10. Sulla via di ritorno

A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli

e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce

si perda sulla lingua inerte.
[...]

-da "Effetti d'amore"
in "Saffo"


Izuku fece una faccia confusa alla richiesta di Shoto, per poi domandare: <Perché me lo chiedi?> senza astio o circospezione, solo curiosità.

Shoto sentì l'impulso di torturare un lembo della divisa dall'ansia ("Ansia? Da quanto é che non la provo?"), ma per ovviare al problema mise entrambe le mani in tasca, per poi spiegare.

<É che, sai, quella mattina, quando sono arrivato e ti ho portato in infermeria... ho sentito che le tue ossa erano davvero sporgenti...>
<E con ciò? Sono sempre stato un po' uno stuzzicadenti ambulante...> commentò con "acida" autoironia Izuku.

Todoroki continuò: <Ma erano troppo sporgenti, a parer mio, e dopo tutto quello che mi avevi detto... ho pensato che fossi... anoressico. O comunque sulla buona strada.>

Midoriya, a quelle parole, provò a scattare ed andarsene da lì perché non ne voleva parlare, proprio per nulla. Anche il suo medico, che visitava una volta ogni tre mesi sotto ordine dell'apprensiva madre, l'ultima volta gli aveva detto che era molto esile (<<molto magro, nonostante abbia una struttura ossea piccola per un ragazzo...>>).

Aveva dovuto metterci buona lena ed una settimana di "abbuffate" per convincere sua madre che tutto andava bene... E poi l'ansia di sua madre era calata, anche se non era mai davvero svanita, lo sapeva.

Ed Izuku, infondo, la capiva e si incolpava: non era neanche capace di nascondere alla madre il fatto che mangiasse oggettivamente poco, ma non per anoressia (almeno questa era la convinzione).

Todoroki lo afferrò prima che potesse scappare e proseguì: <Scusami, Midoriya, per aver toccato un probabile nervo scoperto... ma é importante. Voglio solo avere delle certezze, delle rassicurazioni, e anche convincenti.>

<Perché?> chiese leggermente tremante Izuku, mentre provava a liberarsi dalla presa dell'altro con tutte le sue poche forze.
<Perché ti interessi a me? Perché l'hai fatto il primo giorno e perché anche adesso?> domandò il più basso, la voce tremante e la testa in confusione.

Ormai, d'altronde, era diventato pressocché incapace di credere che le persone, a parte sua madre, si preoccupassero anche solo un minimo di lui (anche solo per finta...).

<Non ho mai smesso di farlo. E non sai quanto avrei voluto parlarti anche gli altri giorni, anche di questo dubbio ma anche di altro abbastanza importante o pure di sciocchezze, ma ti nascondevi. E non volevo invadere la tua privacy. Ma adesso, vedendoti cambiare negli spogliatoi, mi sono ancor di più preoccupato e ora ho l'urgente bisogno di parlarti di ciò. Di poterti chiedere. E di avere risposte.> fece sincero Shoto, stupendo un pochino anche sé stesso con quelle parole.

Non si preoccupava di sé stesso e della sua "condizione" quasi più, ormai. Nell'ultima settimana, praticamente, ogni volta che doveva "combattere" contro il padre e ne usciva dolorante, mentre si medicava, pensava ad Izuku e a quel suo sguardo vuoto che aveva spesso in classe.
E pensava a come sarebbe stato Izuku con sempre in volto un sorriso particolare che poteva sciogliere qualsiasi cuore.

<Ma... io non ne voglio parlare.> replicò debolmente Izuku.
<E poi devo andare a casa.> aggiunse.

<Allora ti accompagnerò fino a casa, così parliamo ed intanto ti sfoghi un po', camminando.> fece Shoto.
Izuku lo guardò un attimo perplesso, pensando se accettare o meno l'offerta.

Il cuore gridava sì, speranzoso di trovare in quel ragazzo così freddo all'apparenza un caloroso amico.
La mente strillava no, spaventata e scettica dopo le mille botte e gli insulti subiti negli anni un po' da tutti.
Ma il cuore l'ebbe vinta.

Midoriya annuì e lasciò che il bicolore lo conducesse fuori dalla palestra e dalla scuola, con il suo polso tenuto stretto dal più alto.
Gli piaceva quel contatto fisico.
Non lo spaventava, come invece accadeva ogni volta che Bakugou o il trio anche solo lo sfioravano.

