𝟐.𝟑 "Tra incudine e martello."

𝟐.𝟑

𝑳𝒐𝒗𝒆𝒓𝒔 𝒃𝒚 𝒄𝒉𝒂𝒏𝒄𝒆
(Amanti per caso)

Amybeth

Non poteva essere più spietato in quel dannato locale. La mia vita era già complicata di suo, ma adesso come si sarebbe ridotto il mio cervello?

In quel momento, era impensabile rivedere il suo ghigno o farmi scivolare di dosso le sue insinuazioni.

Ero sul punto di esplodere per la rabbia. Avrei dovuto sposarlo? E per cosa poi? Ammazzarci l'un l'altro?

Perché avevo accettato di incontrarlo e mi ero messa al suo livello? Avrei dovuto capire dall'inizio che voleva screditarmi, cosa se fossi l'unica colpevole di questa situazione.

Che persona ripugnante!

"Dice non mi sposerò. Se non vuoi, non sposarti. Non muoio di certo dalla voglia di sposarti!" Rallentai improvvisamente il passo mentre appoggiai le mani sull'addome. "Tesoro... forse mi stai sentendo." Mi mordicchiai il labbro. "... Ma copriti le orecchie, ok? Abbiamo appena parlato con tuo padre."

Mi guardai attorno e ripresi a camminare.








Lucas

"Signor Lucas, non so di cosa abbia parlato prima con la ragazza, ma... sono certo che sia sincera." Esordì Paul fissandomi dallo specchietto mentre guidava. Sollevò la mano all'altezza del volto. "Ritiro tutto ciò che ho detto su di lei. Le ha retto il gioco davanti alla Miss Shannon."

"Ti credo. Penso anch'io che sia sincera. Anche tu mi hai aiutato, grazie."

"Sarò sempre dalla sua parte, signor Lucas. Non deve ringraziarmi."

"Shannon non deve saperlo in questo modo. Le dirò tutto stasera."

Restò un istante in silenzio come se stesse riflettendo, picchiettando le dita sul volante.

"E cos'ha fatto?" Sbottò. "Che tipo di uomo è? Della peggior specie! Ha visto come si è comportato? Eppure lei è suo cugino!" L'ascoltai, serrando i pugni sulle gambe. "Ha detto a Shannon dove si trovava. È stato sleale!"

"Non ricordarmelo, Paul, non ricordarmelo." Dissi a denti stretti. "So quali erano le sue intenzioni, ma ora... anche il suo momento arriverà. La pagherà cara."








Amybeth

Mentre ero intenta a camminare distratta da molti pensieri, notai un parco con delle giostrine.

Restai immobile a contemplare quella scena con gli occhi lucidi, mentre la donna faceva sedere la sua bambina dolcemente nella carrozzina.

Sarò anch'io così un giorno?

Abbassai la testa e trattenni la mano sulla pancia. Poi spostai lo sguardo sui bambini che si divertivano sullo scivolo e i miei occhi si inumidirono. Ero troppo credulona e ingenua.

Non sarebbe successo nulla, era inutile sperarci. Dovevo smetterla. L'unica cosa in cui speravo era che il padre del mio bambino smettesse di accusarmi.

Beh... era impossibile.


Lucas

Stavo in silenzio mentre guidavo per non interromperla nel suo fantasticare, ma in realtà cercavo un modo per non prolungare la mia agonia.

Stare in un abitacolo in compagnia di una donna a cui stavi mentendo metteva a dura prova i miei nervi.

"Amore mio, abbiamo scelto cose belle per il nostro matrimonio." Le rivolsi un'occhiata, la gioia le straripava dagli occhi. "Sono così felice che abbiamo gli stessi gusti. Per me è molto importante. Inoltre, sono con un uomo come te. Sono una donna molto fortunata." Accennai un sorriso e mi voltai. "Amore, ti amo così tanto."

Mi feci coraggio. "Shannon, devo parlarti di una cosa."

"Ok amore, parliamo. Oggi sono esattamente tre mesi che stiamo insieme." La guardai interrogativo. "Ho chiamato il ristorante e ho prenotato un tavolo per stasera. Quindi potremo parlare durante la cena, va bene?"

Se non le sarebbe andata di traverso, naturalmente avremmo discusso.







