2. Il nuovo compagno di classe
[...]
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un'immagine ride.
Accosto il volto ad evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...
[...]
-da "Cigola la carrucola nel pozzo"
di Eugenio Montale
La prima ora passò in serenità, facendo esercizi di matematica in autonomia per esercitarsi per la verifica che di lì ad una settimana si sarebbe svolta.
Alla seconda ora, invece, durante la lezione di storia, ci fu un bussare alla porta.
La professoressa scattò in piedi, dicendo qualcosa del tipo: <Ah, è vero! Era oggi!> e si diresse verso la porta, uscì dalla classe e si mise a parlare con chiunque ci fosse all'esterno.
Il povero malcapitato all'interrogazione respirò un attimo sollevato, mentre guardava i compagni di classe disperato, in cerca di aiuto.
Qualche suggerimento bisbigliato si levò dalla classe, quasi in concomitanza con le chiacchiere degli studenti, sinceramente contenti di avere un attimo di pausa dalla barbosa ora della professoressa e dai lunghi e tediosi esercizi di cui era stato imposto lo svolgimento.
Il crescente chiacchiericcio venne stroncato quando la professoressa rientrò in classe, seguita da una nuova figura.
Un ragazzo dell'età degli studenti presenti in classe e da certi tratti abbastanza particolari.
Aveva un volto dalla forma leggermente allungata, gli occhi erano sottili e taglienti e i capelli corti e lisci, ma fin lì si era nella tranquillità. Erano i colori di occhi e capelli ad essere diversi dal comune, oltre ad una parte di pelle bruciata che sfigurava leggermente la parte sinistra del volto (attorno l'occhio di quel lato del volto).
Il ragazzo pareva l'unione di due metà distinte; dato sia i suoi capelli bicolori, a destra bianchi come la neve e a sinistra d'un rosso fuoco acceso, dato anche la sua eterocromia (cosa che, al solo sentirla, faceva fremere di Izuku dalla gelosia: doveva essere stupendo, secondo lui, avere gli occhi di due colori diversi!).
L'eterocromia permetteva al ragazzo nuovo di avere l'occhio sinistro (quello che attorno aveva la pelle bruciata e secca) di un intenso blu turchese, mentre il destro era di un grigio scuro, uno di quelli dai toni freddi.
Beh, con "freddo" si sarebbe potuto definire anche il suo comportamento di fronte alla nuova classe.
Stava scrutando con un gelo degno di nota tutti i nuovi compagni, neanche fosse un esperto esaminatore e tutti gli altri delle sue cavie di cui registrare i dati dagli esperimenti svolti.
Fra tutti quegli sguardi (alcuni curiosi, altri indifferenti, altri quasi scocciati), solo uno lo costrinse a ritornarci su poco dopo, perché a quell'incrocio visivo una scarica involontaria gli passò per la colonna. Quegli occhi erano il paio di Izuku, il quale ebbe una sorta di déjà vu davanti quei occhi eterocromi particolari, anche se nel volto e forse pure nell'espressione qualcosa gli faceva arricciare il naso e lo desisteva (in parte) dal credere di aver già visto da qualche parte quel particolare ragazzo.
Poi il ragazzo dai capelli bicolori finì il suo giro di sguardi sui volti nuovi e, parendo animarsi una volta per tutte di vita, si presentò: <Mi chiamo Shoto Todoroki e sono ritornato in questa cittadina dopo 8 anni circa di permanenza a Nagasaki. Spero di potermi integrare con voi e di fare amicizia con tutti.>
Anche se, beh, l'ultima frase non pareva tanto convincente.
La professoressa parve volarci sopra e, dopo aver detto come si chiamava e la materia insegnata, gli chiese dove fosse arrivato con il programma di storia e successivamente gli disse di andarsi a sedere nel banco vuoto in fondo alla classe (su cui qualcuno si era già fatto una mezza ipotesi sul perché fosse lì, ed in quel momento aveva ottenuto conferma delle sue supposizioni) e gli aveva detto che, in caso di necessità, poteva chiedere alla ragazza poco distante da lui.
Quest'ultima era praticamente su di giri, dato che poteva avere la possibilità di parlare con il nuovo compagno, scatenando la gelosia delle altre: era da ammettere a cuore sincero, il nuovo ragazzo era attraente, nonostante quella cicatrice che gli sfigurava un po' la parte sinistra del volto.
Però quest'ultimo non disse praticamente nulla alla ragazza accanto a sé quando si sedette al suo posto, rendendola particolarmente triste. Il nuovo si mise a metabolizzare come fosse accaduta quella scarica pochi istanti prima, fissando senza rendersene conto (con la coda dell'occhio) il ragazzo dai capelli arruffati e di un verde scuro, in diagonale e di una sola riga in avanti rispetto a lui.
•~-~•
Quando la campanella che segnava l'inizio della ricreazione suonò, la classe ruppe il suo silenzio quasi totale con un trascinamento unico di sedie, più o meno.
Durante la ricreazione la caffetteria della scuola era chiusa; si poteva usufruire solo del piccolo bar attaccato alla mensa e delle macchinette ai diversi piani della scuola. Ovviamente, come a pranzo, si poteva andare dovunque si voleva entro i limiti della scuola.
Izuku, per sfuggire a Katsuki e al trio dei bulli, scattò con la sua merenda e il suo taccuino sugli eroi (che aveva una penna incastrata fra le pagine attraverso il cappuccio) fuori dai diversi piani dell'edificio, andando fin sul tetto; agibile dagli studenti. Si sedette lì su una panchina in solitudine, iniziando a mangiare più sereno la sua merenda, e sfogliando il quaderno, facendo al massimo qualche doodle sui bordi delle pagine, per pura noia.
