di te?"

"No! Dimmelo tu!"

"Che ogni volta che dici non lo so, in realtà vorresti dire Sì, perché non dici mai Sì!?"

"Non lo so" risposi con le lacrime agli occhi.

Ma in realtà non sapevo cosa dire.

Lui alzò gli occhi al cielo e disse: "Tu qualche giorno mi farai impazzire! E non per amore" e se andò dentro.

Mi sedetti per terra e scoppiai a piangere, avevo litigato con Angelo per colpa della mia stupida gelosia. L'unica cosa che mi avrebbe fatto stare bene in quel momento, era di andare a trovare Gabriele e così andai in riabilitazione.
Era ancora mezzogiorno quindi era abbastanza presto.

Appena andai nella sua stanza era solo stava finendo di mangiare, appena mi vide fu felicissimo.

"Ciao Gabriele come stai? Hai mangiato tutto?"

"Ciao Stella, che bello vederti sto bene grazie. Ho mangiato tutto ho lasciato solo i piselli, non mi piacciono!"

"Neanche a me non piacciono!" Gli confessai.
E si mise a ridere, siccome che era da solo gli feci un po' di compagnia.

Ma lui ad un certo punto mi disse: "Stella ascoltami vorrei dirti una cosa, ora che i miei non ci sono" era molto serio.

"Si dimmi ti ascolto!"

Lui continuò a dirmi: "Io ho quasi quattordici anni e volevo dirti che non sono solo interessato alla tua macchina, ma sono anche interessato a te e credo di essermi innamorato" e si fece tutto rosso.
Rimasi di stucco era solo un bambino.

"Cosa? Ti sei innamorato di me? Ma mi hai vista bene?" Gli domandai ridendo.

"Sì che ti ho vista bene, tu mi hai dato coraggio in sala operatoria. E se non mi avresti detto della macchina di Iron Man saresti stata lo stesso il mio eroe, ti avrei amata ugualmente" era così piccolo e dolce.

"Caro piccolo grande Gabriele, sei solo un bambino ed io potrei essere tua madre. Ed è normale alla tua età avere delle cotte, ma quando sarai più grande troverai una fila di ragazze fuori alla porta!" Gli dissi accarezzandogli i capelli. 

"Di certo che l'amore è strano! Tu innamorata del Dottor Cox che potrebbe essere tuo padre, e io innamorato di te che potresti essere mia madre!" Mi disse seriamente.

Da quelle parole capii che era un ragazzino abbastanza maturo, per la sua età. Ma volevo fargli capire che l'amore fa male, soprattutto quando non è ricambiato.

"Hai perfettamente ragione, l'amore è strano e ti fa anche stare male. Capisco benissimo come ti senti" gli sussurrai.

Ma Gabriele continuò a dirmi: "Ti amo di bene Stella, almeno potrei essere il tuo amico del cuore?"

Gli risposi: "Ma certamente, noi siamo amici del cuore a tutti gli effetti!"
Lui mi diede un bacio sulla guancia, e io lo ricambiai.
Poi mi fece vedere che la caviglia la muoveva bene, poteva anche appoggiare il piede per terra, solo che ancora non poteva farci peso sopra.

Gabriele era un proprio un bel ragazzino, aveva gli occhi di colore nocciola. Con i capelli castani che davano sul rossiccio, magro e abbastanza alto.

Dopo un po' venne la madre.
"Ciao cara, come stai?" E mi sorrise come sempre.

"Buongiorno signora sto abbastanza bene, grazie" anche se dentro di me stavo male.

Lei cominciò a dirmi: "Mi fa piacere, ma cosa è successo ti vedo un po' giù, hai litigato con qualcuno?"

"No! Tutto apposto" le risposi.

Mi è sempre sembrata una specie di strega, che sa sempre tutto.

E infatti mi disse: "Non farti prendere dalla gelosia perché è peggio della paura, può distruggere un amore!" Rimasi scioccata e pensai: "ma come cavolo lo sa?"

"Grazie signora, lei è sempre molto gentile con me" le confidai.

