Capitolo 30
Matt manteneva la pistola in direzione di Lydia e Derek, che lo guardavano con gli occhi sbarrati e Lydia si faceva più vicino a Derek come in una muta richiesta di conforto o per non cercare di crollare definitivamente dal panico.
Matt intimó a gli altri di raggiungerli sul divano, ma quando nessuno si mosse, urlò ancora più forte -MUOVETEVI O GLI FACCIO SALTARE IL CERVELLO!- e portò tutti i presenti a sobbalzare; Peter, Isaac e Scott furono i primi a muoversi, assieme a Liam.
Stiles e Theo erano gli unici che ancora rimasero sull'uscio della porta.
-Testa di cazzo vai sul divano. Ci penso io a questo- gli sussurrò Stiles sperando che Matt non lo sentisse, ed effettivamente fu così dal momento che era impegnato a puntare la pistola alternando tra loro e gli altri sul divano; Theo, però scosse la testa in segno di diniego - No Stiles, combatterò al tuo fianco se servirà- disse, serio.
Stiles sbuffó - Devi metterti a fare l'eroe coglione proprio ora? Apprezzo la tua volontà di redimerti, Reaken, ma ora non mi sembra proprio il caso; notizia flash, Theo, se non l'hai notato abbiamo davanti a noi un carissimo ragazzo che sta decidendo quale cervello far saltare prima, come hobby della serata- disse sarcasticamente e Theo roteò gli occhi in tutta risposta ma non proferendo parola.
No, non aveva intenzione di smollare lì Stiles.
-Matt non risolverai nulla facendo così- disse Liam, in un flebile sussurro tremante, cercando di dissuaderlo ma Matt, in tutta risposta, si girò in sua direzione e gli fece un ghigno malvagio, per poi avanzare verso Theo e puntargli la pistola sulla schiena.
Theo sussultò e Stiles sbarrò gli occhi.
No, non si stava mettendo affatto bene la situazione.
Matt fece avanzare Theo verso il divano e lo fece cadere sopra di esso con una spinta; cadde addosso a Lydia che cercò di aiutarlo a tirarsi su.
Stiles, ora, era esattamente dall'altro lato della stanza rispetto agli altri; era rimasto solo sull'uscio della porta, rimasta ancora spalancata e il vento freddo irrompeva all'interno del salotto.
-Vai a chiudere quella dannatissima porta Stilinski!- gli ordinò, mettendosi dietro il divano e continuando a puntare la pistola su tutti i presenti, ma soffermandosi di più su Derek, mentre manteneva lo sguardo da folle puntato su quello di Stiles.
Stiles serrò la mascella e deglutì; rimase ancora fermo per un secondo ma quando vide Matt puntare la pistola proprio sulla nuca di Derek, non poté far altro che avviarsi verso la porta e chiuderla con un tonfo, per poi avanzare verso il divano, o quanto meno ci provò.
Prima di essere fermato da Matt.
-Ahn-Ahn Stilinski, dove cazzo credi di andare- gli intimó Matt, puntando la pistola, sta volta, dritta verso di lui.
Ma Stiles continuava ad avanzare, i palmi delle mani strette a pugno, e sul volto solo rabbia e determinazione.
Matt si spostò e aggirando il divano, si posizionò davanti a Stiles puntandogli la pistola contro -Fai un altro passo Stilinski e ti faccio saltare la testa- gli sibilò furioso.
Stiles, ghignò perfido in sua direzione; ci era riuscito, voleva che l'attenzione di Matt si focalizzasse solo su di lui, voleva il suo fidanzato e i suoi amici in salvo.
Non gli importava di altro.
Derek guardava la scena sconvolto e impietrito; non muoveva un muscolo.
Ma quando Matt fece scattare la sicura alla pistola, Derek urlò.
-Smettila Matt! Per quale diavolo di motivo fai questo?!- esclamò, la voce rotta e sconvolta mentre le prime lacrime iniziavano ad inumidirgli le guance.
Matt rise; una risata amara e folle e si girò guardando Derek.
