Capitolo 20 🌿

_Non è mai troppo presto_

«Come diamine hai fatto a convincere il preside a tenere Bam con noi? Siamo in una scuola» Taehyung aveva le sopracciglia aggrottate mentre raccoglieva il materiale per la lezione che avrebbe avuto fra qualche minuto.

La scuola era iniziata esattamente quel giorno, il natale era volato via e con lui le sue bellissime vacanze.

Jeongguk guardò di sfuggita Bam che faceva la sua colazione. Alzò le spalle poco curante «Il preside mi doveva un favore»

«Vorrei chiederti di più, ma inglese mi aspetta» sbuffò l'altro, uscendo dalla stanza con lo zaino in spalla.

Il minore fece lo stesso poco dopo, non prima di essersi assicurato di far capire a Bam di non fare casini. O almeno, sperava l'avesse capito.

Il tempo di chiudere la porta che un bacio gli venne stampato sulla guancia destra. Era da quando erano tornati che non vedeva il maggiore, dato che ognuno di loro aveva passato il resto delle vacanze con la famiglia.

Ora il ragazzo era davanti a lui con un sorriso smagliante in volto e i capelli morbidi a farlo sembrare quasi un bambino. Gli venne stretta la mano e insieme si avviarono verso le scale «Nel pomeriggio devo portare Bam dal veterinario, vieni con me?»

Jimin scosse la testa in maniera positiva. Non fece domande, dato che era stato già avvertito in precedenza che Bam ora vivesse in stanza di Jeongguk.
Quando uscirono dall'ala degli spogliatoi, due paia di occhi li puntarono maliziosi.

Yoongi spense la sigaretta contro un muretto, prima di seguire il fidanzato verso i due che ancora si stringevano le mani «Allora? Avete finalmente deciso di confessarvi?» sbuffò una risata, quando vide il più piccolo del gruppo arrossire vistosamente

«Ci stiamo frequentando» Jimin guardò di sfuggita l'altro.

«Sono così contento per voi ragazzi» Hoseok si asciugò delle lacrime immaginare fissando Namjoon che, trafelato li raggiungeva. Probabilmente in ritardo per la lezione.

Nessuno si perse lo sguardo che gettò alla quasi nuova coppia.

«Cosa avete adesso? Io Algebra»

«Allora andiamo insieme, sono sullo stesso corridoio» Yoongi gli si avvicinò e dopo aver salutato Hoseok, si avviarono verso le lezioni

«Suona bene no?»

Jeongguk rallentò, guardando Jimin che aveva parlato a bassa voce per non farsi sentire dagli altri due che camminavano davanti a loro «Cosa esattamente?»

«Dire che ci stiamo frequentando. Almeno sono sicuro che nessuno può soffiarti via da sotto al mio naso» alzò gli occhi al cielo il più basso, ricordandosi di tutti gli occhi che si poggiava ogni volta addosso al ragazzo.

«Cosa devo dire io invece? Qua ti guardano tutti. Sia maschi che femmine» si lamentò Jeongguk, ricambiando lo sguardo di una ragazza che lo stava guardando male. Sicuramente gelosa di lui per averle rubato la sua cotta.

Jimin lo spinse scherzosamente, mentre entravano nell'adrione centrale 《Ci vediamo nel pomeriggio allora...》 tentennò nel corridoio principale. Gli armadietti sbatteva rumorosi e li studenti erano molteplici. Camminavano ovunque, parlottando ad alta voce.

《A dopo》Jeongguk sorrise e guadagnandosi occhiate da tanti, stampò un veloce bacio sula guancia del maggiore prima di scappare con la cartella che batteva sulla schiena.
L'altro rimase imbambolato, non proprio sicuro di ciò che era successo.

Certo, Jeongguk giorni prima gli aveva detto che non gli importava del parere delle persone... ma accertarsene così era qualcosa di nuovo e diverso, qualcosa che lo faceva saltellare felice da una parte all'altra, con un sorriso d'ebte sul volto.

《Fermiamoci a mangiare da qualche parte》Jimin si fermò davanti al semaforo. Un braccio poggiato alla portiera e uno al volante.

Jeongguk, seduto comodamente accanto a lui, distolse l'attenzione dal libretto medico di Bam che era risultato sano e forte. Si fermò a guardare i capelli scompigliati per finestrino leggermente aperto di Jimin 《È un appuntamento, Park?》si morse il labbro quando venne fulminanto da quello sguardo felino e mortalmente serio.
Aveva detto qualcosa di sbagliato?

Inziava a sentire che la costante paura di esagerare, di fare o dire qualcosa di troppo, potesse rompere quell'equilibrio che avevano stabilito tra di loro.

E dio se gli piaceva quell'equilibrio.

