9 - Cioccolata Calda

Guardo con fierezza i due ragazzi posti al mio lato a osservarmi, con sul viso un enorme sorriso sinceramente allegro. Sono felicissima di questa piccola conquista su questo sport che, fino a qualche ora fa, mi era totalmente ignaro, oltre qualche semplice schema tecnico che conosciamo tutti.

-"Adesso prova da sola." Joseph sorride; mi riconsegna le armi, indicandomi poi con un cenno del capo il bersaglio. Una strana emozione di contentezza mista ad ansia m'invade, rendendomi un po' tentennante ma vogliosa di provare. Un sospiro profondo abbandona le mie vie respiratorie, lasciando aleggiare nell'aria una nuvola di anidride carbonica. Alzo l'arco ad altezza di spalla e impaziente scocco la freccia. Sono quasi pronta a esultare per l'impresa appena compiuta, ma puntualmente la freccia sembra voler evitare il bersaglio quasi di proposito, trasformando le mie certezze in soli cumoli di macerie di ciò che era.

Sbuffo sonoramente a vedere ciò, profondamente seccata. Non ho la ben che minima idea di cosa io abbia sbagliato per cui la freccia avrebbe dovuto variare la propria traiettoria da quella che avevo previsto. Guardo Joseph e Lyam in cerca di una spiegazione a questo; entrambi si scambiano un'occhiata d'intesa, alla quale il primo dei due reagisce con una scrollata di capo.

-"Ogni cosa ha bisogno dei suoi tempi, cara e impaziente Amber." Joseph prende parola e mi schernisce, lasciando che un mezzo sorriso invada il suo viso accompagnato da un occhiolino. Prende poi un'altra ennesima freccia e avvicinandosi nuovamente a me, mi spiega come tenere l'arco in maniera corretta.

-"Vedi Amber? La cosa fondamentale non è il bersaglio, ma la traiettoria della freccia. Così anche nella vita. Non importa quanto grande sia il problema, l'unica cosa che avrà realmente importanza sarà sempre il tuo modo di affrontarlo." Le sue parole sembrano colpirmi dritto al cuore; so benissimo a cosa si riferisce, non serve che spieghi. Mi sta dicendo chiaramente di non arrendermi, non adesso, non dopo tutti gli sforzi e il dolore provato. Adesso capisco il perché della nostra presenza qui; voleva dimostrarmi concretamente come avrei dovuto affrontare le difficoltà che ho riscontrato durante tutta la mia vita, e lo ringrazio infinitamente per questo. A pensare ciò sorrido; questo è proprio uno strano modo per consolare una persona, lo devo proprio ammettere.

-"Era questo il discorso che avevi in mente di farmi?" Domando ironica, tentando di prendere la mira giusta verso il bersaglio; Joseph è un tipo al quanto strano e a volte comprenderlo mi è un po' difficile, visto il suo essere estremamente sarcastico nel continuo. Mentre attendo una risposta abbandonare le sue labbra, sento finalmente di essere pronta per scoccare. Seguita attentamente da lui lascio sfuggire l'ennesima freccia di questa sera in modo rapido e veloce, quasi sfuggente. Con sorpresa, noto di aver finalmente fatto centro; lascio che le palpebre si sgranino dalla sorpresa, scattando poi gli occhi verso colui che lo ha reso possibile.

-"Piaciuto?" Se la ride, sollevando le sopracciglia in modo giocoso con un'espressione buffa; lascio che la mia bocca sia contagiata dalla sua risata e scuoto il capo divertita. Vedere certe espressioni prendere vita sul suo viso è un qualcosa a dir poco esilarante. E poi, devo proprio ammettere di preferire molto questa versione di lui: sembra più rilassato, libero dalla rigidità che si riusciva a percepire durante i nostri precedenti incontri.

-"Allora, cosa ne pensi riguardo al tiro con l'arco?" Mi domanda Lyam, mentre prende con sé l'arco e rimettendolo al proprio posto. Dopo averlo fatto, posa le mani all'interno delle tasche dei jeans come se fossero parti in più del suo corpo, al momento inutilizzate.

-"E' fantastico!" Esclamo, entusiasta dalla serata appena trascorsa, particolarmente distaccata dalla mia routine quotidiana. Ogni tanto staccare la spina non penso porti conseguenze negative, anzi. Il problema sta quando vuoi fare tutto questo, ma le circostanze, il tempo, lo spazio, te lo impediscono.

Il ragazzo sorride a udire le mie parole, passando poi una mano tra i capelli leggermente imbarazzato.

Incredibile quanto nelle loro differenze i due fratelli si somiglino; possiedono quasi la stessa fisionomia del viso, tranne se non fosse per gli occhi leggermente differenti nelle loro sfumature marine e la barba che li distingue. Ciò che però li differenzia maggiormente è evidente; i loro caratteri a dir poco contrastanti. Lyam a primo impatto sembra molto più timido e impacciato del fratello, tralasciando il loro pessimo umorismo in comune accordo.

