Capitolo 13 "What hell are you talking about?"
Milano,Italia.
19:38
Era passato un mese dalla prima volta di Ambra e quest'ultima,si sentiva legata più che mai a Matteo.
Quel ragazzo...oh sì che era quello giusto!
Ogni mattina le portava il suo cappuccino prima di andar a lavorare,se aveva un attimo di tempo libero usciva a comprarle qualche anello,collana per farla sentire ancora più bella. Uscivano quando lei desiderava e non si era mai fatto assolutamente problemi nel pagare una borsa più costosa. Andavano a ballare,tutti i sabato sera in un locale poco distante da Milano,di quelli fermi negli anni ottanta dove si balla ancora il twist.
Bevevano litri su litri di spremuta d'arancia per merenda,leggevano libri di autori completamente sbandati e amavano ascoltare Bowie mentre passeggiavano mano nella mano nell'immenso giardino di lei.
Si vestivano anni ottanta,anche se lui,riusciva ad essere comunque uno zarro da paura.
All'interno della vasca da bagno,amavano starci insieme,mentre guardavano qualche film vecchio,di quelli bianco e nero sull'amore eterno e l'evasione fiscale.
Amavano cucinare di tutto:lui si era addirittura adeguato alla cucina vegetariana della giovane che,ogni giorno si innamorava sempre più di quel milanese che in così poco tempo le aveva rapito il cuore.
Quella sera,dopo che la neve per giorni aveva colorato di bianco il giardino della villa,si erano ritrovati a camminare sottobraccio,come una volta,con le cuffiette ad ascoltare Heroes di Bowie.
"We can be heroes,just for one day!"
Lei aveva sorriso,cambiando la playlist e mettendo un po' di indie italiano.
"Mamma mia che depressione...sususu,un po' di sana musica zarra!"
Ambra aveva sorriso amaramente,togliendo le cuffiette e posandole nel cappotto.
"Che c'è? Sei triste da un paio di giorni...che succede?"
La giovane gli aveva dato la mano,iniziando a camminare sotto i pini bianchi del giardino.
Aveva iniziato a spiegare come si sentiva: i fantasmi del cibo erano tornati e non riusciva ad ignorarli.
Voleva immagazzinare l'energia che aveva per eliminare tutti quei pensieri....eppure sembrava non riuscirci mai.
Aveva deciso di non rimanere in silenzio quella volta.
Sapeva che del milanese poteva fidarsi ad occhi chiusi e che,avrebbero trovato una soluzione insieme. Lui non era Damiano egocentrico ed egoista.
"Vuoi...vuoi che prenoto una visita da un nutrizionista? Vuoi andare da uno psicologo? Non..non so come muovermi gioia io non conosco questi problemi ma,ma io ti aiuterò"
Ambra aveva guardato il cielo:bianco.
Come il cuore del giovane:puro.
Non si era mai sentita così presa in considerazione, così amata.
Non si era mai sentita importante per nessuno....ma grazie a Matteo,stava scoprendo quella magnifica sensazione.
Lo aveva abbracciato, stringendolo forte a sé,come se non volesse perderlo.
"Stasera non vuoi andare a cena?"
La nera aveva scosso la testa,giocherellando con le collane d'oro del ragazzo che aveva il cuore minuscolo in quell'istante:si era fatto piccolo piccolo per entrare nell'enorme cuore di lei.
"Andiamo a ballare anche se è martedì? Che dici?"
Dopo un quarto d'ora,erano seduti al tavolino del loro locale preferito.
Era come se fossero seduti sul set di Pulp Fiction del Tarantino.
Anche se lui con John Travolta non ci azzeccava nulla,si ritrovava nel personaggio nel girare armato ed avere un carattere d'oro.
Lei nemmeno si ritrovava tanto nel personaggio....ma era problematica e amava forte.
"Cosa volete ragazzi?"
"Due spremute d'arancia per favore"
Ambra si sentiva al sicuro in quel locale...con Matteo accanto poi era il top che poteva aspettarsi dalla vita.
Sul tavolo lui aveva posato delle carte da gioco.
"Sai giocare?"
No.
