Capitolo 6 🌿

_Gocce birichine, mani umide_

I ragazzi si diressero ad un ristorante di chapsal bulgogi. Avevano davvero voglia di carne alla griglia e quale posto migliore per mangiarne a volontà?

Jimin e Jeongguk furono costretti a sedersi uno accanto all’altro, ed ora erano molto attenti che i gomiti non si sfiorassero. Jin si accorse subito di quel particolare e si morse il labbro per trattenere una risata. Erano davvero imbarazzanti. Distolse gli occhi per metterli sul volto giovane e bronzeo di Kim Taehyung, il ragazzino che era in grado di farlo tacere.

Quando arrivò in abbondanza la carne di pollo e maiale, tutti si affrettarono a metterla sulla griglia calda. Le sottili fettine sfrigolarono e Jimin, con la coda dell’occhio, poté vedere Jeongguk leccarsi le labbra già pregustando il sapore della carne sul palato, non avendo però posto per friggere la sua. Ancora una volta, sembrava un grande bambino con l'acquolina in bocca e gli occhi che non vedevano altro che cibo. E forse aveva trovato qualcosa in comune, perché anche lui amava mangiare.

Ora era certo che si fosse mangiato tutto ciò che gli aveva portato e sorrise mentre girava con le bacchette la sue fettina di carne fino a farle diventare dorate, per poi metterle direttamente nel piatto del più giovane del gruppo.

«Tieni, mangia tanto.» borbottò premuroso, senza neanche rendersi conto del gesto.

Jeongguk si bloccò un momento «Grazie Jimin» prima di prendere una foglia di insalata, avvolgerla con una fettina e mettersela tutta in bocca con un gemito di delizia.

Jimin rise, davvero addolcito da quella scena, guardandoli di sfuggita le labbra unte mentre mangiava con ingordigia. Mise altre fettine sulla griglia facendo alzare il fumo come una cortina «Dovresti chiamarmi Hyung. Sono più grande di te.» disse mentre costatava che nessuno gli stesse guardando. Troppo occupati a friggere, parlare e mangiare.

Jeongguk sembrò non sentirlo, anzi sembrò far finta, perché nascose il leggero sorriso con un bicchiere d’acqua.

«Cos’altro vuoi? Maiale o pollo?» chiese Jimin, quasi dimenticandosi del suo stomaco che poco prima aveva brontolato in protesta. I capelli si stavano appiccicando sulla fronte per via del sudore, mentre continuava a friggere senza attendere una versa risposta.

«Dovresti mangiare anche tu. Non sono l’unico a dover crescere» e la battuta sull’altezza era così evidente che, Jimin fu costretto a dargli uno sbuffo con la mano dietro la nuca. Jeongguk ridacchiò mentre anche lui metteva in griglia le pietanze.

«Non è un problema per me. Te l’ho già detto.» Jimin strinse gli occhi con il broncio, ancora toccato da quella battuta.

Il minore, rosso in volto per l’imbarazzo di quelle premure mai chieste, ma fortunatamente nascosto dalla scusa del calore, lasciò il discorso in sospeso, mettendo a sua volta della carne cotta nel piatto ancora pulito di Jimin, volendo che anche lui mettesse in pancia qualcosa.

Non dette tempo a Jimin di replicare e si girò verso Hoseok al suo fianco, per partecipare al discorso che aveva fatto alzare la voce a tutti.

Namjoon distolse lo sguardo dai due osservando ora Taehyung.

«Chim, Chim, assaggia questo!» Il maggiore dei due, venne richiamato da Taehyung davanti a lui. Delle bacchette gli vennero spinte in bocca e quasi soffocò per il pezzo di carne alla salsa piccante.

«È davvero buono Tae.» ne prese altri due pezzi per ovvie ragioni: Amava le cose piccanti.

Taehyung sorrise felicemente con il suo sorriso squadrato e tenero, osservando velocemente Jeongguk guardarli ad alternanza prima che si girasse completamente ficcandosi della verdura in bocca.

