Capitolo 26 🌿
_Direzione: Cuore_
《Sei davvero terribile》Namjoon guardò la faccia di Jeongguk in via di guarigione, finchè egli non si nascose alla vista《E non intendo solo per la tua faccia ma...》si fece avanti camminando fino al letto dove c'era un bozzolo di lenzuola《Puzzi, da quanto tempo non ti fai una doccia?》storse il naso camminando verso le tende per aprirle e fare entrare un po' di luce in quella stanza ombrosa.
La luce del pomeriggio colpì gli occhi di Jeongguk attraverso uno spiraglio della sua fortezza sicura, facendolo soffrire più di quanto stesse già facendo da un po’《Chiudi tutto Hyung》borbottò, chiudendo quel pezzo che gli permetteva di respirare.
Le lenzuola vennero però tirate via, lasciandolo spoglio nei suoi pantaloncini e t-shirt spiegazzati.
《Vai a lavarti e vieni a mangiare qualcosa con noi. È da...》 Namjoon contò mentalmente i giorni passati 《circa cinque giorni che ti limiti a venire a lezione e poi ti chiudi qua, asfissiando Taehyung con la tua depressione》si abbassò verso la palla di pelo che tanto piccolo non era più《prendo Bam con me, lo porto fuori dato che non c'è nessuno per il weekand》lo toccò sulla testa, sorridendo per le laccate felici《Cos'ha tuo padre, eh?》
Bam saltò sul materasso e zampettò verso Jeongguk che si girò dall'altro lato facendolo uggiolare.
《Jeon!》lo rimproverò Namjoon, tirandolo dalla caviglia senza successo《Jeongguk Smettila di piangere sul latte versato, quello che è fatt-》
《Ho rovinato tutto Hyung!》urlò Jeongguk, scattando seduto come una molla《Come faccio a non pentirmene?》
Namjoon gli guardò i capelli a nido, e il volto solo in parte livido
《Stai solo perdendo tempo. E se avessi l'opportunità di sistemare tutto? Startene qua a marcire non ti aiuta e se Jimin ti vedesse ora, beh, avrebbe gli incubi per anni》cercò di non ridere al rivolo di saliva incrostato sul mento e ai segni del cuscino sulla guancia e sul braccio destro.
Jeongguk emise quello che sembrava un ringhio mentre ricadeva sul letto con un cuscino premuto sul volto, non prima d'aver chiesto scusa al cucciolo che non aveva colpe.
Il maggiore si passò una mano sul volto e provando pena per il ragazzo, fece il giro per sedersi sul letto adiacente a quello già occupato《Ascoltami Jeonggukie…è normale che in una relazione ci siano alti e bassi, momenti felici e litigi. L’importante però è saperli superare insieme, perché è solo grazie ad essi che si determina la forza di una coppia》
《Ma Jimin adesso mi odia》borbottò il ragazzo, attutito dalla federa.
《Se ti odiasse non mi avrebbe mandato qua a tirarti fuori dalla tua stessa stanza》Namjoon piegò la testa di lato, per guardare quella di Jeongguk sbucare appena《E non chiederebbe costantemente a Tae come vanno le tue ferite》
《Dici davvero o è una trappola?》chiese curiosamente, giocando con i piedi fra le lenzuola.
《Dico davvero》il maggiore fece spuntare le sue fossette profonde e sincere e si avvicinò ancora una volta a Jeongguk. Gli poggiò una mano sul capo, cercando inutilmente di districargli i nodi《Quindi, adesso alzati, lavati e vieni a mangiare, cerca di riprenderti ciò che sino a poco fa era tuo》
《Come dovrei farmi perdonare?》
《Questo sei tu a doverlo decidere》Namjoon si abbassò a infilare il guinzaglio, trovato sul comodino, al cane e uscì dalla porta, dopo essersi assicurato che il minore si fosse messo almeno seduto.
“Quei capelli arancioni spiccavano brillanti fra tutti.
Ero in ritardo, ma quel volto di profilo mi ha lasciato in sospeso, non sentivo più il preside, non sentivo più li altri alunni, l’unico che riuscivo a vedere era solamente quel ragazzo mai visto prima ma che mi era parso bello come pochi. Brillava ai miei occhi, chiuso nella sua divisa perfetta, quando mi sedetti, si girò un attimo. Non mi vide, ma riuscì a folgorarmi con i suoi occhi nocciola.
Non avevo mai provato qualcosa del genere, è stato come sognare ad occhi aperti...
Il posto in cui ho sognato ad occhi aperti, è il posto in cui troverai il secondo indizio”
Jimin sbuffò una risata sincera mentre si lasciava cadere sul letto. Stringeva tra le dita quel pezzo di carta che aveva trovato sul suo comodino.