Amybeth

Non avevo la più pallida idea di cosa fare, mi limitavo a sfogliare una rivista seduta sulla poltrona.

"AB, senti, ti ho preparato un succo." Disse Dalila entrando nel salotto e appoggiando il vassoio sul tavolino.

"Non lo voglio, Dali."

"Come?" Sembrava oltraggiata per il mio rifiuto, ma stranamente quella sera il mio stomaco non avrebbe ingurgito nulla. "Non dirlo. Bevi. Contiene molte vitamine"

Feci un sospiro, sfogliando un'altra pagina.

"Dio! Ora inizio a piangere." Esclamò mia madre raggiungendoci nel salotto con la bocca coperta dalla mano. "Guardate cos'ho trovato, ragazze?"

"Mamma, cos'è questo?" Domandò Dalila mentre si accomodavano sul divano, tenendo fra le mani una tutina da neonato.

"Questa l'ha indossata Amybeth. Non è deliziosa?"

Sorrisi intenerita e mi unii a loro sul divano.

"Mamma, non sapevo che l'avessi conservata."

"Infatti, non sapevo di averla." Ribatté.

"Mamma, hai detto di aver dato il nostro corredino." S'intromise Dalila.

"Lo so ma guardando nel baule l'ho trovata." La sollevò a un palmo dal viso. "Ora... puoi metterla a tuo figlio."

Le sorrisi di rimando e lo toccai.
"È bellissima."

Me l'appoggiò sulle gambe, continuando a sfiorarla e facendosi travolgere dall'emozione.

"Lo sai? Questa è la prima cosa che ho comprato per te. Oh, che bellezza..." Girò il volto verso di me. "Sono una donna inteliggente. L'ho comprato in questo modo apposta. Allora non sapevamo il sesso del bambino. Abbiamo dovuto aspettare che arrivasse. Ecco perché l'ho comprato giallo. Potrebbe indossarlo sia un bambino che una bambina. A quei tempi, era difficile avere figli, Dio..." L'ascoltai con le lacrime agli occhi. Doveva aver fatto tanti sacrifici. "Ti ho allevato con due cose, due giacche e un paio di scarpe!" Ridacchiò, poi chiuse gli occhi. "Erano tempi difficili. Non voglio più ricordarli." Io e mia sorella Dalila l'accerchiammo le spalle accarezzandogliele. "Tuo padre non mi era vicino e... Ho dovuto rimboccarmi le maniche e lavorare, lavorare molto. Sai perché? Perché volevo prendermi cura di questa famiglia. Perché amo ognuna di voi." Mi fissò. "Ma guardandovi dico sempre 'Dio, grazie per avermi fatto questi doni'. Questa è la mia famiglia... Ah, la mia bellissima Amybeth." Sorrisi fra le lacrime e mi accolse sul suo petto stringendomi a sé. "Ora che sarai una madre, mi capirai ancora di più." Mi accarezzò i capelli mentre le lacrime mi scivolavano sulle guance.

"Mamma?" Mugugnò un 'uhm', esortandomi a parlare. "Sono così spaventata."

Mi prese il viso premendolo al suo, mentre singhiozzavo.

"Oh amore mio, non aver paura. Non aver paura di niente. Hai tua madre accanto a te." Ridacchiò inclinando la testa. "Le tue sorelle che ti sostengono... Cosa puoi temere?" Dalila si accostò all'altra guancia e ci stringemmo forte.

"Sono qui anch'io!" Urlò la piccolina, gettandosi addosso e la seguì a ruota anche Kyla.

"Ah, il nido d'amore..." Sussurrò mia madre, schiacciata dai nostri corpi, ma al settimo cielo per la nostra presenza.

"Il nido d'amore!" Urlò Dalila, strappandoci una risata.

Niente ci avrebbe separato.









Glenna

"No, mamma, non ha ancora funzionato." Imprecai scendendo le scale con il cellulare premuto all'orecchio.

"Tesoro, sono passati due mesi dal matrimonio."

Mi bloccai. "Cosa posso fare? Sono disperata! Ho seguito alla lettera le tue istruzioni."

"E ancora niente?" Chiese delusa, per il fatto che non avessi portato a termine il compito di ogni brava moglie.

"Niente... mamma. Perché sono una ragazza così infelice?"

Ero frustrata e stavo per dare di matto.