-Perché mi chiedi? PERCHÉ DEREK?!- disse urlando - Perché io sarei dovuto essere al suo posto!- esclamò puntando la pistola ancora contro Stiles, indicandolo - Questo piccolo stronzetto narcisista ti ha portato via da ME!- continuò, schiaffeggiandosi il palmo della mano sul petto, ripetutamente, come per definire meglio il concetto -IO sarei dovuto stare assieme a TE ora!-
Derek si asciugò le lacrime con il dorso della mano e cercò di riprendere il controllo, mentre Lydia, Theo, Peter, Isaac, Liam e Scott guardavano la scena senza proferire parola; si sentivano solo i loro respiri agitati e le urla di Matt in sottofondo.
-Lascialo andare! Verrò con te, cazzo Matt! Ma lascialo andare! Ti prego!- continuò Derek disperato mentre Stiles scosse la testa e gli rispose esclamando -No Derek ! Lascia fare a me!- e come proferì parola Matt posò di nuovo il suo sguardo su di lui.
-E va bene, Stiles. Esaudirò il desiderio del tuo fidanzato. Ti lascerò andare- disse perfido, e poi successe tutto in un attimo.
La speranza nel cuore di tutti nell'udire quelle parole di Matt, seppur fosse improbabile che avesse deciso davvero di lasciarlo andare, si fece comunque strada dentro di loro.
Per un solo istante.
Perché a loro non rimase solo che quello: un flebile, inutile, istante.
Uno sparo.
Il suono di uno sparo fendette l'aria.
Così come l'urlo straziante di Derek, e il suono dei tacchi battuti sul pavimento, di Lydia che si lanciò sul corpo di Stiles, che era crollato a terra, con l'addome da cui sgorgava sangue e privo di sensi per la forte caduta.
Isaac, Scott e Liam si lanciarono su Matt che si era distratto per quell'istante nel quale Stiles cadde al suolo, e mentre Liam gli afferrava la pistola e la lanciava via, Scott e Isaac lo buttarono a terra urlando a Peter -PETER! Chiama Noah e un'ambulanza cazzo!- mentre entrambi tenevano fermo Matt che nel mentre rideva sguaiatamente, come solo un pazzo come lui poteva fare, e si dimenava cercando invano di liberarsi.
Peter guardò la scena e rimase impietrito per un attimo: voleva andare da Lydia e starle accanto, voleva andare da suo nipote e confortarlo e non fare una stupida telefonata.
E fu proprio questo suo secondo di tentennamento che portò Theo ad afferrargli brusco il cellulare dalle mani e comporre prima il 911 e poi il numero del padre di Stiles sibilandogli un - Dovevi muoverti coglione- riferito a Peter, che gli aveva lanciato una brutta occhiata quando gli aveva afferrato malamente il cellulare.
Theo per tutta risposta gli restituì l'occhiataccia e poi dopo aver composto il numero di emergenza, compose anche il numero di Noah e gli disse sbrigativamente ciò che era accaduto, dato il pochissimo tempo di manovra a disposizione, e di raggiungerli immediatamente e di chiamare anche la polizia di New York.
Lydia era riversa sul corpo di Stiles, teneva la sua camicia stretta tra le sue mani e la testa china sul suo corpo e piangeva, piangeva a dirotto.
Derek era crollato accanto a lei, era sconvolto e le lacrime non la smettevano di sgorgargli dalle iridi verdi .
Lydia e Derek si guardarono; la stessa straziante espressione sul volto, mentre cercavano entrambi di interrompere l'emmoraggia.
Stiles era ancora privo di sensi, ogni tanto riapriva gli occhi, ma li richiudeva subito.
-Amore mio, puoi farcela ti prego!- esclamò Derek avvicinando il suo viso a quello del fidanzato; la vista iniziava ad appannarsi per via delle lacrime mentre baciava il volto di Stiles, e gli mormorava parole di conforto -Amore mio.. ce la farai. Non puoi morire amore.. ti amo. Andrà tutto bene-
Pochi istanti dopo lo sceriffo irruppe nell'appartamento, i polizziotti dietro di lui e quasi contemporaneamente anche l'ambulanza stava arrivando; si iniziavano a sentire le sirene in lontananza avvicinarsi sempre di più.