Yoongi alzò le spalle, discolpandosi quando venne guardato confuso: preferì girarsi con il telefono in mano
《Ne sai qualcosa?》gli venne chiesto.
《Uh?》Il maggiore accavallò le gambe sul letto《di cosa?》trattenne un ghigno consapevole, portando nuovamente gli occhi sull’applicazioni di KakaoTalk.
《Cos’hai fatto mio stupido ragazzo?》sussurrò Jimin fra sé e sé.
Aveva voglia di correre fuori e si sentiva debole se pensava di averlo già perdonato da metà settimana, ma sentiva che Jeongguk fosse sinceramente pentito, tutti quei giorni recluso in camera propria erano un chiaro segnale.
Aveva avuto tempo per riflettere sui propri errori e ricordava benissimo che il minore fosse maledettamente nuovo in tutto quello che girava intorno a loro due《Cosa dovrei fare?》
《Forse ascoltare i biglietti? Vedi un po’ dove ti portano》
E si, Jimin decise di andarci solo perché non era detto che alla fine di tutto si sarebbero baciati con un lieto fine, avrebbe potuto semplicemente prenderlo a schiaffi per il suo comportamento immaturo e… magari baciarlo dopo. Insomma, volente o nolente, gli era mancato anche troppo quel bizzarro ragazzo.
Si fermò sul corridoio.
La prima volta… la prima…
Poi si rianimò come sotto una scarica di adrenalina.
La sala, è avvenuto là il suo ritardo.
Rise mentre iniziava a scendere le scale per uscire dal dormitorio.
Era un sabato sera, il cielo era ancora chiaro grazie alla stagione calda ed era tinto dal sole che pian piano andava a dormire.
L’aria frusciò facendogli finire i
capelli scuri sugli occhi coperti dalle lenti degli occhiali.
Se li scostò dalla visuale superando la porta ed entrando nell’ala centrale dell’accademia.
《Park, cosa ha intenzione di fare a quest’ora qua dentro?》venne fermato da un inserviente e si bloccò, girandosi con gli occhi più dolci che aveva in repertorio.
《Ho dimenticato un libro, è importante o non riuscirò a terminare i compiti》
L’inserviente lo guardò per qualche istante, prima di alzare gli occhi al cielo《Ha cinque minuti》
E Jimin non se lo fece ripetere due volte; Fece finta di salire le scale per il suo corridoio e quando si assicurò che l’uomo non ci fosse più, scese di soppiatto ed entrò nella porta sulla parete di destra.
Attento a non farsi scoprire attraverso le finestre pulite, osservò l’ambiente due volte più grande senza nessuno dentro, era scomparso anche il palco e rimanevano solo le sedie ordinante in file.
Le stesse che avevano mantenuto nella riunione di presentazione.
Jimin infilò il primo biglietto nella tasca posteriore dei jeans attillati e iniziò a sorpassare le file una per una, cercando di ricordare quale fosse stato il suo posto.
Non ci mise troppo però, perché un foglietto uguale al primo, brillava sullo schienale di un’anonima sedia.
“Qualcuno mi è piombato addosso mezzo ubriaco.
Aveva un corpo morbido, più minuto del mio e il suo odore era talmente buono che superava quello dell’alcool.
Era un odore forte, forse ricordava un po' quello delle arance, e rispecchiava una personalità frizzantina, cosa che a quei tempi non potevo sapere.
Era buio, ma lo riconobbi subito grazie a quei capelli sempre un po’ spettinati.
Sentivo solo le chiavi tintinnare attaccate chissà dove, mentre rimasi a fissarlo come un miraggio mentre cercava di entrare nella mia stanza.
Era bello, bello da mozzare il fiato con gli occhi lucidi, i vestiti stropicciati e l’aria confusa...
Il posto dove mi sono sentito abbracciato per la prima volta dal tuo odore, è il posto in cui troverai il terzo indizio”
Quella volta il ragazzo dovette passarsi una mano sul volto, immobilizzato.
Non era neanche lontanamente a conoscenza che Jeongguk avesse provato tutto ciò durante i loro primi incontri.
Gli tremarono le gambe mentre, senza alcun dubbio, faceva il percorso a ritroso, tornando nel corridoio del dormitorio, troppo eccitato per sentire la stanchezza di quelle scale.
Camminò a zig zag, cercando di trovare l’altro indizio e stava quasi per arrendersi quando vide un angolo bianco, uscire da dietro la mappa del piano.
