3
La prima ora di viaggio trascorse in modo piacevole. Remus scoprì di avere gli stessi interessi di Peter, e che entrambi amavano gli stessi libri.
Remus era contento di potersi finalmente sentire normale, come un ragazzino qualunque che stava per frequentare un nuovo anno di scuola.
Mentre il paesaggio fuori dal finestrino diventava sempre più brullo e selvaggio, a indicare che si stavano dirigendo verso la Scozia, i due divennero amici.
Peter era sorpreso di aver fatto amicizia così in fretta. Solitamente preferiva rimanere in disparte, poiché era molto timido e si sentiva più a suo agio a osservare con curiosità celata gli altri.
Remus si era dimostrato molto gentile e disponibile con lui, oltre che amichevole e sensibile.
All'ora di pranzo, la porta dello scompartimento venne aperta di scatto.
-Scusate, vi dispiace se ci sediamo con voi?-
La voce decisa che aveva parlato apparteneva a una ragazza dai capelli rossi, la stessa che Remus aveva visto sul binario, mentre litigava con la presunta sorella.
-Lily, fa lo stesso, cercheremo uno scompartimento vuoto... Perdonate il disturbo-
Ora la voce apparteneva ad un ragazzino dai capelli unti, che Remus ricordava di aver visto di fianco alla rossa, sempre sulla banchina, e che era comparso all'improvviso alle spalle della ragazza.
-Non disturbate! Accomodatevi pure- disse Remus, facendo un po' di spazio accanto a sé per fare sedere Lily.
La ragazza si accomodò, dopo aver sistemato il proprio baule, indicando il posto davanti a sé all'amico:
-Avanti, Sev, siediti, qui c'è spazio.
Alzò gli occhi verso il ragazzo e, vedendolo titubante, continuò: -Per favore, quegli stupidi mi hanno già stufato abbastanza per oggi, non mettertici anche tu.
Il ragazzo, non del tutto convinto, dopo aver sistemato a sua volta il proprio baule, prese posto accanto a Peter, che nel frattempo guardava Lily con un misto di ammirazione e timore.
Remus, vedendo che il nuovo compagno di scompartimento era un po' in imbarazzo, tentò di intavolare una conversazione.
-Quindi tu sei... Sev, giusto? Io sono Remus- gli sorrise.
-Oh, ehm, piacere, sì, sono Severus.- il ragazzo, ancora imbarazzato, rimase fermo ad aspettare che l'altro continuasse, ma Remus non sapeva più che dire.
Passarono alcuni minuti in silenzio, sentendosi tutti fuori posto. Fortunatamente Lily salvò la situazione.
-Quindi... Anche voi del primo anno? Io e Sev non stavamo più nella pelle al pensiero di venire qui! Sarà tutto bellissimo ad Hogwarts, chissà che cose interessanti studieremo!-
-Già- esclamò con aria sognante Peter, che continuava a fissare Lily affascinato.
Remus gli lanciò un'occhiataccia, per fargli capire che doveva avere un minimo di contegno. Anche se, in realtà, Remus rideva sotto i baffi a vedere Peter rapito dalla bellezza di Lily.
Perché sì, bisognava ammetterlo, Lily era davvero bella. Corporatura minuta e ben proporzionata, lunghi capelli rossi che si arricciavano leggermente in fondo, mani affusolate e una pelle chiara come il giglio di cui portava il nome. E poi quegli occhi, verdi come i prati inglesi che scorrevano veloci fuori dal finestrino del treno, verdi come lo smeraldo che Remus aveva visto solo nelle corone di re di fiabe babbane, verdi come il salice vicino a casa, quando il vento gli faceva assumere mille sfumature sotto il sole di primavera; erano occhi che rivelavano intelligenza, scaltrezza e un'infinita bontà. Remus non poteva biasimare Peter per essersi perso a guardarla.
-A me piacerebbe molto giocare a Quidditch, magari come cercatore!- disse Peter.
-Quidditch? Che cos'è?- chiese Lily.
-È lo sport migliore sulla Terra- sentenziò Remus -Sette giocatori che volano su scope, quattro palle da gioco, di cui una inafferrabile, e due che ti potrebbero rompere il naso, o anche tutte le altri parti del corpo.-
-E l'altra palla?-
-Bisogna lanciarla dentro tre cerchi posti a parecchi metti d'altezza... è davvero forte- disse Remus entusiasta, quando lo scorrere della porta dello scompartimento attirò l'attenzione di tutti.
-E da quando qui si parla di Quidditch senza di me?- chiese un ragazzo dai corti capelli neri, mentre teneva ancora salda la presa sulla maniglia della porta. Gli occhi vispi dietro le lenti dei suoi occhiali fingevano offesa, mentre un sorriso furbo gli si allargava sulla faccia.
-Ancora tu?! Che cosa ho fatto di male per doverti vedere di nuovo?- Lily sembrava furiosa, dopo essersi alzata in piedi per fissare con sdegno il ragazzo.
