Capitolo 21 - Mia/Edward
Non so quale sia il numero di bicchieri di vodka alla ciliegia che ho ingurgitato, ma considerando che non riesco più a reggermi in piedi per i numerosi capogiri che continua ad avere la mia testa, temo siano tanti, troppi visto che non sono abituata a bere.
Sono ancora nella "reggia" di Adriano (credo), la musica è alta, troppo alta, tanto da spaccarmi i timpani e fracassarmi il cranio, ma al momento non mi importa. Ho troppo alcol in circolo nel mio corpo e troppi pensieri per la testa per preoccuparmi di che fine farà la mia testa tra qualche ora, o che so, anche tra un minuto, se si maciullerà in mille pezzi o meno. Me ne sbatto altamente perché la mia testa è al trove e penso che ormai anche i muri sanno a cosa cazzo sto pensando.
Sì, sono decisamente troppo brilla, lo dimostra anche il mio linguaggio...
Edward!
La colpa e sua. Solo sua!
Lui e i suoi modi di fare, lui e i sui guai, lui e i suoi segreti alla quale sono attratta...
Cosa nasconde di così tanto sconvolgente da non volermi raccontare ciò che gli frulla in testa. Ciò che gli è accaduto in passato.
Ho ancora d'avanti agli occhi la sua faccia arrabbiata e sconvolta. Non riesco a credere che mi abbia dato della poco di buono, che mi abbia accusato di essere una figlia di papà che crede di sapere tutto. Lui non sa niente, né di me né di mio padre o tanto meno di mia madre. Non sa niente e non deve permettersi di giudicare!
Però io una cosa la so; so che lui non è così, so che questa sera non era lo stesso Edward che mi ha bacia e regalato le emozioni più belle che abbia mai provato. Lui è dolce, premuroso e lo so perché in questo mese è riuscito a farmi vedere le sue qualità anche se lui ha cercato di tenerle nascoste con me e di allontanarmi da lui.
Il giorno dopo...
Ho ancora una forte emicrania che minaccia di spaccarmi la testa in due alle cinque del pomeriggio.
Ho bevuto decisamente troppo ieri sera e i postumi della sbornia colossale che ho avuto ieri sera sono ancora presenti. Non ricordo niente di quello che è successo, eccetto uno stupido litigio a cui non ho nessuna voglia di pensare al momento, infatti, sto uscendo per andare in biblioteca da Emily per farmi raccontare un po' di cose.
Prima di uscire prendo una bustina per il mal di testa sperando che almeno questa faccia miracoli.
~EDWARD~
Percorro la strada per arrivare in biblioteca dalla signora Collinson, sperando di trovare Mia e poter spiegarle il casino di ieri. Mi scuserò con lei, tutto ritornerà com'era ed io potrò risolvere i miei casini, semplice. Questa volta non ci saranno intoppi, non devono esserci.
Sto per entrare in biblioteca quando una figura poco lontana da me cattura la mia attenzione. Mi volto e osservo Mia allibito, aprendo e chiudendo le palpebre degli occhi. È stupenda anche se ha un'aria stanca. Pronuncio il suo nome a voce abbastanza alta da farmi sentire anche da altri passanti, ma lei non appena mi intravede si blocca. Ha un insieme di emozioni dipinte sul volto: rabbia, paura, tristezza... ma la cosa che mi spezza in due è che dopo lunghi attimi si volta e ritorna indietro come se davanti a sé adesso c'è un muro che non è in grado di affrontare e quindi è costretta a tornare indietro.
Io sarei il muro.
Non mi lascio scoraggiare ed inizio a seguirla.
<<Mia aspetta!!>>.
Quando sente la mia voce allunga il passo, ma non è questo ad impedirmi di raggiungerla, l'afferro per un braccio e la faccio voltare.
<<Ma che fai?>> le chiedo. Sono incazzato, ce l'ho con il modo in cui ha deciso di reagire e con l'assurda situazione in cui mi trovo.
