Perdita
Pov's Narratore
Era passata una settimana da quando Izayoi e gli altri paesani erano stati portati via dalle guardie.
Nessuno si faceva troppe domande sull'accaduto.
Quasi ogni anno, la corona richiamava al castello una decina dei suoi sudditi e proprio in quel periodo, il regno si preparava per accogliere i sovrani dei regni vicini.
Era un giorno in memoria della pace.
Ma se per il resto del popolo quello era un evento ordinario, per Inuyasha la cosa risultava alquanto sospetta.
Da piccolo vedeva il via vai di persone che venivano scortate al castello, senza però fare mai ritorno.
Sua madre gli diceva di non preoccuparsi, che sicuramente la regina li aveva accolti e dato loro l'opportunità di lavorare a palazzo.
Al tempo lui credette a quelle parole, ma man mano che cresceva alle sue orecchie suonavano sempre più come una scusa.
Il fatto che nessuno facesse ritorno, abbandonando i propri cara, gli pareva a dir poco assurdo.
Lui e sua madre si erano sempre sostenuti a vicenda, lui sapeva ch'era una donna forte e ricca di risorse. Ma che cosa poteva fare ora per darle supporto?
«Hey ragazzo»
Inuyasha continuava a guardare a terra, incurante del mondo che lo circondava, troppo preoccupato per le sorti della genitrice all'interno di quel castello.
«Ragazzino?»
E se non l'avesse più rivista? Come avrebbe fatto? Era forte, ma non voleva tradire gli insegnamenti di sua madre, non voleva ferire nessuno...
Uno schiaffo sulla nuca lo fece ritornare coi piedi per terra.
Si tastò il punto dolente, girandosi verso il suo aggressore.
«Finalmente! Sei forse sordo?!?»
Non rispose, era alquanto perplesso. Tutti i cittadini avevano l'ordine diretto della corona di non considerarlo minimamente.
Quindi per lui era strano che qualcuno gli rivolgesse la parola.
«Tu sei Inuyasha, giusto?»
Il ragazzo analizzò l'abbigliamento del ragazzo che aveva davanti.
Portava un semplice kimono nero, tradizionale, stretto alla vita da una fascia bianca.
I capelli corvini, tenuti in una lunga treccia bassa.
Ciò che attirò maggiormente l'attenzione del mezzo demone, fu lo strano simbolo che il ragazzo portava sulla fronte, una stella viola a quattro punte.
«Chi vuole saperlo?»
Domandò di rimando, senza rispondere, si sa, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
«Sono solo un messaggero, mi è stato ordinato di portarti a palazzo»
Annunciò senza troppi giri di parole.
«La regina vuole comunicarti qualcosa di molto importante, riguarda tua madre»
Quelle parole fecero tremolare l'animo di Inuyasha, che senza riflettere afferrò il coetaneo per le spalle e lo scosse freneticamente.
«Che l'è successo?!? Dimmelo!»
Il corvino si sottrasse da quel contatto, sistemandosi il kimono.
«Seguimi»
Si limitò a dire.
In quel istante, una carrozza svoltò l'angolo e li raggiunse.
Il cocchiere aprì la portiera, invitando i due ad entrare.
Per quanto fosse scettico, Inuyasha salì i gradini che lo separavano dall'interno della carrozza, seguito a ruota dal corvino, che richiuse la portiera alle sue spalle, facendo cenno al cocchiere di ripartire.
Per tutto il tragitto, Inuyasha non proferì una parola, dentro di lui combattevano la gioia di rivedere sua madre e la paura che le fosse successo qualcosa.
Una volta arrivati, scesero dalla carrozza, il mezzo demone si guardò intorno.
Si stupì della differenza tra il castello e il resto del regno.
Superato il cancello principale, davanti a lui si presentò qualcosa di improbabile.
Erano in un giardino rigoglioso di fiori e alberi da frutta.
Cosa a dir poco impossibile, considerando il territorio in cui vivevano.
Questo portò i sospetti di Inuyasha ad accrescere sempre di più.
Seguì il corvino oltre il portone, che li divideva dall'ingresso.
Non appena il mezzo demone mise un piede all'interno rimase di stucco.
Non aveva mai visto tanto lusso in una sola volta, abituato com'era alla povertà. Si lasciò abbagliare dalle colonne decorate, dagli arazzi appesi alle pareti, dal lampadario di cristallo che pendeva sopra le loro teste.
«Da questa parte»
Esclamò il corvino, allungando un braccio in direzione della lunga scalinata, ricoperta da un tappeto rosso lungo fino all'ingresso, che si presentava loro davanti.
L'ignoto ragazzo proseguì con passo sicuro su per la scalinata, diretto ai piani superiori, seguito un istante dopo dal mezzosangue
Dopo aver attraversato un lungo corridoio, si fermarono dinnanzi a un enorme portone di legno di quercia, finemente decorato con affreschi che raffiguravano una maestosa bestia bianca che ruggiva verso il cielo.
Inuyasha rimase impietrito da quella visione.
Il portone aprì battenti, mostrando un enorme salone attraversato dal lungo tappeto rosso, che attraversava le scale, continuava lungo il corridoio, fino a terminare ai piedi del trono, situato sopra una gradinata composta da sei gradini, su cui sedeva la somma autorità del regno.
I due ragazzi entrarono, attraversarono la navata che li distanziava dalla regina.
«Quindi tu saresti il mezzo demone Inuyasha?»
Domandò la donna, non curandosi di mascherare il ribrezzo che gli procurava la sua presenza.
Inuyasha non vi badò, ci era abituato, inoltre, quello che gli premeva maggiormente era avere notizie di sua madre.
Nella stanza piombò un silenzio assordante, che venne prontamente spezzato dalla voce del corvino, che rispose alla domanda della sua signora
«Si, è lui mia regina»
La donna scrutò il giovane con sguardo inquisitore, sul suo volto comparve un sorriso bieco.
«Capisco, dev'essere difficile per te vivere»
Inuyasha colse in pieno l'auspicio che la donna sembrò volergli rivolgere.
«Sono qui per vedere mia madre» disse, senza giri di parole il ragazzo.
Il sorriso sul volto della donna si smorzò, riducendo la sua espressione ad una maschera di ghiaccio.
«Accompagnalo»
Ordinò rivolta al corvino, che prima di andare fece un profondo inchino, per poi dirigersi a passo lento all'esterno.
Inuyasha lo seguì disorientato.
Dov'era sua madre?
Sentì una stretta al petto, aveva un brutto presentimento.
Dopo un tempo che non fu in grado di definire, lui e il ragazzo che aveva seguito fino a quel momento, si ritrovarono circondati da lastre di pietra, alcune crepate, altre decorate con ghirlande e mazzi di fiori.
Fu allora che Inu comprese.
Si trovava in un campo rom.
Uno spaventoso pensiero gli attraversò la mente, proseguì la propria andatura, seguendo il ragazzo davanti a lui.
Si fermarono davanti ad una lapide un po incrinata, non vi erano molti dati sopra, solo una frase:
"Qui giace Izayoi di Colli Brulli"
Io:
Mi sento una merda =')
Posate i forconi pls😓
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^"
Stellinate e commentate
Adieuuu😘
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