Appena vide suo figlio, a terra, sanguinante, gli si fiondò vicino -Stiles! No! Figliolo!- disse afferrandogli il volto tra le mani tremanti; era nel panico più totale -Starai bene figliolo vedrai- gli sussurrò poco prima che i paramedici prendessero con cura il corpo di Stiles e lo stendessero su una barella.
Lo sceriffo si scusò con gli altri e andò con i paramedici sull'ambulanza, dicendo loro che li avrebbe chiamato non appena arrivati in ospedale.
La polizia intanto, avvertita dallo sceriffo seppur non fosse riuscito a parlargli in modo chiaro e limpido, data l'ansia e la preoccupazione che lo attanagliavano, fortunatamente erano riusciti a capire dove dovessero andare; quando trovarono Matt bloccato a terra da due adolescenti però, gli intimarono subito di togliersi e che ci avrebbero pensato loro.
Misero le manette a Matt, che cercò di dimenarsi comunque, osservando gli altri con un ghigno perfido in volto mentre veniva portato via sotto lo sguardo di Derek, che intanto teneva Lydia tra le sue braccia per darle conforto, furioso e sgomento al tempo stesso.
A quanto pare Derek non era la prima vittima di Matt; il detective che era arrivato sul posto assieme alla sua squadra, spiegò ai ragazzi che Matt Daehler era ricercato da un po' di tempo per violenza e stalking.
Già nel periodo delle medie, che abitava a New York per via del lavoro dei suoi genitori, prima di trasferirsi poi a Beacon Hills per il liceo causa trasferimento lavorativo di suo padre e quindi del casino con Allison, Matt a quanto pare aveva avuto dei problemi con un ragazzetto e aveva avuto parecchie denunce a suo carico; ma ora era anche peggio la situazione , visto il sequestro di persona e il tentato omicidio di Stiles.
Derek e gli altri spiegarono come poterono la situazione, Isaac soprattutto partendo dal principio degli eventi quando fu contattato da lui all'inizio e venne aggirato in quel modo per riuscire ad avvicinarsi a Derek.
Una volta che il detective prese le deposizioni di tutti, li salutò e strinse loro le mani, confortandoli sul fatto che Matt non sarebbe riuscito ad uscire di prigione tanto presto e che potevano stare tranquilli per il momento: inoltre si offrì loro di portarli con le volanti dei suoi colleghi in ospedale, ma i ragazzi declinarono l'invito poiché fuori dall'abitazione vi era ancora la macchina di Stiles.
Quando i poliziotti e il detective si congedarono, portandosi così via definitivamente Matt, rimasero a guardarsi e consolarsi tra di loro ancora per qualche secondo; Peter stava accanto a Lydia e le dava dei dolci baci sulla tempia, Theo e Liam si tenevano per mano, in un muto conforto, e Scott abbracciò Derek, sussurrandogli che sarebbe andato tutto bene, per poi telefonare a sua madre dicendole di raggiungere l'ospedale dove Stiles era stato portato con il primo taxi che trovasse.
Derek invece, con voce tremante si premurò di telefonare ad Erica, mentre tutti uscivano dall'appartamento per dirigersi verso la macchina di Stiles; l'auto era da 5 posti, loro erano in sette.
Ma non si sarebbero separati per niente al mondo; salirono in auto e si strinsero un pochino coloro che erano seduti nei sedili dei passeggeri ovvero : Isaac,Peter, Lydia, Theo e Liam, mentre alla guida c'era Scott e accanto a sé Derek, al telefono, che cercava di calmare Erica che piangeva disperata e urlava, sentendo come Vernon cercasse di confortarla, ma non avendo successo, tolse il telefono da Erica e disse a Derek che li avrebbero raggiunti in ospedale.
Durante il tragitto nessuno parlò: tutti erano un misto di ansia, fascio di nervi, agonia, rabbia, disorientamento.
Derek continuava a vedere l'immagine di Stiles a terra e sanguinante; doveva farcela.
Non poteva lasciarlo.
Quando arrivarono all'ospedale di New York, Scott parcheggiò distrattamente poco davanti l'entrata; di certo non era il momento per fare un parcheggio da record.
