𝟒.𝟏 "Una notizia allo sbaraglio"
𝑳𝒐𝒗𝒆𝒓𝒔 𝒃𝒚 𝒄𝒉𝒂𝒏𝒄𝒆
(Amanti per caso)
𝟒.𝟏
Amybeth
Stavamo salendo gli scalini per poi separarci, quando una folla di giornalisti spuntò all'improvviso e sobbalzai.
"Signor Zumann. Dunque, ha una nuova relazione? Ha rotto con la signorina Shannon?"
Un altro uomo con insistenza si fece avanti avvicinando il microfono alla mia faccia.
Era un'accozzaglia di parole. "Vuole rilasciare una dichiarazione?" O "cos'ha da dirci?". Guardai la folla sgomenta che ci puntava addosso le macchine fotografiche, poi il riccio cominciò ad avanzare afferrandomi il braccio. "Non vuole rispondere, signor Zumann!"
"Chi è questa ragazza!? La signorina Shannon è a conoscenza di questa relazione?"
Un uomo dai baffi neri si palesò davanti a noi, facendoci da scudo, e costringendoli a indietreggiare.
"Andate via... Non avete capito!"
"Signor Zumann! Vuole fare una dichiarazione? Signor Zumann!"
L'interpellato non se ne importò, mi fece salire e poi mi seguì in silenzio, lasciando all'autista l'infido compito di gestire le loro insistenze. Poi quando quest'ultimo mise in moto e accelerò lasciandoseli alle spalle potei rilassarmi contro il sedile.
"Sei stata tu a chiamare la stampa, vero?" Domandò dopo qualche minuto.
"Certo che no."
"Perché te lo chiedo? Come se tu potessi dirmi la verità." Dichiarò con un tono sfacciato e un sorriso sardonico.
"Ti sto dicendo la verità. Perché avrei dovuto farlo?"
"Per vendicarti di me."
"Di che parli? Quale vendetta?"
"Per la questione del contratto."
Sospirai puntando gli occhi sul finestrino. "Lo pensi davvero?"
"Sì, sarebbe normale."
"Certo, molto normale... Come te." Sottolineai con ironia incrociando le braccia.
Paul cercò di intervenire alzando l'indice, ma lui lo bloccò. Doveva avere sempre l'ultima parola.
"Ora sarei io l'anormale?"
"Esatto, non sei normale. Non so cosa ti sia capitato da bambino, né ci tengo a sapere che problemi ti affliggano. Sei così diffidente, totalmente paranoico!"
"Mi chiedo il perché? Perché ogni volta che ci incontriamo succede sempre qualcosa?"
Corrugai la fronte, sventolando la mano. "E la colpa è mia? Grandioso!"
"Scusate l'interruzione piccioncini, ma... dove vi porto?" S'intromise l'autista.
"A casa mia, Paul."
"Certo che stiamo andando a casa tua. A questo proposito dai le indicazioni, così la raggiungeremo in fretta e ti libererai di me."
Lo ignorai. "Svolta a destra, Paul." L'uomo annuì.
"Paul, svolta a destra."
"Non adesso, alla prossima uscita Paul."
"Non adesso, alla prossima uscita." Gli ripeté il riccio picchiettandogli la spalla. Mi fermai ad osservarlo e lui m'imitò. Poi mi concentrai su altro che non fossero i suoi occhi, pensando a quanto sarebbe stata terribile la convivenza dopo il matrimonio.
Per fortuna, il silenzio non fu spezzato e mi risparmiò altre frecciatine. Tanto la tregua era terminata.
Aymeric
"Sicuramente la ragazza vive in questo quartiere."
"Sì, se solo scoprissimo il suo nome." Confabulò l'altro.
Abbassai leggermente il giornale e suggerii ad alta voce. "Amybeth."
L'uomo mi squadrò subito non appena l'informazione gli giunse all'orecchio. "Amybeth? È sicuro, signore?"
Mi alzai dal tavolo e lì raggiunsi. "Certo, più che sicuro."
"La conosce?" Squittì l'altro.
"Naturalmente." Mi sporsi con espressione solenne, come se stessi confessando un segreto. "È mia cognata."
"Sul serio?"
"Come si chiama?" Chiese tirando fuori il block notes e cominciando a scrivere.
"Aymeric." Pronunciai. Mentre il più in carne trascriveva, quello smilzo attivò la registrazione.
"Può darci qualche informazione in più? Cosa sa riguardo la presunta relazione tra il signor Zumann e la signorina Amybeth?"
"So tutto."
"Dunque hanno una relazione?"
"Uhm, sì..." I due si lanciarono delle occhiate complici. "Si sposeranno."
"Ma il signor Zumann attualmente è impegnato con Shannon Sullivan, lo sa?"
"Certo, so anche questo. Ma che posso dire? C'entra il destino." Lo guardai di sottecchi, sussurrando. "Lucas si sposerà con Amybeth."
"Questo è un vero scoop!"
"Bomba..." Aggiunsi alzando gli occhi.
"Potremmo intervistare la signorina Amybeth? Suppongo... che abbiano un negozio di fiori."
