Capitolo 15 " Piaci anche a mio padre"
Milano, zona San Siro, Italia.
20:00
Ambra non era mai andata a conoscere i genitori di Damiano, sapeva che faccia avessero solo perchè l'ex le aveva mostrato qualche foto che aveva in galleria.
Matteo invece era diverso, faceva sul serio. Aveva parlato varie volte alla giovane dei suoi genitori: la madre professoressa di latino e italiano,il padre un avvocato ben conosciuto.
"Non avere timore...e se mio padre ti chiede,tifi Milan!"
In macchina,con in sottofondo una canzone di Lucio Dalla i due si stavano dirigendo a casa dei genitori di lui in una zona poco raccomandabile della città.
Ambra non aveva mai varcato il centro:suo padre non voleva rischiare che collaboratori si mettessero in mezzo.
Il Signor Abate aveva notato che i due erano più che dei semplici amici...ovviamente sapeva che sua figlia aveva violato la regola principale di casa ma,la vedeva felice dopo un sacco di tempo,speso in attesa di un nuovo amore.
Li lasciava uscire in coppia facendo finta di nulla e lasciando la figlia libera e felice.
"Come farai a parlare? Beh,non per dire ma io sono un magnifico traduttore,no?"
Ambra aveva sorriso,guardando fuori dal finestrino lo stadio che, incredibile ma vero aveva visto solo in fotografia su Google.
"Questo che vede alla sua destra mia cara signora è lo stadio San Siro...dove Vasco,i Pooh e chissà quanti altri hanno fatto concerti da urlo"
La nera aveva posato la mano sul cambio,sopra quella del giovane che aveva sorriso.
"Sei...sei splendida oggi. Poi non smetterò mai di dirlo:i maglioncini a te stanno da Dio... c'hai due tette che cazzo,ci metterei la faccia in mezzo tutto il giorno"
Con un gesto abile lei,gli aveva tirato uno schiaffetto sulla spalla.
Quando voleva sapeva essere volgare...ma sempre gentile.
"Sai che mi dicevano le professoresse alle superiori? Sei birichino ma sempre gentile....raro di questi tempi!"
Ambra ormai,fra il rossore delle guance e le risate non sapeva più in che maniera contorcersi.
"In questo momento vorrei tanto avere con me una videocamera per riprendere il tuo sorriso e mostrarti quanto sei bella,quando mi dici che non vali niente e non meriti le meraviglie del mondo"
Era sincero:sempre.
Fermi al semaforo,davanti a questa dichiarazione,lei aveva abbracciato il fidanzato,chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare come una bambina. Le piaceva il lato dolce,romantico e a dir poco smielato del giovane:in fin dei conti era quello che aveva sempre cercato in un ragazzo.
"È andata un po' via l'ansia?"
Aveva annuito,lasciandogli velocemente un bacio sulla guancia.
In poco tempo,erano arrivati a casa dei genitori di Matteo. Era una zona,centrale,poco distante dai principali licei ed istituti tecnici della zona. Erano arrivati davanti ad un appartamento di dieci piani:verdognolo,con una struttura rigida. Probabilmente costruito quando al governo vigeva Mussolini.
Mano nella mano erano saliti in ascensore:Ambra per non andare con le mani in mano,aveva portato una bottiglia di vino rosso(ormai era diventata una sommelier niente male) e dei biscotti fatti in casa.
Al sesto piano,le porte del saliscendi si erano aperte,rivelando un pianerottolo colmo di fiori di ogni genere,forma,colore e dimensione.
Sulla soglia della porta c'era una donna:una bellissima donna sulla cinquantina. Occhi scuri,capelli scuri e mossi,decorati con qualche mollettina colorata. Vestiva un semplice maglione in cashmere rosa e un leggins scuro,semplice ma ordinata.
"Ciao mamma"
"Ciao piccolo mio...oh quanto sei cresciuto!"
"Mamma...non ci vediamo da un mese,non un anno!"
"Ma sai,tu come tuo padre crescete sempre...mi fate rimanere l'unica bassa in famiglia!"
"Cecilia c'è?"
"Certo,tua sorella un evento del genere non se lo sarebbe mai e poi mai lasciato scappare,lo sai com'è fatta:avrà qualche gossip da raccontarti"
"Quando imparerà a farsi i cazzi suoi, probabilmente metà dei problemi nel mondo si risolveranno"
"Eddai...non essere così volgare! Piuttosto usa qualche anagramma latino,sai che mi piacciono da morire!"
"E te pareva!"
Ambra era rimasta in disparte,nascosta dalle spalle del fidanzato ad osservare quel rapporto così stretto e consolidato che c'era fra madre e figlio. Per qualche istante,si era ricordata del meraviglioso rapporto che anche lei aveva con sua madre e a quanto le mancava. Un pensiero aveva fatto capolino nella sua mente,era perfino troppo serio per la situazione:doveva portare Matteo a conoscere sua madre, ovviamente per quel che si poteva fare.
