Capitolo 10 🌿
_Coccole tra amici
E
Fastidio infondato_
«Tipo…» Taehyung rotolò a pancia in su nel letto di Jimin. Poggiò i piedi sul muro, incrociando le mani dietro la testa «Una settimana fa credo. Sono andato a cercare Jaemin Hyung in camera sua perché dovevo parlarci, ma quando ho bussato, ha aperto Jin Hyung. A quanto pare condividono la stanza…»
Jimin lo guardò, fermando la mano intenta ad evidenziare un testo «E poi?» Fece.
«E poi mi ha fatto entrare e senza parlare mi si è buttato addosso» a Taehyung si arrossarono le guance, mentre cambiava posizione per affondare il volto nel cuscino.
«Jin Hyung ti ha saltato addosso?» chiese Jimin con gli occhi spalancati «E poi?» insisté
«E io non sono riuscito a resistere, insomma, era da un po’ di tempo che ci provocavamo con lo sguardo…. Capisci no? Mi ha messo con la schiena al muro e ha iniziato a baciarmi il volto» batté i piedi sul materasso, sentendo la pancia sotto sopra nel pensare al maggiore. «E da lì è nato tutto questo...» tagliò corto.
«Quindi state insieme?» Jimin poggiò la guancia sulla mano, trovandolo tenero in preda ai suoi problemi sentimentali.
«No. Ci limitiamo a fare sesso» sbuffò guardando ancora il soffitto «Almeno è il miglior sesso di sempre» e ridacchiò quando Jimin gli lanciò la gomma sul fianco. La presa e la guardò «Credo che mi piaccia…» sussurrò insicuro.
L’amico lo raggiunse sul letto, sedendosi con lo sguardo rivolto fuori dalla finestra, dove i mandarini lo richiamavano. Ancora non aveva avuto opportunità di mangiarne uno. Si sarebbe dovuto arrampicare sull’albero e ultimamente, faceva molte ore di danza, così tante che i muscoli dolevano.
«E perché non glielo dici?» tornò a prestare attenzione. Osservando attentamente i suoi occhi insicuri.
«Perché ho paura che mi trovi troppo piccolo per una relazione… insomma non ha mai fatto riferimento ad altro» si imbronciò alzandosi per poggiarsi a Jimin.
Il ragazzo gli baciò il capo «Tae, non credo che Jin farebbe sesso con qualcuno che trova troppo piccolo» borbottò tra i suoi capelli «e credo che tu, almeno un po’, gli piaccia.»
«Perché lo dici?» Taehyung si alzò per guardarlo negli occhi.
«Perché state sempre attaccati e se sei distante ti cerca con lo sguardo. Ti invita ovunque lui vada… Insomma, se fosse stato solo sesso, la cosa sarebbe rimasta ferma lì» rifletté «Intendo, non avrebbe continuato a cercarti anche fuori dalla stanza, perché appunto, non ci sarebbe stato altro fuori da là»
A Taehyung quelle parole parvero acquistare un senso. Effettivamente Jin lo chiamava davvero spesso e se non rispondeva ai messaggi allora se lo ritrovava davanti alla camera. Ridacchiò timido mordendosi il labbro.
«Proverò a vedere come va…» poi abbracciò ancora il maggiore «Grazie Chim. Lo sai che ti voglio bene, vero?» chiese, trascinandolo con lui sul letto.
Entrambi sentirono la porta aprirsi, ma non se ne preoccuparono.
Jimin ridacchiò pizzicandogli un fianco «Ovvio che mi vuoi bene.» poi poggiò la testa sul suo petto «E ti voglio bene anch’io.»
«Oh anch’io ti amo blablabla… bleh» Yoongi lanciò le chiavi sulla scrivania, osservando i due accoccolati sul letto.
«Che carini!» urlò invece Hoseok, correndo verso i più piccoli «Anch’io voglio il vostro affetto»
Dal nulla, Jimin e Taehyung si ritrovano separati, con un corpo incastrato tra di loro. Risero per l’atteggiamento differente dei due fidanzati, prima di stringere il maggiore.