Appena l'auto fu ferma, tutti balzarono fuori; entrarono correndo, aprendo le porte dell'ospedale e catapuldandosi dentro, alla ricerca frenetica di un medico.
Derek andò subito al centro informazioni -Cerco Stiles Stilinski- esclamò con voce sfiatata dalla corsa, dietro di lui Lydia e gli altri, che respiravano con lo stesso affanno.
La signora dietro il bancone, si tirò giù gli occhiali sul ponte del naso e lì guardò inarcando un sopracciglio, non facendosi per nulla agitare dal loro atteggiamento -Voi chi siete? Familiari?- chiese, atona.
Derek strinse con forza il ripiano del bancone su cui era poggiato, innervosito e spazientito dalla calma della signora che aveva davanti, che pareva avesse tutto il tempo del mondo da perdere, che a loro invece mancava.
Peter notò subito il cambiamento d'umore del nipote e gli si affiancò, pronto per ribattere, quando Scott si sporse un po' oltre il bancone -No non siamo parenti ma è come se lo fossimo. Ci deve far entrare, con lui c'è già suo padre, Noah Stilinski- gli spiegò tendando di mantenere la calma.
La signora diede un'occhiata ai registri, avendo conferma del nome del padre di Stiles che effettivamente si trovava con lui - Andate pure- disse, con il medesimo tono di voce piatto.
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte, si misero quasi a correre nel corridoio per raggiungere la stanza di Stiles; per fortuna si trovava sullo stesso piano dove erano loro, così non dovettero neanche prendere l'ascensore.
Quando aprirono la stanza dove c'era Stiles, la scena che gli si parò davanti fu orribile; c'era Stiles attaccato a dei macchinari, e alla flebo con una mascherina per l'ossigeno sul volto.
Suo padre era accanto a lui visibilmente stanco e preoccupato in volto.
Notandoli con la coda dell'occhio, e non spostando il suo sguardo dal viso di Stiles sussurrò un -Sta bene. L'hanno operato, gli hanno estratto il proiettile, e sembra tutto apposto. Ma non si è ancora svegliato- gli disse, la voce che diventava roca come in un principio di pianto, mano a mano che proseguiva a spiegare.
Lydia accorse subito da Noah e lo abbracciò -Vedrai Noah, starà meglio. Deve solo riprendersi- gli sussurrò, e a Derek quella scena fece male al cuore.
Lydia, più di tutti, dopo il padre e Scott, era colei che soffriva più di tutti.
Non era stata solo la migliore amica di Stiles, era stata l'amore della sua vita.
E anche per lei, Stiles lo era stato.
Derek si sentì giusto per un istante fuori posto; lui era il "nuovo arrivato", nella vita di Stiles, e si domandava se fosse giusto essere lì.
Ma bastò posare lo sguardo sul corpo del suo fidanzato, inerme su que lettino di ospedale, a far sì che si rimangiasse tutto: Stiles era il suo amore, lo amava con tutto se stesso, e sarebbe stato accanto a lui, sempre.
Gli si avvicinò, prendendo una sediolina che stava vicino al muro, accanto alla porta, e la portò vicino al letto e si sedette vicino a Stiles; gli prese la mano priva di flebo e se la portò alle labbra baciandola dolcemente, mentre il suo sguardo preoccupato e angosciato non abbandonava i suoi occhi.
Poco dopo Melissa li raggiunse con il piccolo Tyler; Lydia si affrettò ad avvicinarsi a suo figlio, prenderlo in braccio e baciarlo sulle guance ripetutamente.
Si era vista con la morte ad un passo, ed ora avere suo figlio tra le braccia ed essere sana e salva per lui era ciò di cui aveva bisogno.
Tyler guardò allora, poi, il suo papà steso sul lettino, per cui Peter si affrettò subito a portare Lydia e lui fuori, tenendo una mano sulla vita di Lydia e invitandola dolcemente ad uscire -Lydia, piccola, dobbiamo uscire: non va bene far vedere a Tyler le condizioni attuali di Stiles- le sussurrò.
Lydia lo guardò per poi posare il suo sguardo su Noah, che le fece un piccolo cenno di assenso con il capo, in un muto gesto di consenso.