Salutai Gabriele dicendogli: "Ciao Gabriele, ci vediamo la prossima volta e voglio vederti camminare senza le stampelle. Ti voglio bene piccolo" e lo baciai di nuovo sulla guancia.

"Ok cercherò di camminare senza stampelle, ti voglio bene anch'io Stella ciao" e mi ricambiò il bacio.
Salutando anche sua madre me ne andai.

Mentre ero fuori sentii che diceva al figlio:  "Ti sei proprio affezionato a quella infermiera. Nonostante tutto è una brava ragazza".

Dottor Cox:

Appena uscito dal mio studio, mi incrociai con Mark e Tony. Ed erano abbracciati, mi sembravano due fidanzatini.

Ma dissi a Mark: "Dove sta Stella? Devi accompagnarla a casa!"

Mark mi rispose: "Non lo so dov'è Stella si stava sentendo male prima, ed è andata a prendere una boccata d'aria fuori. Poi non l'ho più vista!
Ma perché non la vai a cercare tu? Se lei sta male è sempre per colpa tua!"

Ero arrabbiato e gli risposi: "Pivello stammi bene a sentire, non interferire tra me e Stella! Tu hai ancora la bocca sporca di latte. Vedo che senza le infermiere siete in piena fase lesbico euforica, devo usare un tubo da giardino per separarvi?"

Mark rispose: "Non puoi nel divertimento siamo una cosa sola! E questa sera andrà alla grande!"
Ma dopo un po' Stella arrivò.

Appena ritornata in ortopedia vidi che Cox stava discutendo con Mark e Tony, ed erano abbracciati.
Mentre lui era arrabbiato.

E subito mi disse: "Ma dove eri finita? Non puoi restare sola!" Era piuttosto nervoso e preoccupato.

"Ero da Gabriele, volevo vedere come stava" ma ero io che stavo male.
E lui non se ne rendeva conto.

"Oggi non posso accompagnarti, devo andare a fare lezione" c'era terrore nei suoi occhi.

Ma senza rendermi conto e con la rabbia addosso gli dissi: "Ah già sei di nuovo professore ora! Allora vai che la tua gattina ti aspetta!?" Forse avevo esagerato.

Ma all'improvviso mi urlò:
"Sparisci dalla mia vista! Te lo giuro su Dio mi fai così arrabbiare che potrei addirittura sentirmi male! SPARISCI DALLA MIA VISTA!!!"
Rimasi pietrificata.

"Ok se è questo che vuoi! Sparirò dalla tua vista per sempre!"
E incavolata me ne andai nello spogliatoio, a prendere la mia roba.

Una volta uscita Angelo mi disse: "Dai Stella scusami amore mio, mi dispiace non volevo reagire così, perdonami!" Era davvero dispiaciuto.

"Con te non ci voglio più parlare! Non vorrei che ti sentissi male per causa mia!" E piangendo scappai di corsa.

Arrivata ai parcheggi sentii una voce maschile che diceva: "Stella, Stella voglio parlarti, non scappare" e mi è sembrò proprio la voce di Roberto.

Ero terrorizzata, ma ricordai che non avevo la macchina e non sapevo cosa fare. Allora mi nascosi dietro la macchina di Angelo.
Ma all'improvviso mi sentii male, mi sentivo soffocare e mi girava la testa. La vista mi si annebbiava e mi tremavano le mani, così chiamai mio fratello dicendogli di venirmi a prendere.

Dopo qualche minuto venne in mio soccorso, ma venne con la sua macchina.

Appena arrivati a casa mi disse: "Ma si può sapere cosa è successo? Perché ti è preso un attacco di panico così forte? E poi perché hai lasciato la tua macchina qui?"

Gli risposi mentre facevo dei respiri profondi: "Mi stai facendo troppe domande, non riesco a risponderti a tutte".

Ma all'improvviso squillò il telefono, era Angelo.
Ma chiusi immediatamente la chiamata.

"Ma chi era?" Mi domandò subito mio fratello.

"Basta farmi domande!" Risposi.
Non connettevo bene in quel momento.

Dopo qualche secondo Angelo mi mandò un messaggio: «Stella sono preoccupato, stai a casa? Se sì come sei ritornata?"