-"Quel che ho sempre detto anch'io. Pratico da molto tempo questo sport ed è incredibilmente gratificante colpire quel maledetto bersaglio." Dice, guardando in alto verso il cielo stellato con aria sognante, ricordando un qualche aneddoto sul passato a me completamente ignaro. A volte vorrei tanto poter entrare all'interno della mente della gente, scoprire i loro pensieri e il loro modo di osservare il mondo, magari con amore, diversamente da me.

Quanto vorrei tornare indietro nel tempo e fermarlo quando tutto era normale, nulla fuori posto. Quando la mia vita era ancora perfetta. Purtroppo ad alcuni errori del passato non vi è rimedio, soprattutto a quelli appartenenti a un passato molto remoto. Vorrei tanto poter ricordare senza sentire questo costante peso sul petto che si appesantisce sempre e sempre di più, fino a divenire insostenibile.

Non vi è rimedio al più grande dei veleni; il bacio di Nefti.

Vento forte inizia a soffiare e un brivido di freddo mi percorre la schiena, mi attraversa velocemente, ricordandomi di essere all'aperto nel bel mezzo del periodo invernale. Stringo le spalle e allaccio le braccia al busto tentando di riscaldarmi almeno un minimo. Guardo i due ragazzi, cercando in loro la conferma di non essere l'unica a patire la temperatura fredda della sera, ma entrambi sembrano impassibili a ciò.

Lyam a un tratto si accorge della mia figura tremante, e quasi immediatamente ci fa senno con il capo di entrare in casa. Lo ringrazio infinitamente, non ne posso più di stare al freddo.

Facciamo il nostro ingresso in casa, venendo avvolti poi da un calore quasi invadente a dir poco piacevole, dopo aver passato un'intera serata al freddo. Lascio scivolare le braccia lungo il busto, beandomi del calore presente nella stanza. Con occhi indagatori mi guardo intorno, notando al centro della parete alla mia sinistra, un caminetto racchiudente in sé la fonte della temperatura piacevole. Dei divanetti sono disposti dinanzi a esso e con, in fine, al centro un tavolino in legno. Una grande libreria fa da sfondo a questo soggiorno a dir poco magnifico, riempiendolo con i suoi colori causati dalla presenza dei libri in essa.

-"Io vado a letto ragazzi. Non sparlatemi troppo." Joseph interrompe la mia ispezione, richiamando a sé i miei occhi indagatori. Un'aria stanca è ben visibile sul suo volto, quindi comprendo senza obbiettare. Lui lascia scomparire la sua figura lungo il piccolo corridoio posto in fondo alla stanza, lasciando che un senso di mancanza invada questa parte della casa.

-"Non so se riusciremo a frenarci una volta cominciato." Urla di rimando il fratello, ricevendo come risposta una rumorosa risata da parte dell'altro. Il loro modo di prendersi in giro è un qualcosa di magnifico, e devo ammettere di invidiare il loro bellissimo rapporto. Sembrano molto vicini, uniti da un indissolubile legame fraterno. Non credo potrò mai capire cosa si prova ad avere una persona talmente vicina a sé; ho Tyler, ma non è la stessa cosa e mai lo sarà.

-"Cioccolata?" Si rivolge poi a me, con sul viso un dolce sorriso seguito da un occhiolino. Acconsento divertita; non avrei mai potuto rinunciare a un'ottima bevanda calda davanti ad un bellissimo caminetto acceso. Lyam scompare in cucina subito dopo, canticchiando in tono allegro una canzone che credo sia degli One Direction, se l'udito non m'inganna.

Mentre aspetto che finisca di preparare la cioccolata e il suo concerto privato nell'altra stanza, mi permetto di accomodarmi sul divanetto di fronte al camino, ammirando il colore vivido del fuoco. Allungo le mani verso esso tentando di riscaldarle con il suo calore travolgente, così da non patire più il freddo gelido preso. Tutto ciò sembra realmente inverosimile; Joseph è arrivato così all'improvviso, stravolgendo ogni cosa presente nella mia normalità. Insomma, se fosse mai dipeso da me, non avrei mai provato a praticare tiro con l'arco neanche se mi avessero provocata di morte certa, per troppa paura di recare del male a me stessa o a qualcun altro, invece lui è riuscito a convincermi immediatamente.

E' capace di farmi trasgredire persino le mie stesse regole.

Dopo qualche minuto Lyam è finalmente di ritorno con due tazze straripanti, e con gentilezza una volta al mio fianco me ne porge una. La afferro quasi di fretta, guardando poi con occhi sognanti il suo contenuto.

