Capitolo 4

Stiles quella mattina si svegliò con il solito martellante suono della sveglia. Allungò la mano verso il comodino per sbloccare il telefono e spegnere la sveglia. Si girò su un fianco e si stiracchiò. E si, si trovava nel suo appartamento.

La sera prima, dopo essersi portato a letto quel ragazzo, se ne era andato ovviamente, lasciando il ragazzo solo nella stanza dell'hotel. Ma lui non restava mai. Non era il fidanzato di nessuno e non doveva niente a nessuno. In fondo era solo una botta e via, quindi perché preoccuparsene?

Si alzò dal letto di malavoglia, non aveva davvero molta voglia di recarsi al lavoro quella mattina, ma comunque si decise ad andare in bagno e farsi una doccia per cercare di togliersi quel poco di sonno che gli era rimasto.

Una volta sotto la doccia, e aperto il getto d'acqua tiepido, dato che lui odiava quando l'acqua era o troppo calda o troppo fredda, si appoggiò alle piastrelle della doccia. L'acqua gli scivolava sul corpo come delle carezze, e involontariamente il pensiero gli andò al ragazzo del pub della sera prima, Derek.

Sospirò frustrato, perché davvero non aveva alcuna voglia di pensare a lui data come era andata a finire la serata, e dato che era stato costretto a trovarsi un ripiego con cui scopare perché quel coglione dagli occhi smeraldo si era tirato indietro all'ultimo.

Figurati se Stiles aveva creduto davvero alla storiella dell'amico. -Che rottura- sibilò tra i denti, al limite della frustrazione. Nessuno l'aveva mai rifiutato e non aveva mai dovuto trovare un ripiego, e se già questo lo mandava in bestia, quello che più lo innervosiva era la fastidiosa erezione, che gli era venuta solamente pensando a quel ragazzo -Cazzo non ho tredici anni porca puttana!- imprecò nervoso.

Testardo e cocciuto più che mai, al posto di darsi piacere, decise di roteare la maniglia della doccia e impostarla sull'acqua fredda, che in un attimo si imbatte sul corpo di Stiles che si ritrovò a rabbrividire, ma era soddisfatto poiché la sua erezione era pressoché scomparsa.

Si lavò in fretta, e dopo essersi asciugato si recò in camera e prese un paio di jeans comodi e una maglietta nera e si vestì. Non serviva indossare chissà che cosa, dato che una volta che si sarebbe recato al lavoro avrebbe indossato un sacco di altri vestiti per i vari shooting che avrebbe dovuto fare. Prima di uscire afferrò le sue cose e la sua inseparabile felpa rossa, che adorava, e uscì finalmente di casa. Prese un taxi e si avviò al lavoro.

Derek, invece di avere come risveglio il suono fastidioso della sveglia, fu un'altra cosa ancora più fastidiosa a svegliarlo: le urla di Erica -DEREK HALE ALZA SUBITO IL TUO CULO FUORI DAL LETTO! ORA!-
Derek si svegliò di soprassalto, e ancora mezzo assonnato le chiese - Erica cosa diavolo fai? Perché stai urlando come un'oca? È ancora presto sono solo le 7:30 della mattina- si lamentò Derek.
Non curandosi affatto che queste domande non fecero che peggiorare la situazione - SONO ANCORA LE 7 UN CORNO DEREK! Alza il culo, devi andare al lavoro al posto mio! Ti avevo avvisato ieri diamine!- continuò ad urlare Erica, anche se di tanto in tanto, tossicchiava e starnutiva dato che a quanto pare si era presa un bel malanno.
Derek a quel punto, si alzo di fretta e furia e corse in bagno per farsi una doccia veloce, mentre urlava scuse sconclusionate a Erica -ODDIO ERICA SCUSA SCUSA MI DISPIACE-

Ricevendo solo come risposta un -MUOVITI HALE!-

Derek riuscì a farsi una doccia veloce, asciugarsi in tempo record e vestirsi in maniera abbastanza decente, i jeans che aveva utilizzato la sera prima fortunatamente li aveva talmente utilizzati poco, dato come era andata a finire la serata e dunque l'essere rincasato poco dopo essere uscito , che quindi poté indossarli, mentre sopra mise una maglia grigia dallo scollo a V e sopra un bomber nero leggero.