"Esatto. Abbiamo un negozio di fiori."
"Può dirci altro su questo?" Proseguí il collega.
Sorrisi lusingato. "Beh, non saprei che altro dire, ragazzi."
"La prego, ci faccia questo favore." Mi supplicò.
Mi portai le mani alla fronte disegnandovi dei cerchi invisibili. "Mi piacerebbe, ma non so se posso..." Feci un occhiolino e il ragazzo colse al volo il gesto allontanando il cellulare.
"Capisco. Parlerò con il mio capo. Non si preoccupi."
"Perfetto."
Improvvisamente una splendida donna attraversò trafelata la strada carica di buste e si piazzò davanti al mio volto irritata, non facendo caso agli altri due.
"Aymeric! Che diavolo ci fai qui? Cosa stai combinando ancora? Mi farai diventare matta!" Mi urlò addosso assottigliando gli occhi.
Tremai leggermente e spostai lo sguardo sui due giornalisti. "Ragazzi... lei è mia moglie, Dalila McNulty."
"Lei! È la sorella della signorina Amybeth?" Chiese alzando i toni.
"È lei."
Mia moglie si ammorbidí, mostrando un sorrisetto imbarazzato. "Sono io... Chi è lei?" Domandò, di rimando.
"Siamo dei giornalisti, signora. Possiamo farle qualche foto per la rivista?"
"Foto? Ma... io non so-"
S'inchinò goffamente e si mise in posa. Mi affiancai alle sue spalle, ma mi diede una gomitata per spostarmi.
L'altro tirò fuori un biglietto che mi porse e si schiarí la voce, con la mora assorbita dal servizio fotografico per accorgersene.
"Prenda questo e mi chiami. Del resto me ne occupo io." Mi portai un dito sulle labbra per zittirlo e tornai a scattare le foto. "Ok, ragazzi. Scusate ma dobbiamo andarcene. Buon lavoro."
Afferrai il braccio della mia amata e i due si congedarono.
"Che succede?" Chiese confusa e raccolse le buste da terra.
"Andiamo, tesoro."
La esortai a camminare verso il sentiero mentre si guardava le spalle continuamente.
"Perché mi hanno fotografata?" Domandò con un sorriso tirato.
"Tesoro, tua sorella sta per sposare un milionario e tu sarai una celebrità. Dovrai abituarti a stare sotto i riflettori, è normale."
"Per questo mi hanno fatto quelle foto?" Si bloccò all'improvviso e annuii con le mani nelle tasche. Poi ci pensò con calma puntando gli occhi al cielo. "Ma come facevano a sapere che AB è mia sorella?" A quel punto, mi prese in contropiede, e mi spintonò sul petto. "Non dovrei nemmeno chiedertelo!"
"Come faccio a saperlo? Li avranno visti che uscivano dal caffè e li hanno fotografati."
"Come!? Hanno fotografato anche loro? Perché non li hai fermati?"
"Non lo so amore mio, forse non ho fatto in tempo. Avrei voluto aiutarli, ma sono saliti in macchina. Se fossi stato più puntuale, magari-"
Mi diede uno schiaffo.
"Basta! Non voglio più ascoltarti. Sei sempre il solito!" Riprese a camminare accelerando il passo e le corsi accanto per toglierle il peso dalle braccia, anche se continuò a picchiarmi per tutto il tragitto.
Amybeth
"È questa la sua casa, signorina Amybeth?" Chiese Paul dopo aver accostato davanti alla porta d'ingresso.
"Sì, qui." Il riccio non mi degnò di una sola occhiata mentre mi accingevo a scendere. Per la prima volta, non potevo lasciar cadere la discussione nel vuoto e fargli credere cose non vere. Ormai avevamo sancito quel patto e accettato di convivere per i prossimi sei mesi. "Ascolta, che tu ci creda o meno, non ho chiamato la stampa."
Lui, a quel punto, mi fissò di sottecchi smettendo di massaggiarsi il mento. "Se non l'hai fatto, avranno un sesto senso."
Sospirai. "A che servono le spiegazioni." Mormorai. "Grazie mille, Paul."
L'uomo si voltò e mi salutò gentile. "Buona giornata, signorina Amybeth."
Il riccio, invece, non si scomodò. Entrai in casa calpestando ogni gradino fino al primo piano sentendo la rabbia in ogni centimetro della pelle.
"Chi pensa che io sia? Arrogante e viziato! Pensi che il mondo giri intorno a te?"
"Amybeth, ch'è successo? Che hai tesoro?" Mia madre mi raggiunse e mi accarezzò la mandibola con fare dolce.
"Non è niente, mamma."
La mora, altrettanto nervosa, salì le scale, accompagnata dal castano.
"Cos'è successo AB!?" Esclamò con il fiatone allarmando mia madre.
"E allora? Perché sono l'unica che non sa le cose qui dentro? Sputate il rospo!"
"Mamma... Amybeth e Lucas sono stati beccati dai giornalisti." Spiegò.
"Non posso crederci! Ma che palle! Perché in questi momenti non ci sono mai? Siete sempre un passo avanti!?" Piagnucolò la biondina mentre roteavo gli occhi per la disperazione.
