Capitolo 14 🌿
_Si prospetta… una vacanza interessante_
Il giorno dopo, gli studenti sembravano più depressi e stanchi del solito. Ciondolavano assenti tra una lezione e l’altra, forse attendendo semplicemente le vacanze natalizie oramai vicine.
Yoongi e i suoi amici non erano di certo da meno. Erano tutti e sette fermi intorno ad un tavolo della biblioteca, durante l’ora di pausa.
Taehyung aveva la testa poggiata su un braccio e lo sguardo più assente del solito, era annoiato e piuttosto che ripassare per la verifica che avrebbe avuto tra tre ore, preferiva fissare il vuoto.
SeokJin si occupava di accarezzarlo sulla schiena, mentre prendeva qualche appunto sul quadernetto rosa, trascrivendo alcune cose da un libro.
Jimin e Jeongguk erano semplicemente mezzi appisolati uno di fronte all’altro e infine il suo ragazzo, seduto accanto a lui, sbadigliava a bocca aperta e senza ritegno.
«Ragazzi» infine Yoongi decise di attirare la loro attenzione «La mia famiglia ha uno Chalet in montagna, dovevo andarci solo con Hoseok durante le vacanze, ma se volete venire siete i benvenuti» la voce era piuttosto disinteressata mentre si abbassava per aprire la cartella con il PC. Lo tirò fuori poggiandolo davanti a lui.
«È un ottima idea! Ci divertiremo un sacco, ne sono sicuro» Hoseok si rianimò improvvisamente e quasi saltellava sulla sedia per l’improvvisa eccitazione «Il mio burbero musicista è proprio intelligente» abbassò a mala pena la voce, baciando la punta del naso del fidanzato che lo guardava con occhi sottili. Una leggera sfumatura rosa sulle guance.
Jimin aprì gli occhi, osservando il ragazzo davanti a lui. Più interessato a quella visione che al succo del discorso.
Si era addormentato davvero?
Quasi ridacchiò mentre allungava le dita del braccio steso sul banco e sfiorava la spalla del minore.
Jeongguk però aprì subito gli occhi mezzi assonnati, costringendolo a tornare indietro con uno scatto rumoroso, dato dalla sedia che dondolò un attimo. Attirò l’attenzione di Namjoon che lo guardò un attimo confuso.
Finse di stiracchiarsi mentre si rimetteva seduto composto.
«Se c’è Jimin allora ci sono anch’io» borbottò Taehyung guadagnandosi uno scappellotto da parte di SeokJin, che la ritenne un’offesa piuttosto personale.
«Sono io il tuo ragazzo!» si lamentò infatti quest’ultimo incrociando le braccia.
«Cosa? Quando vi siete fidanzati?» Jimin aveva la bocca spalancata nel vero senso della parola. Guardò male il suo migliore amico, imbronciandosi appena per non averglielo detto prima.
Il gesto non passò inosservato a Jeongguk che lo trovò forse troppo adorabile. Anche lui si mise seduto, nascondendo uno sbadiglio che gli fece divenire gli occhi lucidi.
«Dall’altra sera» ruppe il momentaneo silenzio il ragazzo dai capelli folti, poco dopo essersi fatto perdonare dal fidanzato con un bacio a fior di labbra «Minnie... sai che te lo avrei detto, ma non ho avuto tempo»
Si allungò al suo fianco, stringendo Jimin in un abbraccio caldo. Amava il suo migliore amico e vederlo triste lo faceva sentire nel medesimo modo.
Jimin alzò gli occhi al cielo, accarezzandogli appena i capelli «È così facile perdonarti» si lamentò «Dopo però mi racconti tutto»
«Anche tu dovrai raccontarmi qualcosa. E non è una domanda» gli sussurrò all’orecchio l’amico, riferendosi a Jeongguk che ora cercava di non fissargli con fastidio.
«Io vengo volentieri» Namjoon si sistemò gli occhi, osservando uno per uno tutti i suoi amici «Ho proprio bisogno di una pausa»
«Ci siamo anche noi» Jimin indicò se stesso e Taehyung «E Jin Hyung» aggiunse con un sorriso rivolto al maggiore. Egli alzò gli occhi al cielo ricambiando il sorriso.