-Sono qui solo per chiacchierare, visto che pensavo preferissi una compagnia migliore di questa- rispose l'altro con un sorriso sfacciato e senza un ombra di timore, mentre abbassava lo sguardo su Severus. Questo si mise a osservare fuori dal finestrino, tentando di trattenere la rabbia, nonostante le sue labbra avessero già formato una linea sottile.
-Forse, vedendoci andare via, avresti dovuto capire che era la tua compagnia che non volevamo- rimarcò Lily con fare stizzoso.
-Ah sì? Allora non vi infastidisco di più... ho ancora sette anni per farlo- disse il ragazzo, mentre con una risatina richiudeva la porta dello scompartimento dietro di lui.
-Lo conoscete?- domandò incuriosito Remus volgendo lo sguardo alle facce scure di Lily e Severus.
Lily sospirò.
-Purtroppo sì, eravamo seduti con lui prima di venire qui. Ha preso in giro Severus, perché Sev dice che vorrebbe essere Serpeverde, e invece lui dice che quella è una casa per pivelli, ed è meglio essere un Grifondoro, coraggioso e perfetto. Idiota- sentenziò con uno sbuffo, mentre Severus continuava a guardare fuori dal finestrino.
-E sapete come si chiama?- intervenne Peter.
-No, per fortuna. E spero di non doverlo incontrare mai più- disse Lily, con un tono che indicava che la conversazione era definitivamente chiusa.
La porta dello scompartimento si aprì di nuovo, e una donna comparve dietro a un carrello pieno di caramelle e cioccolato. Remus riuscì a leggere "Caramelle tutti i gusti +1" su un pacchetto di gelatine colorate, "Cioccocalderoni" su una scatola rossa piena di cioccolatini e, con un'espressione di leggero disgusto, notò una busta trasparente che portava la scritta "Scarafaggi a grappolo" in un corsivo elegante, oltre alla quale si intravedeva un'inquietante massa scura.
-Desiderate qualcosa, cari?- domandò gentilmente la signora dietro al carrello.
Remus guardò con desiderio i dolci disposti in modo ordinato, pensando con tristezza ai pochi Galeoni che si trovavano nel suo baule. Severus non spostò lo sguardo dalla brughiera battuta della vento che scorreva fuori dal finestrino, sempre più scura sotto un cielo che minacciava tempesta.
Lily e Peter, invece, comprarono ciascuno una stecca di cioccolato, e Lily prese anche due Cioccorane che infilò di nascosto nella tasca della giacca troppo larga di Severus, che le sorrise voltandosi a guardarla e mormorando un grazie pieno di timida riconoscenza.
Mentre tutti gustavano la cioccolata tranquilli (Peter era stato tanto gentile da dividerla a metà con Remus, e così aveva anche fatto Lily con Severus) la porta si aprì di nuovo, questa volta da sola, mostrando un corridoio vuoto.
I ragazzi fissarono la porta smarriti. Remus sentì Lily stringersi contro di lui.
Accorgendosi di arrossire, chiese perplesso: -Lily, che... Che succede?-
La ragazza guardò alla propria destra, dove si trovava il sedile vuoto del treno. Scricchiolii provenivano dalla rete nella quale si trovavano i loro bauli.
-Non so, mi sono sentita spingere... Eppure- stese il braccio destro, lo mosse, aprendo e chiudendo la mano, chiaramente convinta che qualcosa si fosse sistemato accanto a lei, ma tutto quello che afferrò fu aria. Si accigliò.
-Strano...- continuò a fissare la propria mano per un po', quindi si riscosse.
-Beh, siamo comunque in un treno magico, no?- disse con una risatina nervosa, e alzandosi in piedi chiuse in fretta la porta dello scompartimento.
Le ultime ore di viaggio passarono tra chiacchiere e risate, finché, poco dopo il tramonto, il treno rallentò fino a fermarsi.
Remus, Lily, Peter e Severus infilarono in fretta i loro abiti da mago e scesero dal treno, su una banchina affollata da studenti eccitati e affamati.
-Primo anno! Primo anno! Da questa parte, prego!- chiamò una voce profonda e tonante, che apparteneva ad un uomo grande il doppio di qualsiasi altro, con lunghi capelli neri arruffati e una barba folta.
-Ciao, Hagrid!- urlarono ragazzi più grandi di Remus, che probabilmente conoscevano già il guardiacaccia. Remus sapeva chi era, suo padre gli aveva detto che avrebbe potuto fidarsi di lui durante quelle notti. La felicità nel suo petto diminuì leggermente al pensiero di ciò che lo avrebbe aspettato tra pochi giorni, ma il cuore gli si gonfiò di gioia quando pochi minuti e pochi passi dopo gli si presentò davanti il maestoso castello di Hogwarts, il cui profilo antico e le cui finestre illuminate si riflettevano sul liscio e oscuro lago che bagnava i prati della scuola.
-Solo quattro per barca, per favore!- tuonò Hagrid.
Una distesa di piccole barche aspettava gli studenti sulla riva del lago.
Quando tutti vi presero posto, Remus seduto insieme ai suoi compagni di scompartimento, le barche presero da sole il largo, portando i loro passeggeri in un porto sotterraneo al castello.
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