Cosa provi per lei?

Ormai era passato già un mese da quando cominciai a lavorare in ortopedia, e tutte le cose che mi facevano paura erano diventate semplici. Ed era tutta un'altra musica, perfino il Dottor Kelson non mi faceva più paura.

Quando ero a casa ed ero sul mio letto a riposarmi, sognai il Dottor Cox che era tentato a baciarmi sulle labbra. Stavolta non avevo paura di niente volevo baciarlo anche io. Così ci siamo baciati sul serio, come avrei voluto che fosse vero, ma purtroppo era solo un sogno.
Forse era vero quello che mi diceva sempre Mark, che lui non provava i miei stessi sentimenti, che ero io che lo vedevo con occhi diversi.

La mattina seguente mi aspettava un nuovo giorno in ortopedia.
Finalmente dopo tanti sacrifici e un mucchio di rate da pagare, ero riuscita a prendere l'auto dei miei sogni, una Audi R8, come quella del dottor Cox. Solo che la mia era rossa e oro come l'armatura di Iron Man, e mi sentivo più sicura senza chiedere nulla a nessuno.

Nel parcheggio dell'ospedale incontrai Mark e Tony che vennero insieme, e dietro di loro c'era il Dottor Cox. Appena Mark mi vide mi baciò sulla guancia, ed era entusiasta della mia macchina e mi abbracciò.

"È stupenda fammela provare qualche giorno" mi disse continuando ad abbracciarmi.

"Sì ok!" Gli confermai.

Il Dottor Cox mentre stava arrivando ci vide abbracciati, e fece una delle sue solite battute.

"Oh oh! Che state facendo sporcaccioni?! Ci sono i minori!" Rivolgendosi a Tony.

E ci mettemmo tutti a ridere.

Poi aggiunse: "Bella macchina Stella, ed è anche uguale alla mia! Ok ora andiamo in reparto che ci attende una dura giornata".

La mia macchina

Quella mattina mi aspettava di nuovo la sala operatoria, avevo già l'ansia, ma dovevo farcela, anche perché doveva operarsi un ragazzino di tredici anni.
Doveva sottoporsi ad un intervento della caviglia, precisamente al Malleolo, appena arrivato in sala operatoria venne l'anestesista.

Aveva paura, così lo rassicurai: "Stai tranquillo, non aver paura ci sono io vicino a te" e si tranquillizzò.

"Se fai il bravo appena esci da qui, ti porto a fare un giretto con la macchina di Iron Man" continuai a dirgli. Almeno stava tranquillo.

Il ragazzino subito esclamò: "Davvero!"

"Sì te lo prometto" gli risposi sicura.

Appena fatta l'anestesia cominciò a fare subito effetto, io gli tenevo la mano.

Dopo un'ora, finito l'intervento, il Dottor Cox mi diede l'onore di mettere i punti di sutura all'esterno, perché comunque per me era facile l'avevo già fatto.

Si tolse i guanti, mi passò davanti e mi sussurrò a l'orecchio: "Sono fiero di te" e uscì dalla sala operatoria, in quel momento era più figo del solito.

Dopo aver finito con l'aiuto di Mark al mio fianco ero soddisfatta, finalmente il Dottor Cox era fiero di me e sono riuscita anche a tranquillizzare il ragazzino.

Una volta riportato nella sua stanza, sua madre era ad aspettarlo con ansia. Mark e Tony lo misero sul letto con delicatezza, non poteva ancora muoversi.

La madre mi abbracciò e mi disse: "Grazie per tutto quello che hai fatto per mio figlio in sala operatoria, il Dottor Cox mi ha raccontato!"

"Per me è stato un piacere stargli vicino, ho fatto tutto quello che meritava è un bambino coraggioso, il merito è anche del Dottor Cox!" Le obbiettai sorridendo.

E la madre del ragazzino mi ricambiò il sorriso.

"Sì lo so e l'ho ringraziato, è un bravissimo ortopedico e io e mio marito ci fidiamo molto di lui, e voi due insieme siete un'ottima squadra" mi confermò con affetto.