«Tu Ggukie? Vieni?» Hoseok si sporse verso al ragazzo più piccolo del gruppo che ancora non aveva detto nulla.
«Si, ci sarò anch’io!» Jeongguk rispose positivamente grattandosi il naso.
«Perfetto perfetto. Ci sistemiamo meglio appena iniziano le vacanze» chiuse il discorso Yoongi, che nel frattempo non aveva smesso di battere sulla tastiera del computer.
Alla fine della pausa si divisero tutti. Tutti tranne Jimin e Taehyung che avevano due ore buca, stranamente in simultanea. Decisero di avviarsi di comune accordo nella stanza del secondo.
Camminarono in un silenzio rilassante, avvolti dalla tranquillità dei corridoi senza studenti.
«Meglio se avverto subito i miei genitori»
«Uh?» Taehyung si distolse dai pensieri, cadendo dalle nuvole
«Per le vacanze» riprese Jimin abituato ai suoi comportamenti, afferrando già il telefono per comporre il numero della madre.
Ella rispose giusto quando entrarono in camera. Taehyung, poco interessato corse per lanciarsi sul letto, fermandosi con un rimbalzo a pancia in su esattamente in mezzo ad esso.
«Si mamma non ti preoccupare, vi vengo a trovare il weekend prima di partire. Si, si. Si mamma. Si ma', ti voglio bene anch’io» Jimin mise giù il telefono, poggiandolo sul comodino.
Dopo di ché raggiunse anche lui il letto, rotolando per trovarsi completamente sdraiato su Taehyung.
Il ragazzo gli strinse le braccia intorno alla schiena tenendo gli occhi chiusi, trovando immensamente comodo il letto.
«Allora?» si sentì chiedere contro al collo. Sapeva cosa Jimin intendesse.
Sorrise pigro «Niente di troppo speciale Jimin. Io e Jin avevamo fatto sesso come al solito e alla fine ho deciso di confessare i miei sentimenti e Jimin… il mio cuore è esploso quando ha detto di ricambiare» fissò il soffitto con occhi lucenti come stelle «Credo di non essere mai stato così tanto felice. È una sensazione strana l’amore, non è solo farfalle nello stomaco»
Jimin piantò i palmi sul cuscino e si alzò per guardare Taehyung faccia a faccia a qualche centimetro di distanza. Gli piaceva vedere le persone da così vicino e Taehyung sembrava davvero bello con quell’espressione gioiosa.
Ad occhi esterni ci sarebbero stati un po’ di equivoci, ma nella loro bolla, quello era un comportamento normale, senza filo di imbarazzo.
«Ti scuote direttamente dentro e all’inizio ti senti anche un po’ in trance» continuò il ragazzo sotto di lui, lasciandolo affascinato da quelle parole «E capisci perché ogni artista ne parla. Dal poeta al musicista… non vedo l’ora in cui potrai sperimentarlo tu stesso, perché ha parole non so proprio descriverlo»
Taehyung gli prese le guance tra le mani, strizzandole appena. Intenerito da quello sguardo curioso.
Jimin stava per dire qualcosa ma qualcuno interruppe il momento delicato entrando in stanza.
Entrambi i volti si girarono in contemporanea, trovando Jeongguk fissarli scettico, bloccato davanti l’entrata.
Jimin provò ad alzarsi, ma Taehyung ghignò internamente allacciandogli le mani dietro la schiena per immobilizzarlo completamente, attaccandolo al suo petto. Gli baciò il mento tornando a guardare Jeongguk, che ora lo guardava come se volesse linciarlo.
«Gguk! Che devi fare là impalato?» chiese Taehyung, facendo scorrere una mano sulla spalla di Jimin «Devi dirmi qualcosa?»
Jimin sbuffò appena, sentendosi triste per quello sguardo un poco deluso che gli bruciava la pelle.
«No, scusate l’interruzione» ed uscì nuovamente.
Jimin si scrollò di dosso le braccia di Taehyung mettendosi seduto su di lui, schiacciandogli la pancia morbida «So cosa stai cercando di fare e non farlo!» sbottò mettendo più peso.
Taehyung si mise velocemente seduto e con una smorfia lo fece cadere sull’altro lato del letto «Ma io non sto facendo nulla, Jiminie» si lamentò allungando il suo nome.
