17.
I giorni, le settimane a seguire erano state meravigliose per entrambi. Le loro vite stavano vivendo il periodo migliore, tutto procedeva a gonfie vele.
Alyssa riusciva a passare tutti gli esami, a lavoro arrivavano libri interessanti e quindi era più stimolante leggerli. Inoltre passava sempre più poco tempo a casa sua, passando sempre più notti a casa di Ethan e questo implicava il non fare colazione con l'amica Julia.
E più passava il tempo e più si dimenticava di Oscar, e tutto questo grazie ad Ethan.
Grazie a lui aveva capito cosa significava davvero amare qualcuno ma soprattutto sé stessa. Ormai passava sempre più tempo con lui, sempre più spesso a casa sua, nel suo letto, abbracciati e a parlare, a fare l'amore. La passione che si era creata tra loro due era notevole, di certo non provava quella stessa emozione quando stava con Oscar.
Quello che si era creato tra lei ed Ethan era davvero un legame forte.
Ethan, dal canto suo, aveva ricominciato ad allenarsi in vista del prossimo incontro, e si allenava seriamente. A volte, la mattina, dopo che si erano addormentati, si alzava ben presto cercando di non fare rumore per non svegliarla e si allenava, per poi farsi una doccia e svegliarla con la colazione a letto, mentre per lui solo una tazza di caffé.
Aveva ripreso a mangiare seguendo la sua dieta bilanciata. Certe volte, quando Alyssa aveva del tempo libero nel pomeriggio, guardava Ethan allenarsi a casa con gli attrezzi che aveva. Cominciava sempre con dei piegamenti per riscaldare i muscoli e poi aumentare serie per poi sollevare i pesi. Aveva proprio ragione quando diceva che passava anche quattro o cinque ore ad allenarsi.
Era ritornato in perfetta forma, anche se spesso la sera era abbastanza stanco e lei gli faceva qualche massaggio per fargli rilassare i muscoli.
Nonostante i loro impegni, alcune sere erano usciti a mangiare, erano andati al cinema, al teatro, a fare un picnic e un'altra volta erano ritornati a fare una passeggiata a cavallo.
Stare con lui significava vivere. Significava essere felice, e niente le faceva emozioni più forti. Anche da sola, non faceva altro che pensare a lui. Ma non quel pensiero fisso che non ti permette di fare altro, ma quel pensiero che ogni cosa che si fa è bella perché si è innamorati.
Ormai era arrivato dicembre e con lui anche il freddo. Era arrivato anche l'ultimo semestre ai suoi studi di cinematografia. E se prima quei corsi erano sotto un certo punto di vista un peso perché lontano dai suoi genitori, aveva trovato in Ethan la sua nuova casa, una casa di cui si era innamorata.
Era l'ultimo giorno di lavoro, poi partivano le ferie per le vacanze anticipate di Natale. In ufficio erano rimaste solo Alyssa e l'amica Julia intente a recensire l'ultimo libro del mese.
«Questa sera andiamo a casa di Carlos per festeggiare l'inizio delle vacanze. Tu vieni?»
«No. Esco con Ethan.»
«Ancora?» aveva risposto sbuffando Julia. «Non ti sei stancata di stare sempre con lui?»
«Non ci sto sempre.» aveva obiettato Alyssa.
«Ah, no? Ti sei dimenticata della tua amica, in questo ultimo periodo non siamo state mai insieme! Sempre e solo Ethan è il pensiero e la persona che occupa le tue giornate.»
«Che cosa?»
«Sì, Alyssa, ti sei dimenticata di me! Si vede che ti piace e sono felice per te. Sono contenta di vederti felice. Ma pensi che davvero possa durare questo momento? Ti stai allontanando dalla tua amica, e tutto per un ragazzo conosciuto per caso ed innamorata ed ora pensi che tutto il tuo mondo giri intorno a lui.»
«Non è vero!» aveva protestato Alyssa, salvando la sua recensione dal computer.
«Ah, no?! Perché dai proprio l'impressione di una che ha solo Ethan con cui passare il tempo libero. E non penso che possa essere più amica tua. Hai dimenticato tutti i momenti difficili nei tuoi primi periodi qui a New York, hai dimenticato chi ti è stata accanto, chi ti ha consigliato, chi ti ha fatto conoscere questa città, chi è diventata tua amica nonostante tu fossi canadese.»
Alyssa era visibilmente affranta da quelle parole. L'avevano ferita profondamente. «Perché mi dici questo?»