-"Tè?" Corrugo le sopracciglia e confusa mi trattengo dal ridere. Non aveva forse detto di essere andato a preparare della cioccolata?

-"Ops, errore mio." Ride imbarazzato, scambiando subito dopo le nostre tazze e consegnandomi quella che originalmente era destinata a me. Soddisfatta, eseguo il primo sorso, beandomi del dolce calore che possiede la bevanda. Lyam si accomoda al mio fianco, poggiando anch'egli le labbra sulla sua, guardando fisso verso il fuoco che brucia vivamente di fronte a sé.

-"A proposito di sparlare- ride colpevole- Mio fratello Joseph è un tipo abbastanza particolare, o meglio dire, singolare." Tiene gli occhi fissi sul suo tè caldo, sorridendo leggermente al pensiero del fratello o di un qualche motivo a me ignaro.

-"Capisco, ma perché mi dici questo?" Confusa, porto nuovamente alle labbra la bollente cioccolata, guardandolo interrogativa. Che Joseph fosse un tipetto particolare mi era già chiaro, non penso vi fosse motivo di specificarlo.

-"Nessun motivo, solo che mi sembra strana la sua presenza qui. Mi aveva detto di aver abbandonato il tiro con l'arco, come tanti altri sport." Porta gli occhi su di me, poggiando la tazza sul tavolino di fronte a se e il viso sul palmo di una mano, osservandomi in modo quasi scomodo e insistente.

-"Oh. Come mai?" Pongo la tazza calda sulle gambe, stupita. E' incredibile che abbia rinunciato a questo sport, vedendo quanto in realtà sia bravo. Anzi, credo che bravo sia realmente poco per descrivere le sue capacità in merito.

Lyam sospira a udire le mie parole; poggia svogliatamente i gomiti sulle ginocchia e tenendo le dita di entrambe le mani intrecciate tra loro e il capo basso, chiude gli occhi, quasi come se stesse tentando di focalizzare nella sua mente un ricordo ormai rimosso.

-"Non lo so, e ormai non credo che importi." Sospira riaprendo le palpebre; nelle sue iridi traspare un velo di tristezza quasi facilmente scorgibile, che viene però rimosso o coperto quasi immediatamente da un sorriso allegro. Quasi mi vien da ridere notando come lui voglia tentare mascherare le sue emozioni, senza successo.

Oh caro Lyam, inutile mentire a un ottimo bugiardo seriale.

-"Cosa ne pensi di lui? Sembrate andare d'accordo." Continua, attendendo da me risposta alla sua infrenata curiosità. Faccio una mezza risata; mi è quasi difficile ammettere di non aver ancora compreso appieno di che pasta sia fatto Joseph.

-"Veramente non mi sono ancora fatta un quadro completo su Joseph, a volte è talmente strano." Ammetto e mi giustifico, sospirando e portando i miei occhi oltre la finestra, notando con stupore le gocce d'acqua cadere libere e veloci sul vetro. La pioggia inizia pian piano a battere fortemente sul tetto dell'abitazione, e poco dopo un lampo si fa largo all'interno della stanza seguito da un tuono. Un sussulto di paura m'invade, perciò distolgo i miei occhi da ciò riportandoli sul ragazzo al mio fianco, il quale ride a vedermi tremare per un semplice temporale.

-"E' un tipo un po' bipolare, dovrai farci l'abitudine. Oggi vuole qualcosa, domani non la vuole più; così, in un loop continuo." Sbuffo a udire ciò. Possibile che una persona debba essere talmente complicata?

-"L'eterno indeciso insomma." Commento.

-"Più o meno." Lyam ride, scuotendo il capo.

Poso la tazza vuota sul tavolino posto di fronte a me, riflettendo sulle sue parole; a cosa è dovuta questa eterna incertezza? Non credo mi sia dovuto saperlo, quindi tento di cambiare discorso, nonostante la mia curiosità invadente riguardo al ragazzo che ha iniziato a far parte della mia vita, senza alcuna motivazione a me conosciuta.

-"Scusa se chiedo, ma non mi è per niente passata inosservata l'enorme libreria.- rido, voltando gli occhi verso essa. -Leggi quindi?"

-"In realtà vorrei, ma non ne esco pazzo particolarmente. Quella mia cara, è una parte del patrimonio letterario che possiede mio fratello." Me la indica con un cenno del capo, ammiccando poco dopo.

-"Non l'avrei mai detto." Ammetto, osservandomi le mani quasi imbarazzata. Dico davvero; non avrei pensato che Joseph fosse tipo da libri.

-"Già, non sembra proprio il tipo amante della lettura, eh?" Mi ritrovo ad annuire alle sue parole, sorridendo lievemente.

Joseph è molto più di ciò che sembra.

Ciao ragazzi! Cosa ne pensate di questo capitolo?

Fatemelo sapere nei commenti!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top