Hoseok sorrise riconoscente «Andiamo amore…vieni anche tu» invitò Yoongi «Forza» fece gli occhi dolci.
E Yoongi alzò i suoi al cielo, sdraiandosi accanto a Taehyung. Tutti quanti si sistemarono su quel letto troppo piccolo, mettendosi a pancia in su, con i fianchi e le spalle praticamente incastrate tra di loro. Yoongi incrociò le braccia al petto con un broncio sulle labbra. Ma nessuno se ne curò
«Di che stavate parlando?» chiese Hoseok curioso. Mentre la sua gamba si incastrava tra quelle di Jimin, che sbadigliò stanco.
«Jimin mi stava parlando di lui e Jeongguk» mentì Taehyung, schiacciandosi accanto a Yoongi quando l’amico allungò un braccio per colpirlo.
Hoseok fermò il movimento, portando giù il braccio colpevole.
«Effettivamente… ultimamente vi guardate molto e parlate spesso» Yoongi si scollò di dosso Taehyung che per ripicca cercò di abbracciarlo. Lo lasciò fare con un profondo sospiro.
«Non c’è molto da dire ragazzi. Siamo andati a cenare insieme e da lì ci siamo avvicinati un poco» si arrese Jimin. Tanto oramai il gioco era fatto «Tra l’altro dobbiamo fare un progetto insieme e non credo gradisca molto la presenza di Taemin» borbottò abbracciando Hoseok. Il maggiore gli accarezzò i capelli.
«È solo un progetto, andrà tutto bene» ridacchiò «Piuttosto… perché credi che sia geloso?»
Jimin fece spallucce.
«È evidente che Jeongguk provi interesse per te.» Disse Yoongi con ovvietà. Sentendosi più rilassato in quell’ammasso d’affetto.
«Ma se mi manca di rispetto non chiamandomi Hyung e chiamandomi basso» si imbronciò Jimin, sentendosi infastidito «Tra l’altro se non avete notato, mi ignora ancora e di tanto in tanto mi evita pure»
Taehyung lasciò andare Yoongi per mettersi mezzo seduto, con la schiena alla spalliera del letto «Beh Chim... non sembra strano che faccia così solo con te?»
Hoseok acconsentì e anche Yoongi fece lo stesso
«Credo che sia perché sono sempre un po’ troppo sfacciato e invadente»
Taehyung non poteva dargli torto…Jimin aveva sempre cercato di attaccare bottone con Jeongguk, anche se vedeva che questo non gradiva. Ma non poteva essere solo quello.
«Mh, può essere.» gli diede comunque corda, sapendo che se prima non si fossero capiti loro stessi, allora nessuno avrebbe potuto aiutarli.
La situazione si era fatta davvero, davvero imbarazzante. O almeno, così era per Jimin che si stava trovando tra due fuochi.
Alla sua destra vi era Jeongguk e alla sua sinistra Taemin. Erano tutti più o meno distanti. Insomma, ognuno poggiava su un albero ma non importava la distanza, perché le frecciatine la annullavano completamente.
Alternò lo sguardo tra i due, sorridendo nervoso. Dovevano proprio odiarsi. E poteva capirlo da come si guardavano da due minuti buoni.
Jimin aveva posto una semplice domanda e i due avevano iniziato a sovrastarsi con la voce, finché il ragazzo in mezzo non era stato costretto a fermarli.
«Bene… direi di fare prima una traccia. E dovremmo decidere che tecnica usare» provò con un’altra domanda, sperando di trovare un punto d’accordo.
«Tempere» «Pittura ad olio» e si guardarono ancora una volta in cagnesco, continuando quel ridicolo teatrino.
Jimin esasperato sbuffò, lasciando che la sua testa colpisse l’albero a cui stava poggiato.
Davanti a lui splendeva un immenso prato di fiori colorati leggermente secchi che a breve sarebbero scomparsi per la temperatura che scendeva e poco più in là, si muoveva lento un mulino. Jimin amava quel posto che avevano raggiunto in macchina di Taemin, ma odiava come i due stessero rovinando l’atmosfera.
