Capitolo 10 "Sigarette,vino rosso!"
Milano,Italia.
22:00
Due mesi.
Erano passati due mesi dalla rottura con Damiano ed Ambra si era ripresa anche se relativamente.
A suo padre aveva solo raccontato che avevano litigato pesantemente anche se l'uomo aveva scoperto i giri loschi del giovane.
Nel frattempo però la giovane aveva ricominciato a mangiare ad ogni pasto,notando come stesse prendendo chili.
Odiava,odiava ingrassare ma, il cibo era stato una sua risposta a questo vuoto che Damiano aveva lasciato nel suo cuore.
Simone e Matteo erano stati gli unici a starle accanto: quest'ultimo aveva intrapreso un rapporto più intimo con la giovane.
Avevano iniziato a passare molto tempo insieme:la sera si ritrovavano molto spesso a giocare a scacchi fino all'alba. Il padre ormai,si era abituato nel vedere i due ragazzi fare avanti e indietro dalla stanza della figlia e li aveva lasciati fare:sapeva cosa significava rimanere con il cuore martoriato,a brandelli e non solo diviso in due.
Probabilmente la figlia avrebbe preferito scoprire che la tradisse:avrebbe fatto meno male,sarebbe riuscita ad incolpare qualcuno e non qualcosa di inanimato ma che comunque sottometteva psicofisicamente il fidanzato.
Il brutto di tutto è che lei,non si era accorta,ma proprio di nulla. Non aveva dato peso al continuo chiedere soldi,lo sparire nel cuore della notte e tornare il giorno dopo.
Si era data la colpa per la fine di quella relazione? Si,l'aveva fatto ma poi aveva compreso che quando si sta con persone dipendenti da sostanze..la colpa non è mai di noi stessi.
Quella sera era così triste:sapete quella tristezza che non si stacca dalla pelle,dalla mente,dagli occhi.
Era immersa nella vasca da bagno,nuda,con il suo bagnoschiuma preferito all'orchidea viola.
Una bottiglia di vino rosso insieme a delle sigarette passate sottobanco da Simone.
Occhiali da sole,mascara ormai sciolto come cascate sulle guance.
Davanti a sé aveva un piccolo televisore che stava trasmettendo una soap-opera latinoamericana.
Non capiva nulla ma immaginava i dialoghi di quelle scene...e le andava bene così:proiettarsi in scene di vita quotidiana che non le appartenevano.
Simone in quei giorni era sceso a Roma da sua sorella che aveva avuto anche lei dei problemi personali. Così l'incarico di bodyguard era passato a Matteo che fedelmente aveva accettato.
"Madame"
Lui era entrato in stanza,trovandola vuota. Lei si era fatta sentire,sbattendo la bottiglia ormai vuota del vino contro la vasca in marmo da bagno.
"Oh eccoti...stai di merda signorina"
Lei aveva alzato il pollice in risposta,invitandolo a sedersi accanto a lei sul tappetino posto accanto alla vasca.
In maniera nervosa,lei aveva preso una sigaretta e aveva cercato di accenderla,fallendo miseramente.
Si era voltata con gli occhi a cuore,la sigaretta pendente dalle labbra e gli occhiali da sole firmati verso il milanese che aveva tirato fuori l'accendino di quello vecchio stile,che aperta la bocchetta usciva la fiamma alta,diretta.
Si erano guardati mentre la fiamma dell'accendino aveva acceso i colori dei loro occhi.
Mentre rifletteva sulle lenti scure degli occhiali di lei,al contrario aveva sottolineato l'oscurità delle iridi del giovane che aveva iniziato a fumare anche lui.
"Ti ho portato delle arance...sai che secondo una ricerca francese sono l'unico frutto al mondo che riduce l'ansia anche solo annusandole?"
Matteo era un libro a cielo aperto,poteva conoscere mille scoperte,ricerche...conosceva tutto. Tranne come mantenere una donna al suo fianco...in quel caso aveva sempre fallito:la sua paranoia lo divorava sempre all'interno dei rapporti.
La giovane in risposta aveva sbuffato del fumo:aveva spento con il telecomando la televisione,portando poi il vizio a spegnersi nella vasca.
Aveva fatto segno al giovane di passarle l'accappatoio rosa cipria,lui per rispetto,si era voltato.
E si,uno specchio c'era e poteva benissimo alzarlo lo sguardo ma portava troppo rispetto alla ragazza per colpirla in quel periodo difficile.
Lui si era mosso,andando in camera e come di consueto,aveva preso dal tavolino in cristallo la tavola da scacchi.
Mentre la giovane l'aveva raggiunto con le sue pantofole maculate grigie,prendendo un asciugamano e avvolgendo al suo interno i suoi capelli.
Si erano seduti sul letto:lei supina e aveva preso a sbucciare l'arancia.
Lui a gambe incrociate,raccogliendo da un lato la buccia del frutto.
Dopo ciò,aveva preso i rimasugli e li aveva posati sul termosifone.
"Io per sicurezza la metto qua così quando si scalda,la buccia emanerà profumo e spero vivamente che sarai meno ansiosa...ti ho vista l'altra sera davanti a quel piatto di pasta,mi hai fatto così pena..e so che non cerchi la mia commiserazione ma,devi riconoscere che l'unico tuo nemico sei te stesso"
Lei aveva alzato il medio,sbuffando teatralmente.
Aveva battuto sul materasso,invitando il giovane a sedersi nuovamente sulle coperte.
Avevano iniziato a giocare:lei ogni tanto mangiava qualche spicchio del tanto amato agrume.
"Scacco matto!"
Avevano finito anche quella partita.
Anche quella sera era finita così,scacco matto.
Da buon pignolo Matteo aveva sistemato la scacchiera dove l'aveva trovata.
Voltandosi aveva trovato la giovane che si stava spogliando gradualmente,si era dunque voltato nuovamente.
Ambra silenziosamente era arrivata alla schiena del giovane,posandosi sopra con il volto.
Le mani erano andate a ricercare quelle grandi di lui,stringendole.
Aveva poi fatto voltare il ragazzo,mantenendo sempre saldo il contatto fra le loro mani.
Si era alzata in punta di piedi e l'aveva abbracciato,stringendolo forte a se.
Aveva sentito il profumo di casa,di protezione e difesa che ricercava in un uomo.
Quest'ultimo le stava accarezzando i capelli,prendendosi cura di tutto il dolore che affliggeva la giovane.
"Dai,mettiti a dormire che devo andare...domattina devo svegliarmi presto"
Ambra aveva sorriso,mettendosi viso a viso con gli occhi del giovane che immediatamente aveva chiuso gli occhi,comprendendo la situazione.
"A letto,senza fare storie dai"
Aveva pronunciato categorico,facendo qualche passo indietro.
La giovane aveva sbuffato nuovamente,portando le braccia all'altezza del petto.
Aveva messo le labbra a forma di cuore,pretendendo un bacio.
"Non se ne parla,mettiti a dormire"
Lei aveva scosso la testa,indicandosi la bocca.
"Ambra sono fidanzato,non si discute"
Ormai sconfitta si era rannicchiata sotto le lenzuola.
Matteo si era seduto accanto a lei,accarezzandole i capelli e aspettando che si addormentasse.
Mentre era cullata dal sonno profondo,gli aveva lasciato un bacio sulla fronte.
Uscendo dalla stanza e facendosi ingerire dalle viscere della notte.
Spazio autrice!🌻
Ehm...si, sono già sveglia,non chiedetemi il perché.
Buon inizio giornata,buona colazione e buon capitolo.
Love u
Frfuzzy
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