Epilogo
Mi chiudo la porta d'ingresso alle spalle, facendo attenzione a non farla sbattere come sempre, per poi far scattare la serratura con un rapido colpo del polso e un giro di chiave.
Lascio poi cadere il mazzo di chiavi nella borsa e, dopo aver dato un'ultima occhiata al giardinetto accanto alla casa, mi sistemo una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio e raggiungo la strada.
Oggi il sole splende particolarmente e l'aria è secca e asfissiante. Ho dovuto recuperare una di quelle canottiere sfatte che indosso solo per restare in casa e un paio di shorts in jeans.
Sistemo la tracolla in cuoio della borsa sulla spalla e inizio a camminare verso la stazione degli autobus.
Molti bambini saltellano e strillano lungo i marciapiedi, chi mano nella mano con la propria nonna e chi con gli amici a gustarsi un cono gelato ormai sciolto e gocciolante.
Inspiro profondamente, beandomi di questa beata e quotidiana semplicità: nulla potrebbe rovinare una giornata così, che fa apparire tutto come avvolto da una bolla invisibile di pura felicità e spensieratezza.
Eppure la vedo.
La vecchia casa dall'altro lato della strada, quella acquistata tempo fa da Louis e Harry.
È lì, identica a come me la ricordavo, uno di quegli oggetti avvolti da una patina di plastica e di ricordi che che lasci ad accumulare la polvere sopra l'ultimo ripiano del tuo vecchio mobile di casa ma di cui vorresti solo poterne cancellare dalla testa l'esistenza.
È sempre lì, a guardarmi.
Non so se sia stata affittata da un'altra famiglia, ma alla sera scorgo sempre le finestre del piano inferiore illuminate.
Mi stringo nelle spalle, accelerando il passo dopo aver sommessamente controllato l'orario sul display del mio orologio da polso.
La panchina di attesa è affollata e scorgo il muso del mezzo di trasporto farsi strada tra le macchine, cigolante e brontolante.
Infilo una mano nella tasca posteriore dei pantaloni e recupero il mio abbonamento mensile; raggiungo la piccola fila formatasi, sistemandomi dietro ad un'anziana signora con uno di quei carrelli in tessuto usati per la spesa al mercato.
Devo anche ricordarmi di farci un salto entro stasera o rischio di non cenare.
Mostro con un sorriso la tessera al conducente e, con un piccolo balzo, prendo posto sull'autobus.
Le porte in vetro si chiudono alle mie spalle con uno scatto che mi fa sobbalzare sopra il sedile.
Mentre mi sistemo gli auricolari del telefono dentro alle orecchie, provo a immaginarmi cosa potrebbe mai dirmi l'ispettrice Dorney di così importante da farmi convocare in ufficio in una giornata estiva così afosa.
Non la vedo da settimane e sinceramente stavo quasi per dimenticare i lineamenti del suo viso, se non fosse che qualche giorno fa uno dei suoi segretari si è presentato al mio campanello con un comunicato ufficiale della donna.
Spero non si sia decisa proprio ora ad arrestarmi.
Quando le note della mia canzone preferita iniziano a farsi strada nelle mie orecchie, scorgo con la coda dell'occhio la mia fermata e, facendomi spazio fra la gente in piedi nel corridoio, raggiungo l'uscita dell'autobus aggrappandomi al suo corrimano in metallo.
Poche fermate di distanza eppure questa zona della città sembra così diversa, più seria e autoritaria, quasi isolata e a se' stante di Greencastle. Qui non ci sono più abitazioni, solo edifici adibiti alla sicurezza civica e un triste parco privo di fiori.
Deglutendo a fatica, stringo le braccia al petto e raggiungo frettolosamente e a sguardo basso l'ingresso del commissariato di polizia.
Il parcheggio è deserto e poche autovetture sono parcheggiate a file parallele accanto all'edificio.
L'uomo adibito alla sicurezza mi riconosce a vista e mi lascia passare con un rapido e accennato gesto del capo, per poi tornare a leggere qualcosa sul suo tablet.
Mi mordo il labbro inferiore fra i denti, sentendomi così fuori posto fra tutti gli agenti di polizia in pausa caffè.
Mi guardo intorno nel brusio generale e riconosco la porta dell'ufficio di Dorney; mi infilo dietro di essa rapidamente, quasi per nascondermi da tutti gli sguardi che devo e sento di aver attirato entrando.