Gli risposi digitando in fretta: «Ciao sono a casa, ho chiamato mio fratello è venuto a prendermi lui».

Intanto mio fratello mi domandò: "Con chi stai chattando adesso?"

"Basta domande lasciami in pace!"
Mi aveva rotto.

Mio fratello arrabbiato disse: "Vabbè dai con te non si può parlare, beviti un succo di frutta e vai a riposare mangi stasera" e se andò.

In camera mia mi sentivo male, per la mia stupida gelosia stavo rischiando di perdere Angelo. Pensava che io non avevo fiducia in lui ma si sbagliava, io avevo solo paura di perderlo.

Quel pomeriggio mi chiamarono tutti ma io non risposi a nessuno. Mi chiamò perfino un numero con lo sconosciuto, mi misi paura perché poteva essere chiunque.
Dopo un po' pensai di chiamare Angelo per dirgli quello che avevo sentito al parcheggio, ma non avevo il coraggio e sicuramente stava già a lezione, dovevo rispondergli prima.

Infatti Angelo era a lezione all'università.
Mi mandò un altro messaggio con scritto: «Stella sono a lezione, oggi è il primo giorno non potevo mancare, anche se sto male. Tutte le studentesse compresa Angelica, sono tutte gasate di avere un bell'uomo di mezza età come professore! Forse è questo che ti dà fastidio, la tua gelosia nei miei confronti non mi piace e stai esagerando. Ti auguro una buona giornata!»

Dopo aver letto quel suo messaggio scoppiai a piangere, era incredibile cosa poteva farmi provare quell'uomo di mezza età.

Quella sera pensai anche al piccolo Gabriele, che era innamorato di me non me lo sarei mai aspettata.
Sì avevo capito che teneva molto a me, ma non fino a questo punto.
Poi pensai anche a Mark e Tony che gli vidi così affiatati che sembravano innamorati.
Da una parte mi faceva piacere se provavano qualcosa l'un per l'altro, ma dall'altra parte no! Forse perché avevo paura di perdere anche un amico.
Ma soprattutto pensai a quella reazione di Angelo e a quelle sue dure parole, era davvero sconvolto.
Non volevo dirgli quelle cose, ma è stato più forte di me.
Anche la mamma di Gabriele mi aveva avvisata della gelosia, ma io ho continuato ad esserlo.
Mi sentivo male sempre più, perché avevo paura di perdere l'amore della mia vita per sempre.

Quando mi alzai la mattina dopo mi sentivo come se avessi la nausea, e mi girava la testa.
Mi feci mille dubbi e mille domande e non sapevo come fare.
Durante il giorno passai un po' di tempo con l'altra mia sorella che viveva con me, lei è autistica e ha problemi.
Una volta che si fecero le sette, cominciai a prepararmi per andare a fare la notte.
Ed ecco che mi richiamò di nuovo quel numero privato, ebbi paura e subito corsi via.
Mio fratello mi disse di stare attenta non poteva accompagnarmi, perché anche lui doveva andare a fare la notte in fabbrica.
L'altro mio fratello non aveva la patente, ma doveva stare a casa con mia sorella autistica.

Mentre ero in macchina Angelo mi mandò un altro messaggio, ma stavolta vocale dicendomi: "Stella non ti passo a prendere, perché non mi sembra logico dopo quello che è successo ieri. Ma ti volevo dire che questa notte cerchiamo di stare distanti e senza parlarci, perché forse ci farà stare bene a tutti e due e fatti accompagnare da tuo fratello!"
Sentendo quelle dure parole mi stavo sentendo male, ma dovevo cercare di stare calma.

Arrivata ai parcheggi per fortuna incontrai Mark e Tony, e mi avviai con loro.
Ed ecco che arrivò anche Angelo, ci passò davanti dicendoci semplicemente: "Buonasera!"
Mark e Tony ricambiarono il saluto.

Mark mi disse: "Ma avete litigato per caso?"