Camminarono uno o due minuti in silenzio, prima che Shoto rompesse quella pacifica quiete e chiedesse: <Ora ne vuoi parlare?>
Izuku annuì e si liberò dalla presa di Todoroki senza rendersene davvero conto, mettendosi a torturare l'orlo delle maniche della divisa, che gli ricadeva sorprendentemente perfettamente sulle braccia (era stato un parto trovarla, ma alla fine la taglia più piccola disponibile per i ragazzi gli era andata bene).

Prese un respiro profondo e iniziò a parlare: <Non sono anoressic->
<Come fai ad esserne così certo?> chiese Shoto, non riuscendo a frenarsi dal farlo finire.

Si preoccupò un attimo internamente che il ragazzo accanto a sè potesse prendersela, ma non lo fece.

<Perché non penso come un anoressico. Non agisco come un anoressico. Non parlo come un anoressico.>
<Nessuno pensa di essere anoressico finché non gli viene sbattuta in faccia la realtà.>
<Ne sei esperto?>
<No. É che é così con tutto... Scusa, ti ho interrotto, riprendi pure.>

<Ehm... Stavo dicendo? Ah, sì! Non sono anoressico. Non salto i pasti. Non mi metto a contare per ogni singolo alimento le calorie che ha. Non penso di essere grasso. Beh, solo di avere i fianchi un po' grossi per un ragazzo e che, se non avessi così, forse sarei pure più contento.>
<Ma non sono orribili.>
<Grazie del complimento>

<Nel senso, ci stanno. Almeno, su di te. Poi danno un'aria più...>
<Da ragazza. Lo so. Non sforzarti di trovare un'altra parola. Ho i fianchi da ragazza; ho una forma a pera a causa di essi.>
<Ma non sono comunque esagerati. E, sul serio, vanno bene. Tu vai bene così.>

<Vuoi metterti a fare il life coach?>
<Forse un'altra volta. Ora voglio la conclusione della tua risposta.>

<Ok, ok, psicologo... Allora... Beh, come ho detto, non sono anoressico. É che c'è una serie di fattori che mi porta ad essere così magro. Punto 1, la mia costituzione é proprio questa. Sottile, esile. E, te lo assicuro, in seconda media, su consiglio medico, ho provato seriamente con l'aiuto e supporto di mia madre a mettere su massa muscolare ma... Come ben vedi, non ha avuto risultati.>

<Ok, questo é possibile.>
<Certo! É la verità! Poi, punto 2, ho un metabolismo davvero veloce. Anche quando mangio tanto, non fanno in tempo a passare tre ore da un normale pasto che il mio corpo ha già bruciato quasi tutte le calorie prese.>

<Molti te lo invidierebbero un metabolismo così. Tra cui pure io.>
<Come se te fossi grasso, fammi il favore! Non sei solo in forma, sei pure stagno!>
<Non credo di essere un metallo o una lega di metalli, qualsiasi cosa sia nello specifico lo stagno. A meno che non ti riferisci all'acqua, ma anche lì non capisco il nesso...>

Izuku rise piano, ma sinceramente, davanti quella sentenza di Todoroki. La risata flebile del verdolino si protrasse solo qualche secondo, ma nella testa di Shoto si sarebbe riprodotta più e più volte, utilizzandola alcune volte come ragione di alzarsi al mattino (neanche la madre, da quel che ricordava, aveva una così bella risata).

<Hai frainteso. Stagno nel senso figurato. Cioè, quella massa che hai, sono muscoli e basta. Sei, ehm, sodo, se preferisci! E no, non come le uova!>
<Se lo dici tu.>
<Sì, lo dico io.>

<Voce della verità e della ragione, allora, hai finito i tuoi motivi per essere così magro?>
<Sei impuntato. Beh, l'ultima cosa é che raramente ho tanta fame. E quando capita che io abbia molta fame, é solo con particolari festività o quando vado al mare. Lì le mie batterie si scaricano totalmente, e dormo come mai faccio qua, e mangio finché posso.>

<Allora ti porterò al mare appena potrò, così metti su peso.>
<Te l'ho detto. Il mio metabolismo fa sparire tutto quel che mangio in un vuoto cosmico...>
<Potrei farci sparire una persona?>

<Non sono un cannibale!>
<Io non intendevo quello.>
<Se lo dici tu...> però Izuku si fermò, mentre sentì un brivido passargli per la schiena.