Torno subito a respirare, venendo però sopraffatta da un forte odore di caffè e carta vecchia.
La stanza è deserta e divento già ansiosa all'idea di tornare fuori tra gli agenti curiosi, quando un picchiettio nervoso contro i tasti di un computer attira la mia attenzione: avvicinandomi alla scrivania centrale riconosco la capigliatura rossiccia dell'ispettrice.
Rilascio le braccia lungo i fianchi e, non ricevendo alcun tipo di accoglienza, tossisco in falsetto per annunciare la mia presenza.
"Si, ti ho sentita entrare Bliss, sto solo finendo un'ultima scartoffia" la sua voce dura e spigolosa non mi era mancata per nulla, ma mi trasmette un che di malinconico.
Annuisco mestamente, attendendo in piedi che Dorney mi faccia accomodare.
Dopo lo strusciare delle ruote della sua sedia contro al pavimento, la donna decide finalmente di guardarmi in faccia, appoggiando i gomiti sulla scrivania e sgranando leggermente gli occhi.
"Sei diversa.. Stai seguendo quella nuova dieta antiossidante uscita online?" alza un sopracciglio dubbiosa.
"Ehm.." mi tocco nervosamente una ciocca di capelli, non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
"Non seguo nessuna dieta in verità, non ne ho proprio il tempo" provo a sorridere ma lei storta il naso in una smorfia annoiata e scuote il capo.
"Non importa, siediti"
Serro le labbra e seguo gli ordini, stringendo le cosce una contro l'altra e tenendo le mani in grembo.
"Perché mi ha, uhm, convocata?" provo ad incalzarla titubante.
La rossa si toglie una penna bic dal taschino della divisa, iniziando a far picchiettare la sua punta contro il ripiano del mobile.
"Volevo avvisarti che il trasferimento dei tuoi amici dei boschi è stato eseguito con successo, sono ormai tutti abitanti registrati di Greencastle e per ora non sembrano essere sorti grossi problemi di adattamento" appoggia la schiena contro alla sedia e incrocia le gambe.
"Oh" mi lascio scappare, colta alla sprovvista.
Non mi aspettavo mi avesse convocata per darmi una simile notizia. Forse non sa nulla del mio allontanamento dal mondo soprannaturale e pensa che sia ancora vicina ad Harry.
Fingo un sorriso, annuendo.
"Ne sono felice. Harry.. Liam mi aveva accennato qualcosa. La ringrazio per la sua collaborazione"
Lei si stringe nelle spalle indifferente.
"È stata più una collaborazione forzata che volontaria, sia chiaro: il tuo fidanzatino conosce bene su che punti far leva per ottenere ciò che vuole"
Storto la bocca, abbassando il capo.
"Oh, mi creda lo sono bene" quasi mimo stizzita con le labbra.
"Che hai detto ragazzina?"
Torno a fissarla, scuotendo il capo per l'imbarazzo.
"Nulla di che, nulla di che!"
Socchiude gli occhi glaciali e riprende a squadrarmi dubbiosa.
"Tu hai qualcosa di diverso..."
Deglutisco a fatica, l'aria che inizia a mancarmi.
Deciso di alzarmi rapidamente e di controllare l'orologio.
"Guardi si è fatto tardi e ho molte commissioni da sbrigare.. Voleva dirmi solo questo?" cerco di mascherare la mia agitazione.
Dorney rimane basita, sbattendo le ciglia ripetutamente come colta alla sprovvista dal mio scatto.
"A dire il vero.." inizia, aprendo un cassetto della scrivania e frugandoci dentro con attenzione ".. Devo lasciarti anche la pratica per gli affitti del condominio. Non ho contatti con il tuo amico Liam Payne e.." riesuma un plico di fogli molto spesso, che infila accuratamente in una cartelletta azzurra lasciata sul mobile ".. vorrei che gliela consegnassi"
Torna a fissarmi e, notandomi indugiare alza nuovamente il sopracciglio.
"Si, si certamente" tento invano di riprendere il controllo di me stessa e faccio per prendere dalla sua mano la cartelletta, ma lei la ritrae dubbiosa.
"Sei ancora in contatto con Liam Payne, giusto?"
"Certo" rispondo forse troppo rapidamente.
Trattengo il fiato.
