Capitolo 11 "In fondo con le mani..."
Milano,Italia.
14:55
Il capitolo contiene scene particolarmente sensibili.
Potete non leggere.
Ci sono persone che le incontri per rinascere perché nascere non è abbastanza...almeno ,così si legge in giro.
Ambra da quando aveva accanto a sé Simone e Matteo ,era un'altra persona.
Il dolore che affliggeva il cuore della giovane per quella rottura andava pian piano scomparendo e lei stava ritornando il turbine di energia positiva che era.
Aveva ricominciato a fare yoga la mattina, a cucinare quello che voleva senza avere paranoie sulle calorie e a godersi ogni piccolo istante della giornata.
Quel pomeriggio con Matteo avevano deciso di preparare i biscotti al cocco, dolce che la nera amava sia cucinare che mangiare.
Simone era tornato da pochi giorni in quella Milano che, sotto natale era diventata una bellissima donna con una chioma platino data dalla moltitudine di neve che era caduta sui tetti della città.
Ormai mancavano davvero pochi giorni a natale e Ambra, da brava paranoica, aveva iniziato a provare tutte le ricette che cucinava ogni volta: ovviamente tutto vegetariano.
"Qui dice di mettere venticinque grammi di cocco...ma quanti cazzo sono venticinque grammi?"
Ambra aveva fatto spallucce; oltre tutte le altre caratteristiche, era anche impedita nelle unità di misura, statistiche, proporzioni...lei e la matematica erano due mondi totalmente opposti.
"Aspetta...qua dice mezza tazzina da caffè. Secondo me dobbiamo metterla piena"
Lei aveva scosso la testa: si ricordava le parole di Marilena ogni volta che la giovane cucinava "Nel salato puoi farle tu le misure e porzioni, ma nel dolce devi sempre rispettare alla lettera la grammatura".
"Ambra ma almeno prendono gusto!"
La nera aveva sorriso, lanciando della polvere di cocco fra i capelli del milanese che ovviamente non si era fatto intimorire, prendendo una manciata di farina bianca e iniziando a rincorrere la giovane che svelta, aveva iniziato a correre intorno all'isola della cucina.
"Sai che ho una mira precisissima?"
Si erano fermati, ai poli opposti guardandosi. Come due killer con armi diverse ma cariche si stavano osservando in cagnesco.
Con una mossa felina, che Ambra sinceramente non aveva nemmeno visto, il giovane aveva balzato l'isola in marmo della cucina, slittando verso la giovane che si era ritrovata cosparsa di farina da testa ai piedi. Aveva sbattuto varie volte le palpebre, cercando di levarsi dagli occhi quella polvere che era davvero insopportabile.
"Dovresti vederti! Sembri un pupazzo di neve!"
Il giovane la stava prendendo per il culo, ridendo sonoramente alle mille smorfie che la ragazza stava facendo eliminando l'eccesso della polvere dal volto.
Lei, ovviamente impulsiva e vendicativa in pochissimi secondi era corsa verso il ragazzo che aveva ricominciato a correre per la cucina, armandosi di fecola di patate. Lei armata di cacao in polvere.
E avevano ricominciato la guerra, macchiando ogni piastrella del pavimento, il piano cottura, il lavabo e tutta l'isola in marmo. Marilena li avrebbe uccisi...anzi, probabilmente sarebbe morta d'infarto a vedere tutto quel disastro in quella cucina che era immacolata dall'ordine e dalla pulizia.
"Tregua, depongo le armi"
Matteo aveva posato a terra l'involucro ormai vuoto che conteneva la vanillina. Ambra lo aveva imitato posando a terra una ciotola che conteneva canditi e il cocco in polvere.
"Firmiamo la pace di Milano, in questa cucina, generale avversario?"
La giovane ridendo aveva annuito, stringendo la mano insieme a quella del milanese che si era tirato in piedi.
"Dai, tirati su che devi andare a lavarti"
In poco tempo avevano sistemato la cucina e dopo aver salito le scale, lui aveva accompagnato la giovane che in pochi minuti si era lavata, eliminando dal suo corpo tutto :farina, cacao, cocco, fecola di patate....più che fare i biscotti, lei stessa era diventata un biscotto.
Dopo la doccia,Ambra era uscita dalla stanza con solo una maglia addosso e le mutandine,inconsapevole del fatto che Matteo fosse pulito ed in ordine sul letto,pronto ad una partita di scacchi.
"Ti va una partitina?"
Lei aveva annuito,sistemando i capelli in uno chignon alto.
Mentre giocavano però...Ambra sentiva. Sentiva quello sguardo che la trapassava da parte a parte. Sentiva quel respiro,forte e carico. Sentiva quel profumo che ad ogni istante sembrava ipnotizzarla.
Sentiva che Matteo,era carico di emozioni.
Come poteva essere possibile? Insomma...poche settimane prima lui aveva giurato solennemente di essere felicemente fidanzato. La giovane non voleva mettersi in casini più grandi di lei. Così si era fermata un secondo,tenendo in mano la regina.
"Chi? Io? Ma Ambra...ti sembra che io sia uno fidanzato?"