Sei stato fortunato che l’abbia trovato. Non sono così bravo in questo
Scuotendo la testa aprì il biglietto ripiegato su di sé dopo averlo staccato dal piccolo spillo, facendo cenno a d’un ragazzo che era appena uscito dalla propria stanza.
“È forse il nostro nido… un semplice involucro di morbidezza che ha visto i nostri abbracci, le nostre risate e le nostre lacrime.
Qua abbiamo visto baby boss, o almeno, ci provavo dato che il cuore sembrava esplodermi nel petto per colpa tua.
La tua vicinanza mi firggeva il cervello già da allora, nuovo com’ero in tutto quello che mi facevi provare senza neanche farlo apposta, mi sentivo insicuro e ignorarti era la cosa più giusta da fare secondo me.
Finchè non sono crollato dalla voglia di averti al mio fianco e ora non vorrei altro che tenerti tra le braccia per un tempo indefinito…
Su questo involucro hai saputo reggermi tenendomi stretto quando stavo per cadere.
Hai saputo amarmi quando tutto stava crollando.
Hai saputo accudirmi quando accanto non volevo nessuno.
Più morbidi di quelle coperte, erano i tuoi abbracci, in cui la mattina amavo svegliarmi sotto la nostra regola. I dolci baci, che ogni giorno mi stampavi sul volto e la dolcezza del tuo viso ogni volta che brillava.
Il terzo indizio, ti aspetta in un posto comune ma pregno di emozioni incancellabili
Ps. Questa volta non dimenticarti della cioccolata”
Jimin tirò violentemente su con il naso e voltò il capo guardando la porta di Jeongguk e Taehyung.
Era indiscutibile che quel nido fosse il letto del primo e infatti, la maniglia girò quando cercò di aprirla.
La stanza era arieggiata mentre camminava sino al letto, accarezzando con le dita il morbido cuscino che spesso aveva rubato da Jeongguk durante il sonno. Quanto gli mancava addormentarsi e svegliarsi con lui.
All’improvviso, mentre disfava le coperte alla ricerca del foglio, gli sembrava passata un’eternità.
Aveva perso completamente il conto del tempo.
Ma dove sei?
Senza pazienza guardò anche sotto il letto, rimanendo deluso quando non trovò nulla... poi si illuminò. Si alzò quasi sbattendo la testa alle travi e corse verso la scrivania.
Un biglietto arancione era piegato, tenuto fermo da un piccolo cioccolatino agli agrumi.
Jimin lo scartò subito, mugolando dal piacere per quella delizia.
Perse tempo facendolo sciogliere in bocca mentre apriva quel particolare biglietto, con il cuore in gola.
“Mi hai detto di poter tornarci ogni volta che avessi voluto vedere le stelle, non tenendo conto che l’unica stella che avrei mai voluto vedere fossi tu.
Sei diventato parte importante della mia galassia, sei diventato una delle stelle più luminose che potrebbe far piombare il mio mondo nel buio se solo mancasse.
Qua non ho resistito, il nostro primo ‘Ti amo’ ha colorato con dolcezza le nostre corde vocali.
Ricordo che il mio cuore sembrava quasi aver voglia di unirsi al tuo, mentre i miei occhi si cibavano solo da te.
Le tue mani, erano diventate d’improvviso essenziali per farmi tornare alla realtà.
I tuoi baci, importanti per farmi imparare a sognare e la tua presenza, una costante della mia vita, ritenuta triste fino a qualche mese prima.
Qua ho imparato ad andare avanti solo perché… sapevo che al mio fianco ci saresti stato tu.
Qua è nato il nostro amore agli agrumi: Dolce, dolce come lo zucchero tra le nostre labbra e i nostri corpi che si sfiorano e aspro di tanto in tanto, intercorso dai nostri litigi spesso infantili di cui però, non potrei mai fare a meno.
Grazie Jimin per Amarmi. Sono pronto a prometterti, a giurarti che io non smetterò mai di farlo. E sono pronto a farlo sulle tue labbra se solo me ne darai l’opportunità…
Scalda i motori Jiminssi, se solo la desideri, la tua sorpresa ti aspetta sotto le stelle”
Jimin lasciò cadere la carta del cioccolatino per terra, asciugando con violenza le lacrime che stavano per bagnare quel prezioso foglio.
Deglutì un groppo in gola mentre lasciava la stanza, diretto alla casa sull’albero, nonostante fosse ancora in ciabatte e in quella sciatta e vecchia maglia scolorita di qualche band.
Non avrebbe fatto attendere ulteriormente Jeongguk.
Aveva sbagliato, ma tutti sbagliavano e Jimin non era pronto a lasciare il suo grande amore e forse, non lo sarebbe stato mai.
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