"Hai iniziato ad usare sostanze stupefacenti?"
Sgrano gli occhi.
"Cosa?"
Si massaggia il mento con una mano.
"La cannabis è illegale e non risolve i problemi. Se hai bisogno di svagarti ci sono ben altri metodi"
"Non.." tossisco per evitare di usare una voce troppo squillante ".. non faccio uso di.. cannabis, ispettrice. Sono solo.. Molto stanca"
Le strappo quasi dalla mano la cartelletta e mi avvio verso la porta d'uscita di una stanza sempre più piccola.
"Abbiamo molti programmi di riabilitazione e.." riprende, alzandosi dalla scrivania con un'espressione quasi preoccupata.
Sorrido cordialmente, scuotendo il capo e aprendo la porta con la mano libera.
"Davvero, non ne ho alcun bisogno. Grazie per.. Le pratiche e buona giornata" annuisco ancora ed esco prima che la donna possa riprendere a parlare, lasciando la porta chiudersi da sola e sospirando rumorosamente.
"Signorina, qual è il motivo della sua visita? Posso esserle d'aiuto?" la voce maschile di una delle guardie inizia a richiamare la mia attenzione e quasi vorrei urlare dall'esasperazione.
"Avevo un appuntamento con l'ispettrice.. Grazie lo stesso buona giornata" mi volto a stento per sorridergli ed esco a passo fulmineo dal commissariato, ignorando il saluto della guardia di sicurezza.
Il cielo è ancora terso e luminoso e quasi mi bruciano gli occhi per il cambio di luce dell'ambiente: il commissariato era quasi immerso nel buio.
Scorgo il muro laterale rispetto all'ingresso dell'edificio vuoto e mi lascio cadere contro di esso, per riprendere un attimo le forze che sentivo venire a mancare.
Non posso essere così sfortunata.. Che cazzo ci faccio ora con le pratiche per Liam? Dire a Dorney di aver perso i contatti con lui sarebbe stato solo causa di altre domande scomode e spiacevoli.
Il cestino pubblico del parcheggio mi guarda per un attimo invitante; lancio un'occhiata alla cartelletta stretta al petto e sospiro.
Sia dannata la mia coscienza.
-
Il quartiere è malmesso come me lo ricordavo: cornicioni crepati, muri ricoperti da graffiti neri, vetri rotti e spazzatura lasciata a marcire negli angoli più bui.
Il sole sta pian piano calando dietro i tetti e l'aria inizia a farsi più fredda: mi stringo nella mia misera canottiera ed inizio a cercare il citofono di Liam.
Per fortuna sulla pratica degli affitti erano riportati tutti i dati dei domicili dei licantropi e infatti non ci metto molto a scorgere 'Payne' sotto una fila di molti altri cognomi invece mai sentiti prima.
Lo ammetto: ho controllato velocemente se ci fossero anche i cognomi 'Styles' o 'Horan' o 'Tomlinson' e per fortuna non li ho visti.
Solo Liam, ma un problema alla volta va bene da affrontare.
Allungo un dito verso il suo campanello e trattengo il fiato nel premerlo; inizio a fare dei piccoli passi sul posto per scacciare la tensione e mentalmente prego che non sia in casa.
"Si?" la sua voce improvvisa attraverso il metallo accelera il battito del mio cuore.
"Ehm.. Sono Bliss, Bliss Connor. Dorney mi ha mandato a portarti delle pratiche per i tuoi compagni e per il loro affitto" mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e inizio a mangiucchiarmi l'unghia del pollice.
Silenzio.
"Bliss? Sei davvero tu?" la sua voce è intimidita e incerta.
"Si.. Ho solo queste pratiche da consegnarti Liam, prometto di scomparire come ho fatto mesi fa" sospiro.
"No.. Sali pure. Terzo piano"
Mi allontano ma mi sento chiamare ancora dal moro.
"Ah, l'ascensore non funziona"
-
La porta in legno si apre lentamente davanti a me e Liam compare con un'espressione incerta ma amichevole.
Indossa una canotta larga che gli lascia scoperta parte degli addominali, un paio di pantaloni della tuta sfatti e delle ciabatte in tessuto.
Ha i capelli scompigliati, non si è fatto la barba e scorgo con cipiglio confuso un alone bluastro attorno al suo occhio destro.
