39. Finalmente, felicità

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"E arriverà il sapore del bacio più dolce e un abbraccio che ti scalderà"
[...]

-da Arriverà dei Modà


Subito dopo gli eventi capitati in quel corridoio in quel pomeriggio presto, i due ragazzi si ritrovarono immersi in un ciclone di ulteriori vicende inimmaginate, partite da una neo-telecamera che aveva registrato tutto.

La famiglia Midoriya era finita in tribunale, mentre i Todoroki erano riusciti a sfuggire a tale processo grazie anche all'influenza di Enji, contrariato oltre ogni modo dalla insubordinazione del figlio.

Ritornando a noi, fatto sta che Izuku riuscì a vincere la causa e Kaeko a finire in prigione.
E nonostante fu usato come prova a favore della causa del verdolino che era stato vittima di abusi e che ciò lo aveva portato ad una situazione di non totalmente stabilità mentale, nessun altro ragazzo fu processato per bullismo in "mancanza di ulteriori testimonianze certe".

Shoto fu immensamente soddisfatto quando quell'invasato razzista finì in galera, ma era comunque contrariato dal non aver potuto avere vendetta pure con gli altri due bulletti e Katsuki.
Però Izuku lo aveva distolto da tale odio, concentrandolo sul loro affetto e dimostrandogli tutto l'amore che poteva dare.

Un amore accettato fin da subito da Inko quando il figlio fece coming out. Izuku dentro di sé "sapeva" già che la madre non gli avrebbe mai voluto male, ma si sentì comunque immensamente sollevato quando lei gli disse: <L'amore é amore e sono contenta, allora, che il tuo "lui" sia Shoto, perché sono certa che sia un bravo ragazzo.>

E superato tale ostacolo, se ne palesò un altro: la notorietà. Comunque un tredicenne finito ad un processo non era una cosa da tutti i giorni e sarebbe stato oggetto di bisbigli da parte di tutti fino alla fine dei suoi tempi, anche alle superiori...

O almeno queste erano le elucubrazioni mentali del verdolino, perché già nel giro di un mese tutto sembrava ritornato normale nella scuola media e le dicerie erano praticamente scomparse.
Ovviamente chi non cambiò mai comportamento a scuola fu la signora Masai, con cui Izuku si sentiva abbastanza in confidenza di dirle del suo fidanzamento.

La donna, a tale rivelazione, sorrise furbetta e disse: <Caro, sapevo già da ancora prima che vi metteste insieme che sareste finiti così! E sono molto contenta per voi!>
Provocando la confusione in Izuku e l'imbarazzo in Shoto, il quale fu "costretto" a raccontare sul momento come avesse spifferato del suo amore davanti la donna per errore.

Izuku accettò la cosa imbarazzato, ma dandogli un bacio veloce sulla guancia, commentando sorridendo: <Sei una testa calda quando vuoi.>

E tale testa calda si scontrò col padre, il quale si vide sputato addosso anni ed anni di rabbia mai realmente mostrati nel pieno della loro potenza.
Shoto lo fece spinto dal coraggio e forza di volontà che Izuku gli aveva dimostrato di avere. Anche lui voleva combattere per quello che riteneva ingiusto.

In qualche angolo della sua anima, Enji si sentì in colpa a sentire tale discorso iracondo. Era come se gli venisse buttata addosso la gelida verità.

Non dico che cambiò radicalmente e che Shoto e gli altri fratelli lo accettarono in un istante, ma da quel momento in poi, piano piano, iniziarono a costruire qualcosa sopra la terra bruciata che divideva i figli dal padre.

Tutto, finalmente, andava nel senso giusto.

•~ 12 anni dopo ~•

Izuku fu riportato alla realtà da Shoto, che gli accarezzò teneramente il dorso della mano col pollice.
<Tutto ok, amore? Non starai pensando ancora al lavoro, no?> domandò il bicolore, un po' indagatore.

Sapeva benissimo come il fidanzato, alcune volte, si faceva trascinare dai sentimenti nel proprio lavoro, anche se avrebbe dovuto rimanere il più professionale possibile per il bene suo e del paziente.

Ma comunque Izuku aveva un cuore d'oro ed era difficile non provare anche solo un minimo di pietà per dei poveri bambini.
Izuku era uno psicologo infantile.

Era cambiato e maturato molto dal bambino desideroso di diventare un eroe e dal ragazzino delle medie sfiduciato e solo con le idee ancora confuse, come qualsiasi tredicenne, d'altronde.

Aveva capito che voleva essere un erore, ma non in maniera convenzionale.
Per Izuku essere eroi non voleva più dire solo avere un mantello e sconfiggere villains a suon di mosse strepitose, salvando mille e mille civili delle più disparate categorie.

Cioé, un eroe non era solo della gente come il fidanzato, un prohero di tutto rispetto, fra i primi in lista, che continuava l'agenzia del padre, ormai andato in pensione.

Eroe per il verdolino era pure ben altro. Era anche ascoltare quei bimbi disperati che vedi nel parco per un solo istante nella tua vita e che paiono perfetti... Ma che, appunto, PAIONO.
O aiutare quei ragazzini scampati alla Morte, ma dopo averla vista danzare attorno a loro.

Era pure confortare bambini del genere.
Dar loro suggerimenti. Far imparare loro ad amare sè stessi fin da piccoli, perché è la prima prerogativa per vivere bene.

E Izuku ne era ben conscio, perché aveva passato un orribile Inferno. E come Shoto era stato il suo eroe in quel senso, lui voleva esserlo per altri. Sempre con un sorriso confortante in volto e il cuore aperto.

Cosa che lo portava, purtroppo, a mischiare sentimenti e lavoro.
Ma quello non era il caso.

