𝟐.𝟏 "Cosa?!"

𝟐.𝟏

𝑳𝒐𝒗𝒆𝒓𝒔 𝒃𝒚 𝒄𝒉𝒂𝒏𝒄𝒆
(Amanti per caso)

Amybeth

Avevo finalmente rivelato la verità e anche se quel peso insopportabile si era dissolto, continuavo a percorrere freneticamente il suo volto.

Sorpresa, sconcerto, smarrimento.

Immobile con la bocca spalancata e un sopracciglio arcuato nel tentativo di capire il significato di quelle parole.

"Incinta?" Chiese, dopo un attimo di silenzio.

"Sì."

La sua reazione mi confermò che aveva ricomposto i pezzi mancanti di quella sera tre mesi prima.

"Sei sicura che il bambino è mio?"

"Certo che sono sicura. Dopo di te, non ho incontrato nessuno."

"Va bene... Se lo dici tu."

Lo fissai mentre spostava il viso e infilava le mani nelle tasche.

"Anche per me è stata una sorpresa." Continuai muovendo un passo nella sua direzione. "Una piccola piacevole sorpresa. Mi avevi detto... che non era successo niente tra di noi."

"Quello ch'è successo quella notte è un mistero anche per me. E tu che mi avevi detto che non bevevi alcolici." Alluse con sarcasmo mentre puntavo gli occhi nei suoi. "Bene, ciò ch'è fatto è fatto. Non ha senso discuterne. Io... sono pronto a fare ciò che mi compete."

Il mio viso s'illuminò. "Davvero?"

"Davvero. Fisseremo un appuntamento e faremo tutto il necessario."

"Ma cosa intendi con faremo ciò ch'è necessario?"

"Faremo tutto il necessario." Increspò un sorriso. "Per l'aborto." Mi si gelò il sangue nelle vene pensando che quel bambino fosse soltanto un ostacolo. Aveva intenzione di sbarazzarsene al più presto per cancellare i suoi errori. "Non è quello che vuoi? Liberarti di questo problema?" Si piegò leggermente mentre a stento riuscivo a contenere la rabbia.

"Il bambino è già di tre mesi."

"Cosa significa?"

"Significa ch'è già troppo tardi per quello."

"È tardi?" Annuí con gli occhi lucidi. "O forse tu hai aspettato che fosse troppo tardi."

"Non capisco?"

"Cosa non capisci? È tutto molto chiaro. Pensi che sia un idiota?" Mi limitai a guardarlo in silenzio ricacciando indietro le lacrime pronte ad uscire. "Lo sapevi già da tutto questo tempo e ora vieni a dirmelo?"

"Non sospettavo nemmeno che fosse possibile, come avrei potuto?"

"Certo, non lo sospettavi, ovviamente una buona scusa, i miei complimenti." Mosse la testa. "Cosa vuoi ottenere con questo?" Mi voltai di scatto. "Soldi?"

"Non ho bisogno dei tuoi soldi. Non volevo nemmeno che accadesse!" Ribattei, facendo una smorfia.

"Di cosa stai parlando, ragazzo!?" Un urlo improvviso mi fece girare di scatto verso la porta.

"Mamma!"

"Cosa stai dicendo?" Mi sorpassò pronta  a scagliarsi contro il ricciolo. "Quali soldi?" Tese la mano. "E tu non interferire." Si voltò. "Prima inganni mia figlia, dicendo che non è successo nulla, e ora cerchi di denigrarla?"

"Tua figlia ha un'età in cui può essere ingannata forse?" Lo fulminai con un'occhiata torva. "Si calmi, per favore. Non ho ingannato nessuno."

"Anche se fosse, non vogliamo niente! Dovrai sposare mia figlia!" Gli ordinò perentoria agitandogli contro il suo indice.

"Di che matrimonio parli? Sono già fidanzato e mi sposerò presto." Ribatté, alzando la mano per mostrare l'anello.

"Adesso hai un impegno più importante da rispettare! Hai degli obblighi verso mia figlia!"

Le agguantai il braccio accostandomi al suo orecchio. "Mamma, per favore..."

"Lucas?" Ci voltammo all'unisono mentre due donne facevano il loro ingresso raggiungendoci. "Che succede? Qualche problema, tesoro?" Chiese la più anziana, soffermandosi a guardarci.

"No, nonna. Va tutto bene."

Il viso di mia madre si illuminò, e si fiondò contro la donna per salutarla, mentre roteavo gli occhi e mi comandavo di mantenere la calma.

"Scusa, ma chi sei?" Parlò dopo l'altra, molto più giovane, squadrandola dall'alto.

"Oddio, come sono maleducata! Sono Geraldine." Mi posò la mano sulla spalla. "La madre di Amybeth. E tu?"

"Catherine, la madre di Lucas." Rispose con un sorriso tirato.