"Va bene, stai calma, non stare male. Funzionerà, non ti preoccupare. Dimmi, hai ricevuto i brownies che ti ho mandato?"

"Sì, li ho ricevuti."

"Va bene. Questa volta funzionerà." Esultò.

"Mamma, in due mesi ho mangiato tutti i tipi di caramelle. Qual è la differenza stavolta? Non capisco."

Ormai avevo esaurito l'ultimo briciolo di pazienza. Perché continuava a rifiutarsi di stare con me?

"C'è una differenza, cara. Ora non posso parlarne. Ma tuo padre l'ha preparato."

"Papà l'ha preparato?" Roteai gli occhi. "No!" Esclamai.

"Sono andata in farmacia, in panetteria e nei negozi... la gente ha iniziato a commentare."

"Pensi che non fallirà?" Chiesi ancora una volta.

"Sì, ti aiuterà."

Improvvisamente il tonfo della porta mi distolse dalla conversazione.

"Mamma, ora devo andare, Jacob è appena arrivato." Tagliai corto.

"Bene, tesoro."

"Ci sentiamo presto, baci." Riattaccai trovandomi di fronte il mio amato.

Si avvicinò con il sorriso stampato sulle labbra.

"La mia Glenna, la mia bambina, il mio angelo..." Alzò le buste che stava sorreggendo con entrambe le mani. "Guarda cosa ti ho comprato."

"Cos'hai comprato?" Chiesi incuriosita cercando di afferrarle, ma lui me lo impedí. Cercai di sbirciare il contenuto. Forse era un anello? O qualcosa di più costoso? Oppure un completo intimo.

"Aspetta, ho... Ho una maschera!" Esclamò tirandola fuori e agitandola sotto il mio naso.

"Maschera? Oh, una maschera."

Me l'appoggiò sul viso, togliendola dopo qualche secondo.

"Ah... copre tutto. Ok, copre tutto."

"Che cosa copre?" Chiesi stranita.

Lui sembrò in difficoltà. Si passò la mano sulla faccia. "La tua faccia, ricordo molto bene la tua bella faccia... Ti copre perfettamente."

"Vediamo, provala anche tu." Gliela rubai dalle mani e la sistemai sul viso. "Ti sta molto bene, sembri un gattino." Lo presi per mano. "Vieni a mangiare un po' di brownies, che mia madre ci ha inviato."

"Cara Glenna, non voglio brownies e né caramelle!" Si oppose mentre lo trascinavo verso la cucina. "Non lo mangerò solo perché l'ha mandato tua madre. È un pranzo completo!"

Questa volta l'avevo in pugno e non potevo farmi scappare quell'occasione.

"Mangialo. Se non lo mangi, non mangio nemmeno io." Gli ordinai perentoria, spingendogli un pezzo in bocca. "Mangia, apri la bocca mio leone, apri la bocca... È tutto salutare per avere forza." Presi un altro pezzo e spinsi anche quello fin quasi a soffocarlo.

Mi fissò scioccato con la bocca piena e gli occhi sgranati, mentre incrociavo le braccia al petto soddisfatta.

Non aveva più scuse da rifilarmi.







Lucas

Quel piatto era un'altra coltellata al petto mentre osservavo il posto che mi suggeriva beffardo i ricordi di quella serata.

Ero al Basta.

Tagliavo insistentemente la carne portandomela alla bocca, non osando rivolgere uno sguardo alla castana, che mi sedeva di fronte con il suo abito rosso e i capelli sciolti sulla schiena scoperta.

"Amore, ti ricordi il nostro primo appuntamento qui?" Domandò con le mani congiunte all'altezza del viso.

Alzai il viso dal piatto. "Certo, lo ricordo."

"Pensavi che ci saremmo fidanzati tre mesi dopo?" Continuò.

Distolsi il volto, continuando a masticare.

"Ad essere sincero, non c'ho pensato."

Accennò un sorriso mentre i sensi di colpa s'intensificavano.

Con quale coraggio avrei aperto bocca e distrutto i suoi sogni? I nostri progetti? Ciò che volevamo costruire insieme?

Ero un idiota, mi ero lasciato trasportare in una notte di selvaggia avventura senza riflettere sulle conseguenze. E poi era successo, le barriere erano cadute e la passione aveva spezzato le nostre catene.