Izuku si distolse dai suoi pensieri e sorrise al fidanzato, scuotendo leggermente la testa e rispondendo: <Mi ero perso ad ammirare questo ristorante così lussuoso... mi sento un po' un pesce fuor d'acqua.>

<Non vuoi mai dimostrare appieno quanto siamo "ricchi", se vuoi dirlo terra terra, allora lasciami almeno portarti fuori a cena una volta ogni decade in un posto coi fiocchi.> gli ricordò Shoto.

<Non mi sento molto a mio agio comunque...> borbottò il verdolino. Shoto, sempre col sorriso sulle labbra, scosse leggermente la testa sconsolato e commentò scherzando: <Ogni tanto mi chiedo dove hai sbattuto la testa da piccolo per essere così particolare...>

<Che gran maleducato!> scherzò Izuku, sorridendo un po' di più. <E, comunque, é una domanda a cui né mia madre, né io, né i miei amici abbiamo risposta... solo gli dei lo sanno.>

<E Katsuki, se é stata colpa sua.> buttò una frecciatina Shoto ed Izuku gli scoccò un'occhiata eloquente, che fece rimanere muto per poco il giovane adulto.

Katsuki era diventato un hero, bravo alla stregua di Shoto ma considerato dal pubblico in modo controverso a causa del suo comportamento. Anche dopo anni era sempre una testa calda, ma l'aver trovato l'amore in un ragazzo solare e allegro dava almeno la possibilità di frenarlo in un buon 80% dei casi.

E nel corso degli anni era maturato.
Shoto lo aveva avuto in classe alla Yuuei e mai aveva nascosto (specialmente il 1° anno) il suo astio per il biondino, il quale disprezzava il bicolore ma dandosi comunque internamente dell'ipocrita perché, infondo, tra i due il cattivo era sempre stato lui.

E negli anni dimostrò a sé stesso, a Shoto e a chi gli stava intorno che era sì una persona dalla pochissima pazienza, ma anche coscienziosa ... e davvero intollerante dei razzisti di qualsiasi forma.

Inoltre, Izuku conobbe i compagni di classe di Shoto in un modo o nell'altro (e viceversa), e gli altri aspiranti eroi della classe del bicolorr lo trovarono davvero simpatico, accettandolo nella loro compagnia.

Ma ovviamente avvenne anche l'incontro con Katsuki, che fu una delle cose più tragico-comiche che potesse accadargli nella vita.
Da cui il verdolino, il biondino ed il bicolore se ne uscirono in maniera contorta e assolutamente non convincente, dovendo perciò dire a grandi linee che già si conoscevano e che avevano avuto dei "disguidi".

Ma fatto stava che Izuku, essendo una persona pronta a porgere l'altra guancia in nome della pace piuttosto che alzare le armi e dichiarare guerra, provò comunque a ricostruire qualcosa con Katsuki, e il loro legame divenne una forte amicizia nel corso degli anni.

Era stato perfino il testimone di Katsuki al suo matrimonio (avvenuto poco tempo prima di quella cena) con Eijirou Kirishima, il suo fidanzato dalla terza liceo.

Stessa cosa non valeva per Shoto: lui un minimo di riserbo per Katsuki l'aveva portato e l'avrebbe fatto per sempre, anche se in nome dell'amore per Izuku avrebbe fatto del suo meglio per tenerlo in un angolino.

Dopo vari secondi carichi di silenzio dopo l'occhiataccia del verdolino, Izuku si sporse verso il fidanzato e gli diede un veloce bacio sulle labbra, sorridendo dolcemente.
<Non roviniamoci la serata proprio adesso, mh?> fece retorico, finendo definitivamente di mangiare il suo dolce.

<Sei un po' sporco qua> cambiò discorso Shoto, baciando Izuku sulle labbra, soffermandovisi un po' di più rispetto ad un normale bacio a stampo.

<Ora sei pulito~> asserì il bicolore.
<Secondo me ero pulito anche prima.>
<Però sei assolutamente nudo.> fece Shoto, mentre metteva una mano in tasca.

<Come, scusa?> domandò Izuku, non capendo.
<Sei nudo.> ripeté Shoto.
<Ancora non capisco...> fece Izuku, cercando di capire dove volesse parare l'altro.

Shoto si alzò dal tavolo per inginocchiarsi davanti ad Izuku e tirare fuori dalla tasca dei pantaloni una scatoletta blu oltremare.

<Sei nudo perché ti manca questo.> e la aprì, mostrando un fine anello d'oro bianco con sopra un punto luce in diamante.

Izuku spalancò la bocca, sorpreso come mai prima di allora, non volendo credere a quello che stava accadendo.

<Izuku Midoriya, mi vuoi sposare?> domandò Shoto.
Izuku sentì lacrime, lacrime di pura gioia, iniziare a scorrergli giù per le guance mentre annuiva freneticamente, pigolando: <Sì>

Shoto prese l'anello dalla scatoletta e lo mise all'anulare di Izuku, il quale pensava fosse tutto un sogno.
Appena gli mise il gioiello, Izuku fece alzare l'altro in piedi mentre faceva la medesima cosa, stritolandolo forte e baciandolo.

Attorno a loro si levò un piccolo applauso, creato dagli altri clienti del ristorante, che avevano notato la proposta di matrimonio del pro hero.

Ma i due non li sentirono, presi dal bacio e dall'euforia del momento.
Izuku quasi non credeva che tutto quello stava realmente accadendo.

E i due non poterono far a meno di ringraziare qualsiasi buona stella gli avessero permesso di incontrare l'altro.




N/A: e questa storia finisce qua, ma c'è comunque il FAQ, che per ora é molto soft, con solo una persona che ha fatto domande.
Quindi, se volete fare domande, siete ancora in tempo.

Alla prossima settimana, con un ultimo, capitolo extra.

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