Capitolo 16 🌿


_Yoongi... frustrazione assicurata_

Jeongguk si svegliò con una strana sensazione di bagnaticcio sul volto. Grugnì scostando il capo di lato e quando la sensazione lo seguì, alzò meglio il piumone cercando di scappare da quel fastidio.

«Jimin… non mi leccare la faccia. Ho sonno» borbottò, il volto sotto al cuscino. Forse ricordando il bizzarro sogno che stava facendo sino a poco prima.

«Credi davvero che possa leccarti la faccia?» Jimin scoppiò a ridere a gran voce, mettendosi seduto tra le coperte calde. Anche lui era appena stato svegliato. Solo che, in confronto a Jeongguk, il suo volto era stato schiaffeggiato dalla coda del cagnolino. Con uno sbadiglio prese il corpicino tra le mani per tirarlo in grembo, mentre Jeongguk bolliva nel suo imbarazzante primo discorso mattutino.

Si fece forza e con un’unica mossa, sedette portandosi le mani tra i capelli, poggiò i gomiti sulle ginocchia e fissò verso il basso. Sbadigliò mentre si strofinava il cuoio capelluto.

Un naso umido fece capolino tra le braccia e due occhietti vispi lo fissarono. Si imbronciò appena, prima di concedergli un grattino tra le orecchie.

«Dovremmo dire a Yoongi che abbiamo un ospite» Jimin allungò le gambe davanti a lui, giocando con le dita dei piedi tra le lenzuola «Probabilmente ha anche bisogno di uscire per fare i bisogni»

«Dove vai?» Jeongguk rialzò il volto, guardando Jimin ora in piedi affrettarsi verso la porta.

Il maggiore si voltò un momento, sorridendo dolcemente alla vista di quell’adorabile broncio e dei capelli corvini a nido, scompigliati per la notte. Sospirò quando si ricordò di come ad un certo punto, Jeongguk si fosse avvicinato a lui per stringerlo tra le braccia, costringendo il cucciolo a fare il giro del letto per posizionarglisi su un fianco. Jimin allora, si era solo morso il labbro e senza muoversi, si era lasciato stringere, sentendo il cuore battere velocemente, cullato il quel morbido abbraccio.

«Ci vestiamo e troviamo qualcosa da mangiare per il cucciolo» si grattò un braccio, poggiando la testa contro il cornicione della porta, ancora stanco per via delle ore piccole. Tra l’altro in quella stanza, l’unica finestra era un piccolo rettangolo quasi a ridosso del muro, quindi non era completamente sicuro dell’orario.

Jeongguk annuì prendendo il cane per poggiarlo a terra, ricadde nuovamente sul cuscino morbido, ancora sfatto e caldo «Perfetto, dieci minuti e siamo sotto» accordò, chiudendo ancora gli occhi.

«Non ti addormentare nuovamente Gguk» si lamentò Jimin vedendo il suo petto iniziare a fare movimenti più lenti «Gguk» allungò il suo nome mentre raggiungeva nuovamente il letto.

Prese quello che credeva fosse il braccio e lo tirò «Come diamine hai fatto?» curioso osservò il volto realmente addormentato.

Jeongguk tirò indietro l’arto per farsi lasciare e si girò di lato, nascondendo la faccia tra i due cuscini «Cinque minuti Jimin» borbottò, parendo soffocato per il tessuto.

«Non ti credo, avevi la faccia di uno che potrebbe dormire per un giorno intero» Jimin batté un piede per terra, osservando il cane che gironzolava «Andiamo, il cucciolo deve mangiare» provò a tirarlo ancora e quando non si mosse, si sdraiò dietro la sua schiena, infastidito per essere ignorato.

Con uno strano sorriso sul volto, lo circondò con il braccio sinistro mentre strisciava leggermente più avanti per poggiare la guancia sulla sua «Ggukie…» sussurrò direttamente nel suo orecchio morbido «Sveglia» portò la mano sulla sua pancia, accarezzandola in movimenti circolari da sopra al piumone.

Jeongguk spalancò gli occhi «Che stai facendo Jiminie?» borbottò sentendo la pressione del petto sulla sua schiena. La mano alla pancia, lanciava piccole palline infuocate direttamente nel suo sangue, rendendolo più attivo del dovuto.

Le palline si infiammavano senza spegnersi, colpendolo direttamente nei punti sensibili, sciogliendosi poi come lava nel suo sangue.

«Sto cercando di tenerti sveglio» Jimin mise su un broncio innocente e per la mossa, il labbro inferiore sfiorò la pelle dell’orecchio del minore.

«Potrei dormire lo stesso» mentì Jeongguk, tirando senza farsi sentire troppo il capo all’indietro, per premere i due punti a malapena a contatto.

«E il cucciolo?» la mano di Jimin corse dolcemente sul fianco passando dalla vita, saggiando appena la sua sottilezza da giramento di testa.

Jeongguk lo ritenne davvero troppo, specialmente da sopportare la mattina presto con un bel durello tra le gambe.

