Amore in Corsia (Prologo)

Sono Stella Gagliardi, quando decisi di fare l'infermiera avevo venticinque anni, sapevo a cosa andavo incontro. Molti mi dicevano che era un'ottima scelta, mentre alcuni dicevano che non ero adatta, perché soffrivo di ansia e di attacchi panico.
Ma io volevo dimostrare di essere forte, aiutando le persone a stare meglio.
Decisi di fare scienze infermieristiche anche per farmi degli amici, ero quel tipo che era sempre rintanata dentro casa, ad occuparmi della famiglia e rinchiusa in una campana di vetro.

Quando andai a fare il test di ammissione alla Sapienza di Roma, la prima volta non mi ammisero.
Ma non mi scoraggiai, così l'anno successivo ero pronta a rifarlo ed ero più sicura e decisa.
Infatti passai ma in un'altra sede, fuori Roma, dovevo spostarmi avanti e indietro con i mezzi pubblici, percorrendo un'ora di viaggio.
Avrei preferito andare al Sacro Cuore, perché è sempre stato l'ospedale della mia zona, dove c'era anche lui.
Ed è proprio lì che lo conobbi la prima volta, quando mi operò alla caviglia. Già ne avevo sentito parlare, perché era un chirurgico ortopedico conosciuto da tutti per la sua bravura.

Ma non potevo rifiutare di nuovo, potevo chiedere il trasferimento, ma dopo un anno.
Quindi per un anno frequentai al Cardarelli, era un ospedale molto più grande del Sacro Cuore.
L'università si trovava all'interno della struttura, e per arrivare alle classi ci voleva almeno un quarto d'ora. Quindi dovevo sempre avviarmi prima, se volevo arrivare puntuale alle lezioni.
Io lì non volevo starci perché non era il mio posto, c'erano anche dei bulli che mi davano fastidio, mi prendevano in giro.
Ma feci anche amicizia con brave persone, i bulli si incontrano sempre, e alla fine saranno loro a pagare le conseguenze.

In un anno imparai molte cose, ma quando facevo tirocinio ero molto ansiosa, tremavo e non c'era nessuno che mi aiutava, dicevano che dovevo cavarmela da sola.
Quando ero all'università riuscii a superare solo due esami, appunto perché non riuscivo a concentrarmi, e poi i professori erano tutti stronzi.
Quando passò finalmente un anno me ne andai da quell'ospedale, e chiesi subito il trasferimento.
Ma dovetti ripetere il primo anno, oppure potevo scegliere di rimanere. Ma ero stanca di viaggiare, anche perché i mezzi pubblici mi mettevano ansia. Volevo anche correre da lui, non ce la facevo più volevo rivederlo.

Così a ventotto anni ritornai all'ospedale della mia città al Sacro Cuore, per fortuna mi convalidarono gli esami e le ore di tirocinio che avevo fatto nell'altra sede.
Il mio obbiettivo era l'ortopedia, era in quel campo che volevo specializzarmi. Mi ha sempre incuriosito e amavo la anatomia.

Nel mio primo giorno di tirocinio nel reparto di ortopedia e traumatologia, avevo l'ansia perché lo avrei rivisto.
Quel giorno quando si presentò davanti a noi studenti, aveva tutta l'aria seria da burbero, ma allo stesso tempo gioiosa.
I suoi capelli erano ricci, che davano sul biondo cenere quasi sul bianco. E i suoi magnifici occhi blu, che quando li guardavo rimanevo incantata. Ma era dannatamente bello, che sentivo quasi imbarazzo a fissarlo negli occhi.

"Salve a tutti sono il Dottor Angelo Cox, e sono il vostro primario. Voi studenti di infermieristica, verrete affidati al caposala, che sarà anche il vostro tutor. Non voglio vedere scamorze appassite nel mio reparto, dovrete essere sempre attivi e scattanti. Ricordatevi che voi siete qui, per aiutare e per salvare vite umane. Se avete scelto questa facoltà, vuol dire che sapete già cosa vi aspetta. Ci sono domande che volete fare a me o al vostro tutor?"

Tutti alzarono la mano tranne io, che ero in angolino in fondo.
Lui mi notò. "Signorina Gagliardi lei non ha nulla da dire?"
"No Dottor Cox, non saprei cosa dire!" Risposi.

E mi feci di tutti i colori e cominciai a tremare, e i miei compagni cominciarono a ridere di me.
Ma Cox rimproverandoli gli chiamò pivelli, perché erano alle prime armi ed erano ancora inesperti.
Ma a loro insaputa mi disse: "Sono due anni che ti sto aspettando Stella, da quel giorno che ti ho operata. Ormai fai parte di me, ti ho lasciato quella cicatrice come Lord Voldemort fece con Harry Potter. Quindi non potrai sbarazzarti di me tanto facilmente" e scoppiò in una risata stupenda.
Tutti i miei compagni rimasero sbalorditi, io ero super emozionata.