"Che ci sono venuti a fare in questo quartiere?"
"Ecco, mamma. Stavamo uscendo dal caffè dove c'eravamo incontrati per discutere..." Feci una pausa e lei scosse la testa ascoltando. "Quando ce ne stavamo andando ci siamo imbattuti in una decina di giornalisti. Erano in molti, hanno cominciato a chiedere e fare domande." Presi un respiro. "E Lucas mi guardava insinuando che fossi stata io a chiamarli!"
"È lui la celebrità."
"'Certo, anche lui era sconvolto alla vista dei paparazzi. Visto che erano nel mio quartiere... Lucas sospetta che li abbia avvisati per farmi pubblicità. Ma io ero più sconvolta di lui."
"Dovresti farci l'abitudine d'ora in poi. So ch'è complicato, ma è il prezzo della fama." S'intromise il castano.
"Come fai a saperlo?" Lo rimbeccò Dalila con le mani sui fianchi.
"La domanda è un'altra: cosa fai ancora in questa casa?" L'apostrofò la mamma stringendo le fessure degli occhi.
"Mia cara Geraldine, ho difeso sua figlia da un esercito di paparazzi."
"E sicuramente avrai posato anche per loro, razza di stupido." Continuò.
"Avrei dovuto posare anch'io, mamma! Non è giusto! A me niente e a loro tutto!" Esclamò Kyla mentre traevo un lungo sospiro.
"Okay... piccola, lascia stare, non essere triste."
Sbottai. "Come posso non alterarmi, mamma? Domani uscirà questa notizia e la mia vita diventerà un vero inferno! Quale impatto avrà questa pressione mediatica? Non riuscirò neppure a varcare la porta di questa casa senza essere inseguita! Vi rendete conto che non importa a nessuno 'come sto?'. E mi dici di lasciar perdere?"
"Alla fine, sarebbe stato comunque di dominio pubblico." Mi mordicchiai il labbro spostandomi i capelli dal viso. "Ma chi ha detto ai paparazzi che Lucas era nel nostro quartiere? Mi domando chi sia stato l'idiota-."
I suoi occhi puntarono l'unica figura maschile presente in quel frangente e in breve anche i nostri sguardi accigliati e interrogativi lo squadrarono.
"Non starete pensando a... No! Giuro che non l'ho fatto. Non potrei mai fare una cosa del genere alla mia famiglia."
"Sì, invece lo faresti!" Esclamammo all'unisono.
"Non l'ho fatto, lo giuro!"
"Va bene, smettila di giurare, mi stai facendo arrabbiare." Ringhiò mamma.
"Va bene, Geraldine."
Poi mi si rivolse giungendo le mani. "Bene, appunto perché aspetti un bambino devi tranquillizzarti. Ci farai l'abitudine." Sospirai. "Dopotutto entrerai a far parte di quella famiglia e tuo marito è sempre nel mirino di quegli sciacalli."
"Esatto. Ma pensa anche alle nuove prospettive di futuro che avremo, quando vi sposerete." Concordò Kyla.
Roteai gli occhi scocciata.
"Dio, dammi la pazienza..." Bisbigliai.
"E tu sei ancora qui?" Cambiò discorso nostra madre rivolgendosi al castano.
"Io?" Guardò per un attimo sua moglie e sollevò le mani. "Ah... Geraldine potrei restare per cena almeno per questa sera e poi me ne vado?"
"Cena? Puoi prendere solo delle sberle da me, levati dalle palle!"
"Ma Geraldine non lo dico per me..." La pregò sul punto di mettersi in ginocchio. "Lulù mi ha detto che sto dimagrendo e questo mi ha ferito. Te lo sto chiedendo per mia figlia."
"Ecco il teatrino." Sussurrò mentre la biondina le accarezzava piano la spalla. "Non mi bevo le tue scuse! Però ho deciso di fare la persona adulta solo questa volta."
"Oh, mamma!" La ringraziò la mora, strizzandole affettuosamente le guance. "Allora scendiamo ragazze."
"Preparo l'insalata?" Propose il castano.
"Prima lavati le mani."
Lucas
"Come ha potuto farlo? Non capisco. Cosa ci guadagna? Proprio quando pensavo di essere stato crudele e ingiusto nei suoi confronti, ho capito che avevo ragione a non fidarmi." Borbottai abbozzando una risatina di scherno. "È una persona spregevole e calcolatrice! Voleva farmela pagare e ci ha dato in pasto alla stampa. Pazzesco!"
"Signor Lucas, non vorrei contraddirla, ma credo che questa volta si stia sbagliando." Tentennò Paul fissando la strada. "La signorina Amybeth è una persona ingenua. Non è capace di un gesto così vile."
"Non mi viene in mente un altro colpevole, però se hai delle ipotesi tu... Chi poteva sapere dove fossi in quel momento?" Domandai scrutando la sua reazione, ma negò con la testa, e ripresi. "L'ha fatto di proposito, voleva farmi arrabbiare e c'è riuscita alla grande. L'unico lato positivo di tutto questo è che... finalmente ha mostrato la sua vera personalità."