"Oh...ti insegno io signorina. Ti va?"
Sì.
"È più semplice che giocare a scacchi...allora devi sommare i punti che fai, così puoi scendere o salire e poi fai scopa"
La giovane aveva fatto una smorfia:non aveva capito proprio nulla.
Poi lei e la matematica erano due cose proprio separate da mille nebulose e varie via lattea.
In poco tempo erano arrivate le bevande e dopo aver pagato,avevano iniziato a sorseggiarle con delle cannucce a dir poco ridicole.
Ambra aveva voltato lo sguardo verso la pista da ballo:c'erano due ragazzini,ancora più giovani di lei. Su per giù avevano quindici anni,non di più.
Lei sembrava Giulia Roberts:una chioma indomabile e un fisico da urlo.
Lui era simile a Leonardo DiCaprio in revolutionary road:fermo agli anni quaranta.
Ballavano il twist come due professionisti,senza scarpe e senza malizia.
E Ambra li stava invidiando...invidiava in special modo la ragazza. Sembrava così tranquilla con il suo corpo,così in pace con se stessa...sembrava che fosse malata di amor proprio e per il prossimo.
Aveva portato alla bocca un po' di spremuta,sentendo in bocca un gusto strano;ferro.
Sangue.
"Merda...andiamo in bagno,vieni"
La nera aveva appena fatto in tempo a tamponarsi il naso con il tovagliolo...quando aveva la pressione alta capitava spesso che perdesse sangue dal naso. Perlopiù capitava nella afose giornate d'agosto,non in un gelido dicembre.
Conoscendo bene il locale,in pochi minuti erano arrivati alla toilette:Matteo aveva colto vari fazzoletti e li aveva bagnati con quell'acqua fredda...con questi aveva formato una sorta di pallina che gocciolava dappertutto.
Si era tolto la sciarpa beige che indossava,aveva avvolto la pallina e l'aveva passata alla giovane che aveva sospirato,sedendosi a terra.
"Va un po' meglio?"
Ambra aveva annuito:seppur iniziasse a farle male la testa,sperava che almeno il sangue smettesse di colare come cascate dalle sue povere narici.
"Io solo una volta nella vita ho perso sangue dal naso...posso raccontarti se ti va"
La giovane aveva annuito,iniziando ad accarezzare la mano del giovane,tirandolo per terra sul pavimento con lei ed intrufolando subito dopo le dita fra i capelli mossi e scuri del milanese che amava quelle piccole attenzioni che lei gli dava.
"Ero fuori da una discoteca e,sai,mi sono sempre vestito in maniera diversa rispetto alla massa. Mi mandavano sempre via dai locali,guardandomi dal basso verso l'alto con disgusto,disprezzo:io odiavo gli occhi dei vigliacchi,dei codardi che si credevano più di me solo perché avevano due cazzo di gadget di Versace....così una sera,sempre con la mia compagnia,avevamo deciso di andare in quel locale in centro...arrivati davanti all'ingresso,il bodyguard ci ha respinti come se fossimo dei criminali,dei vermi terrificanti.
Ed io quella volta non ho resistito:gli ho dato un pugno.
Ma avevo appena diciott'anni e non avevo calcolato le conseguenze...mi ricordo che mi hanno portato in pronto,caricandomi di forza in cinque su una punto vecchia,che aveva la marmitta sempre rotta. Arrivati in pronto,le infermiere mi avevano sorriso,chiedendomi qualcosa,dicendomi che ero un bel ragazzino....poi ho chiuso gli occhi.
Per due giorni non sono riuscito ad aprirli:mi avevano spaccato il muso,naso compreso.
Per questo ora ho un naso orribile..però dai,almeno il mio bel faccino è rimasto lo stesso,vero?"
Ambra aveva sorriso,lasciando un dolce bacio sul naso al ragazzo che le aveva accarezzato una mano.
"Cola ancora?"
La giovane aveva provato a spostare lo sciarpone di Matteo con dentro la pallina d'acqua gelida ma,niente da fare...non voleva smettere di scendere il sangue quella sera.
Come se cuore e mente avessero fatto a botte sul serio.
"Tu mi ami?"