Naturalmente diventai tutta rossa.

Ma continuò a dirmi: "Se provi qualcosa per lui non te ne vergognare, sappi che l'età è solo un numero e l'amore non ha età. Da come ho capito anche lui ti stima molto, e di te ne parla sempre con entusiasmo" era molto convinta di quello che stava dicendo.

"Questo mi fa molto piacere, ma lui è solo il mio mentore" le confermai.

Non immaginavo che si notasse così tanto il mio amore per Angelo.

Prima di andarmene le raccomandai: "Non dategli da bere se prima non urina, se ha sete potete bagnargli un po' le labbra ma non troppo, se avete bisogno di qualcosa chiamate!"

"Va bene grazie ancora" annuì la donna.

Le sorrisi di nuovo e me ne andai, anche perché il ragazzino stava riposando, quindi non volevo disturbarlo.

Quando andai in infermeria c'era Ada che stava preparando la terapia, appena mi vide disse: "Complimenti per oggi in sala operatoria!"

"Grazie, oggi sto ricevendo molti complimenti" la ringraziai soddisfatta.

"Sì perché te lo meriti" mi replicò sorridendo.

Passata un'ora io e Mark andammo insieme per il giro della terapia, il ragazzino era sveglio e poteva anche bere finalmente.
Non sapevo ancora il suo nome.

"Come stai mio piccolo amico?" Gli domandai con dolcezza.

"Bene grazie... solo che mi fa un po' male la caviglia, ma non fa niente tanto quando esco da qui, mi porti a fare un giretto con la macchina di Iron Man, vero?" Mi rispose dolcemente.

"Certo te lo promesso e io mantengo sempre le promesse, approposito come ti chiami?"

"Mi chiamo Gabriele"

"È un bellissimo nome, ok Gabriele ci vediamo dopo" gli affermai mentre stavo uscendo dalla sua stanza.

Ma all'improvviso venne il Dottor Cox, e per far divertire Gabriele si mise a cantare la canzone di Pupo Gelato al cioccolato, perché sapeva che è il mio cantante preferito.

Mi prese e mi fece ballare con lui cantando: "Ma dove vuoi andare ti amo, ti annoi va bene balliamo! Sei bella ti lasci guardare con te non c'è niente da fare, nascosta dai lunghi capelli tu balli ma i gesti son quelli, bambina ti voglio ti sento ti muovi mi sfuggi mi arrendo.
Gelato al cioccolato dolce un po' salato tu gelato al cioccolato!"
E mi fece ruotare a sé

Dopo tutti ad applaudire le mani, e io diventai tutta rossa naturalmente. Mark stava lì a guardare ma non applaudì, era come se fosse infastidito.

Il Dottor Cox si riferì al ragazzino: "Ok Gabriele ti è piaciuto il nostro balletto?"

"Sì, siete stati bravissimi e anche a me piace Pupo!" Confermò.

"Bravo Gabriele sei un grande!" Obiettai con entusiasmo.

Mark prese il carrello della terapia tutto arrabbiato e uscì dalla stanza.

"Non si sarà mica ingelosito?" Chiese Cox.

Ma pensavo proprio di sì.

"Non saprei" risposi.

E me andai anche io.

Dopo aver finito la terapia chiesi a Mark: "Perché hai fatto così prima? Era solo per far divertire Gabriele!"

Lui rispose: "Sì lo avevo capito, ma è durata fin troppo quella pagliacciata!"

Lo guardai senza dirgli nulla, e andai vicino a Ada che stava mettendo apposto i farmaci nell'armadio.
E ad un tratto Ada borbottò: "Qui abbiamo un amore in corsia!"

Dopo qualche minuto, arrivò il Dottor Cox.

"Mark vieni un attimo con me ti devo parlare!" E lui senza dire nulla lo seguì.

Guardai Ada dicendole: "Chissà cosa avrà di tanto urgente da dirgli"

"Non ne ho idea" complottò Ada.

Così Mark e Cox andarono a parlare in sala medici.

