19.


Harry impiegò più tempo del solito a prepararsi la mattina successiva e, quando si rese conto di quello che stava facendo, scosse la testa imbarazzato.

Non parlava a Louis da quindici anni e di sicuro quello che una volta era stato il suo fidanzato non pensava più a lui.

Si diede dello stupido, indossò un paio di jeans, una felpa, il suo vecchio cappotto e uscì di casa.

Giunto al campo di allenamento, deserto perché tutti i ragazzi, a quell'ora, erano a scuola, chiese informazioni ad un preparatore atletico e, alla fine, trovò l'ufficio di Louis.

Attese lunghi istanti prima di bussare, ma, poi, lo fece e aspettò di essere invitato ad entrare.

Non appena sentì dire " avanti " prese un respiro profondo ed entrò.

Louis era ancora bellissimo, più uomo, ma ancora stupendo.

I suoi occhi azzurri, così simili a quelli di William, si fissarono su di lui e non si staccarono più.

Si sentì osservato, quasi messo sotto esame e ciò che indossava gli sembrò improvvisamente sciatto e brutto.

" Siediti " sussurrò Louis, dopo un istante, indicandogli una sedia.

Harry si accomodò e cercò di nascondere le sue mani, ma il calciatore non potè non notare quanto fossero rosse e rovinate e quanto, soprattutto, tremassero.

" Io e William non possiamo accettare che tu abbia pagato per lo stage in Italia " esordì il riccio, senza tanti giri di parole.

" L'ho fatto solo perché è un ottimo giocatore e meriterebbe di andarci " si difese Louis.

" Non voglio la tua pietà e non voglio il tuo aiuto. Ho cresciuto mio figlio da solo per quindici anni, senza chiederti niente e desidero continuare a farlo "

" Non l'ho fatto con dei secondi fini..." spiegò il calciatore con una punta di imbarazzo.

" Ti prego, lascia stare William e comportati con lui come un normale dirigente. Non andrà allo stage, ti chiedo di accettarlo...."

Detto questo si alzò e uscì dalla stanza, senza nemmeno salutare Louis....aveva paura infatti che, se si fosse fermato troppo, avrebbe iniziato a parlare con lui e non poteva farlo, non poteva illudersi che tutto fosse rimasto a quindici anni prima...

Si diresse in fretta al lavoro, ma, quando arrivò, trovò una spiacevole sorpresa.

Il suo capo l'aveva licenziato, perché, come gli riferì, si era accorto del suo tremore alle mani e dell'incapacità di svolgere i lavori pesanti.

Harry cercò di fargli cambiare idea e si mise anche a piangere per convincerlo, ma non ci fu nulla da fare.

Tornò a casa con un peso sul cuore e si sedette al tavolo della cucina, prendendosi la testa fra le mani.

Davanti a lui c'erano la lettera di licenziamento, le bollette da pagare e l'affitto....come avrebbe fatto ad andare avanti?

All'improvviso sentì forti brividi in tutto il corpo e un lacerante dolore al petto.

Cercò di alzarsi, ma non ce la fece perché svenne, cadendo sul pavimento.

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