Jimin e Jeongguk quella sera non si parlarono più, ma continuarono in silenzio a scambiarsi la carne. Mangiando solo ciò che l’altro infilava nel piatto. Ricambiandosi a vicenda quel dolce gesto partito per caso da Jimin.

Tacitamente alla fine della serata, i maggiori del gruppo si divisero tra di loro il conto, dichiarando che fosse un’ulteriore omaggio per i ragazzi arrivati da poco e si affrettarono a ritornare al dormitorio prima che chiudesse.

Si divisero nei corridoi dopo una serie di gesti affettuosi e Hoseok, Yoongi, Taehyung e Jeongguk salirono silenziosamente le scale.

«Jimin. Hoseok si ferma in camera con noi.» parlò Yoongi da dietro le sue spalle. Jimin si voltò appena, osservandoli mentre si guardavano complici negli occhi.

Avrebbe dovuto chiedere a Jin di ospitarlo? Era preoccupato di svegliarsi nel bel mezzo della notte per rumori poco consoni.

«Jiminie perché non dormi in camera con me? È da un po’che non dormiamo nello stesso letto.» Taehyung si aggrappò alle sue spalle, costringendolo ad afferrargli le cosce. Gli parlò vicino alla palle della guancia, baciandola con un broncio. Esponendo a tutti il loro stretto rapporto.

«C’è anche Jeongguk in camera con te Tae. Non vorrei disturbarlo.» lo accarezzò sotto una coscia quando lo sentì lamentarsi.

«Andiamo Minnie. Sono sicuro che a Gguk non dispiaccia e poi devi dormire con me, non con lui.» piagnucolò come un bimbo insoddisfatto e strofinò il naso sulla sua tempia per convincerlo.

E quando Jimin lo guardò negli occhi, capì di aver perso la battaglia, non riuscendo a resistere a quei pozzi profondi. Quindi si girò per guardare Jeongguk che aveva camminato in fondo al gruppo per tutto il tempo.

Il più piccolo voltò velocemente lo sguardo, avendo paura di essere stato beccato a fissarli. Cosa che stava facendo da quando il suo coinquilino era saltato sulle spalle dell’amico.

Si fermò anche lui. Non voleva davvero Jimin in stanza, il ragazzo era così premuroso da metterlo in imbarazzo, per non parlare di quegli occhi che lo facevano sentire in soggezione. Ma… la stanza era anche di Taehyung e Jimin era il suo migliore amico, quindi alzò le spalle. «A me sta bene» tanto si sarebbe addormentato subito per la stanchezza e Jimin se ne sarebbe andato prima del suo risveglio, dato che il giorno dopo era venerdì e aveva lezione.

Jimin si era fatto una veloce doccia in camera sua, si era infilato pantaloncini, canotta (nonostante solitamente dormisse in mutande) e le ciabatte, prima di salutare i due amanti, già appartati sul letto del maggiore e andare in quella di Taehyung e Jeongguk.

Ora era nel letto con il primo. Taehyung aveva preteso di essere abbracciato, quindi lui era stato costretto a dare le spalle al muro e mettersi dietro di lui.

Gli strinse un braccio intorno alla vita, sentendolo subito rilassarsi al contatto. Taehyung era un vero amante del contatto fisico, ogni scusa era buona per toccare anche solo una mano e Jimin lo amava anche per questo, quindi non protestò quando nascose i piedi freddi tra i suoi.

Avevano entrambi il viso rivolto verso il letto di Jeongguk che se ne stava in bagno oramai da un po’ con il soffione della doccia aperta. Tra di loro non c’era nessuna cassettiera, quindi avrebbero dormito faccia a faccia. Jimin non sapeva perché, ma al pensiero di ciò, affondò un po’ nel collo di Taehyung, lasciando che i capelli gli coprissero in parte il volto.

Quest’ultimo si era già addormentato, battendo ogni record. Doveva essere davvero stremato, rifletté Jimin, sentendo il suo respiro pesante e quando iniziò a socchiudere gli occhi anche lui, la doccia smise di scrosciare.

Lasciò una piccola fessura tra le palpebre, improvvisamente senza sonno quando la porta venne aperta.