Da quel giorno rimase sempre al mio fianco, mi insegnò molte cose su l'ortopedia e io ne rimasi affascinata.
Il primo anno feci solo due mesi in ortopedia, il secondo anno tre mesi e il terzo anno quattro mesi.
Quando dissi a tutti che volevo fare la tesi con lui, mi dicevano che ero pazza, perché era un ortopedico super impegnato, ed era come fare la tesi con Berlusconi. E poi tutte quelle cose da ricordare, i nomi delle ossa eccetera, ma non mi importava io volevo farla solo con Cox, perché l'avevo già deciso prima di cominciare l'università.

Mi ricordo anche che ogni volta che non poteva venire a lezione, perché era impegnato o in sala operatoria o altro. Tutti erano contenti di saltare la lezione tranne io, le mie amiche di classe se ne accorsero che provavo qualcosa per lui.
Ero anche fidanzata con uno che non mi meritava, mentre Cox era sposato e si diceva che era in crisi con sua moglie.

Quando dovevo cominciare a fare la tesi con lui, ci vedevamo quasi tutti i giorni. Una volta che sono riuscita a prenderlo, non lo feci più scappare.
Il giorno della laurea quando me lo trovai davanti era troppo carino, si vedeva che anche lui era emozionato quanto me.
Dovevo essere la penultima a discutere la tesi, eravamo una trentina di ragazzi. Ma Cox mi disse che lui doveva andare via, perché quel giorno doveva scappare in sala operatoria. Quindi non fui più la penultima, ma la terza, perché prima di me c'erano altre due ragazze.
La mia tesi si intitolava: "Assistenza Infermieristica nei pazienti pediatrici ortopedici" presi come voto 86 su 110
non mi è andata poi così tanto male,
avevo trentuno anni.

Poi decisi anche di prendermi la specializzazione in ortopedia e traumatologia, ci impiegai due anni.
Potevo scegliere tra il reparto di ortopedia o la sala operatoria da tecnico strumentista.
Con l'aiuto del Dottor Cox scelsi tutti e due, quindi con lui rimasi per altri e due anni.
Dopo la specializzazione avevo il diritto di rimanere in ortopedia al Sacro Cuore, ma dovetti lasciare.

Mia mamma purtroppo si ammalò, e io volevo stare accanto a lei.
Nel frattempo il Dottor Cox per me era sempre presente, veniva anche a trovare mia madre.
Andavo ogni tanto al suo studio, perché avevo dei problemi alla schiena.
Dopo tre anni mia mamma mi lasciò per sempre, così ero rimasta orfana.
I miei fratelli scaricarono tutta la loro rabbia e tutti i problemi familiari su di me. Così caddi in depressione non volevo fare più niente, ma il dottor Cox mi diede uno schiaffo morale.

Mi incitò a continuare, perché non potevo lasciare dopo tutti i sacrifici che avevo fatto. Ma non potevo più ritornare al Sacro Cuore, dovevo o aspettare che uscissero i concorsi o essere trasferita da un altro ospedale.
Così Cox mi aiutò per l'ennesima volta, mi fece andare in un ospedale di riabilitazione ortopedica "Igea Medica". Lì potevo fare un anno come tirocinante, più un anno di assunzione per poi essere trasferita al Sacro Cuore. Così alla fine grazie a lui, mi presi anche la specializzazione in riabilitazione ortopedica.

Spazio autore: Spero che questo prologo vi piaccia, non sarà un granché ma ho fatto del mio meglio. Non potevo scrivere diversamente, forse è uscito anche un po' lunghetto.
Il video è un riassunto di tutto quello che farà Stella in ortopedia con il Dottor Angelo Cox.

N. B. Ho cambiato un po' di cose, per far capire meglio come si è svolto il primo giorno di tirocinio di Stella. Non potevo evidenziare tutti i reparti, così ho evidenziato solo l'ortopedia, perché è di ciò che parlerà il racconto.
Volevo anche precisare che io sono una persona molto sensibile, e pretendo rispetto. Ci sono modi e modi di recensire una storia, quindi siate cordiali e non superficiali.
In questa storia ci sono fatti realmente accaduti, quindi abbiate un po' di rispetto per la persona che la scrive. Interverranno anche altri personaggi, dove spiegheranno le loro situazioni.
Questo romanzo si divide in due parti, quindi ciò che non viene evidenziato qui, verrà evidenziato nell'altro.
Detto questo buona lettura.

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