"Piacere di conoscerti." Squittí allegra, allungandole una mano, ma l'altra non mosse un muscolo. "In realtà, saremo le nonne del bambino che nascerà." Puntualizzò dandole poi le spalle.

"Nonne?" Ripeté stralunata.

"Sembra di sì." Sussurrò. Stavo quasi per soffocare a causa dell'imbarazzo.

"Stai dicendo che tua figlia..." S'intromise l'altra indicandomi, poi spostò lo sguardo sul ricciolo. "È incinta di mio nipote?"

"Già."

Improvvisamente l'aria diventò tesa e le due puntarono i loro sguardi confusi sul giovane.

Strinsi la mano di mia madre e mi spostai automaticamente, mentre la donna anziana si avvicinò per guardare il nipote in ogni angolazione. Il ragazzo abbassò lo sguardo a disagio.

"Lucas!" Esclamò, facendoci sussultare. Mi mordicchiai un'unghia nascondendomi dietro le spalle di mia madre. "Mio Dio?! Ciò significa che quel bambino sarà il mio pronipote?" Si chiese con fare sorpreso. Poi si portò la mano al petto e alzò il mento. "Grazie a Dio! Grazie a Dio! Grazie a Dio!" Esultò tuffandosi nelle braccia del nipote per baciargli le guance.

"Scarlett, ma cosa dici? Sei impazzita!" Disse l'altra tremando visibilmente. "Io... Sto per avere qualcosa-" Lucas corse al suo fianco per sorreggerla.

"Non farci caso!" Disse mia madre alla nonna del ricciolo, abbracciandola di slancio.

"Lucas, questa donna sta mentendo? Dimmi che sta mentendo, ti prego." Sussurrò al figlio, speranzosa. Ma lui evitò i suoi occhi. "Santo cielo, com'è potuto accadere?"

"Mamma, andiamo." La supplicai tentando di portarla via.

"Aspetta solo un minuto." Mi bloccò, facendomi sospirare. "Mia figlia è al terzo mese di gravidanza. Non vogliamo che il matrimonio si celebri quando la pancia sarà molto visibile. Visto che abbiamo una grande famiglia, un gruppo di amici..."

"È chiaro, chiaro..."

"Cosa è chiaro? Cosa significa?" La incalzò, avvicinandosi a un palmo dal suo viso.

"I nostri figli non si conoscono da molto e non capisco perché tua figlia abbia aspettato più di tre mesi per dirlo. L'obiettivo è molto chiaro." Feci scivolare le braccia, serrando i pugni. "È qui per il solo motivo di incastrare mio figlio."

"Catherine?!" La rimproverò l'altra.

"Cosa intendi per incastrare? Chi pensi che sia mia figlia? Un'arrampicatrice sociale?"

"No, non è quello che intendeva mia nuora."

"Si è proprio quello che intendevo Scarlett! Questa ragazza è alla ricerca di soldi facili. E chi ci assicura che il bambino è davvero di mio figlio?"

"Siamo disposte a fare qualsiasi cosa per dimostrare che questo bambino è di tuo figlio! Facciamo tutti gli esami che vuoi."

"Voglio l'esame del DNA."

"Cosa?" Chiese, alzando un sopracciglio.

"DNA."

Feci un cenno alla donna che continuava a sorridermi felice e mi sentii colpire leggermente a un braccio.

"Cos'è?" Chiese a bassa voce.

"È uno studio genetico." Spiegai.

Si schiarì la voce girandosi. "Perfetto! Non so cosa sia, ma siamo d'accordo. Lo faremo!"

"Domani mattina alle otto. Naturalmente, con questo scopriremo se la ragazza ha mentito." Sottolineò.

La guardai infastidita.

"Cambierete solo idea."

Ridacchiò sarcastica. "Per favore, perdonami, ma la nostra reputazione è nota a tutti."

"E noi non viviamo su un albero, cara signora! Siamo gente onesta." Rispose, voltandosi verso di me per sussurrare. "Non so come potrò sopportarla... È davvero una strega. Andiamo."

"Mamma..." La rimproverai mentre la seguivo fuori dalla porta, notando con sgomento di aver attirato l'attenzione di due donne sedute che ci scrutavano con disgusto.

"Dai, mamma. C'era bisogno di dirlo? Potresti mettere un annuncio sul giornale." Le proposi ironica, mentre ci allontanavamo sotto gli occhi dei dipendenti.

"Basta, Amybeth. Non discutere." Tagliò corto strappandomi uno sbuffo, mentre oltrepassavamo un uomo che si era fermato nel bel mezzo del corridoio.



Lucas

Sarei diventato padre tra qualche mese, avrei avuto un figlio da una donna che credevo di non rivedere più dopo quell'appuntamento al buio.