《Vuoi che sia il nostro primo appuntamento?》Jimin fece ripartire la macchina quando vide il ragazzo alzare le spalle e guardare fuori dal vetro《Allora lo sarà. Portiamo Bam da uno dei ragazzi, ci vestiamo con i nostri migliori abiti e andiamo al nostro primo appuntamento》il sorriso che aveva, gli faceva persino male alle guance, ma non riusciva comunque a smettere, costretto da forze maggiori.

Jeongguk lo voleva, accidenti se lo voleva ed era così sorpreso che Jimin lo avesse capito così bene che gli sembrava quasi di essere un libro aperto

《Gguk?》
Il nominato giocò con le cuciture della tuta scura, ascoltando attento ciò che il maggiore aveva da dirgli《Io non so se sei completamente nuovo in queste situazioni. Non so quante relazioni tu abbia avuto o quanto oltre tu ti sia spinto. Ma voglio che tu sappia che ora, con me, se vuoi qualcosa devi solo chiederla o prendertela, va bene?》Jimin parcheggiò davanti la scuola, guardando il profilo del minore che sembrava assorto in pensieri più profondi di ciò che faceva vedere.

'Cosa mi nascodi Gguk? Perché ho la sensazione che c'è qualcosa che non mi hai ancora detto?'

Jeongguk aprì lo sportello per uscire 《Ci vediamo dopo Jimin》sviò la domanda prendendo la gabbia di Bam, diretto verso il dormitorio.

Il ragazzo, rimasto solo sbuffò dal naso, afferrò il volante con due mani e poggiò la testa contro lo schienale.
Amava l'innocenza di Jeongguk... ma sapeva che nessun ragazzo, neanche il più timido, potesse avere tale inesperienza su ciò che in realtà fossero le relazioni.
Il minore, aveva l'abitudine di camminare sempre guardandosi intorno, quasi come... se vedesse qualcosa per la prima volta dopo parecchio tempo. Aveva gli occhi grandi e sinceri, eppure si perdevano di tanto in tanto nel proprio oblio.

[...]

Jeongguk si sistemò il lungo bomber nero. Scosse la testa, lasciando ricadere scomposti i capelli blu. Aveva le labbra che brillavano grazie al suo fedele balsamo, esattamente come le cinghie degli anfibi che portava ai piedi che, tintinnavano ad ogni passo lungo le scale.
Quello era il suo primo ufficiale appuntamento. 
Poteva sentire le mani sudare, nascoste nelle tasche e la gola farsi arida mentre si avvicinava alla fantastica volvo di Jimin che, brillava sotto le prime luci del tramonto.
Quando aprì la portiera e finalmente entrò, il delicato e aspro profumo che il maggiore aveva sicuramente usato, lo avvolse completamente. Voltò la testa, trovando quest'ultimo  mozzafiato, con la fronte scoperta, gli orecchini che gli aveva regalato ai lobi e la giacca elegante e rossa a stringerlo delicatamente.

《Perché sei vestito così elegante?》Si guardò il suo stesso outfit《Dovrei salire a cambiarmi?》

Jimin scosse la testa accendendo il motore《Non c'è bisogno di essere eleganti per apparire belli》lo guardò con la coda dell'occhio, osservandogli i pantaloni multitasche che gli fasciavano perfettamente le gambe snelle.

Jeongguk guardò fuori, osservando la strada in cui erano diretti, apprezzò silenziosamente quel velato complimento《dove andiamo?》chiese curiosamente, mentre l'altro accendeva la radio cercando qualcosa di decente.

《In un posto che ho conosciuto tempo fa》Jimin non volle dire altro mentre superavano un paio di macchine, fermando la sua ricerca quando trovò in una stazione, la nuova canzone di Justin Bieber《Ti piace Justin?》

《Scherzi? Adoro questo cantante》il minore si prese la libertà di alzare il volume, iniziando a notare come la città scomparisse mano a mano, dando il via libera a più verde e meno spazio al cemento.
La sua testa si girò di scatto quando sentì Jimin intonare qualche parola della canzone in inglese, egli gli sorrise affabile, muovendo la testa a ritmo, trascinandolo così in quel karaoke improvvisato che alla fine durò molto, molto più di una canzone.

《Jimin...》 alla fine di una delle canzoni dei Btob, poggiò il mento sulla mano, con la gola quasi del tutto disidratata《Jimin, perché siamo in un bosco?》scese anche lui quando l'altro fece lo stesso, trovandosi a schiacciare l'erba corta e umida, a dorso di una stradina ciottolata.
《Seguimi. Prometto di non ucciderti》rise il nominato, facendo strada, prima di uscire dal viale e superare qualche albero.
《Arrivati》Esultò soddisfatto dopo poco, quando si fermò sotto ad uno degli alberi che non sembrava aver nulla di diverso. Mani sui fianchi e occhi sul volto confuso di Jeongguk, alzò un dito verso l'alto, portando il ragazzo a seguirne la traiettoria.