"Ho fatto bene ad accettare d'incontrarti quella notte." Continuai a mangiare. "Presto sarai mio marito e il padre di mio figlio."

Lasciai la posata nel piatto con un tonfo, e deglutii a fatica.

Inarcò un sopracciglio.
"Voglio avere un figlio il prima possibile." Mi andò di traverso il boccone e bevvi un sorso d'acqua. "Amore, stai bene?"

Tossii, sentendomi a disagio.

"Sto bene."

"Li vuoi dei bambini, vero?"

Mi asciugai la bocca con il tavagliolo, guardandola negli occhi.

"Certo che lo voglio. Perché non dovrei volerlo?" Le chiesi di rimando, abbozzando un sorriso.

Sistemò le mani sotto il mento e mi scrutò attentamente.

"Spero che nostro figlio sia come te. Bello, inteliggente, accurato..." Sollevai il mento. "E, soprattutto, onesto e di buon cuore." Restai paralizzato di fronte a quella prospettiva con un falso sorriso sulla faccia. "Bene, è bello parlare di bambini, giusto?" Si scostò la frangia con la mano. "Per prima cosa godiamoci il matrimonio." Annuii. "Amore, dove andremo in luna di miele? Vorrei andare a Cuba, ma se vuoi andare altrove..." Le feci un cenno con la testa. "A me va bene tutto, purché sia con te." Ci sorridemmo a vicenda, io per non insospettirla. Mi mossi sulla sedia e lei congiunse le mani all'altezza del mento puntandomi i suoi occhi. "Amore, di cosa volevi parlarmi? Hai detto ch'era importante."

Piegai la testa, spingendomi il fazzoletto sulla bocca.

"Volevo parlarti di questo." Mentii, tirandomi indietro. "Volevo chiederti dove vuoi andare in luna di miele." Abbassò gli occhi. "Dal momento che vuoi andare a Cuba, allora andremo lì."

Mi sorrise, amorevole.
"Oh, amore, non sai quanto sono felice di sentirlo. Mille grazie."

Presi le sue mani stringendogliele, pensando di aver detto un'altra bugia.











Amybeth

Tornai in camera stringendo fra le mani quella tutina sdraiandomi sul letto e stendendola sul piumone.

Sostenni la testa con una mano e con l'altra continuai a sfiorare quel tessuto morbido. Poi portai lentamente la mano sull'addome accarezzandolo, mentre chiudevo gli occhi e immaginavo di stringerlo fra le mie braccia.

Il mio adorabile e piccolo ometto.
Non riuscivo ad immaginare un futuro senza di lui, riuscivo a percepire la sua presenza, anche se non mi deformava la pelle o non potevo sentirne il battito. Ma sapevo che c'era e faceva parte di me, come gli arti del mio corpo.

Mi sentivo già madre, anche non era ancora venuto alla luce.

Vile.
Codardo...
Bugiardo.

Mi guardai allo specchio e mi resi conto che non stavo guardando più in là del mio naso. Ero stato io ad aver sconvolto i suoi piani, l'avevo messa in quella situazione complicata, e ora il suo corpo per nove mesi avrebbe pagato quella conseguenza. Non c'era niente che potessi fare per tornare indietro.

Riaprii gli occhi offuscati dalle lacrime con il cuore pesante, stritolato da paure e brutti pensieri. La solitudine stava peggiorando il mio stato emotivo.

Mi coprii la faccia, strofinandomi la guancia, poi mi soffermai sulla fede che scintillava sul mio anulare. Me la tolsi e la gettai sul comò, con le idee ingarbugliate.

Cosa puoi fare Lucas?

Piegai le dita fino a conficcare le unghie nel tessuto, mentre non smettevo di farmi divorare dalla disperazione. Il mio cuore era flagellato da molti dubbi. E lui se n'era fregato dei miei sentimenti. Aveva la sua fidanzata e gli andava tutto a gonfie vele, l'unico ostacolo eravamo noi.

Alzai gli occhi verso l'alto, ma la soluzione non poteva piovermi dal cielo. Non riuscivo a chiudere occhio, mentre mi strofinavo la nuca arrivando a graffiarmi la pelle.

Continuai a singhiozzare, fino a quando non mi addormentai con la mano sulla pancia. Se non ci voleva avrei fatto a meno di lui e dei suoi quattrini.