Jacob
"Brillante!" Esclamai osservando l'espressione soddisfatta che aleggiava sul volto di mia madre da quando il piano era cominciato. "Non posso credere che tu abbia chiamato i giornalisti."
"Non capisco perché dubitavi. Pensi che io sia una madre egoista, che avrei tenuto queste informazioni solo per me, senza consultarti?" Mi portai le mani contro la bocca non potendo placare le risate. Si fece più vicino. "Jacob non vedo l'ora che arrivi domani."
"Cosa darei per vedere la faccia di Lucas in quel momento!" Esultai gettando all'indietro la testa e mia madre mi intimò di stare zitto. "Cosa ne ricaviamo?" Chiesi tornando di colpo serio e posando la tazza sul tavolo.
"Non riesci a capirlo, tesoro?"
Riflettei. "No."
Sogghignò piegando la testa.
"Vedo che non hai capito, tesoro." Si sistemò sul divano e puntò gli occhi nei miei. "Lucas penserà che sia stata quella ragazza a chiamare la stampa. Perché? Non potrebbe mai immaginare che noi siamo stati così diabolici."
"È esattamente ciò che siamo! Cattivi!"
"Precisamente... e cosa succederà dopo?" Finse una faccia dispiaciuta. "Lucas e la ragazza si allontaneranno... E quando Shannon leggerà quelle notizie pretenderà delle risposte."
"E dopo ancora? Litigheranno e romperanno. Niente matrimonio e niente bambino."
"No, non si lasceranno." Sgranai gli occhi. "Non lo faranno perché sarò lì per evitare che succeda e per raccogliere i frutti del nostro lavoro."
Inarcai un sopracciglio. "Perché? Falli lasciare! Non è un nostro problema."
"Ah, non lo capisci?" Sussurrò a denti stretti.
"Cosa?" Chiesi sfinito.
"Lucas e Shannon non possono lasciarsi così tua nonna avrà un bel po' di grattacapi e tu potrai impegnarti per avere un bambino finalmente. Non posso fare tutto io, devi metterci del tuo!"
Sbuffai e il solo pensiero mi diede la nausea. "Ho capito. Dipende da me."
"Menomale." Esalò pregando silenziosamente.
Trassi un respiro. "Ma Glenna non vuole averne. Dice che si sente infantile."
"È forse impazzita?" Urlò fuori di sé.
Alzai le mani. "È quello che ha detto."
Si portò la mano al petto, come se stesse per avere una sincope. "Lascia che se ne occupi tua madre. Ci penserò io."
Guardai per un secondo l'orologio al polso e ripresi la tazza.
Amybeth
Quella sera eravamo intorno al tavolo e nessuno osava parlare, eccetto il tintinnio delle forchette e Aymeric che stava spazzolando il piatto, sotto lo sguardo indagatore della mamma. Contava le ore per vederlo uscire dalla porta e non ritornare più.
"Lentamente... o finisci che ti strozzi. Non seppellisco il tuo cadavere in giardino. Ricordalo."
Il castano aveva la bocca piena e nessuna intenzione di togliersi di torno. "È tutto delizioso. Non riesco a smettere. Sei una cuoca eccezionale, Geraldine." L'interessata storse la bocca ignorandolo. "Cosa abbiamo per dolce?"
Appoggiò il bicchiere in un tonfo e parlò. "Abbiamo l'imbarazzo della scelta. Caffè americano con schiuma e latte, cupcakes... Pumpkin Pie. Cosa preferisci?"
"Tutto, prendo tutto."
"Mi hai scambiato per un hotel!?" Tuonò facendoci sobbalzare dalle sedie. "Finisci di mangiare e sparisci!" Poi notando lo sguardo innocente della piccola si calmò e le lanciò un bacio. "amore di nonna, non è nulla."
"Nonna, non preoccuparti per me. Continua a sgridare papà."
"Ma tesoro chi ti ha insegnato a parlare in questo modo?" Obiettò Aymeric.
"La mamma ha ragione. Vattene. Hai già disturbato abbastanza."
Dalila gli strattonò il bacio per costringerlo ad andarsene.
"Va bene." Deglutí un ultimo boccone e sollevò il braccio. "AB! Se hai bisogno di aiuto o se quel ragazzo ti tratta male, chiamami e gli darò una lezione. Non dovrebbe comportarsi in modo arrogante... perché è il mio ex capo."
Mi accigliai. "Il tuo ex capo?"
"Certo, qualche anno fa ho lavorato nel suo cantiere. Licenziò l'intera squadra perché ci accusarono di furto... Ma come può averlo sospettato?"
"Considerando il soggetto... non lo biasimo." Aggiunse mamma particolarmente scontrosa.
"È stata una calunnia, qualcuno ci avrà incastrato. Non sarei capace di rubare! Beh, ora che diventeremo cognati potrei tornare a lavorare in azienda." Il suo viso si illuminò di gioia posandosi sulla mia figura. "AB potresti mettere una buona parola per me? A sua moglie darà sicuramente ascolto."
"Io...beh..."
"AB, no. Non dirgli che conosci Aymeric. Sarebbe umiliante." Lo contrariò la mora, assecondata da mia madre che mimò di rifiutare e non mettermi al suo livello.