《Una casa sull'albero?》Jeongguk spalancò gli occhi, toccando con le mani uno dei gradini il legno della scaletta retta da due spesse funi. Venne spinto dolcemente da Jimin e non perse tempo a sposatrsi per farlo salire per primo.
Venne poi guardato dalla cima

《È tua?》

《Certo che è mia!》Jimin si grattò la punta del naso 《E di Taehyung. Allora? Sali Gguk》

Jeongguk non se lo fece ripetere due volte. Velocemente fece le scale due a due e quando arrivò in cima, gli occhi d'onice si illuminarono per via delle diverse candele che erano state piazzate lungo la superficie il legno, coperta da un grazioso tappeto rosso. 

Si mise in piedi, spalancando letteralmente la bocca davanti alla tovaglia bianca e ricamata su di esso, dei diversi piatti ricolmi  di cibo, e dei morbidi cuscini di diversi colori che non davano quasi spazio per camminare《Quando hai avuto tempo di sistemare?》sussurrò con gli occhi lucidi, veramente emozionante per tutta quella eccessività.

Nonostante l'appuntamento fosse stato messo su due piedi, Jimin si era assicurato che tutto fosse perfetto, curato nei minimi dettagli.

《Non c'è bisogno che tu lo sappia adesso》Jimin, che aveva già preso posto ad uno dei lati della tavola improvvisata, guardò -con una mano poggiata sul pavimento, una gamba rilassata e l'altra piegata che lentamente oscillava a destra e a sinistra- la bellezza di Jeongguk baciata teneramente dalla luce gentile delle candele《non hai fame? Siediti》

Jeongguk seguì le mosse dell'altro e si tolse le scarpe, prima di sederglisi davanti. Incrociando le gambe guardò Jimin ricambiare lo sguardo, frastagliato da qualche capello grigio che era scivolato sulla fronte.
Per qualche strano motivo si sentiva teso come una corda violino, ma ci mise poco a sciogliersi grazie ai piatti dal buon sapore e il vino rosso che il maggiore aveva stappato con uno scherzoso: 《se qualcuno sa che ho dato da bere ad un minorenne potrei finire in prigione》

Parlarono rilassati di Bam, della scuola, della musica che li piaceva, di tutti ciò che gli passava di testa, finché, a pancia piena, decisero di alzarsi, superare la tovaglia e sdraiarsi a terra sui cuscini. Fianco a fianco poggiarono la testa sul posto delle travi accanto alla scala, dove la tettoia non c'era e dava loro modo di osservare il cielo tagliato da qualche ramo.

《Mi mancavano le stelle》sussurrò Jeongguk, osservando i milioni di punti luminosi. Faceva freddo, l'aria condensava i respiri e tagliava le guance. Ma la trovò quasi piacevole mentre piegava un braccio sotto la testa.

Jimin era d'accordo con lui. Era raro vedere le stelle così belle e luminose e da là, sembrava quasi di poterle catturare per metterle in tasca. Il silenzio accompagnò la sua mano che cercò quella di Jeongguk tra di loro. Le dita si strinsero《puoi venire a vederle ogni volta che vorrai》

Jeongguk si voltò, semplicemente perché al suo fianco c'era qualcosa di più bello di quella notte speciale.
C'era Jimin che, bello come un angelo, rimirava il dipinto pittoresco sopra di loro. In silenzio si mise su un fianco e allungò una mano, aprendola completamente sul volto di Jimin, quasi coprendolo completamente. Le ciglia, solletticarono gli spazi delle dita quando chiuse gli occhi e i cuscinetti morbidi che aveva al posto delle labbra, gli regalarono un dolce bacio alla fine del palmo, quasi al principio del polso《Grazie Jiminssi》parlando seriamente, fece scorrere la mano in una carrzza lungo la guancia, portandolo a voltare la testa verso di lui con una delicata spinta《È magnifico. È tutto davvero perfetto. Tu... Sei la cosa migliore che potesse capitarmi. E non mi importa nulla se è ancora presto per certe parole. Io potrei davvero giustificarmi con il fatto che non so davvero niente su tutto questo, ma in realtà tu sei davvero diventato... essenziale. Essenziale come l'aria che si respira.
E non potrei mai ringraziarti abbastanza, lo sai? Perché mi basta la sola tua presenza per farmi dimenticare tutto...
Mi basta il tuo sguardoz per farmi perdere in un mondo diverso dell'oblio.
Mi basta una sola tua parola, per farmi sognare ancora e mi basta una sola tua carezza, per portarmi a vivere nuovamente...》una lacrima scese lungo la sua guancia, fermata dalle dita pronte di Jimin che la raccolsero con delicatezza.

