Capitolo 21

"Salve a tutti, ragazzi." La voce di Jason venne amplificata in tutto il locale attraverso le casse, ai lati della sala.

"Innanzitutto vorrei fare gli auguri di buon compleanno al mio amico Jake, che ha giocato una bellissima partita la settimana scorsa. Grande J."

Jason alzò un pollice in direzione del festeggiato, che ascoltava in un angolo del locale e che sorrise complice.

"Prima di far partire il video di auguri. Vorrei mostrare la sorpresa che ho preparato per la mia nuova amica, Alesha.
Alesha, raggiungimi qui sul palco!"

La bruna venne illuminata da un occhio di bue e tutti gli invitati si girarono a fissarla.

"Io... Non credo che..." mormorò lei, scuotendo la testa. Era nel panico più totale.

"Non fare la timida, Alesha. Vieni qui!" insisté Jason.

La ragazza si incamminò lentamente verso la console del dj, col passo di chi sa che sta per essere ghigliottinato.

"Non mi piace" mormorò Demetra all'orecchio di Matt. "Non mi piace per niente"

"Non credi che dovremmo fermarla?" continuò.

"Qualunque cosa stia facendo Jason ormai è troppo tardi"

Ethan serrava i pugni, lungo i fianchi.
L'impotenza lo faceva sentire inutile.

"Eccola qui, finalmente! Lei è Alesha, una mia intima amica. Mi è piaciuta fin da subito, l'ho portata a fare un giro del locale e nel giardino. Abbiamo passato una bellissima serata, così ho deciso di scriverle una poesia per elogiare la tanta bellezza che la caratterizza."

Ad Alesha brillarono gli occhi per l'emozione. Nessuno le aveva scritto mai niente. Neanche un biglietto d'auguri a san Valentino. Anzi sì, una volta in terza elementare, ma era stata una bambina. Poi scoprì che avevo scritto lo stesso identico biglietto agli altri suoi compagni.

I suoi amici osservavano la scena sospettosi.

Jason prese un foglio e si schiarì rumorosamente la voce.

Poi si inginocchiò ai piedi di Alesha, mentre quest'ultima si copriva la bocca spalancata.

"Oh mia Alesha,
il tuo nome è per me come un soave ronzio,
una zanzara che lenta vorrei vedere sterminata al suolo.

Il tuo profumo è una nota prelibata
che mi fa desiderare di non avere le narici.

Pesante è il tuo passo,
ruvida la tua pelle,
strabico il tuo sguardo.
Quando mi sei passata affianco,
mi hai fatto venir voglia di girarmi dall'altro lato.

Quelle tue calze rosse,
fanno sembrare le tue gambe
i deliziosi peperoni imbottiti
che la mia dolce nonna mi fa.

Oh Alesha,
ammali tutti con la tua magia.
Hai l'aspetto di una ragazza,
ma io non mi lascio ingannare,
per me tu sei e resterai sempre un maiale!"

A quell'ultima parola venne proiettata la foto che Alesha e Jason si erano fatti qualche ora prima.

Il volto di Jason era stato cancellato e lo sfondo era stato modificato, ora era costellato da tanti piccoli maialini sorridenti, in quello che sembrava una stalla.

In primo piano c'era il volto della ragazza con al posto del suo naso, due narici schiacciate e di colore rosa.
Sul lato destro del volto si intravedeva anche una coda riccioluta, che sembrava spuntare dal suo fondoschiena.

Alesha si portò le mani alla bocca, sconvolta. Gli occhi erano spalancati e piene di lacrime.

Ethan, Demetra e Matt erano rimasti immobili.

Alla vista di quell'immagine scoppiò una risata generale. Ridevano tutti. I camerieri. Gli invitati. Il festeggiato. Persino il fotografo. Alcuni erano caduti addirittura a terra, piegati in due dalle risate, con le mani sulla pancia.

Alesha scoppiò in un pianto irrefrenabile. Poi corse via, attraversando l'intera sala tra le crudeli risate del pubblico.

"Alesha, aspetta!" Demetra la inseguì fuori.

Jason scese dal palco e raggiunse Matt e Ethan.

"Ragazzi, è stato fantastico" stava dicendo mentre asciugava gli angoli degli occhi con il dorso della mano.

"Avete visto la sua faccia? E quella foto poi... Sono stato un genio, non è vero? Ehi, che sono quelle facce? Su, ridete! Da quando siete diventati così noiosi?!"

I due ragazzi lo guardarono furiosi, a braccia conserte, in una palese imitazione di due buttafuori.

"Ma che avete?"

"Abbiamo che adesso ti spacchiamo la faccia" disse Ethan a denti stretti, inchiodandolo con lo sguardo.

"Bello, ma che ti prende? Sei stato tu a dirmi di fare -quello che volevo- con lei" mimò le virgolette con le dita.

"Che cosa?!" sbottò Matt, guardando il suo ex migliore amico.
"Gli hai dato il permesso di prenderla in giro avanti a tutti? E poi sei venuto con noi a cercarla?! Ma da che parte stai?" urlò.

"Io non ho bisogno di chiedere il permesso a nessuno" disse Jason, ma non venne ascoltato.

"Non sapevo cosa avesse intenzione di fare e poi non devo darti spiegazioni, Matt"

"Hai ragione, sai una cosa, mi sono stufato di stare qua a perdere tempo con voi due. C'è una povera ragazza là fuori che sta piangendo per quello che avete combinato. Per cui... Permesso, lasciami passare" disse Matt, spingendo Ethan e dirigendosi verso l'uscita.