Lydia gli fece un leggero sorriso tirato per poi guardare anche gli altri presenti, che la guardavano comprendendo la situazione; ad ogni modo, non sarebbe uscita dalla struttura, ma solo dalla stanza -Sono qui nel corridoio se avete bisogno.. sapete.. per Tyler..- iniziò, però, volendosi spiegare.
Scott le si avvicinò e le posò dolcemente una mano sulla spalla -Lydia non preoccuparti, lo capiamo noi e sicuramente anche Stiles. Aspetta pure qui fuori, Tyler non ha bisogno di vedere Stiles ridotto così.- le sussurrò per poi vedere la sua amica, il piccolo Tyler e Peter uscire dalla stanzetta e andare nel corridoio, sentendosi sulle sedioline poste ai lati del corridoio.
Scott, Isaac, Theo e Liam, intanto si misero tutti vicino al lettino di Stiles; Melissa che si era messa accanto a Noah, carezzava come solo una mamma sapeva fare, i capelli di Stiles mentre con l'altra carezzava la schiena di Noah in un muto gesto di conforto; le parole non sarebbero valse a nulla.
Niente poteva sgomberare l'ansia che attanagliava il padre di Stiles in quel momento; solo Stiles stesso ne sarebbe stato in grado.
Qualche minuto dopo, Erica e Vernon arrivarono all'ospedale.
Erica si fiondò subito da Derek abbracciandolo forte.
Le lacrime ripresero a scorrere-Ho avuto così paura Der. Per te, per Stiles.- sussurrò sommessamente contro la spalla di Derek, che le carezzava i capelli e la schiena dolcemente per confortarla.
-Lo so Erica, ma sto bene. Stiamo bene- le disse per poi posarle un dolce bacio sulla guancia.
Quando si staccarono dall'abbraccio, assurdo ma vero, anche Vernon lo abbracciò -Sono felice di vederti amico- gli disse, dandogli pacche amichevoli sulla schiena, a cui Derek ricambiò di rimando.
-Anch'io, Vernon. Non sai quanto- gli rispose Derek, per poi una volt staccati, tornare seduto nella sediolina dov'era prima, accanto a Stiles.
La situazione era abbastanza surreale; in realtà erano tutti al capezzale di Stiles, come se fosse senza scampo, o senza speranza.
In realtà stava abbastanza bene, tutto sommato.
L'emorragia era stata fermata, certo aveva perso molto sangue, ma ad ogni modo erano riusciti ad estrarre il proiettile senza problemi.
Ma comunque, ancora non si era svegliato; le infermiere e i medici dicevano loro che dovevano stare tranquilli, poiché il corpo si doveva riprendere, ma anche la psiche.
Insomma, avevano sparato a Stiles, non era cosa da poco.
Per questo aveva bisogno di riposo per riprendersi.
Ma, seppur Mellissa, Scott, Liam, Theo, Lydia e Peter sapessero razionalizzare la cosa, come poteva farlo Derek, che si era visto come se Stiles gli stesse sfuggendo dalle mani senza possibilità alcuna di essere salvato?
O come poteva, Noah, comprendere appieno ciò che stava accadendo, quando Stiles era il suo unico figlio?
Dopo la perdita di Claudia, si erano confortati l'un l'altro, si erano presi cura l'uno dell'altra, sempre; la prospettiva di perdere anche lui lo aveva distrutto, ed era per quello che non si era mosso da quella dannata sedia da quando lui e Stiles avevano messo piede dentro l'ospedale.
Rimasero tutti lì ancora un po'; Liam e Theo, tornarono a casa per darsi una sciacquata, sarebbero tornati l'indomani per vedere come stesse Stiles.
Lydia, Tyler e Peter, optarono per prendere una camera in un Hotel adiacente l'ospedale: era stato realizzato appositamente per chi non volesse allontanarsi dalla struttura, oppure per quei pazienti che purtroppo avevano bisogno di cure costanti e per non farli rimanere all'interno di una triste stanza di ospedale, era preferibile trasferirli lì, soprattutto per il loro benessere psicofisico.
