Angelo Junior (prima parte)
Durante la notte tra il sette e l'otto dicembre, Stella ebbe delle forti contrazioni.
"Angelo, sto male... aiutami" si lamentò nel letto.
"Stella, amore mio che hai?" Le domandai impaurito.
"Ho delle forti contrazioni, sono terribili!"
"Non ti preoccupare amore mio, ti porto subito in ospedale, ormai ci siamo. Era previsto che sarebbe nato prematuro!"
Presi immediatamente la borsa, preparata da tempo per il ricovero di Stella. Eravamo entrambi in tuta, per evitare di andare in pigiama o di perdere tempo per vestirci.
Una volta saliti in macchina, chiamai immediatamente il pronto soccorso del Sacro Cuore.
"Sono il dottor Cox, sto arrivando con mia moglie, ha delle forti contrazioni. Fatevi trovare fuori con la barella!"
Così subito obbedirono, e appena arrivati erano già fuori ad aspettarci.
Fecero mettere Stella sulla barella, e la portarono immediatamente nel reparto di ginecologia per un ecografia urgente.
Aspettai fuori, e nel frattempo chiamai alle nostre famiglie, per far sapere che Stella era in ospedale, e forse avrebbe partorito.
Dopo un po' uscì il dottor Giannini dalla sala di ecografia, ed era preoccupato.
"Angelo, dobbiamo fare immediatamente un parto cesareo. Il bambino spinge perché vuole uscire, ma non riesce a respirare, perché i suoi polmoni sono troppo deboli" mi informò.
"Flavio, se sarai tu a operare Stella è in buone mani, io mi fido di te" gli confidai.
"Grazie Angelo, sono un ginecologo chirurgo molto esperto, e non ti deluderò. Andrà tutto bene, Stella è una donna forte" mi rassicurò.
Così la portarono subito in sala operatoria, mentre percorrevamo il corridoio del reparto di ostetricia e ginecologia, le tenevo la mano, non volevo lasciarla.
"Angelo amore mio, ho paura!" Mi conferì Stella.
"Non aver paura amore mio, andrà tutto bene. Io starò sempre accanto a te"
"Angelo, ti amo tremila"
"Ti amo tremila anch'io, Stella" e le diedi un bacio sulla fronte.
In sala operatoria mi fecero entrare, potevo essere d'aiuto anch'io essendo un chirurgo.
Subito dopo, il dottor Giannini ci spiegò la procedura dell'intervento.
"Allora ascoltatemi bene. Il parto cesareo può essere praticato con molteplici tecniche, ma la tecnica più efficace consiste in una laparatomia, seguita dall'estrazione del bambino, attraverso un'incisione praticata nella parete uterina. Sempre più frequentemente, il parto viene eseguito in anestesia spinale, per permettere alla paziente, di restare sveglia e cosciente durante l'intervento, così può partecipare consapevolmente alla nascita del suo bambino, l'intervento dura da 45 minuti a un'ora circa".
Notai che Stella era impaurita, le tenevo sempre la mano per incoraggiarla. Anche io ero spaventato, ma cercavo di non farglielo notare. Il nostro bambino aveva i polmoni deboli e stava soffrendo, mi chiedevo perché capitavano tutte a noi?
Appena l'anestesia spinale fece effetto, il chirurgo cominciò con il taglio cesareo. Cominciando a spiegare come si svolgeva l'intervento.
"Allora dopo aver disinfettato la pelle con il betadine, si va ad incidere la parete addominale ed uterina, quindi si introduce la mano attraverso l'apertura praticata e si estrae con cautela il bambino.
Il cordone ombelicale va tagliato e legato secondo la tecnica usuale. Poi, si ritira la placenta e si sutura l'incisione praticata nell'utero e nella parete addominale con del filo o delle graffette, che verranno rimosse nei 5-7 giorni successivi".
Appena estratto il neonato, si mise a sbadigliare e dopo un po' a tossire, invece di piangere, ma piansi io al suo posto, era così piccolo e carino, il mio bambino.
Il dottor Giannini ci informò che essendo nato prematuro, era tutto normale se non piangeva, perché ovviamente aveva ancora un po' di liquido amniotico nei polmoni e quindi andavano puliti.
Stella aveva gli occhi pieni di lacrime, appena vide nostro figlio, finalmente era tutto passato. Ma dovevamo aspettare, prima di portarlo a casa, perché fu messo immediatamente in incubatrice.
L'incubatrice è un dispositivo medico particolare, che ospita i bambini prematuri e garantisce loro la corretta ossigenazione, la giusta temperatura corporea e il nutrimento necessario alla loro crescita. Permette anche di controllare i vari parametri corporei del neonato prematuro, come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, il peso ecc., senza doverlo spostare.
Angelo Junior, poteva essere dimesso soltanto dopo che aveva ricevuto tutte le cure necessarie, quando era in grado di respirare senza ventilazione assistita e quando avrebbe raggiunto un peso corporeo idoneo, infatti era di poco sopra il kilo.