Lui rimane a fissarmi per qualche secondo, forse più sorpreso di me.
"Ciao Liam" provo ad ignorare il suo occhio gonfio per non accrescere il disagio del nostro incontro e sorrido.
"Ciao.." inizia, grattandosi il capo con una mano.
"Ecco a te" gli porgo le pratiche ma lui le guarda quasi fossero qualcosa di mai visto prima.
"Liam?" lo richiamo vedendolo piuttosto scosso, provando poi a sorridergli.
"Si.." socchiude gli occhi "Bliss, non so come sia possibile una simile coincidenza, ma ecco, non sei l'unica ospite qui e non so bene come comportarmi"
Corrugo la fronte, riprendendo a fissarlo con insistenza.
"Cosa intendi?" stringo la cartelletta contro di me come scudo, tornando nervosa e guardinga.
Abbassa ancora il capo, quasi imbarazzato.
"Vedi.. Lui è.." inizia a bassa voce, ma viene interrotto da qualcosa, o meglio qualcuno, che lo raggiunge all'ingresso.
"Liam, chi cazzo e' che viene a trovarti in questo buco? Sono arrivate le pizze? Di a quel coglione del fattorino che è in ritard.."
Il mio cuore si ferma.
I suoi occhi mi guardano.
Le gambe mi tremano e il sangue non scorre più, il tempo non scorre più, io non esisto più.
"Bliss" sussurra, quasi come un segreto a fior di labbra.
Gli occhi iniziano a farsi lucidi e voglio solo andarmene.
"Le pratiche Liam" riesco solo a dire atona.
Liam serra le labbra, allungando una mano e prendendo la cartelletta che gli porgo.
Abbasso il capo, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Buona serata" e senza guardare nessuno mi volto verso le scale, che inizio a percorrere a due a due grazie all'adrenalina che sento invadermi le vene.
"Bliss!" la sua voce dietro di me più decisa, passi pesanti che provano a raggiungermi lungo la rampa di scale.
Non rispondo al richiamo, stringendo la borsa contro al petto e provando a non scoppiare a piangere e a correre contemporaneamente verso l'ingresso del condominio.
Con una spallata riesco ad aprire la porta ma proprio quando porto entrambi i piedi sul cemento esterno lo sento dietro di me, che riprende fiato rumorosamente.
Tira anche lui una forte spallata alla porta e qualcosa ferma i miei piedi dal proseguire con la fuga.
Non mi volto, non ne ho la forza; vederlo solo per pochi secondi ha scombussolato tutto ciò che avevo cercato di ricostruire dopo il nostro ultimo incontro.
Harry è così, è capace di fare questo e tutto ciò che può far rinascere e distruggere una persona in mille pezzi.
"Bliss" riesce solo a dire, incredulo, alle mie spalle.
"Vai via" trovo la forza di pronunciare tra i singhiozzi.
"Assolutamente no, non dopo averti ritrovata così"
Lo sento passarsi le mani fra i capelli e io stringo i denti, deglutendo a fatica.
"Ritrovata" sputo.
"Sei sparita cazzo. Volatilizzata, hai idea di.. Puoi guardarmi in faccia quando ti parlo o non sono degno delle tue attenzioni?"
Mi inumidisco le labbra con la lingua e mi volto.
È in piedi davanti a me, le braccia aperte, una maglietta bianca a maniche corte, dei pantaloncini da basket e i piedi nudi.
Ha la faccia di chi ha appena visto la morte in persona, le occhiaie e un profondo taglio sotto lo zigomo sinistro.
Quanto cazzo mi era mancato rivederlo lo sa solo Dio e il mondo, e mi odio nel pensarlo ma non posso fare altrimenti.
Anche lui sembra calmarsi momentaneamente, passandosi nuovamente una mano fra i capelli.
Corrugo la fronte, notando che non possiede più il suo anello solare.
Sgrano gli occhi, ricordandomi dell'effetto negativo dei raggi solari su un vampiro.
"Harry cazzo! La luce solare! Torna dentro! Parleremo li te lo prometto" inizio ad urlare per la preoccupazione, spingendolo con una mano verso il condominio.
Lui abbassa leggermente lo sguardo, facendo schioccare la lingua sul palato e allontanando freddamente la mia mano dalla sua spalla, prendendomi per il polso.
Il suo tocco inaspettato mi causa dei brividi per tutta la schiena ma..