Fece la mossa azzardata di mettere pressione con tutto il suo corpo, per far sì che il maggiore si spostasse, permettendogli di mettersi a pancia in su.

Non aveva tenuto conto però, di quanto in realtà Jimin fosse testardo, oltre che sensuale in momenti poco opportuni. Infatti, egli rimase un attimo su con il gomito a fissargli il profilo dagli occhi chiusi e, poco soddisfatto del risultato avuto, dopo essersi leccato le labbra, si intrufolò sotto il piumone.

Jeongguk credeva che anche lui si fosse messo nuovamente a dormire, ma per la seconda volta in pochi minuti, i suoi occhi si spalancarono, venendo accecati dalla lampada accesa.

Jimin, nonostante l’intralcio della stoffa pesante, si mosse agile come un serpente e gli sedette sul bacino a cavalcioni.

Jeongguk si ritrovò a mettergli le mani sui fianchi, assicurandosi che non si muovesse un poco più avanti, dove la sua erezione stava silenziosamente sveglia. Di certo tutto quello non aiutava a calmarla.

«Che stai facendo Jiminie?» chiese nuovamente, studiandogli dal basso il volto ancora segnato dal sonno.

Jimin alzò le spalle strafottente, poggiando le mani su quelle dell’altro, più consistenti e larghe. Là sotto faceva davvero caldo.

«Se dobbiamo tenerlo, dobbiamo responsabilizzarci, non possiamo permettere che muoia di fame» Si lamentò apertamente, fregandosene di apparire come un bambino.

Jeongguk deglutì almeno quattro fiotti di saliva, il Jimin velatamente malizioso di prima, ora faceva a botto con quella lamentosamente adorabile di adesso.

Il suo peso lo stava schiacciando dolcemente e non si preoccupò davvero quando gli accarezzò i fianchi delineati, coperti dal pigiama peloso.

Aveva le labbra rosate e insolitamente gonfie per la notte, imbronciate vistosamente, gli occhi nocciola e supplicanti su di lui e i capelli sfatti a regola d’arte. Jeongguk si sentì un maledetto ad immaginarselo con la stessa espressione… ma in momenti diversi.

Quando aveva deciso di passare le vacanze là, di certo non si aspettava di diventare tale pervertito. Insomma, era sempre più o meno riuscito a mantenere calma la sua libido, ma con Jimin… con Jimin era così difficile che avrebbe potuto piangere da un momento all’altro. Tra l’altro dato che si erano divisi un po’ nei giorni prima, non si aspettava che avessero chissà quale contatto e ora invece erano nuovamente uniti come se non fosse mai successo.

Jimin dal canto, l’attrazione sessuale che bruciava con scariche elettriche entrambi, l’aveva sentita sin dall’inizio. Aveva la sua dose d’esperienza e sapeva riconoscere quando il suo corpo, la sua mente e il suo cuore, richiedevano certe cose.

Le mani di Jeongguk lo accarezzavano pigre sui fianchi, facendolo sentire caldo come mai era successo con un tale e semplice gesto.

Quelle labbra, dalla sua visione dall’alto sembravano davvero invitanti. Il neo accennato sotto esse, era squisito. Non se ne diede una colpa quando si chinò leggermente in avanti, ipnotizzato da quei pezzi di carne come Eva con la mela proibita.

Jeongguk sentì distintamente i capelli di Jimin accarezzargli il volto e la fronte con le punte. Le orecchie fischiavano e il cuore aveva smesso di pompare la giusta dose di sangue.

Fermò le mani, stringendo appena il tessuto del pigiama. I suoi occhi scesero sulle labbra carnose e umide che quasi gli respiravano a ritmo sulle sue. Uccidendolo con un solo soffio di fiato.

«Cos’è questa?» Jimin si morse il labbro, guardando Jeongguk seguire il movimento. Qualcosa di duro gli premeva prepotente sul ventre, facendolo respirare più lentamente.

Le punte dei loro nasi freddi si stavano già sfiorando. Jeongguk sospirò sentendo quella leggera e piacevole pressione «Erezione mattutina… deduco» sibilò quando Jimin si mosse di poco.

Strinse le mani per tenerlo fermo. Erano chiusi nella loro bolla, così intima che quasi sentivano i battiti irregolari del loro cuore.

Jimin era così in basso ora che i petti si sfioravano. Gli sfiorò a mala pena per la prima volta le labbra con le sue.

Jeongguk era davvero pronto a reagire, a rivoltare il mondo mangiandoli le labbra, ma la porta si spalancò come in un ridicolo film da quattro soldi.

Mai frustrazione fu più grande.

«Ah!»  Esclamò Yoongi con gli occhi spalancati e derisori per il loro imbarazzo, mentre impacciati e veloci si districavano dal contatto e rotolavano uno da un lato e uno dall’altro «Se dovete fare cose sporche chiudete la porta come si deve, siamo in sette qua dentro» incrociò le braccia al petto con un ghigno.