"E questa bella ragazza? Me la presenti?"
"Lei è Ambra,la mia fidanzata"
Con un sorriso in volto e delle fossettine infantili,la giovane aveva stretto la mano della donna che a primo impatto non l'aveva fulminata con lo sguardo:era già una nota positiva da tenere a mente.
"Io sono Maria ma chiamami come vuoi gioia eh"
Con una tranquillità disarmante,erano entrati nel piccolo appartamento tenuto in una maniera scioccante:sembrava un set cinematografico. I pavimenti erano così lucidi da splendere,i muri decorati con quadri che raffiguravano figure storiche o Dio,le piante tenute alla perfezione.
"Ragazzi,vi presento Ambra!"
Con un sorriso spontaneo,erano subito entrati in cucina dove erano seduti il padre e la sorella di Matteo. Se non fosse stato che la giovane era etero,persino un giro con Cecilia se lo sarebbe fatto volentieri...possibile che fossero tutti boni come quasi nessuno sul pianeta Terra?!
"Ciao,piacere Giovanni"
Ambra aveva stretto la mano all'uomo notando la visibile somiglianza con il figlio. Se non fossero stati padre - figlio, sicuramente le persone li avrebbero scambiati per fratelli.
"Ciao,Cecilia...la sorella di questo zarro qua"
La ragazza aveva salutato con la mano la nera che aveva ricambiato.
Matteo aveva avvisato che Ambra non parlasse ma comunicasse a modo suo...e Cecilia beh,no,non aveva capito proprio nulla.
Ambra aveva dato a Maria i biscotti e il vino che successivamente aveva posato sulla tavola.
"Oh grazie tesoro ma non dovevi preoccuparti!"
Dopo poco tempo si erano seduti tutti a tavola...colma di cibo nemmeno fosse capodanno.
"Matteo,la preghiera"
Il padre aveva ripreso il figlio:la religione era fondamentale in quella famiglia.
Tutti si erano uniti,tenendosi stretti con le mani e iniziando a recitare una preghiera.
Ambra...li osservava. Curiosa,anche invidiosa:lei non riusciva a credere in Dio ma proprio non ci riusciva.
Si era resa conto che ci vuole forza e coraggio per credere...e lei queste due caratteristiche non le aveva ancora ben sviluppate.
"Amen"
E dopo aver concluso,avevano iniziato a passarsi vassoi e teglie colme di cibo come non mai.
Matteo aveva spiegato che sua madre avesse una passione innata per la cucina... sì,ma la giovane non si aspettava una cosa così esagerata!
"Non vorrei sembrare scortese ma,cosa ci racconti di te tesoro?"
Maria con un sorriso stampato in volto aveva chiesto alla nera,addentando subito dopo del pane.
Ambra con disinvoltura aveva iniziato a spiegare,con Matteo che traduceva.
"Sono una ragazza semplice,gentile e amo leggere da morire...ehm,sono di Milano e amo la mia città. Aspetta....eh....non ho grandi ambizioni nella vita se non quella di essere felice,ma felice davvero. E ovviamente quella di comprarmi un cane,ambizione che a causa della mia allergia non posso ascoltare."
"Ah ma che carina,che ne dici amore,mh?"
"Sì...rispetto le altre ragazze che Matteo c'ha portato qua,beh sì,normale..."
Normale.
Ambra era stata definita normale.
Come se,quel pranzo,fosse un tribunale e lei fosse l'indiziato principale di un crimine efferato.
Per qualche istante aveva guardato ciò che aveva nel piatto e...e aveva sentito di nuovo quelle voci che erano sparite da qualche settimana.
Sono troppe calorie,come le sprecherai dopo?
Guarda quanto mangi...non ti fai schifo?
Non mangiare tutto...
Se mangi tutto dopo devi vomitare tutto
Ma non ti vergogni ad ingozzarti così tanto? Ci son persone che muoiono di fame cazzo!
Sei un ipocrita...una settimana di dieta e poi ti abbuffi come un animale!
Ambra aveva sorriso,guardando il fidanzato.
"In fondo al corridoio,dritto a te"
Con permesso,la giovane si era alzata velocemente. Era arrivata in bagno dove,si era chiusa a chiave e aveva iniziato a vomitare.
Era un po' di tempo che non lo faceva... principalmente perché non ne aveva sentito bisogno.
Ma il giudizio,altrui specialmente,la portava sempre più in basso,in quel baratro che solo lei sapeva a cosa servisse.
Dopo aver vomitato anche solo le prime portate che aveva ingerito,si era sentita meglio.
Si era lavata il viso con acqua fredda,spruzzato uno spray alla lavanda posto sul davanzale e aperto la finestra.
Ok,ok,ok...un gran respiro ed era tornata velocemente:non voleva fare insospettire i presenti.
Ma Matteo aveva capito tutto...e no,non voleva più rimanere in silenzio.
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