Paura di perderti
Stella non dava nessun segno di vita, ero spaventato. Chiamai immediatamente i soccorsi, non riuscivo a fare niente in quel momento, ero paralizzato dalla paura.
Mirko scese le scale ed era ancora più impaurito.
"Papà, non sono stato io" mi esclamò tremante.
"Vattene, vattene da casa mia!" Gli urlai.
"Ma papà io..."
"TI HO DETTO DI ANDARTENE" gli urlai più forte.
Lui obbedì e se andò con sua moglie, ed era terrorizzata, appena aprì la porta per andarsene, vennero i soccorsi con l'ambulanza.
Come medico c'era Kevin Casey, e mi sentii per un attimo più tranquillo.
"Cosa è successo Angelo?" Mi domandò mentre soccorse Stella.
"È caduta dalle scale, non da segni di vita Kevin, ho cercato di visitarla, di rianimarla, ma..."
"Angelo basta! Calmati, Stella sta bene è solo svenuta per lo spavento. In pronto soccorso le faremo tutti gli accertamenti, stai tranquillo" mi rassicurò il dottor Casey.
"Lei è incinta Kevin!" Gli affermai mentre la misero sulla barella.
"Sì Angelo lo so, stai tranquillo. Stella e il bambino stanno bene!" Mi tranquillizzò.
Mio figlio era in auto con Christine, erano entrambi impauriti, mi dispiaceva tantissimo di aver cacciato Mirko di casa, ma in quel momento ero troppo spaventato.
Mi videro salire su l'ambulanza, ed ero sicuro che mi avrebbero seguito fino in ospedale.
Appena arrivati in pronto soccorso, la portarono via da me, dovevano farle tutti i vari controlli necessari per vedere se il feto stava bene.
Ero distrutto, nervoso, arrabbiato, stavo scoppiando.
Avevo trattato male mio figlio, perché lui aveva gettato giù dalle scale la mia ragazza, come potevo guardalo in faccia, dopo tutto quello che aveva fatto.
Mentre ero in sala d'attesa, venne Christine, come sospettavo avevano seguito l'ambulanza.
"Signor Angelo, volevo dirle che Mirko è distrutto" mi affermò con dolcezza.
Lei era nata a New York, i suoi genitori erano italiani, ma si trasferirono in America per lavoro.
Era una bella ragazza, alta e magra, aveva i capelli biondissimi e corti, i suoi occhi erano particolari, erano sfumati di verde e azzurro.
"Mi dispiace molto, ma non voglio vederlo. Va da lui, ha bisogno di te" le affermai con disinvoltura.
"Lui ha bisogno di suo padre, è distrutto, sta piangendo!" Mi confessò Christine.
"Doveva pensarci bene, prima di buttare Stella dalle scale!" Le urlai.
"Ma è stato un incidente, non è stato lui!" Mi conferì.
Mentre stavo per risponderle, uscì il dottor Giannini dalla sala di ecografia.
"Angelo puoi venire un attimo?" Mi domandò cupo.
Mi alzai terrorizzato, e dissi alla moglie di mio figlio: "Prega che Stella e il bambino stiano bene!" Ed entrai insieme al ginecologo.
Appena entrato vidi che Stella era sveglia.
"Amore mio, che spavento che ho avuto, pensavo di averti persa!" le ansimai.
Era triste, non mi parlava, aveva lo sguardo assente, così mi preoccupai.
"Flavio come sta il bambino?" Domandai impaurito al ginecologo.
"Angelo, il bambino sta bene" dopo quelle parole mi sentii subito sollevato.
Ma il dottor Giannini continuò: "Però c'è una cosa che devi sapere, il bambino potrebbe nascere prematuro e potrebbe essere rischioso per Stella!"
Non ci credevo, quelle ultime parole mi tolsero quasi il respiro.
"Ma perché? E da cosa potrebbe dipendere?" Gli domandai.
"Molto probabilmente è perché ha avuto troppi traumi, è stata fortunata che non si è rotta la placenta. Ma essendo al quarto mese, non era a rischio, il bambino è ben protetto" mi conferì il dottor Giannini.
Quella notizia mi spiazzò, lo so che è brutto da dire, ma avrei preferito perdere il bambino, piuttosto che perdere Stella.
Fu subito ricoverata in Ginecologia, per accertamenti, lei sapeva a cosa andava incontro proseguendo con la gravidanza. Il dottor Giannini mi informò che molto probabilmente il nostro bambino, sarebbe nato entro il sesto o settimo mese, ma se la mia piccola donna era forte lo sarebbe stato anche nostro figlio.
Dovevo informare anche la sua famiglia, dovevano saperlo assolutamente, ma all'improvviso mentre presi il telefono per chiamare, Stella mi fermò.
"Non chiamare nessuno, ti prego" mi supplicò.
"Perché amore mio? Devono saperlo, non possiamo tenerlo nascosto!"