Lucas

Raggiunsi i miei genitori mentre stavano facendo colazione in terrazza.

Mio padre appena mi vide, posò la forchetta e mi rivolse un sorriso, come se stessero nascondendo qualcosa.

"Buongiorno." Li salutai.

Anche mia mamma posò la tazzina. "Buongiorno, tesoro."

"Buon appetito." Dissi soltanto, prima di sedermi.

"Grazie." Rispose sbrigativo mio padre, spalmando un po' di marmellata.

Fissai mia madre, notando che mi mimava qualcosa, adocchiando mio padre che beveva con calma il caffè. Un'aria tesa aleggiava tra di noi, dopo la scoperta dell'inaspettata paternità.

Mia madre congiunse le mani all'altezza della bocca e cominciò a parlare, con espressione seria.

"Lucas, ho pensato a lungo e con tuo padre abbiamo analizzato la situazione." Mio padre la guardò e mosse la testa. Fissai entrambi in attesa del verdetto. "Tua nonna ha ragione. Devi sposare quella ragazza."

Quella decisione era peggio di una doccia fredda.

"Mamma, perché hai cambiato idea?"

"Caro, dobbiamo essere ragionevoli, c'è un bambino coinvolto." Specificò.                    

"E ti sembra logico che debba sposare sua madre?" Replicai con tono duro. "Non la conosco affatto."


"Oh... non aspettarti di conoscerla." S'intromise mio padre. "Ogni mattina, quando mi sveglio, mi chiedo..." Sobbalzò guardandola. "Chi è questa donna?" Poi si voltò nella mia direzione. "Sono passati trent'anni e ancora non conosco tua madre. Pensi che sia facile?"

"Ti stiamo dicendo di passare la vita con lei, tesoro? È solo fino alla nascita del bambino. Puoi farle firmare un accordo prematrimoniale, per divorziare facilmente. E poi ti potrai sposare con chiunque vorrai."

"Non ci posso credere." Spostai il viso prima sull'uno e poi sull'altra. "Né io, né Shannon, né il bambino t'interessa, giusto?" Mi squadrò imbronciata. "L'unica cosa che t'interessa è intascare quell'eredità."

"È esattamente per questo che ti stiamo parlando, Lucas." Scossi la testa deluso. "Perché quella ragazza aspetta tuo figlio. E vuoi ancora sposare Shannon? Pensi che sia appropriato?"

Distolsi il volto.

"Siamo una famiglia conosciuta e rispettata nella società." Mia madre concordò in silenzio. "Tra meno di tre giorni, tutti inizieranno a parlare del tuo bambino illegittimo. Vuoi rovinare la nostra reputazione? Pensa ai membri dell'azienda, ai tuoi dipendenti. Ai tuoi amici. Come ti giustificherai, sapendo che hai lasciato una ragazza incinta al suo destino?"

"E cosa dico a Shannon? Che non la posso più sposare?" Risposi con un'altra domanda.

"Shannon è una ragazza comprensiva. Capirà il motivo della tua decisione." Puntualizzò mia madre, ottenendo la tacita approvazione di mio padre.

In difficoltà, presi il tovagliolo e mi temponai la bocca.

"Vado a lavorare."

"Se la compagnia rimane a tuo cugino, presto non avrai un lavoro da svolgere, caro Lucas." Infierì quella donna. "Tra meno di un anno, l'azienda lascerà la nostra famiglia, senza un soldo." Poi si calmò. "Per favore, prova a pensarci e sii ragionevole, tesoro."

Mi pulii la bocca un'altra volta e mi alzai in piedi sopraffatto dai loro discorsi e mi allontanai senza dire una parola.

Cos'ero per loro? Un figlio o un burattino da manovrare?

Dalila

Mi spostai all'improvviso la tazza dalla bocca. "Oh mamma, dove organizzeremo il matrimonio?"

Ridacchiò. "Mi leggi nella mente! Pensavo alla stessa cosa!"

"Ah, prima del matrimonio, c'è l'addio al nubilato. Dobbiamo farlo, vero mamma?" Ci ricordò Kyla.

"Sì, dobbiamo organizzarla, ma... non possiamo farla da nessuna parte. Tua sorella non può bere alcolici."