L’amico rimase sdraiato scomposto, poggiandosi un braccio sul volto.
«In fondo, non è mica un peccato aiutare un amico… o mi sbaglio?» continuò scendendo dal letto «Ogni volta che siete nel gruppo, non si sente altro che tensione su tensione» si lamentò scherzosamente, fingendo di non notare le sue guance diventare rosse.
«Sisi, grazie Tae, ma hai visto com’è? È diverso dai ragazzi con cui mi sono frequentato sino ad oggi, devo ancora comprenderlo completamente» Jimin si immaginò Jeongguk.
Jeongguk che nascondeva le mani sotto le maniche.
Jeongguk con i suoi occhi grandi.
Jeongguk tanto impacciato.
Jeongguk con le guance rosse.
Ridacchiò come uno sciocco mentre rotolava quasi cadendo dal letto.
Taehyung si fermò dal mettere la maglia appena cambiata, guardandolo attentamente «Datevi il vostro tempo, non c’è bisogno di correre» infilò la testa «Ma di certo, una spinta ogni tanto vi fa comodo»
Le vacanze erano finalmente arrivate, come un urlo liberatorio di ogni studente aveva dato il via libera a sospiri di soddisfazione. C’era chi si preparava per tornare dai genitori, chi preferiva passare le vacanze in collegio e chi con gli amici.
SeokJin bussò alla porta di Taehyung e Jeongguk esattamente alle otto del mattino.
Venne accolto da quest’ultimo ancora in pigiama «Fate le valigie, partiamo tra due ore. Mettete roba pesante dentro, mi raccomando» parlò velocemente scompigliandogli i capelli, prima di ripetere la stessa azione con la camera di Namjoon.
I sette ragazzi erano trepidanti, mentre, assonnati si riunivano nel cortile della scuola.
«Buongiorno» borbottò Jimin arrivando per ultimo, tutto trasandato e con le ciabatte ai piedi nonostante l’inverno «Come ci sistemiamo?» si guadagnò strane occhiate da parte di qualche studente.
«Abbiamo due macchine, una mia e una di SeokJin» Yoongi indicò le macchine parcheggiate fuori dal cancello «So solo che Hoseok viene con me, per il resto sistematevi come volete» e si avviò ad aprire il portabagagli.
«E Taehyung viene con me» Jin prese la mano del fidanzato spingendolo verso la sua macchina.
Namjoon ci mise poco ad arpionare le spalle di Jimin con un braccio «Andiamo con Tae e Hoseok?» gli chiese, camminando senza aspettare risposta.
Jimin si guardò appena indietro «Tu Ggukie, dove vai?» chiese sorridendo al minore.
«Andrò con Hoseok Hyung e Yoongi Hyung» gli superò velocemente.
Jimin e Jeongguk erano davvero tornarti al punto di partenza. Sembravano aver fatto qualche passo avanti, invece, all’improvviso si erano ritrovati a retrocedere di almeno dieci passi, di quelli belli larghi però.
A Jimin dispiaceva davvero, avrebbe voluto fare qualcosa per rafforzare il loro legame, semplicemente perché gli mancava passare del tempo con lui, venire schiacciato dalle emozioni che lo prendevano in sua presenza, ma non aveva avuto tempo per via dell’allenamento per il saggio di danza che, avrebbe tenuto appena dopo natale.
Sperava davvero che durante la vacanza, avrebbero potuto trovare un punto di incontro stabile.
Dopo aver sistemato i bagagli, entrò nella macchina decisa, lasciando un sedile di distanza tra lui e Namjoon.
Guardò fuori, dove il vento tirava leggermente e il cielo era scuro per le nuvole pesanti.
Non vedeva l’ora di potersi rilassare un po’. Aveva i muscoli completamente indolenziti per tutto quell'allenamento e aveva solo bisogno di un po’ di riposo, anche dall’ansia per il saggio.
La seconda macchina si affiancò alla loro.
Mise una mano sotto il mento, affondando meglio nei sedili.
Estraniò le voci di SeokJin e Yoongi che si passavano le informazioni per il percorso attraverso il finestrino aperto, osservando invece Jeongguk che teneva gli occhi chiusi seduto dietro, da solo.
