Capitolo 8 ( Seconda parte)
Stiles e Derek arrivarono finalmente al ristorante prenotato da Stiles.
-Ti piace la sorpresa?- chiese Stiles, con tono speranzoso.
Derek, d'altro canto, rimase senza parole.
Erano in un ristorante molto particolare ed elegante.
I tavolini centrali si affacciavano direttamente su tutta New York, grazie all'immensa vetrata che occupava tutto il perimetro.
Ai lati invece vi erano dei tavoli molto più lunghi con dei divani color borgogna.
-È bellissimo, Stiles. Davvero, grazie. Ma non sono neanche vestito in modo adatto-disse a Stiles, che invece posò lo sguardo su tutto il corpo di Derek , che indossava una maglia cobalto, dei semplici jeans neri e il chiodo di pelle, e lo guardò negli occhi - Derek. Davvero. Sei perfetto. Andiamo a sederci- gli disse sincero, facendogli un sorriso, quasi di incoraggiamento.
D'altro canto, anche Stiles era vestito abbastanza semplice, anche se al posto della solita felpa, aveva un semplice cappotto corto di panno leggero.
Una volta che si furono seduti, proprio sul tavolino che era posizionato il più vicino possibile alla vetrata, Derek notò il rivestimento particolare delle poltrone su cui erano seduti.
Anch'esse, come i divani, erano borgogna, l'unica variante era il damascato dorato che ricopriva quasi interamente tutto il colore, ma che gli dava quel tocco di raffinatezza in più.
Quel ristorante era veramente magnifico.
E al solo pensiero che Stiles avesse organizzato quello per lui, gli scaldò il cuore.
-Tutto bene Derek?- gli chiese, quasi preoccupato, Stiles - sembri pensieroso-
Derek dissentì con la testa - No no, Stiles, davvero. È molto bello qui, e la vetrata è qualcosa di sensazionale. Sono solo... stupito. In modo positivo, ovviamente. Hai fatto tutto questo per me?- gli chiese, poi.
Stiles gli sorrise - Non ho fatto granché Derek. Ho composto il numero di telefono di questo ristorante e ho solo prenotato per due - ammiccò poi in sua direzione.
Derek sbuffò una risata - Si, l'ho notato, però insomma è un bel ristorante e deve anche essere molto costoso- constatò Derek.
-Si, beh. Diciamo che mi conoscono- disse Stiles con un alzata di spalle, come se fosse cosa da tutti i giorni
E infatti proprio in quel momento, arrivò al tavolo lo chef che salutò Stiles con una pacca sulla spalla.
Derek scoprí che lo Chef era stato il vicino di Stiles quando abitava nel suo vecchio appartamento a New York, prima di sfondare come modello. Avevano stretto amicizia e lo Chef aveva più volte aiutato Stiles quando si trovava in difficoltà, poiché è risaputo che New York non sia propriamente una città economica.
E così, Stiles, una volta diventato abbastanza famoso, per ricambiare il favore ha portato tutte le persone influenti della moda che conosceva al ristorante, che arricchendosi era diventato poi, da semplice ristorantino che era, un ristorante di lusso.
Dopo aver fatto le varie presentazioni e aver concordato che ci avrebbe pensato lo Chef a loro in quanto a menù della serata, dato che Stiles si fidava ciecamente di lui, Derek parlò- Non fraintendermi, sono molto colpito, e mi ha fatto piacere conoscere questo piccolo sprazzo del tuo passato prima di diventare il narcisista che sei- disse Derek per poi ridacchiare, segno che con quel nomignolo volesse solo prendere un po' in giro Stiles, che per tutta risposta fece un ghignerò divertito, ma stette in silenzio, aspettando che Derek riprendesse il suo discorso, visto che erano rari i preamboli di Derek - ma, perché sono qui?-
Stiles, sempre con quel ghignetto, gli si avvicinò un poco e gli sussurrò - Perché sono incapace di lasciarti andare-
Derek sbuffò una risata - Oh andiamo Stiles! Mi citi cinquanta sfumature di grigio? Sei serio?- disse guardandolo divertito.
Stiles rise di gusto - Ah ah! Me lo sentivo che l'avevi visto pure tu ! - gli disse indicandolo con il dito come se lo stesse incolpando di qualcosa.
Derek, alzò un sopracciglio per tutta risposta.
