Capitolo 1 - Mia
L'anno precedente
È una tranquilla giornata d'estate. Qui a Milano è da un paio di giorni che piove.
A casa regna il silenzio e io mi rilasso a guardare fuori dalla finestra l'acqua che scorre mentre sono seduta sulla vecchia poltrona di papà, nel salottino al piano terra. La casa non è molto grande ma nel suo piccolo l'appartamento è abbastanza accogliente, poi se vogliamo considerare che ormai ci viviamo solo in due persone, possiamo dire che è abbastanza comoda.
Al piano terra ci sono il salotto e la cucina. Esso contiene a fatica un divano a due posti, affiancato dalla poltrona che stò occupando con di fronte una piccola televisione appoggiata ad un mobiletto alto poco meno di un metro. La cucina, invece, non solo è molto piccola, ma ha un'aria molto antica per i miei gusti personali; è stata arredata tempo fa da nonna Jo, la madre di mia madre. È venuta a mancare mesi fa quindi mamma non vuole cambiare l'arredamento di questa stanza perché dice che in questo modo ci sarà sempre qualcosa per ricordarcela.
Ma io dico, una foto? No! Tutto l'intero arredamento della cucina...!!
Al piano di sopra invece c'è il bagno, la camera da letto di mamma e il mio rifugio... sì, proprio così, la mia camera è diventato il mio rifugio da quando ho quindici anni e iniziavo a non sopportare i pianti irrequieti della mia sorellina Alice, la figlia di papà.
I miei si sono separati quando io avevo solo dodici anni perché mamma scoprì di avere un paio di corna più grandi di questa casa perché mio padre la tradiva con quella "sgualdrina" della sua compagna attuale da cui è nata una bambina stupenda che, ringraziando il cielo, non assomiglia per niente a sua madre.
Fino a qualche anno fa, le uniche cose che mi ricordavano mio padre in questa casa erano: la poltrona in salotto, il letto che un tempo condivideva con la mamma e qualche vecchia foto di quando ero piccola dove c'era focalizzata la famiglia felice e perfetta che credevamo di essere, poi però la mamma ha deciso di riallacciare i rapporti con lui per il mio bene perché non voleva che con il tempo lo odiassi e lo dimenticassi anche io come stava succedendo a lei.
Da quel giorno Alice divenne la sorellina che avevo sempre desiderato ma non avevo mai avuto e che non ero abituata ad avere.
A distrarmi dai miei pensieri fu la vibrazione del mio telefono. È un messaggio di Emily, la mia migliore amica.
Ehy "casinista", non dimenticare l'incontro in biblioteca!!
A domani... e sii puntuale Mia ;)
Adoro Emily!!!...
Devo ammettere che appena l'ho conosciuta, in prima liceo, siamo diventate subito ottime amiche e da allora non ci siamo più lasciate. È sempre presente quando ho bisogno di una spalla su cui piangere come io lo sono per lei, però, durante l'estate ci dobbiamo separare; va ogni anno in vacanza a New York dai suoi cinque fratelli, mentre io trascorro questi tre mesi in biblioteca o a casa tra queste quattro mura.
L'estate sta finendo e l'ultimo anno di liceo si avvicina, quindi Emily è di ritorno. E qual è il posto migliore di una biblioteca per riabbracciarsi? Per noi nessuno.
Sono le cinque del pomeriggio e mancano precisamente ventitre ore al nostro incontro ed io sono la persona più felice sulla faccia della Terra, non ci sto più nella pelle.
Rispondo al messaggio.
Tranquilla Emy, ci sarò! <3 <3
P.S. Non vedo l'ora :D
Aspetto la risposta di Emily ma non arriva.
Mi alzo dalla poltrona con l'intento di uscire per andare a fare un giro in città, ma prima di uscire lascio un post-it attaccato sul frigo avvertendo mamma che non sarei tornata tardi, poi prendo le chiavi di casa ed esco.
Giro a vuoto riflettendo un po' su tutto: quello che accadrà domani con Emily, mio padre e la sua nuova famiglia, la piccola Alice di cinque anni che lui stà tirando su benissimo come non ha saputo fare con me. Oggi sono diventata quella che sono solo per merito di mia madre, lui invece non c'è mai stato per me, e tanto meno per mia madre.
Volete sapere quello che provo? Provo rancore, rabbia perché non è stato il padre che ogni bambina desidera, perché non è stato il mio Principe azzurro, perché non è stato il mio primo grande amore come per tutte le bambine del mondo lo è il proprio padre...
Vago per Milano per quelle che sono sembrate ore, infatti, il sole è calato e io, ancora pensierosa, mi incammino verso casa.
Entro e ad accogliermi c'è mamma.
Beh, apparte lei non ho nessuno...
Ho aggiunto la gif di Gabriella Wilde per farvi un po' capire come sto immaginando Mia, in realtà per la maggior parte del suo aspetto fisico mi sono ispirata proprio a lei per creare il personaggio, però logicamente ognuno è libero di usare la propria fantasia e immaginazione 😘
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