Si girò verso la via alla sua sinistra, sapendo che giusto 200m avanti c'era la casa di Katsuki.
Ma non era quello a preoccuparlo.
Si sentiva come osservato quando passava lì davanti, e ciò avveniva spesso.
Era una sensazione davvero spiacevole.

<Tutto ok, Midoriya?> chiese apprensivo Todoroki, poggiando una mano sulla spalla del più basso.
<Eh? Ah, sì! Tutto ok! Scusa, davvero!> ed Izuku riprese a camminare, con Shoto che lasciò ricadere la propria mano al proprio fianco, seguendo il più basso.

<Sicuro?> chiese il mezzo fulvo e mezzo albino.
<Sì, scusami Todoroki-kun> Izuku arrossì un'altra volta per l'onorifico che gli aveva lasciato le labbra a tradimento.

Era anche vero che ormai il "danno" l'aveva già fatto in palestra, quindi non disse nulla a riguardo e proseguì: <É che spesso ho una strana sensazione quando passo davanti quella via.>
<Come se ti sentissi osservato?>

Midoriya annuì.
<Capisco. L'ho sentita adesso anch'io. Che strano.>
<Ah, sta tranquillo che al massimo sarà uno spirito guardone che adora gli sfigati come me...>

<Non é una cosa né propriamente carina, né davvero tranquillizzante.>
<Pazienza. Io ci ho provato.> ed Izuku scrollò le spalle, ridacchiando e sorridendo leggermente.

Shoto sentì una vocina interiore urlargli che era fantastico e che doveva assolutamente fare in modo di crearne altri come quello.

Izuku, d'altro canto, si sentì stupito di sé stesso, dicendosi: "Ho riso e sorriso. Sul serio. In modo spontaneo. Per ben più di una volta. Con un non-familiare. É..." ma si riscosse dai suoi pensieri, sentendo dietro di loro un qualcosa di metallico rotolare e sbattere da qualche parte con violenza.

Izuku fece un piccolo salto dalla paura, producendo un verso stridulo, scontrandosi contro il braccio dell'altro.
<Tranquillo, Midoriya. É solo una lattina di qualche bevanda sbattuta da qualche parte, probabilmente. Qualcuno lo avrà fatto per sbaglio o per volontà, comunque non é una tragedia o nulla di preoccupante.> e scrollò le spalle.

La sua quiete contagiò anche Izuku, che si calmò, mentre arrivavano ad un complesso di appartamenti. Salirono per una rampa di scale fino al secondo piano, dove poi c'era la porta dell'appartamento dove abitava il verdolino, e altre due porte più avanti, di altri due appartamenti.

<Beh... grazie per avermi accompagnato fino a casa, in ogni caso. E, ehm, beh... parlare con te é stato... Bello. Nel senso... é stato un bello sfogo!> si impanicò Izuku, sotto lo sguardo leggermente divertito di Shoto.

<Sono felice che ti sia piaciuto. Poi, io ci ho solo guadagnato ad accompagnarti: farò un dispetto a mio padre, il puntuale perfettino.>
Izuku ridacchiò un'altra volta, immaginando il padre di Shoto solo come un uomo un po' severo, non sapendo ovviamente la verità.

<Sai, però, che anche domani mattina io farò finta di non conoscerti, mh?>
<Perché vuoi continuare?>
<Te l'ho già spiegato. E vedi la veridicità delle mie parole ogni giorno. Non voglio che capiti a nessun altro quello che capita a me in praticamente ogni giornata scolastica, praticamente.>

<Ti potrei aiutare anche a far smettere quegli stupidi...>
<Declino l'offerta perché credo sia impossibile.>
Shoto sospirò prima di dire: <Almeno... possiamo rifarlo? Nel senso... camminare fino a casa tua e parlare tranquillamente?>

<Però non nei giorni normali. Sarebbe più difficile non farsi vedere. Lo faremo ogni volta che avremo motoria.>
<Quindi una volta a settimana?>
<Beh... Sì?>