"Anche tu, Dalila?"
"Perché non te torni dalla tua amante e mangi da lei il tuo dannato dolce? Vattene!"
Serrò la mascella e lo spintonò forte tanto che non gli restò che alzarsi.
"Come vuoi. Se sono un problema, non ti disturberò più. Ma prima voglio dare un bacio alla mia bambina..."
Mia madre roteò gli occhi esasperata per quella scena demenziale. Il castano poggiò le labbra sulla fronte della bambina e le diede dei buffetti.
"Hai finito? Esci!"
"Buona notte." Singhiozzò andando verso l'atrio per andarsene.
"Vattene!" Ripeté la mora.
La biondina si lasciò andare a una risatina divertita, appena nostro cognato uscì. "Che tipo bizzarro. Sarà vero quello che ha detto?"
"È un bugiardo patentato." Rispose la moglie mentre sbuffavo, ripensando alle parole di prima sulle accuse e il licenziamento.
Nostra madre sbatté le mani sul tavolo. "Andiamo, non voglio perdermi lo show."
"Sì, oggi c'è il gioco delle coppie, vero?" Domandò Kyla guardando nella mia direzione.
"Bene mamma. Vai di sopra che intanto pulisco qui."
"Per l'amor di Dio, cosa stai dicendo? Vai nella tua camera e riposati. Facciamo tutto noi." Mi esortò apprensiva come al solito.
"No, mamma. Il bambino non ne risente se sparecchio solo la tavola. Sei molto stanca, devi rilassarti. Dalila mi darà una mano."
"Penso sia una buona idea." Fece Kyla giocando con la roba nel piatto.
"Tesoro, non essere pigra. Cosa farai quando ti sposerai e avrai una casa tua?" La rimproverò mamma, sistemando le stoviglie sporche.
"Che significa? Farò quello che faccio ora: nulla, anzi assumerò una domestica."
"Lo spero per te o sarai spacciata."
"Mamma, pensi davvero che non abbia possibilità?" Chiese.
"Dobbiamo vedere." Farfugliò passandomi la ciotola con il contorno, poi prese la manina della piccola e sparì al piano di sopra.
Una volta sola, iniziai a fare avanti e indietro dalla cucina al tavolo mentre Dalila scaricava la frustrazione. Come se non avessi già molti di problemi.
"AB? A proposito... che hai fatto?" Mi immobilizzai. "Per quello?"
"Cos'avrei dovuto fare? Ho firmato."
"Hai fatto bene, magari v'innamorerete dopo la nascita del bambino."
Mi si mozzò il respiro e le lanciai un'occhiataccia. "Mi stai prendendo in giro? Preferisco innamorarmi di una pietra che di lui. Almeno una pietra ha più sentimento di quel troglodita."
"È davvero insensibile?"
"Non posso dire quanto, è l'incarnazione vivente..."
"AB ma se era così insensibile, come hai fatto a-" tentò di dirmi, ma la bloccai.
"Ssh! Silenzio!" Lei strabuzzò gli occhi. "Non ricordami mai più quella notte!"
"Sì, okay." Si arrese all'evidenza, fingendo di chiudersi la bocca con la cerniera. "E di questo non ne parlerai con mamma? Hai avvertito anche Lucas?"
"Mi ha promesso che sarà discreto."
Guardò il tavolo e sbuffò. "Okay. Finiamo di sistemare."
Prendemmo i piatti che mancavano e andammo in cucina per riporli nel lavabo.
Lucas
"Non mi sorprende. Non ci si può aspettare che questo comportamento da una famiglia come quella. Vediamo cos'altro si inventeranno." Decretò mia madre, alzando gli occhi al cielo.
"Non preoccuparti, cara. Questa questione non poteva comunque restare segreta. Non essere arrabbiato, ragazzo mio. Quello che mi chiedo è: quanto voleva per il contratto?"
"Ed ecco il problema... Chissà quanto avrà preteso, poveri noi." Continuò mia madre girando meccanicamente il collo. La guardai serio e balbettò. "È davvero tanto?"
"No, mamma. Al contrario non ha chiesto un centesimo."
"Cosa? Sono sorpreso." Esclamò papà muovendosi sulla poltrona.
"E io scioccata! È impossibile. Povera ragazza orgogliosa."
"Vuole solo che la sua famiglia non sappia del contratto e ho accettato."
"Meglio così. Se sua madre lo venisse a scoprire potrebbe impedire le nozze. Non credo accetterebbe il nostro accordo senza fiatare, ma la ragazza è molto matura."
"Hai ragione. Sembra una brava ragazza." Concordò anche lui.
Scossi la testa poco convinto.
"Non so se è una buona o finge, non l'ho capito."
"Ascoltate, questo contratto dovrà rimanere tra noi, nella nostra famiglia. Nessuno deve scoprirlo, d'accordo? Abbiamo risolto la questione. Non ci resta che parlare con tua nonna e riconquistare la sua fiducia."
"Sono d'accordo con te, Matthew." L'assecondò mia madre.