Raggiunse Erica che era in cucina intenta a bersi un the mentre di Vernon nessuna traccia poiché già si era recato al lavoro -Scusami Erica mi sono scordato di mettere la sveglia- disse guardandola con il suo sguardo più dispiaciuto di sempre.
Erica in tutta risposta sbuffò ma poi gli sorrise - Ho capito Derek per oggi ti perdono ma ora vai davvero è tardi-
Derek le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia per salutarla e nel mentre prese anche la valigetta che era nella sedia vicino a quella dove stava seduta Erica e che conteneva il suo pc, dove Derek avrebbe dovuto trasferire le foto che avrebbe eseguito per lei- Va bene Erica ci vediamo stasera e riposa.- e fece per avviarsi verso la porta, quando una domanda gli attraversò la mente
-Ehi aspetta! Non mi hai neanche detto chi dovrò fotografare!- le disse. Erica per tutta risposta ghignó divertita e rispose in modo molto evasivo -Che domande sono Derek? Fotograferai l'ennesimo modello o modella che avrai di fronte. Ma ora vai prima che decida di arrabbiarmi sul serio-gli disse.

Così Derek le fece un cenno con la mano e uscì fuori. L'aria frizzante di prima mattina lo investì appena mise piede fuori di casa, e questo gli servì decisamente per svegliarsi definitivamente. E dopo aver preso un caffè al volo al bar sotto casa, prese un taxi e si avviò verso lo studio.

Una volta arrivato, fece vedere le sue credenziali a chi di dovere, spiegando poi di dover sostituire la signorina Raynes poiché era in convalescenza a casa.

Poco dopo gli venne mostrato lo studio, e lo lasciarono lì in modo tale che lui potesse sistemare la sua attrezzatura e collegare via wireless la sua fotocamera al pc che Erica gli aveva dato poco prima di uscire, in modo tale da poter trasferire le sue foto.

Una volta aver sistemato le luci e il cavalletto, Derek si mise a trafficare con le impostazioni della fotocamera. E vide solo con la coda dell'occhio il modello che entrò in studio e si posizionò proprio dove c'erano le luci.

Poi quando alzò lo sguardo per posare la macchina fotografica nel cavalletto i suoi occhi si posarono sulla figura del modello, che però al momento gli dava le spalle, dato che stava giocando con il telefono.
Così per farsi notare, si schiarì la voce - Se lei è pronto possiamo cominciare- disse, con un tono tra l'autoritario e l'ironico. Ma tutta la sua ironia sparì nel momento in cui il viso del modello gli si palesò davanti.

E davvero.

Non voleva crederci.

-TU?!- dissero entrambi all'unisono quando anche gli occhi del modello si posarono sulla figura di Derek.

Poiché il modello niente e poco di meno era che Stiles.

Che parlò per primo. - Cosa diavolo ci fai tu qui?! Erica dove è ?!-

Derek preso un attimo in contro piede non gli rispose subito, si era un secondo imbambolato guardando la figura di Stiles, che sebbene lui fosse un tantino irritante come persona per quello che Derek aveva potuto constatare la sera prima con quella misera conversazione, non si poteva dire che non fosse una gioia per gli occhi.

Si risvegliò da quella sensazione che lo faceva sentire un po' intontito quando Stiles, impaziente, Gli chiese - Allora?! Non ho tutto il giorno- a cui Derek rispose con un semplice -È malata. La sto sostituendo. Se hai finito di lamentarti avrei il mio lavoro da eseguire.-

Stiles si corrucciò a quella risposta. Sbuffò scocciato e gli rispose - Io non ci lavoro con te.- e uscì fuori dallo studio a grandi falcate, perché no, non avrebbe lavorato con lui.

Per niente al mondo.

E mentre Derek andava da chi di dovere a chiedere se ci fosse un altro fotografo disponibile o un altro modello che poteva fotografare, cosa che ovviamente non c'era in entrambi i casi, Stiles se ne stava fuori dallo studio a fumarsi l'ennesima sigaretta.

Dire che fosse stato sorpreso di vedere Derek era un eufemismo.

Non solo rivederlo gli aveva fatto provare un mix di emozioni contrastanti, dato che seppur fosse uno zuccherino piacevole gli occhi, lo innervosiva all'inverosimile il fatto che probabilmente se fosse stato davvero lui a fargli le foto, gli avrebbe detto una serie di comandi da eseguire, su come posizionarsi al meglio per le foto e cose simili.
E no, dopo com'era finita la sera prima, non poteva affatto permetterselo.