Shoto sospirò ancora e commentò: <Sei davvero ostinato.>
<Sì, mia madre me lo dice sempre che sono un testardone...> e Izuku sorrise, un po' imbarazzato.
<Proverò a te e a tua madre che io sono più testardo di te.>

Midoriya commentò: <Buona fortuna, allora.>
<Non penso ne avrò bisogno.>
<Che sfacciato! E poi con che tono serio l'hai detto, tra l'altro!>
<Ma é la mia voce...>

<Beh, é molto seria! Se provassi a dire una barzelletta sembrerebbe tu stia dicendo un elogio funebre.>
<Scusami se le mie corde vocali sono pigre e non mi fanno passare da una voce seria e bassa ad una squillante come fa la tua.>
<Dovrei di nuovo fare tutto il tenebroso?>

<Non con me.>
<Ah, me lo imponi cosi?>
<Sì.>
<Ok, imperatore.>

Izuku, intanto, si era girato per inserire le chiavi nella fessura e dare due giri, per sbloccare la serratura, senza però ancora entrare; dato che non la voleva dare vinta in quel modo a Todoroki.
Infondo, gli piaceva tutto quello. Era da un bel po' che non si sentiva cosi bene attorno ad un coetaneo.

Si girò di nuovo verso Shoto e, invece di solo fargli "ciao ciao" con la mano, con sorpresa di entrambi, Izuku abbracciò l'altro.
Fu proprio un abbraccio rapido, ma in cui Midoriya mise un po' del suo affetto e da cui Todoroki non si ritrasse, come invece faceva con le loro compagne, che fosse anche una semplice mano sulla spalla.

Poi Izuku si staccò e le guance gli si tinsero di rosa.
Il verdolino balbettò un «Ciao» a mezza voce prima di fiondarsi dentro casa, il cuore che batteva a mille.
Perché diamine l'aveva fatto?!

<Izuku!> spuntò sua madre, Inko, dall'angolo cucina, per sorridere al figlio (che aveva ripreso un po' della sua compostezza) e gli chiese: <Tutto ok, tesoro?>

Izuku ci rifletté, realmente per una volta, su un attimo. A motoria c'erano state le solite frecciatine ed insultini. E poi Katsuki e il trio l'avevano preso in giro, gli avevano fatto male e nel mentre molti altri compagni maschi ridevano... ma, verso casa, Shoto aveva mostrato di essere interessato a lui nonostante tutto e di volerlo conoscere e lo aveva fatto ridere e sorridere sul serio.

<Sì, tutto ok, dai.> e accompagnò l'affermazione con un sorriso sincero. E, per una volta da tanto tempo, era stato abbastanza onesto con sé stesso e la madre.

Intanto, Shoto, che si era subito lasciato guidare dalle sue gambe verso casa sua mentre era confuso, stava cercando di metabolizzare il tutto.

Sentiva caldo nel petto, ma il Quirk del padre non c'entrava nulla.
Era un calore diverso.
Più... profondo.

Era un calore emotivo, se così lo poteva definire.
Fatto stava  che era una sensazione di benessere fantastica.
E provata con l'abbraccio di Izuku.

"Izuku Midoriya..." si ritrovò a pensare il bicolore, collegando quel nome ad una sottile ma particolare e bella risata.

Oltrepassò la via dello "spirito guardone di sfigati" senza sentirsi però osservato e sorrise.
Poco, ma sorrise.
Voleva essere davvero amico di Izuku Midoriya, senza dover usar tattiche e strategie per parlarci.

Voleva parlare con Izuku alla luce del sole, sentendolo ridere apertamente perché era stato lui a farlo ridere.

Ed era certo che, prima o poi, ci sarebbe riuscito.
Sarebbe stato più testardo lui.



N/A: cutie i due ingenui, eh?
E potete rilassarvi e non lanciarvi addosso a me con i vostri arsenali di guerra ben sfoderati, se eravate preoccupate per un Izuku anoressico.
È a posto, in quel senso. (^.^)

E poi, dovreste sapere come sono fatta: io non faccio come le classiche fanfiction, io faccio PEGGIO dopo che tutto pare risolto.
MUHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA "ψ(`∇')ψ

*si strozza*
*riprende fiato*
*tossina*
Comunque, ciao e alla prossima settimana. :)

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