«Perché hai smesso di ragionare Alyssa!! Ti rendi conto che stai per finire i tuoi studi mentre Ethan è un lottatore, ed il suo mestiere è completamente opposto a quello che hai desiderio di realizzare tu! Tra sei mesi, quando i tuoi studi saranno finiti, che pensi succederà? Lo seguirai in tutti i suoi viaggi quando combatterà?»
«No. . .» aveva risposto Alyssa, sempre più giù a causa del discorso.
«Quindi pensi che lui lascerà la lotta per seguire te ovunque tu andrai?» aveva continuato fermamente Julia, e di fronte al silenzio della sua amica, era totalmente intenzionata a rincalzare la dose per cercare di farla ragionare. «Si vede che lo ami, e si vede che è sincero il vostro sentimento, però anche se siete fatti l'uno per l'altra, quello che avete scelto della vostra vita non può mai farvi incontrare in un futuro, perché avete scelto due percorsi diversi, ed anche se adesso si sono unite le vostre strade, prima o poi si dovranno separare. Per questo ti avevo detto tempo fa di andarci piano con lui, e tu niente, ti sei innamorata. Ora ti dico di non dimenticarti di me, perché poi non potrai pretendere che io ci sarò quando vi sarete lasciati.»
Quella sera con Ethan, Alyssa era molto silenziosa e questo lui l'aveva capito, ed era proprio per questo che aveva chiesto il perché di quel silenzio.
Entrambi stavano sorseggiando un tè caldo seduti sul divano sotto al plaid cercando di riscaldarsi dal freddo pungente. L'aria era tanto gelida e prometteva neve, perché il cielo era bianco e i vari meteo avevano appunto previsto neve in quei giorni.
«In realtà sono solo stanca.» aveva risposto lei.
«Sarà anche che sei stanca, ma secondo me non è l'unico motivo.» aveva ribadito Ethan, cercando con i suoi occhi quelli di lei.
«E cosa te lo fa pensare?»
«Perché quando sono venuto a prendere te e Julia in ufficio, non avete per niente parlato e lei lanciava occhiate ad entrambi, ed io l'ho notato dallo specchietto. Sembrava proprio che aveste litigato, e per lanciare occhiate anche a me, sembrava che ce l'avesse anche con me.»
Lei non aveva risposto, per paura di tradirsi. Lui aveva colto nel segno, e questo capirla al volo era una delle qualità che le erano piaciute quando si erano conosciuti. Tuttavia, in quel momento, non doveva assolutamente capirla perché non ne aveva proprio voglia di parlarne.
«Perché non mi parli? Sai che con me ti puoi sfogare. . .» aveva continuato lui.
In quel momento si stava fomentando una forte tensione. Ethan si stava innervosendo, mentre Alyssa sapeva che qualcosa doveva pur dire per evitare un litigio. Ma parlare significava evitarlo con un altro litigio. Doveva scegliere in breve tempo quale dei due litigi doveva preferire.
«Cosa vedi tra sei mesi?» aveva detto infine Alyssa, optando dunque per il secondo litigio.
«In che senso?»
«Tra noi, intendo. Cosa succederà?»
«Non saprei.»
«Come non lo sai?»
«Alyssa, come faccio a vederci tra sei mesi?!»
«Secondo me è solo una scusa per non dire come la pensi!»
«Non è una scusa. Sono sincero. Io ti amo, ti amo davvero ma non ho la certezza di sapere cosa succederà tra sei mesi. Io voglio stare con te e ad ogni problema c'è sempre una soluzione.»
«Ne sei sicuro?»
«Certo che ne sono sicuro.»
«E metti caso che per lavoro, dovrei girare il mondo, mi seguiresti?»
Lui aveva tolto lo sguardo da lei per fissare il camino. Il suo volto era in penombra ma Alyssa era comunque riuscita a vedere il suo sguardo pensieroso.
«Vuoi che venga con te?» aveva poi detto senza guardarla.
«Ti sembra una cattiva idea?» aveva chiesto lei.
«Al momento non posso lasciare quello che sto facendo. Sai bene perché non posso. . .» aveva continuato lui, e nel suo tono sembrava non esserci opportunità di cambio pensiero.
Lei lo sapeva quale era il motivo e capiva bene il perché delle sue ragioni ma le dispiaceva ugualmente quella sorta di rifiuto. «Vuoi che rimanga qui dopo i miei studi?»