Jeongguk alzò gli occhi al cielo «Sbaglio o eri tu Hyung, ad urlare ieri sera il nome di Hoseok Hyung?» quel grande fastidio, tirò fuori le cosiddette palle da quel ragazzino, cui prima, tutti credevano fosse sempre accondiscendente.

Yoongi arrossì vistosamente, se per la rabbia o per l’imbarazzo Jimin non lo sapeva dire ma, decise di mettere fine alle loro occhiate taglienti alzandosi in piedi per aggrapparsi al suo braccio. Ignorando il divertimento che provava per la reazione di Jeongguk.

Era ancora un poco traballante pe il momento intenso di prima.

Jeongguk sbuffò dal naso incrociando le braccia e Yoongi ammorbidì lo sguardo, guardando il ragazzo attaccato a lui.

«Hyung, posso chiederti una cosa?»

E Jeongguk capì subito che se Jimin voleva qualcosa, allora otteneva tutto ciò che chiedeva. Incredibile la forza del suo charm, incastrato tra quelle ciglia e quel volto dai tratti dolci.

«Abbiamo trovato lui» Jimin si staccò, camminò lungo il pavimento, fece il giro del letto posizionato su un ripiano più in alto dal pavimento e si abbassò.

Yoongi aggrottò le sopracciglia e alla fine sospirò consapevole quando fece capolino con un piccolo cane tra le braccia.

«Possiamo tenerlo con noi mentre siamo qua?» supplicò con gli occhi, osservando il maggiore.

Yoongi stette un attimo in silenzio e alla fine si sciolse davanti alla dolcezza di quel muso. Raggiunse Jimin per prenderlo tra le braccia «Certo che sì» sorrise accarezzandogli la testa.

Il cane scodinzolò osservando quel nuovo volto. E Jimin saltò per la gioia, battendo le mani felicemente «Sei il migliore Hyung» parlò elogiando il maggiore.

Egli scosse la testa come se fosse un nonnulla e poi lo guardò da capo a piedi «Vai a vestirti e metti qualcosa di pesante» lo spronò accennando alla porta.

Jimin saltellò, gli baciò una guancia, guardò velocemente Jeongguk e alla fine uscì dalla stanza.

Jeongguk fece una smorfia, capendo che lo Hyung avesse un'evidente preferenza verso Jimin. Non che la volesse lui, ma un po’ gli dava fastidio il suo modo di guardarlo.

«Vai anche tu. Sotto c’è la colazione. A lui lo porto a conoscere gli altri» borbottò Yoongi raccogliendo un cuscino per lanciarglielo in faccia «Spero che tu sappia cosa fai. Guardati qualche porno se non hai mai fatto sesso con un maschio, o rischiate di farvi male» lo rimproverò prima di lasciarlo cuocere nel suo brodo di frustrazione sessuale alla massima potenza.

«Avete già deciso come chiamarlo?» SeokJin teneva un braccio il cagnolino mentre gli altri finivano di mangiare il Kimchi.

«Non lo sappiamo ancora» disse il maggiore dei due nominati.

Jimin e Jeongguk, seduti distanti non si guardarono, preferendo rimanere a fissare il brodo scuro nel piatto piuttosto che riaccendere la passione provata poco prima.

«Sembra che un palo vi abbia trapassato da parte a parte» Hoseok rise apertamente alla battuta di Taehyung. Effettivamente i due sembravano rigidi come tavolette di legno.

Yoongi finì di masticare «Quasi» disse guadagnandosi l’attenzione dei due.

«Quasi?» il migliore amico di Jimin si sporse in avanti per avere la completa visione delle labbra di Yoongi «Che intendi?»

«Effettivamente Jimin non era in camera al mio risveglio» borbottò Namjoon, senza guardare nessuno se non il libro sul tavolo.

«Dai, lasciateli stare» si intromise SeokJin, guadagnandosi un’occhiata di ringraziamento da Jeongguk. Quest’ultimo poi guardò di sottecchi Jimin, trovandolo con la sua solita espressione, senza cenno di disagio.

«Quando sono entrato in camera erano insieme, sullo stesso letto, sotto le stesse coperte» ghignò Yoongi senza tregua.

«E allora?  Anche noi dormiamo insieme» Taehyung indicò se stesso e Jimin che ridacchiò scompigliandogli i capelli.

«Si ma-»

«Hyung, mi spiace per quello che ho detto prima» si lamentò a gran voce Jeongguk, cercando in qualche modo di fermarlo.

Yoongi rise scuotendo la testa «In paese ci dev’essere qualcuno che vende alimenti per animali, più tardi vi porto, così ne approfittiamo per visitarlo» parlò «Per ora cuciniamoli qualche pezzo di pollo, dovrebbe bastare per sfamarlo»

«Faccio io» si propose SeokJin, mettendo giù il soggetto del discorso.

«Di cosa stava parlando Kook?» sussurrò Hoseok all’orecchio di Yoongi. Egli si strozzò, lasciando cadere il discorso con un cenno della mano.

«Piuttosto, come lo avete trovato?» Namjoon mise giù il libro, preparandosi ad ascoltare quell'aneddoto che si prospettava essere divertente.

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