<<Che fai tu!! Vattene Edward!>> dice lei. Ha un tono duro e la sua espressione non è cambiata.
Si divincola dalla mia presa ma non la lascio andare, non voglio farle del male ma deve ascoltarmi poi può scappare e andare dove vuole. Anzi, deve farlo!
<<Concedimi un po' del tuo tempo, devo spiegarti>>.
<<No che non devi. Non ora almeno, non ne ho le forze>> spiega.
<<Solo cinque minuti>> supplico. Non posso lasciarla andare così, ho bisogno di spiegarle, ora!
<<Lascia che avverti Emily>>.
Smanetta un po' sul suo cellulare poi si avvia al parco vicino la biblioteca, quello dove c'è stato il suo primo bacio, il nostro primo bacio...
Si siede sull'erba fresca invitandomi a seguirla, cosa che faccio subito.
<<Sentiamo...>> inizia lei.
<<Guardami>>
<<Non è necessario, posso ascoltare le tue stronzate con le orecchie non serve che ti guardi>> dice.
<<Guardami Mia>> insisto.
Si volta lentamente prestandomi finalmente tutta la sua attenzione mentre attende il mio inizio.
<<Ieri sera non so perché ho detto quelle cose, ma devi sapere che non le penso. Nessuna di quelle fottute parole riferite a te erano vere. Devi credermi Mia>>. Lei mi ascolta senza proferire parola con i suoi occhi ancora puntati nei miei <<so che vorresti sapere qualcosa in più su di me e fidati io non riesco a capire perché hai questa cazzo di voglia di sapere, di scoprirmi. Credimi Mia, non sono niente di speciale, niente di buono. Sono un ragazzo come altri ma solo con un passato più tormentato e...>> cerco di continuare ma mi interrompe.
<<Ho questa voglia di scoprire qualcosa in più su di te perché non ho ancora ben chiaro con che tipo di persona ho a che fare e NO! Tu sei speciale! È forse questa è l'unica cosa che ho capito di te>> Lo dice con una luce negli occhi che quasi ci credo << so che ci sonosciamo da solo un mese, ma vedo qualcosa in te che non sono riuscita a vedere in nessun'altro prima d'ora>> dice fissandomi con quei pozzi d'acqua cristallina <<lo so, dovrei farmi i cavoli miei visto che non so nemmeno cosa sono per te e a breve andrai anche via, ma non ci riesco, vedo del buono in te e mi dispiace vederti così, confidato con qualcuno anche solo per sfogarti>> dice prendendo la mia mano e stringendola con entrambe le sue <<se hai bisogno io ci sono>>.
Lascia la mia mano e si alza. So che sta per andare via, ma boh, qualcosa dentro di me mi spinge a fare ciò che non avrei mai immaginato. Probabilmente me ne pentirò ma al momento il mio istinto e quello di parlare.
