4. Sorta di deja-vu

[...]
Si tace
non s'ode
romore
di sorta
che forse...
che forse
sia morta?
Orrore!
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce.
[...]

-da "La fontana Malata"
di Aldo Palazzeschi

Katsuki andò a passo svelto fin davanti ai tre bulletti, con uno sguardo di fiamma davvero inquietante. Se Bakugou non avesse avuto quel minimo di autocontrollo sul proprio corpo, probabilmente sarebbero già tutti morti a causa delle sue esplosioni; si disse il capo del gruppo.

<Kaeko.> lo richiamò il biondo e il capo del trio fece: <Sì?> leggermente incerto. Dire che intanto dentro di sè stava letteralmente morendo dal terrore era un eufemismo.
<Cosa ho detto a te e agli altri due questa mattina?> chiese Katsuki, scandendo ogni singola parola con glaciale rabbia.
Kaeko fece scena muta.

<Te lo ricordo io. Vi ho detto di NON tormentare Deku SENZA DI ME.> continuò Katsuki, coi palmi ben sudati e pronti a fare scintille (letteralmente). Todoroki se ne stava ben lungi dall'intervenire, fino a che non avesse capito dove sarebbe andato a parare il biondino.
Si stava limitando a fissare il ragazzo dai capelli verdi, che era in pessime condizioni.

<C-c-ci dispiace Bakugou, ma...> Kaeko non finì la frase perché un'esplosione del biondo lo fece sbalzare indietro.
<Ritieniti fortunato di stare ancora in piedi, cretino. Ed ora... Sparite. Tutti e tre.> minacciò Bakugou.
<Roki, Kyuno...> Kaeki chiamò rispettivamente all'appello il secondo ed il terzo membro del gruppo.
Tutti e tre sfrecciarono via veloci; con Kaeki che lasciava cadere a terra il quaderno di Izuku.

Midoriya lo prese all'istante, tenendoselo stretto a sé, ma lontano dalla portata dei disastri possibilmente provocabili dal proprio naso sanguinante.
<K-kacchan...> lo richiamò Izuku, gli occhi luccicanti di profonda gratitudine.
Bakugou lo guardò un solo secondo prima di volgere via lo sguardo e commentare: <Lo faccio solo perché sei il MIO inutile Nerd da torturare, non il LORO. Ricordatelo, MerDeku.> e, rigorosamente non guardandolo, attivò un esplosione non troppo lontana dal viso di Midoriya.

Quest'ultimo si appallottolò come un riccio a terra, a proteggersi da tutto e tutti; indisposto al minimo ulteriore movimento per paura di essere colpito.
Katsuki alzò lo sguardo da lui, fissandolo in quello di Shoto che lo stava guardando astioso; un altro da aggiungere alla lista degli "stronzi abusatori", si disse il bicolore.

Katsuki fissò il neo-compagno di classe senza davvero vederlo, con dentro di sè più istinti e voci a divorarlo per avere la meglio. Alla fine quella solita vocina che lo logorava sempre di più vinse. Perciò il biondo alzò lo sguardo al cielo, sbuffò, mise le mani in tasca e se ne andò verso l'uscita dal tetto, volto a ritornare in classe.
Katsuki rivolse un'ultima occhiata indecifrabile al bicolore prima di lasciare quel pianerottolo.

Ora c'erano solo Shoto ed Izuku.
Il primo era muto, era stato uno spettatore dell'ultimo atto di quella tragedia.
Il secondo era la perpetua vittima di abusi verbali e fisici.

Shoto, dopo qualche attimo di immobilità, quasi si precipitò sul compagno di classe. Si chinò accanto ad Izuku, mettendogli la mano sinistra su una spalla.
Sentì il compagno irrigidirsi per un attimo, per poi subito rilassarsi. Shoto si disse che era capitato ciò a causa del naturale calore maggiore della sua parte sinistra del corpo; ciò provocato dall'aver ereditato l'odiatissimo Quirk del padre.

Sospirò, mentre faceva scorrere quella mano di natura più calda per la prima parte della schiena del ragazzo; mentre la campanella di fine ricreazione suonava. Non aveva voglia di andare in classe, poco ma sicuro.
Un senso di deja-vu lo aveva preso da quando era arrivato e voleva cercare di capirci di più.
E l'unico modo era restare lì con quel ragazzo.

Izuku, dopo uno o due minuti, si rilassò e smise di fare la "palla" umana; mettendosi a sedere di culo sul pavimento freddo e leggermente sporco del tetto scolastico.
Stava col viso sporto in avanti; in modo che il sangue non gli macchiasse i vestiti, e fissava il pavimento.

Era inutile.
Era solo un sacco da prendere a pugni.
Era giusto che lo insultassero, quelle parole erano veritiere.
Era solo un cane randagio, forse pure un verme o un gigolò.

Forse...

<Riesci ad alzarti?> chiese Shoto, disincantando il ragazzo accanto a sé. Izuku rivolse lo sguardo al compagno di classe, che gli aveva parlato in modo gelido; anche se gli pareva di sentire una microscopica inflessione di preoccupazione.
Ed anche Izuku fu investito dal medesimo senso di deja-vu percepito dall'altro.