"Ma possiamo comunque pensare a qualcosa di alternativo. Potremmo assumere un ballerino." Propose lanciando ad entrambe un'occhiata maliziosa.

Si avvicinò la tazza alla bocca.
"Non possiamo farlo, tesoro."

"Mamma, perché no?" Protestò la piccola di casa.

"Mamma..." Posai la tazza sul tavolino. "E se lo facciamo al ristorante di Pierre?"

"Ottima idea!" Squittí allegra e battemmo un cinque. "Hai pensato bene."

"Ma lo facciamo in questo quartiere?" Intervenne Kyla con una smorfia.

"Certo."

"Tesoro, sarebbe bello farlo in questo quartiere." Agitò il braccio a destra. "Mostreremo ai nostri vicini la nostra importanza!"

"Mamma, allora vado subito a parlare con Pierre, no?"

Tese la mano per bloccarmi. "Con calma cara, tranquilla. Prima deve venire a chiedere la mano."

"Mamma, lo faranno sicuramente e non voglio fare tutto di corsa. Ora siamo in estate e faremo meglio a prenotare in anticipo. Ebbene, che si fa?" Insistetti.

"Da quando hai lasciato Aymeric, sei più sveglia! Dammi il cinque!" Esclamò e ricambiai quel gesto.

"Sono felice per la nostra AB. Merita tutta la felicità di questo mondo."

"Dai, sbrigati allora." M'incitò.

"Vado immediatamente."

Salutai entrambe e corsi via verso l'uscita, lasciandole sotto il gazebo.






Glenna

Uscimmo in giardino ridendo sguaiatamente mentre ero attaccata al braccio di mio marito.

"Hai fame, caro?"

"Abbastanza! Mangerei come un lupo mannaro, ho fame."

"Sì, maritino mio. Non andare a lavorare a stomaco vuoto, non ti fa bene." Scesi quegli scalini aggrappata al suo braccio mentre si sistemava la cinta nei pantaloni. "Se vuoi mangiare qualcosa di speciale stasera, dimmelo."

"Te lo dirò, gattina." Fece il verso, agitandomi le mani contro il viso mentre raggiungevamo il tavolo, sotto gli sguardi stupefatti dei miei suoceri.

"Basta." Mi sussurrò all'orecchio, precedendomi con un gesto della mano.

"Guarda un po', guarda un po'." Commentò la donna.

"Buongiorno." Li salutai raggiante, prendendo posto a tavola.

"Buongiorno a te, tesoro." Ricambiò mia suocera con un sorriso, soddisfatta di vederci così affiatati e vicini.

"Buongiorno, Peter." Salutai l'altro, seduto a capotavola con un gesto della mano.

"Buongiorno Glenna. Oggi siete allegri e vivaci. Spero che lo sarete sempre."

"Ho finalmente trovato la mia felicità e non voglio perderla assolutamente." Sentenziai, spostandomi i capelli dal viso e gettai un'occhiata a Jacob, seduto al mio fianco.

"Di cosa parli?"

"Questo problema ha quasi trent'anni, ma alla fine ho deciso di risolverlo." Diedi una leggera gomitata a mio marito, che ridacchiò di rimando.

"Beh, è così bello vedervi felici e innamorati. È una gioia per i nostri occhi. Anch'io vorrei tanto esserlo." Sospirò strofinando le mani, mentre sua moglie gli lanciava un'occhiataccia.

"Cosa intendi con lo vorrei tanto?"

"Era solo una battuta sul nostro matrimonio, cara." Rispose per lui, facendo le virgolette con le dita. "Uno scherzo innocente comunque." Poi s'imbronciò premendosi allo schienale. "Se fossi uscita dalla stanza almeno una volta, sapresti cosa sta succedendo!"

Jacob provò a parlare, ma lo anticipai. "Perché? È successo qualcosa?"

"Lucas ha messo incinta una ragazza!" Esclamò e mi voltai verso mio marito alla ricerca di spiegazioni.

Perché non mi aveva informato?

"Cosa... Cosa? Hai detto una ragazza incinta? Ho capito bene?" Alzai gli occhi. "Hai detto ragazza..." Scosse la testa in segno affermativo. "Se avessi detto Shannon incinta, avresti detto Shannon e non una ragazza." Sottolineai. "Quindi... Shannon non è incinta!"