Gli risposi: "Non lo so" lui si girò di scatto, perché aveva sentito la mia solita risposta che lui odiava. Scuotendo la testa, e alzando gli occhi al cielo accelerò il passo.
Lui sapeva che avevo la fobia degli ascensori, e che non lo prendevo mai da sola, ma visto che non lo ero se ne andò a piedi.
E io entrai in ascensore con Mark e Tony.

Arrivati in reparto io ero già in divisa, entrai nello spogliatoio solo per posare il giubbino, e mettermi le scarpe sanitarie.

In infermeria c'era Ada lei è sempre la prima ad arrivare, mi disse: "Ciao Stella come va tutto bene?"

Le risposi: "Non lo so Ada, so solo che ho paura e per questo sto male!"

Lei mi rispose: "Stai male perché hai litigato con Cox?"

"Sì! Anche tu hai visto la scenata di ieri?"

"Purtroppo l'hanno vista tutti Stella! E per chi ti vuole bene non è stato un bello spettacolo" mi disse Ada tristemente.

Ma a me veniva solo da piangere.

Ma Ada continuò a dirmi: "Ma da come ho capito avete litigato perché tu sei gelosa di una ragazza?"

Le risposi con voce rauca: "Sì di una tirocinante, ma non ne voglio parlare" non mi andava per niente.

Ma dopo qualche secondo entrarono Mark e Tony e dietro di loro c'era lui, il Dottor Angelo Cox l'uomo della mia vita.
Stavo per sentirmi male, ma dovevo cercare di stare calma altrimenti avrei peggiorato solo le cose.

Si sedette al tavolo, e disse con quel tono di voce che a me piace tantissimo: "Fatemi vedere le cartelle cliniche dei pazienti, e la terapia che hanno!"

Io che ero vicino al carello delle cartelle cliniche gliele passai, e lui mi guardò con occhi lucidi.

Ma poi disse con un tono di voce forte: "Ti ho detto che voglio vedere anche la terapia!"

Ma la teneva davanti sul computer, e io non riuscivo a rispondere era come se non riuscivo più a parlare.

Ada se ne accorse e gli disse: "Dottor Cox la terapia c'è la davanti è sul computer!"

"Ah scusatemi mi ero distratto!" Balbettò.

Quando andai a fare la terapia con Mark era preoccupato, però non mi disse niente di lui e Tony.
E io neanche gli dissi niente, perché stava a lui dirmelo per primo.

Quando siamo ritornati in infermeria Angelo era ancora là, seduto davanti al computer.
Mi misi in un angolino, ma Ada, Mark e Tony uscirono di proposito per farci restare un po' da soli.
Cominciai a tremare come al solito.

Lui guardandomi mi disse: "Come stai?"

"Non lo so" gli risposi. Mi resi conto che avevo sbagliato.

Infatti sbattendo la mano violentemente sul tavolo, che mi fece sobbalzare, mi disse: "Ma come cavolo devo fare con te?"

Ma respirando in maniera affannata e alzando la voce, gli risposi: "Sto male Ok?!"

Lui si avvicinò a me.

"Perché sei venuta da sola? Ti avevo detto di farti accompagnare da tuo fratello!" Mi sgridò.

Ma senza guardarlo risposi: "Doveva fare la notte in fabbrica" mi stava parlando. Ma sapevo che avevo sbagliato di nuovo, perché non lo guardai negli occhi.

Infatti si arrabbiò dicendomi: "Quante volte devo dirtelo?! Che mi devi guardare negli occhi quando mi parli!"

Alzai lo sguardo.

"Sì ma adesso cosa vuoi?" Gli urlai.

Lui era sconvolto.

Ma rispose: "Vuoi continuare a stare con me?"

"Mi avevi detto che questa notte dovevamo stare distanti, senza parlarci" gli risposi.
Ma volevo abbracciarlo fortissimo.

E lui rispose: "Sì è vero mi ero dimenticato, grazie per avermelo ricordato!" E se andò, così rimasi sola senza di lui.

Tutta la notte passò così, senza nemmeno più guardarci in faccia.
Alle chiamate dal pronto soccorso si portò Ada, voleva farmi un dispetto.
Non ci rivolgemmo la parola, e per me è stato bruttissimo.

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