"Tu non la passi liscia, è chiaro?" Minacciò Ethan puntando l'indice contro Jason.

"Ma che cazzo ti prende?! Ti stai rendendo ridicolo. Ti rendi conto che stai difendendo quella lì?!"

"Non ti azzardare a dire un'altra parola offensiva su di lei, ne hai dette abbastanza"

"Ricorda che stai parlando di una donna. E noi due sappiamo come ti sei ridotto l'ultima volta per una donna, Ethan. Non ti sarai innamorato di nuovo, vero?"

"E anche se fosse?"

"Se lo fosse, diventeresti lo zimbello della squadra. Puoi anche spaccarmi la faccia, ma nessuno mi impedirà di dire in giro che ti sei invaghito di quella lì"

Ethan perse tutta la lucidità a quelle parole. Davvero una ragazza valeva tanto?

"Pensaci, amico, prima di perdere tutta la tua reputazione" finì Jason e si incamminò fuori.

***

Alesha non si era mai sentita tanto umiliata in vita sua. Voleva starsene a piangere in camera fino a dimenticarsi di essere andata a quella festa.

Ma quelle risate rimbombavano ancora prepotenti nella sua testa.

Avrebbe voluto conoscere il modo di mandarle via.

L'intero tragitto a casa lo percorse correndo, con le lacrime che le stavano inzuppando i vestiti.

Quando entrò in casa si fiondò direttamente in camera sua.

"Tesoro! Com'è andata la fe..." Le stava chiedendo la madre, ma non fece in tempo a concludere la frase.

La ragazza entrò e chiuse la porta a chiave.

La madre, preoccupata, la seguì ma vedendo la porta chiusa iniziò a bussare.

"Alesha! Cos'è successo? Tesoro, ti prego, aprimi!" Disse forzando la serratura.

La bruna in quel momento stava soffocando i singhiozzi con il suo cuscino. Gli occhi le iniziarono a bruciare, irritati dalle troppe lacrime.

Questo scherzo era stato il peggiore di tutti quelli a cui era stata sottoposta.

Non solo Jason l'aveva presa in giro, facendole credere di essere interessato, ma le aveva anche scritto quell'orribile poesia e ritoccato quella foto.

Alesha non capiva cosa avesse fatto di tanto male da meritare quello scherzo.

Più ci pensava e più le si apriva una voragine nel petto, che le stava risucchiando tutti gli organi vitali.

"Posso parlarle un attimo?" Sentì una voce provenire dal corridoio.

"Ma dici cosa è successo? Sono preoccupata" Chiese la madre con voce tremante.

"Dei ragazzi le hanno fatto uno scherzo e lei è scappata via"

Riconobbe la voce di Matt ma non riuscì a sentire la risposta della madre.



Dei passi sicuri e lenti fecero scricchiolare le assi del pavimento.

Poi delle nocche bussarono alla porta della stanza di Alesha.

"Ale, posso entrare? Sono Matt"

La ragazza senza esitazione andò ad aprirgli.
Sentiva il bisogno di parlare con qualcuno.

Il viso del biondo si fece subito triste nel guardare la sua dolce amica in quello stato.

Aveva il trucco sbavato, gli occhi arrossati dal pianto, la bocca piegata all'ingiù.

"Oh Alesha" mormorò e le accarezzò il viso bagnato.

La ragazza andò a sedersi sul suo letto, afferrò il cuscino e se lo portò al petto.

"Perché, Matt? Perché a me? Cosa ho fatto di male? Io non capisco..." Riprese a singhiozzare.

Il ragazzo prese posto accanto a lei e le iniziò ad accarezzarle la schiena.

"Non hai fatto niente, Alesha. Non è stata colpa tua"

"Allora di chi è stata?" Urlò lei.

Il ragazzo decise di non raccontare di Ethan. Alesha non aveva bisogno di altre delusioni, in quel momento.

Semplicemente disse: "Di nessuno. Le cose accadono e basta. La gente è crudele senza motivo. Non meritavi tutto questo"

La ragazza tirò su col naso.

"Dov'è Demetra?"

"Ti ha seguita fuori al locale quando sei scappata, ma non ti ha trovato. Poi l'hanno chiamata dentro, perché doveva stare accanto al festeggiato. È stata lei ad organizzare tutto e non poteva allontanarsi."

Alesha annuì. "Matt, posso farti una domanda?"

"Certo"

"Perché mi stai vicino? Voglio dire... Potresti stare a divertirti alla festa. Invece stai qui a consolare me..."

"Lì sono tutti imbecilli. Sono più contento a stare qui con te" le sorrise.

Alesha pensò che fosse il sorriso più bello del mondo.

"Anch'io ne sono contenta" disse con tutta la sua dolcezza.

L'unica cosa rimasta da fare era suggellare quell'affermazione con un abbraccio.

Alesha poggiò il viso sul petto muscoloso di Matt, che la strinse a sé più forte.

La ragazza non riuscì a contenere altre lacrime e iniziò a bagnare la camicia di Matt.

Lui non protestò, la tenne solo tra le braccia e la consolò.

Fuori dalla finestra una sagoma si mosse nell'oscurità.

Nessuno dei due sapeva chi ci fosse a spiarli.
Sentirono solo una motocicletta contrastare il silenzio della notte.

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