E questo portò Stiles a tornare serio - Va bene, smettila di comunicare con le sopracciglia, sei un po' inquietante tesoro. Sei sempre bellissimo eh, ma un po' inquietante. Con questo non voglio certamente impedirti di-
-Stiles, parla- gli disse Derek spazientito.
-Ok zuccherino. Allora beh ti ho portato qui, perché come già avrai capito dato che te lo ripeto tipo mille volte al giorno, tu mi interessi. Mi piaci davvero. E mi rendo conto che per la prima volta in vita mia, devo cercare di aprire un po' la corazza che mi circonda, se voglio avere una chance con te- si bloccò poi un secondo per pensare.
Derek, si stava esasperando, non perché non volesse stare lì o qualcosa del genere, ma perché l'ansia lo stava letteralmente divorando - Stiles ti pregò, finisci il discorso o potrei morire di ansia- piagnucolò infatti.
Stiles sorrise intenerito da quell'atteggiamento - Va bene. Stavo dicendo che non so, se vuoi posso raccontarti qualcosa di me. Possiamo raccontarci qualcosa a vicenda. Se per te va bene- gli chiese.
Derek annuì mentre in tanto iniziavano ad arrivare i primi antipasti - Per me va bene Stiles- e gli sorrise.
Era così felice.
Anche a Derek piaceva Stiles.
Però lui era fatto così, voleva andare piano, un passo alla volta.
In fondo, si conoscevano da pochi giorni.
Dopo aver appurato che entrambi era predisposti al dialogo, iniziarono a cenare.
Le pietanze erano tutte buonissime, e la metà della serata passò tra commenti riguardo a quanto il cibo fosse buono, e calici di vino.
Per fortuna che a stomaco pieno l'alcol faceva poco effetto, sennò Derek che non era abituato a bere molto, si sarebbe già trovato ubriaco
L'opposto di Stiles che invece l'alcol lo reggeva molto bene.
Una volta che ebbero finito e dovettero aspettare il dolce, Stiles iniziò a parlare, raccontandosi - Allora Derek, in realtà la cosa buffa è che non c'è chissà cosa da sapere, nel senso, io abitavo a Beacon Hills e-
E a quel punto Derek sbarrò gli occhi - Oh mio dio. Ma davvero? Ci ho abitato anche io per un periodo con la mia famiglia! Poi però per motivi lavorativi dei miei, ci siamo trasferiti a New York-
-Davvero? Che coincidenza!- esclamò Stiles.
Poi Derek riflettendo un po'- Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima! Tu sei il figlio dello sceriffo Stilinski! Vero?-
-Colpito e affondato bellezza. Sono proprio io!- gli rispose Stiles ammiccando.
Ma tu guarda, il mondo è proprio piccolo-
-Eh già- gli sorrise Stiles per poi continuare - Ad ogni modo, dicevo che non c'è molto da sapere, a parte che al liceo ero un po' uno sfigatello, stavo sempre con il mio migliore amico che ora lavora come veterinario, e andavo dietro ad una ragazza dalle elementari, Lydia si chiamava, che però non mi ha mai calcolato più di tanto- e detto questo si passò una mano sui capelli, un gesto che compiva spesso quando era frustrato o quando qualcosa lo metteva a disagio - Devi capire che per me non è affatto semplice parlare di questo, perché non mi piace il lato insicuro di me, preferisco molto di più il nuovo Stiles 2.0 rispetto al me stesso di una volta- disse con tutta la sincerità di cui era capace Stiles.
-Capisco.. Quindi è per questo che devi costantemente ricevere complimenti e portarti a letto un ragazzo diverso a notte?- gli chiese Derek. Il problema è che utilizzò un tono di voce che sembrava quasi accusatorio.
E infatti - Cosa stai blaterando Derek, mh? Non ho mai detto una cosa del genere- disse Stiles con un tono di voce che non lasciava spazio a molti fraintendimenti. Si stava alterando.
Alchè, Derek, non volendo rovinare affatto quella serata - No no, Stiles, davvero non intendevo quello.. solo che tu hai detto che hai un lato insicuro e quindi pensavo- ma non finì la frase perché Stiles sbuffò sonoramente.
Si massaggiò il ponte del naso con le dita, come se stesse riflettendo su qualcosa.