<<Avevo dieci anni quando mia madre è morta, hanno sempre fatto credere a tutti che è scivolata dalle scale ed è successa una disgrazia, ma io l'ho sempre saputo che non è vero, ho visto con i miei occhi, è stata spinta>> Mia si volta in dietro, sorpresa quanto me di sentirmi parlare di questo e torno a ripetere che non so nemmeno io quale sia il fottuto motivo per cui lo sto facendo ma non appena Mia ritorna a sedersi al mio fianco continuo senza pensarci due volte << è stato mio padre a spingerla. È stato così bravo a nascondere le prove, a fingere con tutti e a far credere alla polizia che è stato solo un incidente e che lui era sconvolto per quello che era successo. Aveva mentito a tutti dicendo che lui era affezionato a sua moglie ed era distrutto per esser rimasto vedovo mentre invece era solo un assassino. Ho cercato di parlare, di farlo scoprire ma la parola di un bambino non conta molto quando non si anno prove contro qualcuno>> Mia continua a guardarmi sconvolta. Ho paura di poterla spaventare <<ricordo ancora quella maledetta giornata. Era uno dei giorni in cui accadeva la solita routin per mamma: svolgeva il suo lavoro di casalinga, si occupava di me, sai era brava a farlo, poi mio padre ritornava ubriaco alle cinque del pomeriggio, la picchiava perché non aveva nient'altro da fare e dopo qualche ora era come se non fosse successo niente per lui, mia madre invece era distrutta e anche se faceva di tutto per non farmelo vedere era impossibile da non notare persino per un bambino ingenuo. Quella volta però non è stata la solita spinta contro il muto, la solita stretta del collo, il solito schiaffo o tutte le solite cose a cui ormai era abituata. No! Quella volta l'ha spinta da quelle maledette scale distruggendo la sua vita e anche la mia>> Mia mi fissa attenta ma io non riesco a mantenere il suo sguardo, continuo a guardare per terra come un codardo <<io ero lì, nascosto in un angolo ad osservare. Ad osservare capisci!>> dico alzando un po' di più la voce. Mia sussulta per lo spavento ma si ricompone subito e mi incita a continuare <<ho sentito le sue urla, il suo dolore, però non ho fatto niente, l'ho lasciata morire>>.
<<No!>> esclama la ragazza al mio fianco inginocchiandosi davanti a me. Afferra il mio viso tra le sue piccole mani costringendomi a guardarla <<Non è stata colpa tua!>>.
<<Sì invece, l'ho lasciata morire, ho lasciato che mio padre la buttassi giù come se non fosse nulla>> digrigno i denti con tanta forza che ho male alla mandibola, ho voglia di spaccare tutto, di tornare a Vancouver e pestare a sangue mio padre.
<<No Edward, tu non potevi fare niente, eri un bambino, eri spaventato e avevi paura...>> dice cercando di calmarmi.
<<Ma ero abbastanza grande per aiutarla, per fare qualcosa, anche solo per uscire di casa e chiedere aiuto ai vicini cazzo! Ti rendi conto che ero uno stronzo già da piccolo>>. Non ce la faccio più, non posso continuare, non ora almeno. <<Scusa, io non...>> ma mi interrompe come se mi avesse letto dentro.
<<Non preoccuparti, basta così. Continuerai quando vorrai, quando ne sentirai il bisogno>>. Dice sedendosi di nuovo al mio fianco.
Rimaniamo in silenzio per lunghi attimi, Mia sembra persa nei suoi pensieri e io non so né come comportarmi né cos'altro dire. Mi sembra di aver parlato anche troppo e questo è solo l'inizio dei miei casini...
SPAZIO AUTRICE...
Ciao a tutti e buon pomeriggio 😄
Finalmente sono tornata e con un capitolo al quanto scoppiettante 😂😂😂
Lo so è molto lungo ma volevo in qualche modo scusarmi per la mia "assenza estiva" 😂😂😂 ma tranquilli non morirò più come ho fatto sta volta 😂😂😂
Volevo ringraziarvi tutti perché siamo arrivati a 4,42k visualizzazioni e 1,11k voti ed è tutto merito vostro quindi un GRAZIE gigantesco 🎉🎊🎉🎊🎉 e in più giorno 27/07/2017 (troppi 7 ragazzi 😂😂 da ora in poi sarà il mio numero fortunato) la nostra storia è arrivata al #345 posto in storie d'amore 🎉🎉🎉 GRAZIE DAVVERO DI ❤
Bene non voglio dilungarmi molto quindi vi auguro una buon lettura e se il capitolo vi è piaciuto lasciate tante stelline 👉🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟 qui sotto 👇 e per qualsiasi informazione lasciate un commento e io farò in modo di rispondervi.
Un bacione a tutti!
La vostra C@rAm£ll¡n@ 😘😘😘😘😘😘❤❤❤❤❤🐞
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