Jeongguk chiuse la luce del bagno e camminò in punta di piedi verso il suo armadio. Jimin trattenne il fiato vedendolo chiuso in un grande accappatoio nero.

Le gambe erano sottili il giusto e davvero lunghe. Spuntavano sotto l’indumento ancora gocciolando e Jimin volse lo sguardo sulla schiena coperta nonostante quei punti fossero irresistibili. Lo notò guardare il loro letto attraverso lo specchio, probabilmente per controllare che i due stessero dormendo e si ritrovò a chiudere subito gli occhi, con la paura di essere stato beccato a spiarlo con quell’aria un po’… Imbambolata.

Jeongguk era davvero bello con i capelli bagnati e il volto umido e Jimin dovette trattenersi dal non riaprire gli occhi quando sentì qualcosa di pesante cadere al suolo. Doveva essersi tolto l’accappatoio.

Passò qualche istante in cui lo sentì camminare leggero sul pavimento. Se lo immaginò mezzo nudo a cercare i giusti indumenti.

Jimin si rimproverò quando un immagine sfocata di come sarebbe potuta essere la sua pelle gli balenò in testa.

Fece finta di rigirarsi nel sonno, staccando le braccia da Taehyung e affondando la testa tra il cuscino e le coperte.

Scusami Jeongguk si morse il labbro quando la luce venne spenta con un click.

Delle lenzuola frusciarono «’Notte Taehyung e Jimin Hyung. » Un borbottio e il suo cuore ebbe un piccolo sussulto.

Qualche ora più tardi, Jimin si stava rigirando nel letto con la vescica che scoppiava. Stava aspettando che Jeongguk si addormentasse per poter usufruire del bagno e quando lo raggiunse un leggero russare alzò di poco il capo, confermando che arrivasse dal ragazzo più piccolo.

Scostò le coperte e scavalcò il corpo dell’amico per poi poggiare la punta dei piedi per terra. Non guardò altro che la porta del bagno con la sola voglia di trovarsi davanti alla tazza e quando finalmente lasciò i suoi bisogni, un sospiro lasciò in sincrono le sue labbra. Si lavò le mani, lasciandole bagnate per la pigrizia e chiuse nuovamente la porta con la massima delicatezza, lasciando la maniglia umidiccia.

Nessuno sapeva dove fosse finita l’intelligenza di Jimin quando, ricordatosi che Taehyung odiava le mani bagnate su di sé, se le scrollò esattamente tra i letti. Ecco, forse un po’ più vicino a quello di Jeongguk che infatti mugolò nel sonno.

«Merda.» Jimin si mise una mano sulla bocca «Scusami, scusami.» e si trattenne dal ridere quando sotto la luce lunare, qualche goccia congelata luccicò sulla pelle in ombra del ragazzo dormiente.

Accuratamente si portò le mani sui pantaloncini per asciugarle e poi portò quella destra verso il volto del minore in una mossa azzardata. Non si avvicinò con il corpo, lasciò questo compito solo alla sua mano.

Si accorse solo dopo di quanto essa stesse tremando e imponendosi di fermarla da movimenti troppo bruschi, portò via quelle gocce con la punta delle dita, sfiorando il naso, vicino l’angolo delle labbra e la fronte, scoperta dai capelli sparpagliati sul cuscino. Sentendosi il respiro divenire fragile ad ogni tocco in più.

Perché con Jeongguk doveva essere sempre tutto così strano?

La pelle al tatto era incredibilmente morbida, tanto che Jimin ne rimase affascinato, senza accorgersi che ora anche le falangi si erano appoggiate sul volto dai lineamenti in grado di ammaliare. Passò l’indice sulla piccola cicatrice sotto l’occhio e accarezzò le ciglia di quest’ultimo, sentendole solleticargli dolcemente il dito.

E quando Jeongguk schiuse le labbra sottili, Jimin balzò all’indietro, quasi cadendo su  Taehyung. Si affrettò ad arrampicarsi sul letto e si schiacciò contro il muro, guardando in segreto la sua stupida mano, con il cuore a mille e le guance troppo rosse per quelle azioni nascoste.

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