«Certo che no. Sai bene che non ti costringerei a fare niente che tu non voglia fare.»
«E allora come ci vedi tra sei mesi?» aveva domandato un'altra volta Alyssa, non riuscendo a mascherare la sua irritazione.
L'aria che tirava era davvero carica di tensione, ma prima o poi dovevano affrontarlo quell'argomento. Ed aspettare, e qui forse aveva ragione Julia, significava tenerci ancora di più ed essere ancora più faticoso affrontare il discorso.
«Ascolta Alyssa. Non siamo la prima e sicuramente nemmeno l'ultima coppia ad affrontare questo problema. Come ci vedo tra sei mesi? Non lo so. Ci vedremo ancora insieme? Sì, se anche tu lo vuoi. Perché se è destino che dobbiamo stare insieme, una soluzione la riusciremo a trovare. Abbiamo ancora sei mesi e la situazione potrebbe cambiare. Potrei smettere di lottare a causa di un altro infortunio grave oppure ottenere l'incontro contro Perez per la cintura prima del previsto. Magari riuscirei a vincere, essere campione, ottenere la somma e riuscire a saldare tutti i debiti. Oppure tu troverai un lavoro qui vicino e quindi sarà possibile vederci. Sono tante le cose che possono capitare e non puoi saperle con certezza.» aveva risposto lui, per poi ritornare a guardarla, avvicinandosi a lei con le labbra. «Però di una cosa sono sicuro. Se anche tu lo vuoi, la soluzione si può trovare.»
I dubbi sul loro futuro non si erano dissolti in lei, ma preferiva chiudere lì quel round. Non aveva senso continuare, ed aveva preferito lasciarsi abbracciare, affondando tra le sue braccia per inebriarsi del suo calore.
Voleva davvero che quei sei mesi non passassero mai, o quantomeno che il tempo si fermasse. Che gli desse almeno più tempo.
«Alyssa, dimmi che anche tu lo vuoi. . .» ed il tono della voce sua sembrava quasi la stesse pregando di dirglielo.
Ma non serviva pregare perché davvero anche lei lo voleva. «Certo che lo voglio anch'io.»
«Ti amo Alyssa.»
«Ti amo anch'io.»
Ed erano rimasti abbracciati, accoccolati sotto il plaid.
«Mi mancherai durante queste vacanze.» aveva continuato lui.
«Anche tu mi mancherai.»
«Però sono contento che tu stia un po con la tua famiglia.»
«Io ho parlato loro di te, sai?»
«Spero bene.»
«Certo. Vogliono conoscerti e non hanno mai parlato con un lottatore prima d'ora. Sarebbero felici di ospitarti. . .»
«Temo di doverli deludere.»
«Gli allenamenti. . .» aveva risposto lei, ma il tono era piuttosto di delusione che di domanda.
«Però non prendere impegni ugualmente.»
«Oh, mi attende solo addobbare l'albero con tutti i miei parenti ed indossare quella maglia di lana con la renna.»
«Tua madre non l'ha fatta anche per me, vero?»
«In realtà le ho detto che non doveva, ma penso che l'abbia fatta lo stesso. . . »
«Allora toccherà indossarla anche a me.»
«In che senso?»
«Apri il cassetto di quella scrivania.»
Alyssa a malincuore si era alzata per andare alla scrivania. Aperto il cassetto c'era una busta ed un pacco regalo.
Era ritornata vicino a lui, per accoccolarsi vicino a lui. «Che significa?»
«Apri i due regali.» era stata la risposta di lui.
«Ma non è ancora Natale.»
«Lo so. Coraggio, aprili.»
Alyssa aveva incominciato con la scatoletta incartata e dentro c'erano due bellissimi orecchini. Brillavano fortissimi ed erano davvero uno splendore.
«Grazie. Ma non dovevi!» era stata la risposta di Alyssa dopo averlo baciato. Per poi tornare a guardare quel piccolo incarto.
Non riusciva bene a capire cosa fosse, ma alla fine si era decisa ad aprirlo. Maneggiandolo con molta cura, era comunque riuscita a scartarlo e per la gioia le erano venute le lacrime agli occhi.
«E con gli allenamenti?»
«Conosco una buona palestra in Ontario.» era stata la risposta di Ethan, felice che la sorpresa le fosse piaciuta.
«Grazie amore mio! Ti amo tanto!»
«Anch'io.»
E si erano baciati, mentre Alyssa stringeva ancora in mano il biglietto dell'aereo per il Canada di Ethan.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top