Spalanco gli occhi, iniziando a scuotere il capo e lasciando cadere la borsa a terra.
"Tu sei.. Sei caldo.. Sei.."
Si stringe le braccia al petto, incrociando i suoi occhi verdi coi miei.
"Umano? Già" mi incalza a tono basso.
Mi porto le mani alla testa, non riuscendo a metabolizzare la situazione.
"Come.. Come?"
Storta il naso in una smorfia, accennando un sorriso finto.
"A quanto pare eravamo così legati dalla tua trasformazione che quando tu hai deciso senza alcun tipo di avviso o preoccupazione per il prossimo di prendere quella cazzo di cura, anche io sono tornato umano"
"Non doveva andare così" provo a giustificarmi pateticamente "Harry se fossi stata certa del tuo coinvolgimento.. Non lo avrei mai fatto, mai"
Alza un sopracciglio.
"Ma è successo, e con le tue scuse posso solo pulirmi il culo"
Sospiro.
"Mi hai portato tu a farlo"
"In che modo? Dimmi in che cazzo di modo Bliss, perché è da due fottuti mesi che me lo chiedo!" urla, e nelle frasi che usa sento il suo dolore quasi come materiale.
"Per tutto il tempo mi hai solo fatta sentire inadeguata, non degna del grande Harry Styles" sputo, mandando a puttane tutti i discorsi che mi ero preparata mentalmente per un ipotetico e molto improbabile incontro con lui "non stavo bene, non mi riconoscevo più. Amando te non ero più io" la mia voce si incrina e la mia vista si appanna.
"Perché non mi hai.. Non mi hai mai detto come ti sentivi" sembra ferito dal mio sfogo.
Scrollo le spalle.
"Perché non c'era bisogno di farlo. Chiunque lo aveva notato. Persino Louis! L'unico accecato dal proprio ego smisurato eri tu" mi sento cattiva e ferita e non riesco più a controllare ciò che dico.
"Bliss.." ripete come una cantilena, accovacciandosi con la schiena contro al muro e le gambe piegate, quasi provato da tutto ciò che ci stiamo dicendo.
Scuote il capo, sistemandosi un ciuffo riccio sulla fronte con la mano e tirando su con il naso.
Inizia a frugarsi frettolosamente nelle tasche, per poi recuperare un sacchetto di tabacco e una cartina trasparente, una di quelle che si usano per preparare sigarette artigianali.
Mi avvicino a lui lentamente, ormai nuda e vulnerabile dopo tutto ciò che ho urlato e gli occhi rossi che bruciano.
Quasi rido mentre mi asciugo una guancia.
"Umano da così poco e già hai imparato a rollarti una sigaretta?"
I suoi occhi chiari si alzano verso di me e li vedo sorridere; con le dita chiude la cartina e ne lecca rapidamente un lato con la punta della lingua.
Quasi spalanco la bocca nel vederlo compiere un gesto così banale e magnetico.
Me la porge senza dire nulla ma scuoto il capo.
"No grazie, sono già morta una volta"
Si stringe nelle spalle e se la accende, chiudendo la fiamma fra le mani e portandosi la sigaretta tra le labbra.
"Una cosa che proprio mi mancava era il tuo innato e divertentissimo senso dell'umorismo"
Sorrido genuinamente e mi accovaccio come lui contro al muro.
"Cazzo, seriamente? Due mesi che non ti vedo e che accumulo rancore, eppure sono qui accanto a te, umano per giunta, mentre fumi un drum. La mia vita ormai è senza controllo" scuoto il capo, ormai sorridendo malgrado gli occhi lucidi.
Lo guardo aspirare e rilasciare fumo grigiastro dalle labbra, forse per avere tempo per metabolizzare una risposta.
"Sono stato di merda. La prima sera da umano è stata orribile, non ho voluto vedere nessuno. Mi dimenticavo che non potevo più correre o non sentire il freddo o il caldo, che dovevo dormire. Dopo una settimana mi ha trovato Liam"
Una pugnalata al cuore farebbe meno male.
"Sono stata solo una stronza ed egoista" sospiro a denti stretti, riprendendo a piangere silenziosamente.
"Lo sei stata.. Ma avevi le tue ragioni. Quante volte mi sono comportato allo stesso modo con te?"
