Capitolo 12

Toc toc

"Posso entrare?" chiese una voce dall'altro lato della porta. Alesha la udì appena, tra i suoi singhiozzi, che placò all'istante. Fissò la porta per un attimo, mentre una lacrima silenziosa cadde dagli occhi gonfi. Era stesa sul pavimento del bagno a gambe incrociate. Per un attimo la sua mente si concentrò sulla voce che aveva parlato: non poteva essere di un ragazzo, troppo acuta. Schiarì la sua.

"Chi sei?"

"Sono Demetra. Ti ricordi di me? L'amica di Matt..."

"Sei sola?"

"Si" rispose subito.

La bruna si tranquillizzò un po'.

"Puoi entrare", disse senza muoversi dal pavimento. Il suo dolce volto paffuto era ancora imbronciato e umido.
La porta si aprì e ne uscì una ragazza slanciata, dalla carnagione scura.

"Ciao" mormorò cauta.

Alesha la ammirò in tutto il suo splendore. Era davvero una bellissima ragazza. Occhi chiari, incorniciate da lunghissime ciglia, il contrasto che creava coi capelli color della pece faceva impazzire tutti i ragazzi, avrebbero fatto a botte pur di uscire con una tale bellezza.

Alesha che giaceva a terra non riuscì a risponderle. Il suo sguardo si incollò al pavimento, per il disagio.

"Ti ho vista mentre parlavi con Ethan e poi correre verso il bagno, mi sono avvicinata alla porta e ho sentito che piangevi... Cosa ti ha fatto?"

La mente confusa della ragazza non le permise di comprendere a volo.
"Scusami, in che senso?"

Demetra fissò preoccupata il suo volto rigato. Non sapendo come agire, cerco di spiegarsi al meglio.

"È stato Ethan a farti piangere?" parlò con calma, come se l'interlocutrice fosse straniera e lei stesse cercando di farle comprendere le parole, una per volta.

Fu improvvisamente chiara la scena a cui aveva assistito la ragazza.

"No, assolutamente no" si affrettò a rispondere Alesha, "anzi, lui mi sta aiutando davvero molto. È davvero un ragazzo dolcissimo" disse guardandola.

L'altra in risposta alzò un sopracciglio, nella classica espressione scettica. Non credeva che Ethan Garcia, con la sua arroganza potesse aiutare qualcuno. Anche se in passato era l'esatto opposto.

"Allora chi è stato a ridurti in questo modo?"

"Sono stati dei ragazzi che abitano nel mio quartiere" disse ritornando con lo sguardo sulle piastrelle verde acqua.

"Mi hanno preso in giro e poi fatto lo sgambetto. Sono finita con la faccia per terra, sbattendo la mandibola" continuò, indicando la zona dolorante.
La mora si avvicinò ad osservare il mento.

"Che stronzi..." fu il suo commento. "Mi dispiace molto"

"Non preoccuparti, ci sono abituata..." disse e sentì un nuovo bruciore agli occhi, ci stropicciò le mani chiuse a pugno.

Demetra era sicura di aver già capito il carattere di Alesha: una ragazza psicologicamente fragile. E chi non l'aveva capito?!

E Demetra, con l'animo da crocerossina avrebbe voluto tanto aiutarla.
Si abbassò sulle ginocchia, quel tanto che bastava da permetterle di aver un contatto ravvicinato con quei bellissimi smeraldi.

"Dovresti cambiare atteggiamento, Alesha... Sei troppo buona... Gli altri se ne approfittano, se continui in questo modo. Dovresti rispondere a tono alle persone che ti mancano di rispetto."

"Per te è facile dirlo", rispose quasi piagnucolando, "sei bellissima. Non ti conosco ma penso che questo basti ad esigere rispetto. Nessuno ti guarderebbe con la pena negli occhi come guardano me" disse e tirò su col naso.

"Non dire così, anche tu sei una bella ragazza, ma non ti valorizzi e non tutti riescono ad andare oltre le apparenze. Ogni persona è bella a modo suo. Per quanto riguarda il rispetto, beh se non lo esigi non lo ottieni, io la penso così. Si può sempre migliorare nella vita, su ora, alzati"

Con uno slancio, Demetra fu di nuovo ai suoi 180 cm, e tese una mano smaltata alla ragazza seduta a terra.

Alesha si stava chiedendo perché nell'ultimo periodo tutti erano così gentili con lei. Dei completi estranei si interessavano improvvisamente al suo umore. Per lei era tutto un mistero, però era bello così, forse sbagliava a rimuginarci troppo.
Afferrò la mano e la giovane si alzò dal pavimento.

"Bene, asciughiamoci quelle lacrime ora" Demetra tirò fuori dalla borsa un pacchetto di fazzoletti e lo porse ad Alesha con un sorriso rassicurante.