Pensavo già a come avrebbe reagito la mia fidanzata a quella prospettiva e i brividi mi salivano su per la spina dorsale.

Avevo complicato la vita di una ragazza, distrutto i miei progetti, e non sapevo come uscirne senza far soffrire qualcuno.

"Anche questo doveva succederci..." Continuò a piagnucolare mia madre con la mano contro la tempia mentre le accarezzavo la schiena. Poi si riscosse improvvisamente, indicando la porta. "Mi sono dimenticata di Shannon e sua madre. Ci stanno aspettando fuori."

"Mamma, perché le hai portate qui?"


"È che... siamo uscite per degli acquisti prematrimoniali e volevamo farti una sorpresa." Incrinò la voce distogliendo il viso contratto in una smorfia. "Ma ci hai anticipate, a quanto pare."

Mia nonna rise di gusto mentre mi allontanavo per far entrare le due donne, ignare di ogni cosa.

"Tesoro, entra..." Le accolse con un sorriso falso, ma si vedeva lontano un miglio che stava fingendo.

"Benvenute, signore." Le salutai, cercando di non far trasparire la mia inquietudine.

"Grazie, amore mio. Chi erano quelle donne?" Chiese la castana.

Mi grattai la nuca. "Loro ehm..."

Mia madre prese subito parola.

"Sono... Conosci l'autista di Lucas, Paul?" La guardai, tornando a respirare. "Sono suoi parenti ed erano qui per chiedere un lavoro."

"E perché urlavano?"

"Una delle donne è pazza. A volte grida così."

"Capisco, però questo non è il tuo ruolo. Insomma non dovresti avere a che fare con la... Plebe."

La nonna la guardò di sottecchi. "In realtà cara, le persone che prima erano qui..." Provò a dirle, ma mia madre intervenne in tempo prendendole un braccio.

"Ah cara Scarlett! Abbiamo solo perso tempo. Era meglio non venire. Lucas ha molto da fare." Chiusi gli occhi. "E tuo padre ha chiamato, stasera avremo degli ospiti. Possiamo rimandare l'uscita?"

"Certo, cara, quando vuoi. Che ne dici di andare di domani mattina?" Propose la mia futura suocera.

Shannon mi rivolse un sorriso affettuoso, che tentai di ricambiare con tutte le mie forze.

"Va bene, può essere." Concordò anche mia nonna, rivolgendosi poi a mia madre. "Ma prima dobbiamo andare in ospedale."

"Nonna, c'è qualcosa che non va? Hai detto di dover andare in ospedale, non stai bene?" Domandò Shannon preoccupata.

"Sto bene. Mai stata meglio. Sono sana come un pesce. Le donne della nostra famiglia non muoiono prima dei cent'anni. Non aspettarti altro, ok?"

"Per favore, ci mancherebbe." Rispose la madre della mia ragazza. "Dai, tesoro." Ci sorrisero. "Chiameremo più tardi allora."

"Va bene, cara." Rispose mia madre.

La castana salutò entrambe con un ampio sorriso, poi mi guardò con amore.

"Oh, tesoro mio." L'accolsi fra le braccia lasciandole un bacio sulla guancia, prima di vederle abbandonare l'ufficio.

Ero semplicemente un idiota senza spina dorsale. Non ero in grado di confessarle ciò che avevo combinato.

Presi a camminare strofinandomi la nuca con fare disperato.

Stavo mentendo a una donna che mi amava e a cui avevo promesso fedeltà finché morte non ci avesse separato, e mi ritrovavo invischiato in una situazione paradossale.

Come potevo ancora guardarla in faccia sapendo che c'era una ragazza che stava portando in grembo mio figlio e di cui fino a qualche giorno prima ignoravo l'esistenza.

"Fino a quando non conosciamo i risultati, né Shannon né tuo padre dovranno saperlo, va bene, Lucas?" Acconsentii con un cenno della testa. "Scarlett, lo chiedo anche a te. Non serve a nulla preoccupare gli altri, se non è vero, okay?"

Annuí, facendo spallucce. "Come vuoi."

Distolsi il volto.



















1 settimana dopo

Dalila

"Quindi andrete oggi in ospedale per il risultato?" Domandai deglutendo il boccone.

"C'è qualcosa che devi dire?" Chiese mia madre avendo capito a cosa facessi riferimento, continuando a mangiare. Kyla accennò una risatina dietro la sua tazza.

"Mamma... E se questo bambino non è di Lucas Jade Zumann, cosa faremo?"

"Ora basta!" Esclamò gettando la forchetta nel piatto. "Sei pazza, che ti succede?" Si portò un altro pezzo di dolce in bocca. "Sei sempre così pessimista. Non rovinarmi la giornata."

"Dalila, stai davvero dicendo cose senza senso. Di chi altro potrebbe essere?" Intervenne la biondina. "Conosciamo molto bene Amybeth. Non è capace di mentire."