"Va bene, parleremo con lei, ma prima devo spiegare la situazione anche a Shannon. È meglio andare domani."
"Lucas il padre di quella ragazza sta male. Non potete parlarne per telefono." Mi pregò.
"Mamma, è giusto farlo dopo che la stampa avrà pubblicato quelle notizie?"
Non rispose, facendo un'alzata di spalle.
"Non sappiamo come lo interpreteranno o cosa scriveranno. Dobbiamo aspettare e vedere. Non disturbare quella ragazza a quest'ora. Ha abbastanza dispiaceri per conto suo." Intervenne papà per calmare le acque.
"Tuo padre ha ragione, Lucas. Non sei stato beccato in situazioni intime. Darai l'allarme per niente. Torneranno nel fine settimana e potrai discuterne faccia a faccia."
Ci pensai su e decisi di seguire quel consiglio, sperando di trovare le parole giuste per affrontare il discorso.
Non era giusto proseguire con i nostri progetti matrimoniali, se mi sarei impegnato con un'altra.
"Okay, vado in camera mia. Buonanotte."
Mi alzai in piedi aggiustando la giacca e mi salutarono affettuosamente, poi mi recai nella mia camera dove poter svuotare la mente dai miei pensieri confusi e contradditori.
Amybeth
Uno strillo euforico proveniente dall'esterno mi distolse dal lavoro e la biondina si precipitò da me con fra le mani il suo tablet.
"AB! Sei una celebrità, guarda."
Battei le mani e il motivo di tutta quell'euforia mi fu subito chiaro. "La notizia è stata pubblicata?"
"Certo e a titoli giganteschi."
"Da qua!" Le strappai l'oggetto dalle mani e lessi il testo scritto a caratteri minuscoli ma più che comprensibili. "Lucas Zumann è stato beccato con una fioraia." Fissai mia sorella che scorreva la pagina con l'indice. "Mi hanno chiamato 'fioraia'."
"Ragazze, la colazione è pronta!" Urlò mamma e uscimmo fuori dal negozio. "Si può sapere che stavate facendo? È da un'ora che vi sto chiamando!"
"Non abbiamo sentito." Ci scusammo prendendo posto.
"Ora avete sentito però!"
"Sì." Rispose Kyla con un sorriso pienamente soddisfatto.
Si sedette anche lei, mentre cominciavo a mangiare degli squisiti pancake con sciroppo d'acero e un goccio di miele.
"Perché tua sorella non è venuta? Ho preparato i pancakes per tutti."
"Non lo so, mamma." Le risposi brusca addentando un pezzo.
"Oggi sei nervosa, piccola..." Riempii il piatto con altre quattro. "E anche affamata."
E arrabbiata, avrei aggiunto.
"Mamma, hai visto com'è fotogenica la mia sorellina?"
La biondina le passò il tablet emozionata e la fulminai mentre masticavo.
"Kyla, togli quel maledetto coso o te lo rompo! Non c'è bisogno di farlo vedere a chiunque." Strillai.
Mia madre mi guardò stranita prima di concentrarsi sulle foto che mi ritraevano insieme al riccio. La biondina le indicò la mia figura che osservò meravigliata. Per poco non mi andò di traverso l'acqua e schiarii la voce posando il bicchiere sul tavolino.
Dalila
Sfogliai il giornale di quel mattino, addentando una barretta al cioccolato, quando un uomo mi urlò alle spalle.
"Signora vuole stare qui tutto il santo giorno? La compra o no? Non si limiti a guardarlo."
Smisi di leggere e gli indirizzai un'occhiataccia. "A lei cosa importa? Sto solo leggendo... è un problema?"
"Okay, allora nessuno dovrebbe comprare i giornali. Basta leggerli qui e poi posarli, no?" Ribatté.
"E allora? Stia zitto."
Urtata gli diedi le spalle quando Aymeric scivolò sul pavimento facendo un'entrata trionfale. Si drizzò e sbraitò in faccia a quel tizio arrogante.
"Cosa stai dicendo a mia moglie, eh? Che rude! Maleducato!"
"Io?"
"Sì, tu!" Gli puntò il dito continuando a rimproverarlo mentre fissavo la scena incantata, portandomi il biscotto alle labbra.
Lo vidi di spalle fasciato con un abito elegante e costoso, per non parlare dei capelli tirati all'indietro e di quel mezzo sorrisetto che mi riservò. Deglutii, ricambiando il suo sguardo. L'effetto svanì e lo ritrovai con gli stessi vestiti sgualciti e mi riscossi.
"Non osare parlare finché non te lo consento io. L'unico colpevole qui dentro sei tu, capito?"
Quello abbassò la testa. "Ho capito."
Gli appoggiò confidenzialmente una mano sulla spalla. "Immagino che tu sia nuovo qui, uhm?"
"Sono nuovo."
"Bene.... ma che sia l'ultima volta. Non parlare più in quel modo. Devi rispettarla, okay?" M'indicò.
"Okay." Acconsentí a bassa voce.
"Bene, torna a lavorare." Lo congedò e si voltò raggiungendomi come un condottiero che ha vinto una battaglia. I suoi occhi erano luminosi di felicità, ma non gli diedi alcuna soddisfazione di avermi turbato, anzi misi su un'espressione seccata.