Mi guarda e mi porta una mano sotto al mento per farmi girare il volto che cercavo di nascondere per le lacrime.
"Ho pianto anche io. Mi manca essere vampiro, ma mi sei mancata molto di più tu. Quindi non andartene più via o potrei.." serra le labbra in una smorfia ".. Potrei non farcela"
La sua presa su di me si fa più delicata e mi beo di quel contatto.
"Ho paura" confesso, guardandolo dritto negli occhi.
Aspira nuovamente dalla sua sigaretta e rilascia il fumo dalla bocca lontano da me.
"Di cosa? Di noi che stiamo insieme e proviamo a stare finalmente bene?"
Serro le labbra, cercando di allontanare la sua mano da me.
"Sono stata due mesi a recuperare la mia vita, Harry. Ho ripreso una routine più che normale, mangio il pesce tre volte a settimana e bevo almeno due litri di acqua al giorno. Leggo libri, guardo la TV.. Ti ho pensato. Tutte le notti a dire il vero, prima di prendere sonno. Credi davvero che.. Noi, insomma io e te, siamo fatti per stare insieme? Litigavamo e stavamo così male.."
Harry lancia rapidamente via la sua sigaretta, scuotendo il capo e sgranando leggermente gli occhi.
"Certo.. Insomma cazzo, guardami: sono un disastro, non mi facevo la barba da secoli. Non posso assicurarti una vita di coppia tranquilla perché con me e te insieme credo sia impossibile ma.. Vuoi davvero stare da sola? Stavi così bene da sola?"
Lo guardo e tremo.
Ovvio che non stavo bene. Ovvio che mi sia mancato.. Ma lui tutto questo merita di saperlo? Io mi merito che lui lo sappia?
Sorride leggermente mentre con un dito mi accarezza la pelle morbida del viso.
"Ti amo. Ti amo così tanto. Te lo ripeterò tutti i giorni se me lo lascerai fare.. Non ti darò più motivi per andartene da me.. Non farlo più"
I suoi occhi si fanno lucidi e tremano come il mio cuore.
Mi ama. Malgrado tutto quello che gli ho fatto passare mi ama.
Cazzo.
Mi asciugo le ultime lacrime dal viso, sorridendo a trentadue denti con lui.
"Cosa hai fatto a Liam? Aveva un occhio nero"
Sorride innocentemente, stringendosi nelle spalle.
"Beh.. I primi giorni di convivenza non sono mai i migliori.. E inizialmente riversavo su di lui il motivo per cui tu sia scappata. Ero preoccupato e arrabbiato. Lui però ora è più forte di me e dopo un suo avvertimento ho capito che devo sforzarmi ad essere meno violento"
Sposto rapidamente gli occhi dai suoi al taglio profondo che ha sul viso.
"Ti fa male?"
Mi avvicino al suo viso per guardargli meglio il taglio ma nel farlo le sue labbra rosee risultano così vicine alle mie da farmi aspirare un soffio d'aria.
Si passa lentamente la lingua lungo labbro inferiore, avvicinandosi anche lui al mio viso.
Il suo respiro così caldo mi invade ovunque e non riesco più a trattenermi.
Con lui ormai ho imparato che è impossibile.
Fine. The end. Caput.
Ci credete? Io no per nulla..
Sono tipo in una crisi nervosa piango rido a caso ahahah no vabbeh però si, sono molto triste-felice che sia finita.
È stata un parto questa storia, perché ci ho messo molto di me, più di quanto possa sembrare.
Ma è stato anche bello scrivere una storia d'amore, trovo sia un sentimento così bello e coinvolgente che va coronato, anche in cose sottovalutate come le fanfictions!
Vi ringrazio immensamente per tutto il supporto che mi avete dimostrato sempre.
Vi ringrazio per essere rimaste malgrado i secoli che lasciavo tra un capitolo e l'altro.
Vi ringrazio e basta.
Ho lasciato molte cose in sospeso nella storia, quindi magari più avanti qualche one shot la potrei creare.. Ma a me interessava maggiormente trattare di Harry e Bliss nell'epilogo e di come ritornavano inevitabilmente assieme!
Se avete voglia di commentare magari per chiedere chiarimenti comunque io ci sarò, sempre nell'ombra, per rispondervi ahahah
Vi mando un grosso abbraccio e un augurio buone feste ancora😘
La vostra laborlimes
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