Dottor Cox e Mark:

"Mark ascoltami sarò sincero con te,
se tu lo sarai con me!"

"Mi dica Dottor Cox vi ascolto."

"Tu sai che io ti voglio bene come un figlio e ho notato che tu sei molto attaccato a Stella, perché ti sei arrabbiato quando stavamo ballando per quel bambino?"

"Perché Stella è una ragazza molto timida, e in quel momento credo che si sia imbarazzata molto. E poi mi sono ingelosito, come anche voi siete geloso di noi due!"

"Io l'ho fatto anche per lei, per falla sentire a suo agio e per darle coraggio di affrontare le situazioni. Si lo ammetto sono geloso di voi due!"

"Lo sapevo che eravate geloso, anche Stella se n'è accorta. Lei è una ragazza speciale non è come le altre, ha qualcosa di magico che ti cattura e non ti lascia più. La conosco solo da qualche mese ma è come se la conoscessi da anni!"

"Tu non conosci la sua storia! Ha avuto un'infanzia difficile, non ha più i genitori. Io sono quindici anni che la conosco, l'ho conosciuta perché doveva sottoporsi ad un intervento al malleolo, e da lì non l'ho più lasciata sono stato sempre al suo fianco."

"La conoscete meglio voi di me, io che vorrei tanto starle vicino e aiutarla!"

"Tu stalle vicino, lei ti vuole bene si vede. Ci sono dei momenti che si sente in colpa, perché pensa che da infermiera non ha potuto fare nulla per sua mamma, ma lei ha fatto tutto quello che poteva standole vicino. Ma dentro di sé è distrutta."

Mi trovavo ancora in infermeria con l'ansia addosso, volevo sentire quello che si stavano dicendo. Così mentre mi recai con Ada per il giro di routine, mi fermai per un attimo davanti alla porta.
E sentii che Mark stava piangendo.

E il Dottor Cox gli stava dicendo: "Non piangere non serve, tu cosa provi per lei? I tuoi sentimenti per lei sono sinceri? Io non voglio che soffra anche per amore!"

"Io la amo... e non so cosa fare perché lei non ama me, ma ama voi e sta soffrendo già per amore, il vostro!" Singhiozzò Mark continuando a piangere.

Stavo cominciando a tremare, il dottor Cox non voleva che io soffrissi per amore.

Ma venne Ada e mi disse: "Dai Stella vieni, non è bello spiare. Ti diranno sicuramente qualcosa dopo" e aveva ragione, non si deve spiare.
Allora continuai con la terapia nelle stanze, senza sapere che il Dottor Cox stava confessando quello che provava per me.

Dottor Cox:

"Secondo te non l'ho capito che è innamorata di me?! E voglio essere sincero con te, anche io la amo da sempre. Non voglio perderla ne morirei, per questo ti dico che sarà lei a decidere con chi stare dei due. Anche se per il suo bene preferirei che scegliesse te."

Mark:

"Sono incredulo non mi aspettavo queste parole da parte vostra, so quanto ci tenete a lei ma non pensavo fino a questo punto, pensavo che era più un amore paterno."

"All'inizio lo pensavo anche io che era un amore paterno, ma poi mi sono reso conto che provavo dei forti sentimenti per lei!"

"Si ma lei piange ogni giorno per voi!"

"Non è mia intenzione farla piangere, io voglio solo che sia felice e le darò tutto l'affetto che merita. Lei cosa ti dice di me?"

"Lei è innamorata persa di voi l'ho capito fin da subito. Mi ha detto che è innamorata di voi da quindici anni, quindi suppongo dal primo momento. Dice che non è una semplice cotta ma è vero amore, un amore che non sa spiegare e che non ha provato con nessun'altro, nemmeno con il suo ex. Lei è confusa, perché non sa ancora il motivo del vostro comportamento nei suoi confronti, ed è questo che mi fa arrabbiare."

"Cercherò di cambiare atteggiamento con lei in modo che si affezioni a te, ma le starò comunque accanto, perché io sono il suo mentore e lei si fida di me e io di lei!"