"Cosa te ne importa? Perché interferisci nei miei affari? Ciò che faccio o non faccio non ti riguarda."
"Certo che m'interessa. Nessuno può mancare di rispetto alla mia bellissima moglie." Alzò la voce per farsi sentire, cosa che mi fece affiorare un sorriso e roteare gli occhi, ma lo nascosi. "Tesoro... Siamo apparsi sul giornale?"
"Lo stavo dimenticando. Ora vedo."
"Vediamo se siamo nella prima pagina." Aggiunse appoggiando il mento sulla mia spalla mentre scrutavo, ritrovando una piccola vignetta, ma un particolare peggiore attirò la mia attenzione. "Dali! Guarda, ce l'abbiamo fatta!"
Mi girai e lo colpii con la rivista. "Dovrei ucciderti per avermi ingannata, sarebbe una bella notizia da far finire in prima pagina!"
"Dali, ora siamo delle celebrità. Pensa quante persone potremmo truffare-" Lo guardai di sbieco e continuò. "Volevo dire, affari con molte persone. Potremmo aumentare i profitti del negozio e fare grandi cose."
"Non farò niente con te." Scossi i capelli altezzosa. "Lei è mia sorella e questo è il mio successo. Tu non c'entri proprio nulla con la nostra famiglia, anzi preparati a firmare i documenti del divorzio." Lo colpii di nuovo sul petto e gli sorrisi. "Ah, tieni, pagami pure il giornale caro ex marito." Glielo sventolai sotto il naso e mi allontanai.
"Ma Dali-"
Lucas
"Lucas J. Zumann si è invaghito di una fioraia?" Lessi ad alta voce per poi squadrare mia madre seduta sul divano con il naso che spuntava dall'altro giornale. "È la prova schiacciante di un tradimento in quanto lui è attualmente impegnato con Shannon Sullivan. Sono domande senza risposta, il mistero si sta infittendo... quale sarà dunque la sua risposta? Solo Lucas Zumann la conosce." Chiusi di scatto il giornale fulminando i miei genitori.
"La fioraia si chiama Amybeth. Secondo sua sorella e suo cognato, i due si sposeranno presto." Continuò mia madre colta da improvvisi singulti. Appoggiò il giornale sulle gambe. "Che scandalo! Ma non si vergognano a farsi fotografare, cosa faremo con loro Matthew!?" Sbottò contro mio padre mentre mi sporsi per guardare l'immagine.
"Non esagerare, Cat. Non è così grave."
Mi grattai la nuca. "Perché deve succedermi tutto questo? Perché ti ho ascoltato? Sicuramente Shannon si arrabbierà e ne ha tutto il diritto."
"Hai ragione, mio caro. Non avrei dovuto impedirtelo. Come potevo sapere che avrebbero pubblicato questo scempio. Uno scandalo!"
"Il vero scandalo accadrà quando Shannon tornerà a New York, non preoccuparti. Avrà ragione su tutto. Il mio comportamento è riprovevole."
Mi alzai sbuffando per prendere un po' d'aria, ma mio padre mi bloccò.
"Dopo andiamo da tua nonna, non andare da nessuna parte."
"Va bene, papà." Risposi allontanandomi, oltrepassando la governante che stava raggiungendo i due con due bicchieri di limonata. Dovevo riflettere con calma, ma il primo dovere sulla lista era confessare finalmente alla mia fidanzata la verità.
Aspettare sarebbe stato peggio.
Jacob
"Eliza ne stavamo parlando ed è in prima pagina. Shannon l'avrà scoperto insieme al mondo intero." Esordì mia moglie ridendo sguaiatamente e contagiandomi, mentre mia madre si dava bellamente delle arie per il suo intelletto brillante.
"Lucas è una celebrità. Ciò che mi sorprende è che una cosa del genere sia rimasta nascosta per tutto questo tempo."
"Soprattutto quando sei tu che lo sapevi, Eliza." La stuzzicò papà.
Ridacchiò. "La ragazza non è benestante e saprà perfettamente qual è il suo posto."
"Questa ragazza è una fioraia." Iniziò col dire Glenna scoppiando poi in una fragorosa risata. "Quando Shannon scoprirà che si è fatta soffiare il suo bel fidanzatino ricco da una povera fioraia... Ah, è così divertente!"
"Glenna, non dire così." La riprese papà. "Forse è una brava ragazza, piena di valori. Ti prego, non ci si può prendere gioco di una persona. Per esempio, quando ho incontrato Elizabeth per la prima volta lavorava in un mobilificio. Non avrei mai pensato che potesse funzionare tra noi." Il sorriso le morí in faccia e lo fissò truce.
"Cosa?" Glenna rise e mia madre con lei, per mantenere le apparenze. "Davvero lavoravi in un negozio? Immagino che Peter fosse lì per un'altra donna!"
La mia risata si smorzò e cominciai a tossire mentre i presenti ridevano.
"No, ovvio, Peter sta scherzando. È un gioco. Dev'essere il sole che gli ha dato alla testa. Non è vero caro?"