Prese un bel respiro e rispose a Derek, questa volta con tono più mormido rispetto a quello utilizzato prima - Ascoltami zuccherino, lo so quello che ho detto, ma ripeto per me non è una cosa facile ammettere le mie debolezze. Per cui andiamoci piano mh? Per ora ho cercato di esternare qualcosa perché tu mi piaci e voglio fare le cose fatte per bene. Però cerca di non ipotizzare più nulla. In fondo non sai quasi niente di me- gli disse poi Stiles, anche se dicendo l'ultima frase finale, il suo tono si era raffreddato un poco.
Derek sospirò - Va bene Stiles, ho capito, tranquillo- si interruppe un secondo, poiché in realtà un po' ci era rimasto male, perché lui voleva davvero conoscere Stiles fino in fondo, però effettivamente se ci ragionava su, non poteva neanche obbligare l'altro ad aprirsi subito.
E lui avrebbe dovuto capirlo meglio di chiunque altro, dato che non era proprio conosciuto per la sua loquacità con le persone.
E così - In realtà io al liceo ero l'esatto opposto di te. Ero molto popolare, avevo molti amici e la ragazza. Page, si chiamava. Ero innamoratissimo di lei. Però finì molto male, mi tradì con un mio amico, e diciamo che New York mi servì molto per aiutarmi a superare almeno un po' la cosa. Ma in realtà mi ha cambiato. Cioè, sono sempre più o meno come ero prima, solo più taciturno. Per ora ecco quanto- disse Derek. Nel parlare non si era reso conto che si stava tartassando il labbro inferiore con i denti, e che le sue guance erano diventate rosse.
Un po' lo imbarazzava parlare di queste, e capi il discorso che prima gli aveva fatto Stiles.
Mettersi a nudo, e non in senso effettivo del termine, ma in quel modo, esternando le proprie insicurezze o parlando di periodi della propria vita, era tutt'altro che facile.
Stiles, volendo rompere quel l'atmosfera un po' pesante che si era formata, in risposta a Derek alzò un calice - Beh Derek, che dire. Brindiamo-
Derek si corrucciò - A cosa?-
A noi- gli disse Stiles sorridendogli.
E brindarono.
Dopo aver finito la cena, Derek si alzò -Vado un attimo al bagno, arrivo subito- e detto questo si alzò.
Stiles iniziò a tamburellare le dita sul tavolo.
Ma questa volta non per rabbia o nervoso, ma per gioia.
Era felicissimo di come era andata la serata.
C'era solo un'unica cosa che voleva fare.
E impulsivo come suo solito, si alzò dal tavolo e si avviò a grandi passi verso il bagno, aprì la porta e trovò Derek intento a lavarsi le mani.
Stiles, tutto bene?- gli chiese Derek, dato che l'altro era entrato nel bagno come se fosse una furia
Stiles sembrava avere il fiatone - Derek devo farlo.-
Derek si accigliò - Fare cosa?-
E senza neanche tempo di fare qualcosa, Stiles portò le mani sul viso di Derek e lo baciò di slancio premendo forte sulle labbra dell'altro, come se da quello dipendesse la sua sopravvivenza.
NOTE AUTRICE:
Non odiatemi.
Il prossimo capitolo sarà fuoco e fiamme promesso!
Mi rendo conto che questo capitolo è corto rispetto agli altri, ma questo è dovuto al fatto che è la seconda parte del capitolo precedente.
Non disperate, il prossimo sarà come tutti gli altri!
Ad ogni modo, spero vivamente che questo capitolo vi piaccia e che vi abbia fatto capire un po' come loro due vogliano davvero conoscersi, ma con il fatto che Stiles ha sempre avuto storie da una botta e via e Derek, beh è DEREK, quindi dopo Page è stato abbastanza difficile relazionarsi poi con gli altri o pensare ad una possibile altra relazione, ho preferito far andare le cose tra loro due in moto abbastanza lento, poiché nessuno dei due è più abituato ad intraprendere una relazione.
Spero che capiate!
Ma come ho già detto nel prossimo capitolo finalmente ci sarà un po' di calor!
Per cui preparatevi.
Vi avverto di una cosa : sono le prime scene di baci, carezze e quant'altro che scrivo. In generale.
Per cui siate clementi con me!
Ringrazio sempre tutti coloro che leggono e per qualsiasi cosa sono sempre disponibile, anche per messaggio privato!
Vi mando un abbraccio forte forte!
BlueIrys!
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