Midoriya annuì, alzandosi in piedi a fatica.
Sentiva le gambe deboli e la testa girare.
Ma non volle appoggiarsi al ragazzo inespressivo accanto a sé, che però sembrava dirgli "se vuoi farlo, fallo pure". E di sicuro Izuku non lasciava andare il quadernetto, stretto a sé come una reliquia sacra.

<Stai perdendo molto sangue e non mi sembri molto stabile sulle gambe... Sicuro di farcela a camminare?> notò Shoto ed Izuku scosse la testa affermativamente, orgoglioso. Mosse un passo e poi due, tremando. Si sentiva svuotato di tutto. Specialmente della voglia di vivere.

Shoto dietro di lui sospirò. Gli andò accanto e, abbassando il capo per fissare negli occhi le iridi verdi del cocciuto ferito avanti a sé, disse: <Se proprio non vuoi aiuto a camminare, almeno lascia che ti accompagni in infermeria per sicurezza, dopo averti almeno fermato un po' il flusso di sangue.>

Izuku annuì, grato internamente, ma chiedendo: <Come vorresti fermare il flusso di sangue senza una sacca col ghiaccio?>
Shoto avvicinò la mano al volto del ragazzo, rispondendo come se fosse la cosa più ovvia del mondo: <Creo del ghiaccio.> e dalle sue mani, oltre una brezza gelata, spuntarono piccoli pezzi di ghiaccio. Creando una sorta di piccolo guanto, tenne appoggiata la mano sul volto di Izuku.
Il ragazzo chiuse gli occhi, provando di nuovo un forte senso di deja-vu.
Esattamente, ancora una volta, come il ragazzo davanti a sé.

<Quindi hai un Quirk inerente al ghiaccio? Che forza!> commentò concitato Izuku, ad occhi chiusi e sinceramente sorridente. Parlare di Quirk altrui lo metteva a proprio agio e poi aveva sempre trovato particolarmente affascinanti le unicità che c'entrassero con gli elementi della natura o loro simili.

Shoto si ritrovò a sentire quel complimento come se l'avesse già sentito tanto tempo prima, mentre un pochino dentro di sé quel sorriso faceva breccia. Era proprio un sorriso genuino. E gli sembrava strano che una persona, col naso sanguinante, reduce di un atto di bullismo e violenza, potesse parlare in modo così dolce, bambinesco e con così tanta serenità.

Era... particolare come cosa... Un po'... unica.

<Sì e no. Cioè, non è solo di ghiaccio il mio Quirk. Però diciamo che mi piace solo questa parte.> rispose Todoroki, notando che ormai il sangue stava smettendo di scendere dal naso del ragazzo.
<E il tuo?> chiese.

Il viso di Izuku si rabbuiò nel giro di un secondo e Shoto si stupì.
Cosa aveva detto di così cattivo?! Era solo una domanda di circostanza, nulla di che! Ed era stato proprio il verdolino ad iniziare la questione!

<Io... sono Quirkless. Diagnosticato a quattro anni.> riuscì a dire Izuku. Todoroki non disse nulla, ma la sua bocca si aprì in una perfetta "O" di stupore. E dispiacere.
Lui si lamentava del potere di suo padre, ma almeno c'era quello della madre a confortarlo e a renderlo degno di rispetto dagli altri... ma cosa comportava non avere un Quirk?

Si chiese come poteva essere, a non avere alcun potere; nulla da chiamare propriamente "tua unicità". E si disse che forse era per quello che lo bullizzavano. Sapeva che i Quirkless erano visti di malocchio, anche se non ne capiva il perché. E vedere davanti a sé quel ragazzo non fece che aumentare la sua convinzione.
Perché far male ai Quirkless, che più di tutti non possono difendersi? 
Era una cosa davvero spregevole.

Shoto tolse la mano dal viso di Izuku, mettendo sulla mano destra quella sinistra, che sciolse il ghiaccio in pochi attimi. Izuku si annotò mentalmente che, con ogni probabilità, l'altra parte del Quirk del ragazzo davanti a sé c'entrava col calore; forse col fuoco, rimanendo sulla corrente dei poteri legati agli elementi.

<Andiamo in infermeria?> chiese Shoto, sottintendendo la domanda riguardo la capacità di Izuku sul riuscire di nuovo a camminare.
Midoriya annuì.
Ed in quel momento la porta si spalancò.



N/A:
deja-vu: *has joined the chat*
Io: tanto la spiegazione arriverà... *riflette* ehm... nel capitolo 14, tipo?
Lettori: -.- ... *incazzati* E che cazzo ci fai in mezzo?!
Io: si vedrà, si vedrà *ghigna*
Lettori: *segno della croce*

Io: nuuuu, dai, non parto così tanto in quarta con la malvagità.
Lettori: *la guardano male e scettici* 
Io: ok, forse non è vero dato quello che già faccio passare al mio amore, ma... ehy! I due stanno già instaurando una sorta di legame!
Lettori: *felici*

Io: *fra sé e sé* "tanto non sarà neanche un rapporto di amicizia molto consono e normale per or come ora, muhahahahahahahahahahahahaha" *faccia malvagia all'esterno*
Lettori: *continuano a pregare*

Credo di essere stata piuttosto esplicativa. 
Alla prossima!

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