5.Cercasi amica guerriera - Catherine

Entro a casa sbattendo la porta e come mi ero aspettata accorre mia madre eccitata, cosa che mi da fastidio in questo momento.
<< Be', primo giorno... come è andata?>> La sua voce è sovrastata da gridolini. Io per non cominciare a combinare disastri, salgo le scale .
<< Cat, come è andata allora?>> Continuo il mio cammino verso la camera, fingendo di contare tutte le strisce del parquet.
<<Allora? Bene? Male..?>> A un certo punto perdo il controllo.
<< Mamma è andata male, okay? Potresti lasciarmi riflettere sulla mia pessima giornata, o no?>> Il suo sguardo perde tutto l'entusiasmo ,e diventa triste, facendomi pentire di quello che ho appena detto; Detesto offenderla e levarle il sorriso.
<<No, mamma, scusa... è che...>> La mia voce è rotta dal nodo che mi si è formato in gola, supplicandomi di piangere. Mi siedo sul terzo gradino della scala, la testa bassa, le guance rigate di lacrime.
<<Tesoro... che cosa è successo? Racconta tutto.>> La mamma si siede vicino a me e mi accarezza i capelli. <<Mamma, è terribile, so già che tutto diventerà un inferno... e mi chiedo perché... che cosa ho fatto di male?>> Lei mi asciuga le lacrime. << Una ragazza, vero?>> Annuisco, producendo nuove lacrime. << Dai, so per certo che non è semplice, ma non rovinare i tuoi anni di liceo per una ragazza.>> Ha ragione: perché deve girare tutto i torno a lei? Perché devo stare sola solamente perché lei mi minaccia? Mi farò delle amiche, uscirò con loro, mi diplomerò felice! <<Hai ragione, sai? Non devo affatto rovinarmi la vita!>> Salgo le scale prima che mia madre mi possa dire qualcosa, lasciandola con una faccia intontita. Chiudo la porta della camera e guardo le pareti bianche e lilla, felice della liberazione che sento dentro il petto; sono troppo problematica: perché dovrei spaventarmi e camminare a testa bassa, se posso affrontare quella stupida e boriosa ragazza che pensa di poter soggiogare e far inchinare ai suoi piedi tutti quelli che vuole? Devo rilassarmi, evitare tutte le sue minacce e i suoi brutti scherzi -ci vuole solo un'amica che stia con me, che stia dalla mia parte; un'amica...
Subito mi viene in mente Amber, la mia migliore amica, e apro il portatile bianco perla per videochattare un po'; mi manca.
Quando vedo quei capelli lunghi e quel viso d'angelo il mio cuore perde un battito; finalmente posso rivederla!
<< Cat! >>Esclama lei sgranando gli occhi. È da quest' estate che non ci sentiamo, perché lei è andata in Italia per questioni di studio, a Roma c'è una grande accademia d'arte e per lei l'arte è semplicemente la sua vita.
<<Ciao Amber! Come va? Hai mangiato gli spaghetti Italiani?>> Chiedo scherzosamente io; vorrei essere al suo posto. Lei in risposta ride grugnendo un po', appannando lo schermo. << Certo,Cat, in questa scuola il cibo italiano che intendi tu è avariato da anni... se penso al suo sapore di plastica e cartone.>> Il suo umorismo mi manca; è un umorismo al quanto sarcastico, cosa che ho sempre amato. Mi sembra perfino di sentire il suo profumo di agrumi e rose attraverso lo schermo, da quanto mi manca: da quanto mi manca un'amica in questo momento; lei avrebbe ridotto Alexandra in poltiglia, con la sua lingua tagliente come lame di acciaio.
<<Beram, c'è una ragazza che avrebbe bisogno di un po' dei tuoi insulti.>> Beram è il modo in cui la chiamavo quando eravamo piccole; invertivo le sillabe, e una volta cresciute ho continuato a chiamarla così perché mi sembrava affettuoso; una cosa troppo mielosa per certe persone, stupida per gli altri; ma a noi non è mai importato nulla -siamo sempre state talmente unite che non ci siamo mai preoccupte delle opinioni che non siano le nostre. Una cosa smorzata dalla lontananza, la peggior nemica di amore e amicizia.
<<Cosa? Dimmi immediatamente chi è e cosa ti ha fatto così torno lá per per farla a pezzi e riattaccarli al contrario.>> Sospiro. A volte mi fa paura. << È una ragazza. Ha minacciato di rendere la mia vita un inferno. Sai, una di quelle che per una pallonata comincia a scavare la tua fossa.>> Lei aggrotta la fronte.
<<Cat, è una che crede di essere Dio. Tira fuori le unghie, tigre>> mi dice sorridendo.
<<Grazie Beram. Ok ...io andrei, sai, i compiti!>> Lei annuisce e mi saluta.
Unghie. Unghie. Quali unghie?! Mi sa che domani metto un cartello nella bacheca: "Amica cercasi". O meglio: "Guerriera cercasi".

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