Appena usciti dalla sala operatoria, del reparto di ostetricia, si fece mattina. Ed erano tutti ad aspettarci, era presente sia la famiglia Gagliardi e sia la famiglia Cox, compresi i nostri colleghi.
Appena mi vide la mia ex moglie mi abbracciò, non me lo sarei mai aspettato da parte sua.
"Congratulazioni Angelo, sono felicissima per voi. Stai tranquillo, potrai contare anche su di me, se avrai bisogno di aiuto con il piccolo" mi rassicurò tra le su braccia.
"Grazie Elsa, apprezzo molto la tua disponibilità!" Ero sicuro che avesse bevuto in quel momento.
Tutti ci fecero i complimenti, erano davvero felicissimi. Appena uscì anche nostro figlio dalla sala parto in incubatrice, tutti applaudirono le mani, alcuni gli facevano delle foto.
Per Stella, fu un duro colpo non avere il suo bambino appena nato tra le sue braccia, glielo portarono subito via. Lo avrebbe visto solo qualche giorno dopo, in terapia intensiva neonatale e dentro l'incubatrice.
Quando vedevamo gli altri genitori, stringere il loro figlio tra le loro braccia, sentivamo molta rabbia ma allo stesso tempo eravamo felici, perché il nostro bambino era vivo e stava combattendo, ed era il nostro piccolo guerriero.
Due giorni dopo eravamo pronti per andare da nostro figlio, eravamo emozionati di conoscerlo, visto che ci era stato portato via durante la sua nascita. Così appena ci venne a chiamare l'infermiera, del reparto di terapia intensiva neonatale, ci recammo subito da lui.
Appena arrivati lui era lì, in quella incubatrice, dove dormiva e respirava lentamente, il pannolino era due volte più grande di lui.
Aveva un piccolo visino, con il nasino all'insù, ancora non si notava il colore dei suoi occhi, perché gli aveva ancora chiusi. Da quei pochi capelli in testa che aveva, si poteva notare una tonalità bionda. Respirava un po' a fatica, ma il battito cardiaco era regolare.
All'improvviso Angelo Junior, aprì i suoi occhietti belli, ed era come se avesse sentito la nostra presenza.
"Ha aperto gli occhi, sono blu come i tuoi!" Mi esclamò Stella piena di gioia.
"Amore mio, tutti i neonati nei primi giorni di vita, presentano occhi blu. Ma con il passare del tempo, cambieranno colore, quindi non è detto che abbia gli occhi blu o azzurri anche lui" le manifestai.
"È perché cambiano colore?" mi domandò incuriosita.
"Perché il colore dell'iride, proprio come il colore dei capelli e della pelle, dipende da una proteina chiamata melanina. Abbiamo cellule specializzate nel nostro corpo chiamate melanociti il cui compito è quello di produrre melanina dove è necessario, anche nell'iride. Nei primi mesi di vita, se i melanociti secernono solo poca melanina, il bambino avrà gli occhi azzurri, se ne secernono un po' di più, i suoi occhi assumeranno il colore verde o nocciola. Di solito nascono con occhi azzurri o addirittura grigio scuro, che possono cambiare più volte. Il cambiamento maggiore, si ha probabilmente tra i 6 e i 9 mesi, quando l'iride ha nascosto pigmenti sufficienti per essere in grado di prevedere meglio quale sarà la tonalità finale" le spiegai.
"Quindi potrà avere anche gli occhi verdi come i miei?"
"Sì, probabilmente"
"Wow, Tutto questo non lo sapevo" mi conferì, guardando con occhi lucidi il nostro bimbo.
"Amore mio, dovrai imparare ancora molte cose da me!" Le affermai.
"Ho tutta la vita per imparare i tuoi insegnamenti amore mio!" Mi proferì ridendo.
Nel pomeriggio vennero anche i nostri parenti a vedere nostro figlio, solo che loro potevano vederlo attraverso la vetrata, era permesso entrare nella stanza solo ai genitori e al personale del reparto.
Potevamo restare con il nostro piccolo Angelo, ventiquattro ore su ventiquattro. Per il nostro bambino, era di fondamentale importanza, sentire la presenza dei suoi genitori, che lo rassicuravano riducendo lo stress dalle manovre fastidiose, a cui doveva essere sottoposto.
Le notti passate insieme a lui, erano infinite, continuavamo a svegliarci per sapere come stava. Era dura per noi guardarlo e non poterlo prendere in braccio, volevamo creare un legame. Ma l'infermiera del reparto ci rassicurò che sarebbe arrivato molto presto, e sapevamo che ad ogni battito del suo cuore, Angelo Junior diventava sempre più forte.
Dopo alcuni giorni, la dottoressa ci comunicò una notizia, che ci lasciò con il fiato sospeso. Il nostro piccolo guerriero, doveva affrontare ancora un'altra sfida, questa volta molto più grande di lui.
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