Rientró in studio appena finì di fumare, trovò Derek seduto su uno sgabello davanti il cavalletto e la macchina fotografica - Che ci fai ancora qui? Voglio un altro fotografo, con te non ci lavoro-
Derek sbuffò esasperato da tutto questo, si alzò e gli si avvicinò -Ascolta. Non ci sono altri fotografi, ne altri modelli. Dobbiamo lavorare assieme. Che ti piaccia o no. Per cui mettiti al centro dove sono posizionate le luci e iniziamo-

Detto questo Derek si voltò e raggiunse di nuovo il cavalletto. Si posizionò proprio dietro la fotocamera e iniziò a fare un paio di scatti.
-Sei rigido Stiles-

E figurati se l'altro non trovava qualcosa per metterlo in imbarazzo - Ieri avresti scoperto qualcos'altro di me altrettanto rigido e sono più che certo che ti sarebbe piaciuto- ghignò divertito, mostrando proprio quel ghigno alla fotocamera nell'istante in cui Derek scattò la foto.

E per fortuna che l'altro non poteva vederlo, dato che il viso di Derek era coperto dalla fotocamera, ma era arrossito. Certo aveva alzato gli occhi al cielo per la frecciatina inerente alla serata al Pub.

Ma era arrossito.

Si schiarì la voce, poiché non andava affatto bene la cosa.
Stava lavorando, e quando lavorava non voleva assolutamente essere distratto.
Solitamente lui quando lavorava diventava tremendamente serio, come se diventasse un'altra persona.

E così - Stiles non mi interessa cosa avrei o non avrei potuto vedere. Non sei il primo ragazzo che vedo. E non sarai di certo l'ultimo. Ora per favore, lavoriamo.-
Stiles roteò gli occhi, ma in fondo veniva pagato per quello che faceva. Non tanto economicamente, quanto si arricchiva il suo ego - Come vuoi- fù l'unica risposta che gli diede e poi finalmente si zittì e iniziò a lavorare seriamente.

Derek iniziò a scattare, e iniziò anche a "comandare" -Perfetto Stiles adesso abbottonati la camicia, con fare disinvolto.-
-Grandioso. Mettiti un po' di profilo. Ok.. Ora a tre quarti e guarda verso di me. Così, sei perfetto-
E non gli importava se ogni tanto volavano complimenti a caso. In realtà neanche se ne rendeva conto, quando lavorava.

Posò un secondo la macchinetta, gli si avvicinò e gli sbottonò leggermente i primi due bottoni della camicia.
Le sue mani in realtà tremavano leggermente, cosa a cui Stiles non mancò affatto di notare, e soprattutto di far notare a Derek "problemi tesoro?" marcando sull'ultima parola.

Derek deglutì un secondo ma gli rispose subito, ostentando una sicurezza che non aveva ma a cui doveva provare a far credere a Stiles di possederla -Affatto. Dovevo cercare di non farti sembrare un manichino. Sciogliti.- gli fece un mezzo sorriso di scherno, e tornò alla sua postazione.
Stiles inarcò un sopracciglio e disse fra se e se -va bene zuccherino. Ora si fa sul serio-

E lo fece.

Eccome se lo fece.

Stiles utilizzó tutte le posizioni e le espressioni migliori che aveva. Avrebbero fatto ammattire chiunque. Derek non la smetteva di scattare, ma sta volta si premurò di non parlare affatto. Se l'avesse fatto non si sarebbe contenuto poi molto. Stiles era qualcosa di sublime, assumeva pose molto naturali, i suo sguardo era incatenante, e ogni foto che veniva scattata era una più bella dell'altra.

Quando ebbero finito era oramai l'ora di cena.

Derek tolse la macchinetta dal cavalletto - Abbiamo finito.-

Stiles sospirò - Grazie al cielo. Non ne potevo più-

Derek annuì ma non gli rispose. Stiles lo guardò un secondo, e poi si allontanò nei camerini per cambiarsi.

Intanto Derek, che si era spostato e messo al pc, sfoglió le foto fatte a Stiles.

Erano perfette.

Derek sorrise, poiché era soddisfatto del lavoro svolto, ma quel sorriso scomparve un istante dopo quando vide una particolare foto.
Stiles guardava l'obbiettivo, e con le sue bellissime e lunga dita affusolate, stringeva i lembi della giacca all'altezza del collo. La foto era stata fatta utilizzando l'impostazione in bianco e nero.

Lo sguardo di Stiles era deciso, guardava l'obbiettivo senza alcun imbarazzo.

Era erotico.

Derek non riuscì a dare un'altra definizione, se non quella.
Più guardava quella foto è più si perdeva nello sguardo di fuoco di Stiles, più sentiva il cavallo dei pantaloni stargli sempre più stretto.

Merda, imprecò mentalmente.
Datti un contegno Derek!

Con cursore del mouse andò a schiacciare la x sulla schermata dove c'era la foto in primo piano di Stiles, e diede una veloce occhiata alle altre foto. Poi si alzò e andò a mettere apposto la sua attrezzatura.