"Ha capito." Tagliò corto mia suocera, rivolgendo uno sguardo a suo marito.

"Ah, che bella notizia. Mio Dio, che bella mattinata." Congiunsi le mani e alzai gli occhi, per ringraziare qualcuno che aveva compiuto un miracolo. "Sembra che l'intero universo stia lavorando per rendermi felice." Mossi le mani come un serpente. "Grazie universo." I due mi guardarono esterefatti. Tornai di colpo seria. "Cosa? Cosa? Mi stavi prendendo in giro?" Strinsi il pugno. "Guarda, se questo è uno scherzo...!"

"No, purtroppo, non è uno scherzo. Ma perché sei felice? Non capisco..."

"Perché se non fosse così, mia cara Elizabeth, Shannon non morirà per la disperazione!" Poi ruotai le dita. "Oh, devo pensare a cosa fare. Le mando un cuscino e le scrivo condoglianze strega." Ridacchiai sotto gli occhi increduli dei presenti.

"Per ora questo è un segreto che deve rimanere in famiglia, va bene? Ti prego, non causare problemi."

E io che avevo pensato già alla sua faccia disperata quando sarebbe stata informata della sua disfatta.

"Quest'argomento per ora è un segreto, ma lo useremo quando sarà il momento opportuno." Spiegò mio marito e arginai la mia sete di vendetta continuando a divorare la frutta. "Ora vado alla compagnia. Darò a Lucas le nuove notizie e poi lo lascerò soffocare."

"Che notizie, Jacob?" Chiese Elizabeth.

"Cosa ne pensi, cara mamma?" Mosse le sopracciglia e lei sobbalzò dalla sedia.

"Tesoro, sei incinta!?" Urlò, ponendosi la mano sul petto.

La guardai indifferente. "Cosa... Rimarrò incinta, Elizabeth! Se solo avessimo..."      

Jacob mi bloccò dal concludere la frase. "Beh, molto presto lo sarà." Sventolò la mano nella mia direzione. "Vedrai, tesoro."       

Mia suocera gli sussurrò qualcosa che non capii, perché ero troppo occupata a mangiare, poi li sentii sghignazzare.









Amybeth

Mentre raccoglievo i fiori per creare un bouquet, le sue parole mi tornarono in mente, schiaffeggiandomi in pieno viso.

Lo fai per soldi? Quanto vuoi allora? Arrampicatrice sociale. Mi hai distrutto la vita.

E quello che provavo io, invece?

Non contava nulla?

Mi stavo abituando a questa condizione, al mio umore altalenate, ma quello ch'era imperdonabile era l'insensibilità di sputarmelo in faccia. Perché avevo scelto di complicare tutto andando a quel maledetto appuntamento?

Ripensare a lui e a quel momento, mi fece salire le lacrime agli occhi.

Mentre ero distratta mi punsi un dito.

Accidenti a lui e alla sua faccia tosta.
Questo dimostrava quanto fossimo incompatibili. Niente mi avrebbe fatto cambiare idea sul suo conto.










Lucas

Stavo visionando dei documenti quando cominciai a pensare alla discussione di quella mattina.

C'era un bambino ed era mio figlio.
Nelle nostre vene scorreva lo stesso sangue, e se non avessi preso una decisione in fretta, la mia famiglia sarebbe finita nel baratro.
Avrebbero tutti sparlato del fatto che avessi messo incinta e abbandonato quella ragazza, e mia nonna non avrebbe ascoltato le mie giustificazioni.

Dovevo sposarmi per forza o avrei trascinato tutti nella vergogna e avrei costretto quel bambino a nascere nell'illegittimità?

Ma era la cosa giusta?
Insomma tra la rovina e il trionfo c'era un confine sottile, che non volevo oltrepassare.

Mi sarei accontentato di una zona neutrale, ma il tempo era poco.













Amybeth

Cercai di soffocare i singhiozzi mentre uscivo dal negozio mantenendo un vaso fra le mani. Superai l'uscio facendo una smorfia e mi girai in direzione del gazebo, dove mia madre e la biondina prendevano ancora il caffè. Mentre lo trasportavo per sistemarlo all'esterno insieme agli altri, mia madre mi vide e quasi si scapiccolò dalla sedia. 

"Kyla, prendi immediatamente il vaso da tua sorella!"  