"Non so come ringraziarti" le disse tutto a un tratto dopo le energiche soffiate di naso.

"Non mi devi ringraziare" le sorrise Demetra, "ora devo andare in classe, ho lezione di anatomia. Ci vediamo in mensa?"

"Certo" per la prima volta quel giorno Alesha sorrise, felice di aver incontrato una persona gentile.

"Ok a dopo" la salutò Demi prima di uscire dal bagno.
La ragazza diede un'occhiata all'orologio, era troppo tardi ormai per presentarsi in classe. Si sarebbe vergognata a entrare con 10 minuti di ritardo, tutti l'avrebbero fissata e le avrebbero chiesto il motivo del ritardo, di certo lei non avrebbe voluto rivelarlo.

Così entrò nella toilette e aspetto tre quarti d'ora che finisse la prima lezione. Per ammazzare il tempo si mise a giocare col cellulare. Ogni tanto sentiva qualche ragazza entrare e vedeva dei piedi muoversi sotto la porta. Suonata la campanella uscì e si riversò nel corridoio affollatissimo. Prese i libri dal suo armadietto e si diresse nel laboratorio di chimica.

Seguirono altre tre lezioni, poi finalmente arrivò l'attesissimo pranzo in mensa. In tre anni di liceo mai Alesha aveva trascorso l'ora in mensa con qualcuno che non fosse la sua ombra. Era emozionata e nervosa.

Mentre prendeva un vassoio pulito fu distratta da un tuono, si girò verso la portafinestra che conduceva al giardino e notò che stava diluviando. Quel giorno avrebbero dovuto accantonare scopa e paletta.

Stava ancora guardando oltre il vetro, la pioggia fitta infrangersi sul prato, tavoli e sedie, quando una mano calda si posò sulla sua spalla.

"Hey" la salutò Demi.

"Hey" replicò lei, guardandola. Notò che aveva già il vassoio occupato da una fetta di pizza, una bottiglia d'acqua e una mela rossa.

"Di solito mi siedo lì" disse la mora, indicando col dito smaltato, un tavolo, al centro della mensa. "Raggiungimi appena hai finito"

Alesha diede un attento sguardo al tavolo indicatole da Demi. C'era un ragazzo bruno, di spalle che chiacchierava animatamente con la ragazza seduta accanto. Li riconobbe all'istante: Matt e Valerie. Allo stesso tavolo dove si sarebbe dovuta sedere lei! All'improvviso le si chiuse lo stomaco. Non avrebbe avuto il coraggio di mangiare con accanto Matt, che avrebbe potuto fissare la macchiolina di ketchup che di sicuro sarebbe apparsa sul suo volto.

"Non prendo niente, possiamo anche andare" disse convinta Alesha, mentre posava il vassoio vuoto.

"Ne sei sicura?" chiese l'amica.

La ragazza annuì in risposta e aspettò che l'altra le facesse strada verso il tavolo. Il cuore di Alesha iniziò il suo battere sfrenato.

"Ciao ragazzi!" salutò entusiasta Demetra i due ragazzi al tavolo. "Conoscete già Alesha, vero?" chiese poggiando il vassoio sul tavolo e prendendo posto su una panca.

"Si, ciao Ale, come stai?" salutò Matt, col suo enorme sorriso smagliante. La ragazza per poco non svenne per l'emozione. Per fortuna mantenne il controllo necessario per rispondere: "Ciao, Matt, bene, grazie"

"Noi non ci conosciamo invece. Io sono Valerie" la bionda allungò una mano verso Alesha.

'Ah finalmente conosco la cattiva della fiaba' pensò mentre afferrava e stringeva la mano fredda e ossuta di Valerie. Quest'ultima prese uno specchietto dalla pochette che stava sul tavolo e mirò il suo riflesso, aggiustando i ciuffi che uscivano dallo chignon. Si sedette proprio di fronte a lei, curiosa di analizzarla: bionda, occhi marroni da cerbiatto. Aveva un bel viso magro, celato però da chili di trucco, e la sua finta abbronzatura risultava quasi volgare. Non capiva come Matt potesse essere attratto da lei.

La voce di Matt la distolse dai suoi pensieri. "Allora, a quanto pare oggi non possiamo pulire il giardino" ammiccò ridendo, "Che peccato"

"Eh già, peccato" rispose Alesha, non proprio felice di perdere l'occasione di passare del tempo con Matt.

"Ma tu guarda, che allegra combriccola!"

Alesha si voltò per scoprire l'autore di quelle parole. Ma il suo inconscio aveva già riconosciuto la voce: Ethan.

*spazio autrice*

Hola pasticcini! (resto in tema con la dolcezza della storia), come sempre vi chiedo di farmi sapere se il capitolo vi è piaciuto o se c'è qualche errore, così provvederò a correggere.

Vi mando tanto zucchero!!

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