Sembrava stanco anche lui, sicuramente si sarebbe addormentato durante il viaggio. Forse aveva dormito poco la notte passata.
Studiò ancora un attimo i capelli corvini che gli ricadevano sulla fronte, prima di distogliere lo sguardo non appena le macchine partirono.
Percepì solo un «Sono cinque ore. Preferisco non fare pause» da parte di SeokJin.
Forse avrebbe raggiunto anche lui il minore nel mondo dei sogni.
Come aveva previsto, Jimin si addormentò e lo fece seriamente per cinque ore consecutive.
I maggiori avevano deciso di tenere la voce moderate per evitare di svegliarlo, avendo notato il suo volto stanco e una volta arrivati, fu Hoseok a chiamarlo, aiutandolo a scendere tenendogli lo sportello aperto.
La prima cosa che la testa di Jimin partorì una volta messi i piedi per terra fu:
“Quanto cazzo fa freddo”
L’aria era così tagliente che gli usciva il vapore ad ogni respiro, le mani si congelarono all'istante e le ciglia si inumidirono. Non si dette neanche l’opportunità di guardare il posto, che afferrò la valigia e corse velocemente verso lo chalet in legno già aperto.
Sbatté i denti, crogiolandosi nel calore dell’ingresso piccolo, dall’odore di legno. Una volta raggiunto dagli altri tre, si avviarono insieme da dove provenivano le voci, dopo essersi tolti le scarpe e aver lasciato le valigie all’ingresso, così da non rischiare di sporcare il delizioso e chiaro parquet tirato a lucido.
I ragazzi vennero catapultati in un accogliente salotto spazioso, con tanto di televisione di almeno cinquanta pollici e una console che riposava accanto a lei. Sul divano rosso di fronte, sedevano i tre che parlavano animatamente.
Gli raggiunsero velocemente, venendo scaldati subito dal caminetto acceso in pietra.
Jimin decise di poggiarsi accanto ad esso, godendosi il calore che le fiamme regalavano.
«Ho quattro stanze, quindi uno di voi avrà l’onore di dormire da solo. Una stanza è al piano di sotto, in taverna, due sono su questo pianto in fondo al corridoio e le restanti sono di sopra» Yoongi indicò vagamente le direzioni «Suppongo che Jin Hyung e Taehyung vogliano stare insieme, esattamente come me e Hoseok» borbottò sbadigliando, stanco per la guida. Si poggiò alla spalla del sul ragazzo.
«Come volete dividervi le restanti?» chiese proprio Hoseok, osservando i rimanenti.
Jimin e Jeongguk si lanciarono una profonda occhiata a distanza, dicendosi più di mille parole.
Jeongguk distolse per primo lo sguardo, poggiandolo su Namjoon.
«Io posso dividerla con Jimin. Così diamo al più piccolo la stanza singola?» finì con una domanda proprio quest’ultimo.
Taehyung guardò di sottecchi il suo migliore amico e Jeongguk. Si leccò le labbra.
«Mi sembra buona come idea… Jimin?» attirò l’attenzione dell'interessato.
Jimin alzò le spalle non curante «Non mi cambia nulla» sfidò Taehyung.
«Perfetto allora, andiamo in stanza a riposare per ora. Abbiamo saltato il pranzo, quindi ci ritroviamo per cena» fu SeokJin il primo ad alzarsi. Alzò le braccia al cielo stirando la schiena.
Tutti acconsentirono silenziosamente e si avviarono nei posti assegnati dopo aver recuperato i bagagli.
Jeongguk si sentiva davvero infastidito mentre scendeva le scale verso al piano di sotto.
Aveva per un attimo sperato che Jimin rifiutasse e condividesse la stanza con lui.
Ma con il loro legame così traballante, probabilmente sarebbe stato imbarazzante.
Infondo non era male la sua stanza, si convinse guardando il letto da una piazza e mezza e la grandezza piuttosto ampia.
Era anche molto più caldo là sotto e per lui che soffriva il freddo, era un tocca sana.
Aprì il borsone sul letto, pronto per disfarlo.
Rendendosi conto che Jimin occupasse troppo tempo nella sua testa.
Amore agli agrumi è tornata (':
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