Ambra aveva sgranato gli occhi, rimanendo sbalordita davanti alla domanda.
In un bagno,per terra,con il naso sanguinante....insomma,non era una delle situazioni più ottimali.
Però si era guardata dentro,non poteva mentire a nessuno.
Aveva poi osservato gli occhi del milanese che sembravano assetati del suo amore,del conoscere quella benedetta risposta.
Con una mano lui,le stava accarezzando il ginocchio,coperto dal solito jeans a zampa che Ambra adorava indossare.
Aveva annuito.
"Mi rendi l'uomo più felice della Terra..."
Con gli occhi lucidi,quasi,colmi di sentimento,se ne era fregato dal naso,della situazione e le aveva lasciato un bacio sulle labbra.
Con tanto di sorriso in allegato.
"Anch'io ti amo,lo sai questo?"
Ambra aveva scosso la testa,emozionata anche lei.
Fronte contro fronte.
Con gli occhi che stavano esplodendo ed i cuori in una eclisse perfetta.
"Ti amo anch'io Ambra,da impazzire...non penso di aver amato mai nessuna come te"
Si era lasciato scappare una dichiarazione più grande di lui,perfino di loro due messi assieme.
Dopo vari baci,il sangue fortunatamente aveva smesso di colare.
Erano usciti dal bagno,rientrando in macchina e facendo il giro di quella meravigliosa Milano innevata.
Fermi ad un semaforo,lui non era riuscito a trattenersi:scattato il verde erano entrati in una zona traffico limitata....tanto era mezzanotte e nessuno poteva vederli.
O almeno:le telecamere di sicurezza sicuramente c'erano ma,ogni tanto vale la pena rischiare... altrimenti che gusto c'è?
Matteo aveva fermato l'auto,davanti al Duomo.
Con un sorrisino sghembo aveva guardato la ragazza che era sempre più confusa.
"Tranquilla,non voglio fare l'amore qua davanti a tutti...poi davanti alla Madonnina"
Ridacchiando, tirava sempre fuori l'argomento religioso. Matteo era cristiano,figlio di cristiani praticanti.
Ambra no,lei era atea...per mille ragioni, la prima era filosofia.
Ma Matteo ci credeva davvero in Dio,in tutte le sue manifestazioni e in tutti i riti celebrativi.
E Ambra....era felice di averlo accanto.
Lui credeva nell'impossibilità...lei,non era ancora arrivata a questo livello di coraggio.
Distratta dall'immensità del Duomo,aveva dimenticato completamente di essere in auto con il ragazzo che,aveva sfruttato la disattenzione della giovane per tirare fuori una scatolina bianca,con tanto di fiocco rosso.
"Testina...non riuscivo ad aspettare natale. Sai che mi annoia l'attesa... è un piccolo regalo,l'ho fatto fare su misura per te. Spero, con tutto il mio cuore che ti piaccia"
Ambra era sconvolta:si era portata le mani fra i capelli,per poi tremante afferrare la scatolina e aprirla in maniera impaziente.
Il contenuto era di una bellezza disarmante:un anello fine,d'oro bianco con una pietra rossa al centro.
Aveva sorriso...in seguito però aveva corrugato la fronte:non era nuova quella pietra.
Aveva preso fra le sue dita,le mani del fidanzato...ed eccola lì;un anello molto più spesso sul medio con la stessa pietra incastonata al suo interno.
"Ti piace? So che ne ho presi molti di anelli ma questo è più importante... è rosso,il colore dell'amore. Possiamo ufficializzare il nostro rapporto?"
Ambra aveva annuito,non sapendo cosa fare aveva infilato l'anello nell'indice (le dita fini permettevano solo quel dito) per poi baciare animatamente il fidanzato. Lasciandolo senza fiato.
"Ehi,ehi signorina...placa gli ormoni che una multa per atti osceni in luogo pubblico mi manca,sai la mia lista è lunga. Andiamo a nanna,mh?"
La giovane aveva sorriso,osservando l'anello.
Matteo si che era quello giusto.
Si,Matteo era il suo primo vero amore e non l'avrebbe mai lasciato per nulla al mondo.
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