«Possiamo smetterla?» sbottò guadagnandosi la loro attenzione «Qualsiasi sia il vostro problema ve lo dovete risolvere da soli. Ora dobbiamo finire un progetto e non ho intenzione di prendere un brutto voto solo perché voi dovete comportarvi come bambini.» strinse le sopracciglia tra di loro, sentendo gli occhi acuirsi dal fastidio. Guardò specialmente Jeongguk che, una volta accortosi, incrociò le braccia al petto, stese le gambe e guardò dall’altra parte. Avendo la sensazione che Jimin stesse proteggendo Taemin.
«Scusami tanttantoi Jimin. Hai ragione, meglio se iniziamo.» Taemin si scusò con sincerità e vedendo gli occhi del ragazzo, calmarsi appena, si avvicinò prendendo in mano il blocco per gli schizzi «Quali tonalità di colori vorresti usare?» chiese gentilmente.
Jimin lo ringraziò mentalmente. Decise di lasciare Jeongguk a sbollire la sua rabbia infondata e si concentrò con Taemin sul compito.
Dopo una buona mezz’ora in cui i suoi occhi avevano sempre cercato Jeongguk, che se n’era stato tutto il tempo zitto, a giocare con un bastone, decise di lasciare un momento tutto in mano a Taemin. Il maggiore era troppo concentrato per prestare attenzione ad altro, quindi non alzò neanche lo sguardo quando si allontanò.
Jimin camminò fino a dov’era Jeongguk e si abbassò sui talloni per guardarlo.
Jeongguk non alzò il volto. Si limitò a far passare il bastone sull’erba corta.
«Che ne dici di unirti a noi Ggukie?» chiese dolcemente Jimin, poggiandogli una mano sulla spalla. Jeongguk se la scrollò di dosso alzando il capo. I capelli scompigliati gli ricaddero sulle orecchie.
«Non mi va. Voglio tornare al dormitorio» si lamentò senza guardarlo davvero. Avrebbe voluto spingerlo per allontanarlo, ma si trattenne.
A Jimin sembrava tanto un bambino piccolo e il suo cuore si strinse dai sensi di colpa, avendo in mente di averlo guardato troppo duramente.
Allungò una mano per accarezzargli impercettibilmente la guancia, sporca da una piccola cicatrice. «Andiamo Jeongguk. Non è successo nulla. È normale litigare ogni tanto» parlò a bassa voce, cercando di farlo ragionare «Sono sicuro che potrebbe starti più simpatico Taemin Hyung se cercassi di non andargli sempre incontro.»
Lasciò andare una risata leggera, per fargli capire che non fosse più arrabbiato. Ma Jeongguk lo guardò con i suoi grandi occhi ora stretti, e capì di aver detto qualcosa di sbagliato.
Jeongguk spostò la mano che gli stava bruciando la guancia «Come dici tu Hyung. Andiamo» disse freddo, alzandosi e lasciandolo dietro di lui.
Perché doveva essere lui quello che gli andava contro? Era anche Taemin. Con quei pensieri sedette accanto al maggiore, cercò di non toccarlo mentre osservava il disegno a matita leggera «Credo dovremmo sistemare questo…Hyung» borbottò, indicando il mulino secondo lui piccolo e un po’ storto.
Taemin fu sorpreso di sentirlo rivolgersi a lui così educatamente e specialmente di vederlo seduto accanto.
Gli sorrise, passandogli il blocco «Tieni, Jeongguk. Puoi sistemare ciò che vuoi» disse gentilmente.
E Jeongguk, con un broncio sulle labbra, prese anche la matita e la gomma, iniziando a disegnare sotto gli occhi del maggiore.
Jimin poggiò i palmi sul prato. Aveva gli occhi sui due, mentre pensava come si sarebbe dovuto fare perdonare da Jeongguk, sicuro che se la sarebbe legata al dito.
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