"Va bene Dottor Cox, stringiamoci la mano e facciamo un patto. Che nessuno dei due la lascerà sola!"

"Ok sarà fatto!"

Era passata mezz'ora da quando Mark e il Dottor Cox erano andati a parlare in sala medici.

Ero ritornata in infermeria con l'ansia addosso pensando a cosa si stessero dicendo, Ada vedendomi preoccupata cercò di tranquillizzarmi.

Ma eccoli che finalmente uscirono dalla sala medici, ed erano abbastanza tranquilli.

"Ma tutto questo tempo! Vi stavate confessando con il prete per caso?" Domandai ironicamente.

E il Dottor Cox rispose: "No! Ma c'era una suora di là molto affascinante, ci ha fatto il servizio a tutti e due" e si mise a ridere insieme a Mark.

"Ma quando siete scemi!" Esclamai.

All'improvviso suonò il campanello della stanza del ragazzino e andai io a vedere.

Lo trovai che piangeva, perché l'effetto della anestesia era finito completamente, quindi la caviglia gli faceva molto male.

Con lui c'era il padre stavolta, e mi borbottò: "Perché dice che gli fa male? Dategli qualcosa che gli faccia passare il dolore!"

"Ora vado a chiederlo al Dottor Cox." Dissi mentre stavo per uscire dalla stanza.

"Sbrigatevi perché non lo sopporto più!" Si lamentò il padre.

Rimasi scioccata, il figlio piangeva e lui invece di consolarlo non lo sopportava. Pensai subito che non era un padre premuroso, ma più ossessionato.

Andai a chiedere al dottore del ragazzo: "Dottor Cox! Gabriele si lamenta perché sente dolore alla caviglia!"

Ogni volta che lo chiamavo, sentivo una forte emozione.

"Prepara una dose di antidolorifico intramuscolare e vai a fargliela!" Mi disse molto deciso.
Preparai il tutto e gliela andai a fare.

Appena mi vide si spaventò.

"Tranquillo non ti faccio male, serve per farti passare il dolore" gli dissi tranquillizzandolo.

"Tu sei il mio supereroe e di te non ho paura" mi confidò.

Si girò leggermente su un fianco, e gli feci l'iniezione sul gluteo destro.

"Cavolo sei stata un razzo!? Non ho sentito nulla!" Mi esortò appena fatto.

"Mi fa piacere, io modestamente ho le mani da fata" gli dissi orgogliosa.

Ma Gabriele continuò a dirmi: "Non vedo l'ora di uscire da qui, per fare un giretto con la macchina di Iron Man insieme a te!"

"Certo te lo promesso e lo farò" gli feci una carezza e me ne andai.

Mentre stavo uscendo dalla sua stanza mi fermò il padre, dicendomi: "Non mettere strane idee in testa a mio figlio!"

"Scusate ma cosa state dicendo? Io sto solo cercando di farlo stare tranquillo" gli borbottai spaventata.
Sembrava un pazzo.

E il padre continuò: "Mi da fastidio che gli dici della macchina di Iron Man e cazzate varie, stai alla larga da lui sono stato chiaro? "

"Io gli ho fatto una promessa e voglio mantenerla, perché sono una ragazza onesta!" Gli risposi decisa.

E lui ancora più arrabbiato scoppiò a dire: "Tu non sei nessuno, il suo eroe sono io, lasciaci in pace!"

Me ne andai senza dirgli più niente, perché avevo capito che era un povero pazzo.

Quando ritornai in infermeria non dissi nulla a nessuno, perché non volevo che succedessero altri casini.

Il turno di mattina era quasi finito, ma prima di andare Mark mi chiese: "Senti Stella, questa sera vuoi uscire con me?"

E il Dottor Cox subito commentò: "Oh oh?! Ti sta facendo la dichiarazione d'amore!?"

Diventai tutta rossa e sentivo come se mi mancasse l'aria.

Ma per fare un dispetto al Dottor Cox risposi: "Sì va bene, così andiamo con la mia macchina e te la faccio anche guidare!" E mi girai a guardare Angelo, che mi fissava con le braccia conserte.

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