Nel frattempo Stiles era ancora nel suo camerino.
Si era cambiato e aveva indossato gli abiti comodi messi quella mattina. Ma non riusciva a scollarsi da quella sedia.

Si era seduto poiché non aveva voglia di uscire dal quel camerino, che al momento era diventata come la sua via di fuga. Perché nonostante stesse facendo il suo lavoro, ogni sacro santo ordine impartito da Derek, era stato l'equivalente di una piccola scossa che gli aveva provocato brividi lungo tutto il corpo.

E ci aveva provato davvero a resistere, e lo aveva fatto, per un po'. Finché una volta dentro al camerino, non poté più farlo.

La voce di Derek gli rimbombava nelle orecchie, e sebbene Stiles adorasse avere il controllo della situazione, dato che era spesso lui oggetto di desidero e non era lui che desiderava ardentemente qualcuno come in quel momento, non riuscì a non pensare a come quella voce potesse essere ancora più eccitante mentre gli impartiva ordini durante una bella sessione di sesso.

Magari lì.
Nello studio.

E questa volta davvero non poté ignorare l'erezione che premeva impaziente di essere liberata contro il tessuto del jeans. E non poté neanche far finta di niente come quella mattina, avendo Derek a pochi passi di distanza.

Si mise più comodo sulla sedia, si sbottonò i jeans e fece scendere la lampo, e una volta aver abbassato i boxer e i jeans, finalmente impugnò l'asta. Reclinò la testa di all'indietro e sospirò.
Inizio dapprima con dei movimenti lenti, un saliscendi rilassato e calcolato, come se avesse tutto il tempo del mondo.

Cosa che però lui non aveva affatto.

E a ricordarglielo fu proprio Derek stesso, che mentre Stiles era intento a masturbarsi, decise di bussare alla porta del camerino -Stiles? Tutto bene?-

Stiles non si era reso conto da quanto effettivamente fosse dentro il camerino.
-S-Si sto.. bene- rispose con voce sfiatata. In tutto ciò non aveva smesso di toccarsi affatto. Anz, i suoi saliscendi si erano fatti più veloci, quasi frenetici, e nonostante ci provasse a stare zitto, un gemito soffocato gli uscì dalle labbra. E sperò vivamente che Derek se ne fosse andato.

Cosa che non successe. Derek era andato a controllare se Stiles stesse bene o cose del genere, dato che era da un po' che si era chiuso in quel camerino, e se Derek prima di porgli la domanda non avesse affatto sentito i sospiri di Stiles, purtroppo non gli sfuggì alle orecchie quel gemito mal trattenuto, dal momento che ancora si trovava dietro la porta.

Il cavallo dei suoi jeans, se possibile si fece ancora più stretto a come già era prima, come se non fosse stato abbastanza eccitato per conto suo, gli serviva anche questa ennesima situazione a ricordargli quanto in realtà Stiles accendesse le sue fantasie più recondite nella mente.

Si coprì il viso con le mani, anche un tantino imbarazzato dalla situazione. E così si impose di allontanarsi da lì, quasi dimenticandosi che correndo via fuori dallo studio per tornarsene nel suo appartamento, volendo mettere più distanza possibile tra loro due, avrebbe fatto sentire i suoi passi a Stiles.

E fu con questo suono nelle orecchie, e con la consapevolezza che Derek era stato dietro quella porta per tutto il tempo nel quale si stava masturbando che Stiles venne nella sua mano, ansimando rumorosamente. -E così ti sei goduto lo spettacolo eh?- sussurrò più a se stesso, dato che Derek se ne era andato.

Stiles si alzò dalla sedia e si rivestì e fu con il suo solito ghigno divertito che si infilò la felpa e uscì anche lui dallo studio -ci sarà da divertirsi domani- sussurrando queste parole quasi come se fossero una promessa. Perché ora non importava se la sera prima era stato rifiutato. Adesso sapeva che sicuramente un minimo Derek era interessato a lui, o anche al suo pene, gli andavano bene entrambi i casi. E Stiles non vedeva l'ora di giocare con lui.

NOTE AUTRICE :
Salve a tutti! Questo è un capitolo un pochino più lungo rispetto agli altri! In realtà non seguo un numero di parole ben precise, vado ad istinto e mi faccio trasportare dal flusso di idee! Ad ogni modo, spero che questo capitolo vi piaccia!
Ripeto : sono disponibile per qualsiasi commento, chiarimento, o correzione ☺️
Grazie ancora a chi legge!
Un abbraccio 💞
BlueIrys!

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