Quest'ultimo guardò la goccia cristallina sul dito, sentendone due identiche, colare giù dai suoi stessi occhi. Si rigirò nella stessa posizione dell'altro e gli portò un braccio intorno al collo, lasciando che la mano umida, accarezzasse il retro del collo del ragazzo《Cos'hai dovuto passare Jeongguk...》non era una domanda quella. Era una semplice constatazione che era costato un brivido, lungo il corpo del nominato che si sentì letto nell'anima senza aver detto nulla.

《Come fai a capirmi ogni volta?》sussurrò delineando la mascella del suo volto, portando via anche le sue lacrime. Lacrime che avevano condiviso, lacrime nate dallo stesso silenzioso punto.

Jimin sorrise a mala pena《I tuoi occhi spesso parlano per te Jeongguk》

E Jeongguk non disse che anche un libro ha bisogno del suo lettore, limitandosi a far scontrare le loro fronti《Io ho... paura di essermi innamorato di te, Jimin. Lo credi possibile?》ammise a fior di labbra, con lo spettro di un bacio tra di loro.

《Solo un cuore come il tuo può avere tutto questo coraggio, lo sai?》Jimin aveva il il suo organo vitale che pulsava veloce《Le persone di solito si perdono i momenti magici. Si perdono quel ti amo che avrebbero dovuto dire, solo per la paura di non essere ricambiati o per la paura che sia sempre troppo presto.
E diamine se mi sentirei stupido a non ammettere che la tua, è una paura condivisa da me.
Mai provata così forte e vera... E al diavolo se è troppo presto, al diavolo se abbiamo iniziato a frequentarci da poco, al diavolo se tutti gli sguardi ogni volta sono su di noi. Io non vorrei altro ora che...》 i suoi occhi si spostarono veloci sul volto giovane, accarezzandone ogni angolo 《Jeongguk, diventa il mio ragazzo...》la voce si affievolì, costringendolo a godersi quel bacio che Jeongguk decise di regalargli facendoli balzare in un universo parallelo.

Le loro labbra si incastrarono in quel bacio che aveva un sapore diverso dal primo. Era forse più sincero, con meno catene e timori. Era dolce e senza lingua, un vero tributo a tutto ciò che con delicatezza, li circondava in un abbraccio.

Le mani di Jimin erano tra i capelli di Jeongguk e le mani di Jeongguk erano sul volto di Jimin, incapaci di lasciarlo andare anche solo per un istante.

Uno schiocco mise fine al bacio al sapore di vino e i nasi non smisero di toccarsi mentre i loro occhi si aprivano, tuffandosi nei gemelli diversi《Ora siamo fidanzati Jimin》radicchiò Jeongguk,  sentendo davvero speciale quella preziosa parola《Abbiamo vinto il record di minor tempo di frequentazione》ridacchiò.

Jimin scivolò in avanti per poggiare la guancia contro la sua. Respirò a pieni polmoni il suo delicato odore, e si lasciò accarezzare dai suoi capelli morbidi《Ora siamo fidanzati Jeongguk》Ribadì, quando quest'ultimo rotolò sulla schiena portandolo su di lui. Poteva sentire le sue braccia stringerli la schiena in un abbraccio quasi soffocante.

《Dio come mi sento...》Jeongguk perse ancora una volta gli occhi oltre il cielo, immaginandosi un volto famigliare sorridergli tra le stelle. Qualcosa si accese in lui. Qualcosa di caldo che sapeva di seconda possibilità che sicuramente non si sarebbe mai lasciato sfuggire《Sei la mia persona migliore Jimin》

Possibile che l'amore avesse tale potenza? Prima ti rompeva completamente, solo per ricomporti in maniera migliore e speciale.

《Va tutto bene Gguk》gli sussurrò contro l'orecchio Jimin, sentendo le lacrime cadergli contro la guancia, dopo aver percorso il volto del minore《Siamo stati fortunati a trovarci. Sono in pochi a poter dire di aver vissuto il vero amore e non c'è nient'altro altro al mondo che scambierei con te e con ciò che con un solo sguardo sai provocarmi.》

Jeongguk non rispose, limitandosi a stringerlo un po' più forte, quasi a volerlo sentire di più. Più di quanto o corpi permettessero.

Io
Vi auguro buon anno con un dolce capitolo sulla nostra Jikook.
Come lo avete trovato?
Vi piace come la storia sta evolvendo? Io sinceramente me ne sto innamorando ahaha

Spero che possiate avere un anno felice 💫🥀

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