"Perché poi vorranno sapere come è andata, e non voglio dare spiegazioni a nessuno" mi affermò tranquillamente.
"Amore mio, hai ragione. Ma non...
"Va bene così, tanto domani mattina mi fanno uscire. Vai a parlare con Mirko, non voglio che litigate per colpa mia"
Notai che era molto calma, non l'avevo mai vista così.
"Ma amore mio, cosa dici? Va bene parlerò con Mirko, ma non dire che è colpa tua. Posso lasciarti un attimo sola?" Le domandai.
"Sì, stai tranquillo c'è il personale con me" mi rispose con calma.
Le diedi un bacio sulla bocca, e me ne andai.
Chiamai mio figlio, per sapere dove si trovava. Mi rispose piangendo, era nella sala d'aspetto, così uscii fuori dal reparto e mi precipitai da lui.
Era seduto per terra, si teneva le mani nei capelli, mi fece pena il mio piccolo.
"Mirko" lo chiamai.
Lui alzò la testa per guardarmi. Si alzò e mi venne ad abbracciare piangendo sempre più.
"Papà, scusami è stata tutta colpa mia, ero arrabbiato con lei, ma non sono stato io. Stella ha indietreggiato e ha perso l'equilibrio, volevo afferrarla ma non ho fatto in tempo!"
"Invece scusami tu piccolo mio, ti ho trattato troppo male. Ma perché eri arrabbiato con Stella? E perché stavate discutendo sul nome del bambino? Gli domandai sedendoci sulla panca.
"Quando Stella mi ha detto che voleva dare il tuo nome al bambino, mi ha dato fastidio. Mi sono sentito geloso, tu sei mio padre!"
"Piccolo mio, non devi essere geloso. Tu mi hai donato il regalo più bello della mia vita, essere nonno. Ma diventare padre mi fa sentire ancora giovane, dopotutto sono ancora un bel gnocco!" Mirko si mise a ridere, ed era stupendo.
Ma mi rimproverò, perché non voleva essere chiamato piccolo. Nonostante tutto aveva ragione, era un bellissimo uomo di trentotto anni, bello e biondo con occhi azzurri, era la mia giovane fotocopia perfetta, e per me era sempre il mio piccolo bambino.
Sistemate le cose tra noi, Mirko mi seguì nella stanza di Stella, voleva chiederle scusa per averla spaventata, non era sua intenzione creare tutto questo.
Durante la nostra assenza ci informarono che nel reparto di ortopedia, le cose stavano andando abbastanza bene anche senza noi due.
La famosa Angelica, ritornò per sostituire Stella durante la maternità, dopodiché si sarebbe presa anche lei la specializzazione in Tecnico Strumentista. Voleva essere anche lei come Stella un'infermiera di sala, occupandosi di passare gli strumenti chirurgici al chirurgico, durante l'intervento.
Il suo ragazzo, il famoso Luca, andò a lavorare a Firenze, e così si lasciarono. Ma si diceva che Angelica aveva una cotta per il dottor Ferra, e lui in qualche modo ricambiava il suo affetto, avevano diciotto anni di differenza, ma non erano niente a confronto dei venticinque anni di differenza tra me e Stella.
Il povero Mark dopo la morte del suo ragazzo, continuava ad andare dalla psicologa, e cominciava piano piano a sentirsi meglio. Ma decise che sarebbe partito molto presto con i genitori di Tony, in Tunisia, voleva visitare per qualche giorno la madre terra del suo amore, era un modo per sentirlo più vicino a lui.
Mentre Ada si era fidanzata con un medico specializzande in chirurgia, ero contento per lei, aveva sofferto molto in amore e finalmente aveva trovato quello giusto.
Mentre la nostra simpatica e arrogante Monica, era in compagnia di suo figlio, Giuseppe, nemmeno lui non la sopportava. Era ritornato per sostituire il nostro collega scomparso, anche se era un infermiere. Finalmente si scoprì chi era suo padre, era il nostro simpatico dottore mezzo pelato, nonché il dottor Pisano. Aveva avuto una breve storia d'amore con Monica molto tempo fa, quando il medico era ancora sposato con sua moglie.
La mia mano stava cominciando a guarire sempre più, molto presto potevo ritornare in sala operatoria.
La gravidanza di Stella stava procedendo bene, molto probabilmente sarebbe nato a Dicembre e non a Febbraio finito i nove mesi. Ogni tanto aveva delle contrazioni, quando arrivò al sesto mese di gravidanza, Angelo Junior si mise già in posizione per nascere, ed ero spaventato.
Mia nuora invece, aspettava da mio figlio una bellissima bambina, che decisero di chiamarla Angela.
Loro a differenza di me e Stella erano stati più fortunati, la loro bambina sarebbe nata entro nove mesi.
Ma ero comunque contento, perché sapevo che il mio piccolo Angelo Junior era forte come sua madre.
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