L'uomo si accigliò e lei soffocò a stento una risatina nervosa.
Glenna alzò un sopracciglio e squadrò entrambi.
"In effetti, è uno scherzo, vero? Per favore, fa che sia uno scherzo. Non voglio i geni di un ghetto* in mio figlio. Non voglio i geni di gente comune." Mia madre alzò la mano scuotendo la testa. "Scherzo, giusto? Abbiamo scherzato. Ora siate seri e ditemi la verità." Spostò l'indice prima sull'uno e poi sull'altra.
"Tesoro, certo, è uno scherzo." Le assicurò mia madre con un sorriso radioso. "Sapete le radici dei miei antenati provengono dalla corte dell'impero Ottomano. Per esempio, il mio bis- bis... bisnonno era-"
"Chi era?" Chiesi curioso sporgendomi.
"Chi?" Mi seguì a ruota Glenna.
"Il sultano Suleiman." Dichiarò.
Lucas
Passeggiavo avanti e indietro a bordo piscina, massaggiandomi la nuca e maledendomi per essere stato così codardo. Ora che avevo una corda al collo e sarei stato spinto nell'inferno, vacillavo nell'incertezza e nella paura.
Qualche mese fa, non avrei pensato neppure alla prospettiva di un matrimonio figuriamoci avere un bambino.
Non era nei miei progetti, ma quella sera la mia vita ha virato in un'altra direzione portando a scontrarmi contro un iceberg fino a farmi affondare.
Gettai un'occhiata al cellulare scorrendo nella rubrica e la chiamai.
"Dimmi, vita mia." Rispose con voce allegra.
"Come stai, tesoro? Come sta tuo padre?"
"Non preoccuparti, sta molto meglio. Stavo per chiamarti. Hai letto cosa scrivono i giornali?" Domandò, di getto, e fu come darmi un pugno nello stomaco.
Mi pietrificai e bagnai le labbra, iniziando quella difficile confessione. "Sì, non ho avuto la possibilità di spiegarti, ma-"
"Spiegarmi cosa, amore? È tutto ovvio." Mi massaggiai la nuca nervoso. "Ti ho avvisato parecchie volte mio caro, non puoi essere troppo disponibile, vedi, cosa ne consegue? Hanno scritto che stai frequentando quella sempliciotta. Non preoccuparti, vita mia, non cadrò in questi giochetti, so che mi sei fedele." Lucas, parla, di qualsiasi cosa! In quel momento, il mio cervello non elaborò nulla. Trassi un respiro. "Comunque... non attiriamo energie negative prima del matrimonio."
"Esatto Shannon, hai ragione. E quando tornerai?"
Che idiota. Ero senza spina dorsale.
"All'inizio della prossima settimana. Voglio passare del tempo con papà. Per te, c'è qualche problema?"
"No, no... certo che no. Puoi stare lì tutto il tempo che vuoi."
"Bene. Ci vediamo quando torno amore. Mi manchi tanto e ti amo."
"Anch'io, anch'io." Feci un sorriso tirato.
"Ciao, amore."
"Ci vediamo presto." Dopo aver agganciato fissai lo schermo, poi strinsi la radice del naso. "Cosa devo fare adesso? Come lo spiego a Shannon? Come?"
Avevo passato ogni limite.
*Si asciuga il sudore dalla fronte e si posiziona sulla sedia con calma*
Ho tribolato tanto per farlo venire un pelino perfetto... Mi sono presa tanti giorni, ma finalmente il nuovo aggiornamento è arrivato!
Lungo... come sempre, ma c'è.
Ecco che nuovi problemi e intrighi si palesano nella vita dei nostri personaggi. Jacob e sua madre continuano a covare la malvagità e vogliono tenere separati i Lucamy!
*distribuisce lavagnette*
Non ci riusciranno... O si?
Intanto vediamo Amy, che tra l'altro è già incasinata di suo accusata di aver chiamato la stampa e Lucas di nuovo se la prende con lei. Più benedizioni per la Rossa.
Secondo voi, il riccio avrà esagerato?
Posso dirvi che nel prossimo Lucas avrà modo di scavare più a fondo nell'animo della sua futura sposa e di cominciare a capire... che si è comportato da bastardo.
Le notizie hanno fatto scalpore, ma Lucas non ha ancora le palle per dirlo una buona volta alla cavalla.
Che dite? Gli diamo un aiutino?
Lo colpiamo? Prepariamoci a grandi colpi di scena e a sclerare per i prossimi capitoli. Non vedo l'ora - letteralmente - di farmi una bella scorpacciata di commenti vostri, e nel frattempo, spero che vi piaccia e non vi abbia deluso per la madornale attesa!
Sarete felici che sia tornata 😏.
Ovviamente ci vediamo al prossimo capitolo.
Cosa succederà?
Amybeth e Lucas chiariranno il malinteso?
Aymeric metterà la zucca a posto..?
E che mi dite... dei due bastardi Jacob e sua madre che ne combinano di ogni pur di raggiungere malefici scopi?
Tutto... tutto nel prossimo capitolo!
Non mancate!
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