Intanto, in classe, Shoto Todoroki si era ritrovato impossibilitato ad andarsene da lì senza attirare su di sé l'attenzione di quasi metà degli studenti o essere seguito da alcuni di questi.
Aveva l'80% delle ragazze della classe attorno al suo banco, che cercavano di intavolare una conversazione con il nuovo belloccio della classe, e qualche ragazzo che si attardava nell'aula.
Dire che, internamente, il ragazzo in questione fosse seccato era minimalizzare: aveva una gran voglia di dire: <Andatevene, oche.>, alzarsi dal proprio posto e andare da qualche parte di solitario.
Forse il tetto della scuola faceva a caso suo...
<Ehi, comparsa a metà!> esclamò un ragazzo biondo, raggiungendo Shoto a gomitate tra le ragazze. Todoroki guardò gelido il compagno di classe; proprio come aveva continuato a fare durante tutta la lezione con, praticamente, tutto e tutti.
<Sì?> tentò però cortese Todoroki.
Katsuki gli afferrò il colletto della divisa, alzandolo leggermente dal suo posto. Shoto si alzò del tutto, dato che a stare in quella scomoda posizione non ci pensava neanche, fissando sempre gelido negli occhi l'altro. Nonostante Katsuki fosse più basso di Todoroki di qualche centimetro, non si fece mettere in soggezione: quella sottile differenza di altezza non gli pesava minimamente.
<Io mi chiamo Katsuki Bakugou e sono il capo indiscusso di questa scuola. Se sei venuto qua pensando di essere il migliore, coi tuoi capelli e gli occhi strani, la cicatrice sul tuo volto e il tuo sguardo da superiore a tutto, beh... Ti sbagli! Tra i due qui sono io il migliore, sempre e comunque. Mettiti sulla mia strada e finisce male.> e il biondino iniziò ad attivare il suo Quirk, rilasciando qualche esplosione piccina piccina contro il colletto del ragazzo, generando un po' di fumo e un odore acre che avvertirono solo i due ragazzi.
Todoroki mise la propria mano destra sopra al polso del biondo, attivando il suo Quirk di ghiaccio, e gli intorpidì tutta la mano, staccandola dal proprio colletto.
<Non mi importa di essere il migliore o il peggiore, voglio solamente completare quest'anno scolastico in tranquillità. Ma se tu proprio mi vuoi sfidare, accetto la sfida; qualunque essa sia. Poi però non urlare alla rivincita quando ti toccherà leccare le tue stesse ferite...> commentò Shoto, tenendo col fiato sospeso tutti gli astanti: nessuno aveva tenuto testa a Bakugou in quel modo.
Solo un folle avrebbe osato, e Shoto si stava dimostrando una persona su quella lunghezza d'onda.
<Come?> chiese seccato (ed esterrefatto) Bakugou, non credendo che quella semplice comparsa, come lui lo definiva, potesse avergli rivolto una simile minaccia.
<Hai capito benissimo. In caso contrario, non avresti solo il tuo ego da revisionare. E ora, se hai finito di importunarmi, me ne andrei.> commentò Todoroki, sempre con quel suo sguardo gelido, anche se dentro di sé era notevolmente seccato.
Bakugou, notevolmente più arrabbiato anche visibilmente, rilasciò qualche esplosione attorno a sé, facendo allontanare ancora di più da lui quelli rimasti in classe; spettatori di simile scena.
<Vedremo chi avrà l'ultima parola, bastardo.> minacciò Katsuki, mischiando le parole con un verso gutturale simile ad un ringhio animale.
Shoto lo guardò con sufficienza un'ultima volta, alzando leggermente il mento, a dire "Alla prossima", ed uscì dalla classe senza proferire parola.
Passato qualche secondo, nella classe si diffuse del vociare. E si poteva cogliere lo stupore sia per le parole del nuovo, sia per la "sconfitta" di Katsuki.
Quest'ultimo sentì i nervi, già poco saldi di loro e già notevolmente leniti nell'ultimo minuto, rompersi definitivamente e sbottò: <Smettete di dire stronzate, coglioni!> e fece per uscire, notando che non c'era il solito trio ad aspettarlo.
Non che tenesse a loro, <<manco per il cazzo>> (se volessi usare il suo linguaggio), ma erano i più favorevoli ad averlo intorno e viceversa; insomma, erano i migliori scagnozzi presenti in classe. A parte quando commettevano uno dei tre suoi taboo mentali: -contraddirlo, -toccarlo quando non voleva contatto fisico (praticamente sempre) e -...
L'ultimo neanche apertamente lo ammetteva a sé stesso, anche se era il più importante. Ma sapeva di certo che se riusciva a far scomparire quel suo terzo taboo mentale, sarebbe scomparso anche un enorme peso.
Si riscosse da quei pensieri che, negli ultimi tempi, lo tormentavano più del passato. Andando alle macchinette (miracolosamente senza troppa fila), si chiese dove quei tre potessero essere andati.
Un'idea gli comparve in mente, e divenne concreta e plausibile nel medesimo istante in cui la macchinetta gli erogava il cibo per cui aveva pagato. Prese i suoi Kit Kat e si diresse verso le scale, per constatare se fosse reale o meno la sua ipotesi.
N/A: ed ecco già in scena il nostro ghiacciolo infuocato!
E poi, boh, non ho nulla da dire se non... Bakugou è uno scassapalle ma l'ho fatto così perché deve esserlo.
-E anche perché lo è proprio (almeno per me), ma quelli sono dettagli...-
Alla prossima settimana!
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