Aveva sorriso,per poi spostare la pedina del re.
"La regina vince sul re...i miei complimenti,hai studiato bene le tue mosse oggi"
Lui aveva sorriso sghembo,portandosi poi una sigaretta fra le labbra e iniziando a sistemare il gioco sul solito tavolino in cristallo.
La nera si era presa qualche attimo per osservarlo:una camicia colorata,sotto la quale c'era una semplice canottiera nera. I pantaloni scuri e le collane d'oro esaltavano lo stile del giovane che, incredibilmente, ad Ambra risultava attraente.
Ed in quell'istante aveva capito una cosa: era lui.
Era lui colui che stava cercando.
Quello di cui Simone gli aveva detto che valeva la pena rimanere svegli tutta la notte e farci l'amore sempre.
Non si era accorta,o forse resa conto fino a quel momento...Matteo,anche lui l'aveva scelta.
Dalla prima volta che l'aveva vista:timida e racchiusa in un guscio di insicurezze, intrappolata in una relazione tossica.
Quel paio di occhi,che sapevano parlare meglio di tutte quelle ragazzette di cui lui si accontentava il sabato sera per avere compagnia.
Meglio forse,di tutte quelle escort,chiamate con disperazione,umiliazione quasi.
Ambra era il meglio.
E si,lui l'aveva capito già da un pezzo ma,aspettava in silenzio come un gentiluomo che anche il cuore della nera se ne accorgesse.
Era educato,gentile. Un ragazzo d'oro.
La giovane aveva fatto segno al milanese di sedersi accanto a lei e così aveva fatto.
Si era mossa,avvicinandosi ancora di più al ragazzo che,le aveva sorriso,accarezzandole i capelli.
"Ambra io... è un po' che ti devo dire delle cose...penso che anche tu debba dirmi qualcosa,giusto?"
La nera aveva annuito.
Lui anche.
Erano rimasti in silenzio,uno di fronte l'altra,a guardarsi.
Perché per la giovane era il miglior modo di comunicare,semplice e puro.
Una mano di lei era andata ad accarezzare quella del giovane che aveva sorriso.
"Mi hai spiegato perfettamente...io,io spero di essere stato all'altezza...non mi esprimo molto con gli occhi"
E poi era successo tutto così in fretta:si erano baciati in maniera diversa da chi si desidera. Quei due si baciavano con amore e nessuno l'aveva capito.
Con le mani,si erano tolti di dosso gli indumenti,accartocciando le insicurezze in un angolo,finendo sotto le lenzuola a fare l'amore.
Semplicemente amore.
"Sei...sei sicura?"
La nera aveva sorriso,in seguito annuito.
Viso a viso.
Occhi dentro occhi.
L'unica cosa che era riuscita a fare era proprio quella:il fatto di non chiudere mai gli occhi. Voleva immagazzinare nella sua mente quel momento che,doveva rimanere indelebile ad ogni costo.
Matteo non era mai stato con una ragazza che non l'aveva ancora fatto...ed era una prima volta anche per lui.
Con le donne non era affatto impacciato,tutt'altro ma in quella situazione si era ritrovato catapultato quasi alla sua prima volta da adolescente.
Le emozioni erano amplificate per entrambi e...ed era tutto così come Ambra se lo era immaginato.
Lui la accarezzava piano,le baciava il viso,le mani.
Lei dal suo canto,ricercava sempre le pupille scure del giovane che erano sempre lì ad aspettare un po'. Vacillavano,traballavano come se fossero due massi su un tavolino di cristallo.
Era tutto così nuovo...così magico.
Era una scena che probabilmente Ambra non avrebbe mai,per nulla al mondo,dimenticato.
Non era riuscita a trovare l'orgasmo quel giorno...ma le andava bene così.
Era ancora frastornata da tutte le emozioni che in così poco tempo,aveva sentito sulla pelle e accanto al cuore.
"Stai bene? Si? Vuoi...vuoi un po' d'acqua calda?"
La giovane aveva sorriso,scuotendo la testa e accoccolandosi fra le braccia del milanese che per una volta nella vita si era sentito completo.
"Dopo...dopo ti preparo un te con dello zucchero...hai perso..." Aveva alzato il lenzuolo rimanendo abbastanza traumatizzato "...Ambra sei sicura di stare bene? Va a finire che mi svieni...oh Dio. Aspetta...aspetta calmiamoci: se ti senti morire da un momento all'altro mi devi immediatamente avvisare"
La ragazza aveva annuito,lasciando un bacio sulla guancia al ragazzo che grazie a quel gesto,si era rilassato un po' di più.
Dopo un paio d'ore,Ambra aveva aperto gli occhi,ritrovandosi nel letto matrimoniale con la luna che illuminava le pareti e un mazzo di rose rosse accanto,con un bigliettino scritto a mano.
"Non sono un vigliacco e sono scappato...non preoccuparti. Ma tuo padre mi ha chiamato per un lavoro notturno...stai tranquilla,domattina facciamo colazione insieme.
Matteo
P.s è stato bellissimo...giuro"
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