La biondina girò lentamente il viso nella sua direzione. "Io?" S'indicò, con un sopracciglio alzato. 

"Quante Kyla conosci?"    

Si alzarono entrambe.             

"Sono passata in secondo piano." Si lamentò la più piccola, togliendomi quel peso dalle braccia.

"È perché c'è mio nipote. Il mio nipotino sta arrivando..." Mi raggiunse posandomi la mano sulla schiena. Poi si piegò verso l'addome urlando. "Ho detto il mio nipotino!" Stanca, mi lasciai scivolare sulla sedia. "Mi dispiace! Forse volevi una bambina? Sento nel mio cuore invece che sarà un bel maschietto." Poi riprese a parlarci, come se potesse risponderle. Era un po' ridicola per i miei gusti. "Ah tesoro! Sei l'amore di nonna, l'amore della nonna." Mi toccò la pancia. "Amore, amore di nonna..."

Roteai gli occhi. Ma cosa prendeva a tutti quanti? Nessuno mi prendeva più in considerazione! Ero invisibile.

"Davvero non mi vuoi capire." Esordii infastidita. "Non voglio sposarmi, con un uomo che non amo."

"Ma ti abituerai tesoro. Vi abituerete entrambi come marito e moglie." Mi accarezzò i capelli con espressione sognante. "Devi essere soltanto paziente."

"Ma è fidanzato. Si amano. Non ti dispiace per la ragazza?"

Lei ci pensò su. "Va bene, in questo caso, se lo desideri..." Fece spallucce. "Puoi partorire senza padre. Tu che colpa hai? E se lui vuole crescere con suo padre." Abbassai gli occhi. Questo era un terribile colpo basso. "Vuole avere il suo cognome e il suo affetto magari. Non pensi che abbia questo diritto?" Ripresi a piangere, come se non l'avessi fatto abbastanza. "Immagina, tutti i bambini che prendono i genitori per mano, corrono e giocano nel parco. Guarderanno le partite insieme ed esulteranno per la vittoria della loro squadra!" Scoppiai a piangere portandomi le mani sulla faccia. Era insopportabile. "Oh... Oh... Ohi, cos'ho fatto? Dio mi maledica! Perché non imparo a stare zitta?" Kyla mi massaggiò la spalla mentre mia madre mi afferrò la testa e vi posò un bacio. "Amore, volevo solo tirarti su di morale. Non avrei dovuto esagerare... Perdonami." Non riuscivo a darmi un freno. Più ci pensavo e più mi agitavo nelle sue braccia gridando. "Tesoro. Non piangere, non piangere, ti prego... Tu sei la mia vita."  

Mi abbracciò mentre i singhiozzi continuavano a scuotermi il corpo.

Maledetti ormoni!
Cosa avevo fatto di male per meritare questa punizione?   

Prima lasciata all'altare, adesso incinta dell'uomo più detestabile del pianeta.

Eccomi qui nuovamente per un nuovo appassionante capitolo di "Amanti per caso".

Eh sì, tra poco tornerò a lavoro ma continuerò comunque ad aggiornare, a seguire le vostre storie e a intasare le notifiche con i miei commenti.

Chi aspetta il momento in cui Shannon scoprirà che la nostra AB è incinta di Lucas? Come pensate reagirà?

Intanto AB sta sempre a piangere, ormai è una cascata umana, ma come possiamo non giustificarla visto la situazione che deve sopportare?

E il titolo parla chiaro. Nel prossimo, assisteremo all'ennesimo confronto fra Lucas e Amybeth? Cosa pensate accadrà ai nostri beniamini?

I pensieri che avete letto in corsivo sono quelli di Lucas intrecciati a quelli di Amybeth. Rispetto a "Signor Sbagliato", qui sono presenti molti punti di vista dei nostri personaggi.

Glenna innanzitutto merita sicuramente una statua per le sue parole su Shannon *Ridacchia malefica* e sono certa che le piacerà essere la cugina acquisita di AB.

Beh, per vedere se il matrimonio si farà non perdete i prossimi emozionanti capitoli di "Amanti per caso"!

Vi aspetto nel prossimo. Non dimenticate di lasciare qualche stellina o commento, e non vedo l'ora di leggere i commenti a caldo. Come sempre, vi ringrazio per il meraviglioso appoggio.

Kiss ❤️

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