Lydia voleva rinfrescarsi e aveva bisogno di stare con suo figlio e farlo riposare adeguatamente; disse loro, di chiamarla qualsiasi cosa sarebbe successa.
Teneva tantissimo a Stiles, nonostante tutto, ma soprattutto per tutto ciò che insieme avevano passato; non sarebbe stata una stupida carta del divorzio o i piccoli screzi avuti in passato a separarli definitivamente.
Avrebbero sempre tenuto l'uno all'altro.
Una volta che anche loro ebbero salutato gli altri e furono uscii, Scott, Isaac e Melissa andarono a prendere la cena a coloro che erano rimasti; hamburger e patatine per Derek, Erica e Vernon e ovviamente loro tre, e un'insalata e pane integrale per Noah, che però non ebbe neanche la voglia o la forza per contraddire quella scelta.
Gli faceva pensare a Stiles e a quanto sarebbe stato felice nel sapere che aveva mangiato sano proprio come voleva lui, e questo gli bastava per non lamentarsi affatto e mangiare la sua insalata in silenzio.
Quando arrivò la sera, purtroppo le infermiere chiesero ai presenti di andare via: non era possibile far rimanere tutti nella sala, al di fuori dei parenti.
Noah, però, insistette affinché almeno Derek rimanesse con lui.
Per fortuna, fu possibile; Vernon ed Erica tornarono nell'appartamento di Derek, invitando con loro Melissa e Scott, poiché non gli sembrava il massimo andare a casa di Stiles quando lui non era in casa.
Facendo così, sarebbero stati tutto insieme la mattina successiva e si sarebbero dati un po' di conforto e aiuto, quando sarebbero poi dovuti tornare in clinica.
Isaac, invece, dopo aver salutato Melissa con una stretta di mano strinse Scott in un dolce e forte abbraccio, sussurrandogli che sarebbe andato tutto bene e di scrivergli se qualcosa lo preoccupasse durante la notte.
Scott lo strinse a se di rimando, annuendo soltanto con il capo in risposta.
Quando si staccarono dall'abbraccio, Isaac quasi d'istinto gli posò dolcemente un bacio sulla guancia, carezzandogliela poi con il dorso della mano e poi chiamò un taxi che l'avrebbe portato al suo appartamento dove si sarebbe rinfrescato e avrebbe riposato, lasciando nel corridoio uno Scott con le guancie in fiamme e gli occhi leggermente sbarrati dalla sorpresa del gesto di Isaac, e sua madre che lo guardava ridacchiando con fare risaputo.
Decisamente la giornata era stata pesantissima, ma questi piccoli sprazzi di felicità, facevano bene al cuore rendendolo un pochino più leggero.
Derek e Noah rimasero così, da soli.
Il sonno poi, arrivò per entrambi; o quasi.
Noah si addormentò su una poltrona letto, di quelle che si trovano in ospedale, rigorosamente accanto al letto del figlio.
Derek invece non chiuse occhio nonostante ogni tanto i suoi occhi fecero per chiudersi e abbandonarsi al sonno; ma non avrebbe dormito.
Non con la consapevolezza che Stiles si sarebbe svegliato da un momento all'altro.
Così, rimase solamente accanto a Stiles stringendogli la mano, e sperando di potersi specchiare nei suoi bellissimi occhi color ambra la mattina seguente.
NOTE AUTRICE:
Salve a tutti!
Allora gente bella, che mi dite??
Io, sonnolenza a parte, tutto bene!
Allora che dire.. il capitolo è un po' "così e così " secondo me: penso che poteva venire meglio.
Ma ovviamente a voi le constatazioni a riguardo ;)
Spero che il tutto non sia stato "troppo prevedibile"; se così fosse fatemelo sapere!
Devo ammetere che non mi dispiaceva mettere qualcosa di un po' drammatico al suo interno; ma non preoccupatevi non durerà per molto.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia trasmesso emozioni <3
Io vi mando un abbraccio forte, come sempre!
Ringrazio tutti voi che leggete e commentate e supportate me e la mia storia.
Vi adoro, ognuno di voi <3
Al prossimo capitolo!
BlueIrys
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