"Non lo metto in dubbio questo, ma dobbiamo valutare tutte le ipotesi! Mamma, è come quando vinci alla lotteria, continui a guardare il biglietto. Finora non ci posso ancora credere. Pensi che possiamo essere così fortunati?" Mia madre mi lanciò un'occhiataccia mentre si allontanava la tazza dalle labbra. "La fortuna, che per molti anni non ha mai sorriso alla nostra famiglia... Ci sorride improvvisamente. Pensi che sia normale?"

"L'hai fatto." Dichiarò sprezzante. "Sei riuscita a farmi saltare i nervi, tesoro. Mi congratulo con te."

"E allora io, che ho lasciato il lavoro!" Esclamò mia sorella premendosi contro lo schienale.

"Cosa?!"

"Ecco, un'altra sciagurata!" Aggiunse mamma muovendosi convulsamente sulla sedia. "Cos'hai fatto?"

"Si, mamma, ho smesso di lavorare. Mi sono licenziata. Perché dovrei continuare se mia sorella si sposa con l uomo più ricco di New York?" La donna allargò la bocca e sgranò gli occhi.

"Cos'hai fatto? Sei pazza! Per l'amor di Dio. Abbiamo solo questa casa e tre mutui da pagare!"

Kyla distolse il viso. "Beh, sarebbe stato meglio aspettare che si sposasse, ma..." Roteai gli occhi. "Smettila, sorellina!" Mi rimproverò. "Così mi fai dubitare! Ho tanti sogni che vorrei realizzare!"

"Non volare troppo in alto, perché la caduta può essere molto dolorosa." Le consigliò gesticolando, poi mormorò tra sé. "Basta parlarne." Batté le mani contro il mio volto. "Vergognati!" Si alzò di scatto dalla sedia. "E ora parlerò con vostra sorella."

Si recò a grandi falcate in cucina.

"Cos'ho fatto?" Chiesi dubbiosa alla biondina, che si girò un attimo per spiarla mentre preparava il vassoio, parlando fra sé.

Strinsi le labbra, poi mi girai verso Lulù esortandola ad aprire la bocca.











Amybeth

"Principessa? Hai dormito bene?" Esordì mia madre facendo capolino dalla porta con fra le mani un vassoio. Voltai la testa e mi tirai a sedere con i gomiti. Si avvicinò. "Ti ho portato la colazione piccola."

Le sorrisi riconoscente prendendoglielo dalle mani per appoggiarlo sulle gambe.

"Mamma, non dovevi. Ci avrei pensato io."

"E farti fare inutili sforzi? Non se ne parla." Si sedette al mio fianco e tolse le scarpe, mentre spalmavo la marmellata su una fetta biscottata. "Posso mettermi vicino a te?"

"Certo." Risposi continuando a divorare quelle prelibatezze.

"Sono buoni? Ti piacciono?"

"Ho fame. In questo momento mangerei di tutto."

"Beh, è normale." Mi pulí con dolcezza l'angolo delle labbra. "Amybeth, visto che siamo sole vorrei chiederti una cosa. Però rispondimi con sincerità." Mi guardò di sottecchi. "C'è qualcosa che mi nascondi? Qualcosa che ti mette in imbarazzo." Negai continuando a masticare. "Non c'è niente che non puoi dirmi, giusto?"

"No, mamma. Perché me lo chiedi?"

"Oggi avremo i risultati. Non hai dubbi, vero?" M'incalzò ancora.

"Sono sicura."

"Quindi, non hai pensato: Dirò ch'è Lucas Jade Zumann perché è ricco, e così mi arrabbierei meno." La guardai abbassando gli occhi. "Hai fatto bene a pensare che..." Si fermò un istante. "perché se fosse povero sarei molto arrabbiata."

"No, mamma, niente di tutto ciò mi è passato per la testa."

Fece una risatina. "Sei così ingenua! Proprio una brava ragazza!" Esclamò accarezzandomi i capelli. "Pura e dolce." Si portò la mano contro il petto e mi accerchiò le spalle. "Dai, mangia. Su."





























Lucas

Infilai la camicia e mi guardai allo specchio aggiustando il colletto.

La mia testa era occupata da un unico pensiero.

E se il risultato era positivo? Se il padre ero io e lei non aveva mentito?

Come avrei potuto gestire una situazione di questa portata. Shannon avrebbe accettato di stare con me nonostante avrei avuto un figlio da un'altra donna? Cercavo disperatamente di convincermi che mi sarei lasciato alle spalle quella storia, anche se i ricordi che mi era balzati in testa mi convincevano del contrario.

"Buongiorno, caro." Mi salutò mia madre. La fissai con la coda dell'occhio continuando a sistemarmi la camicia.

"Buongiorno, mamma." Sussurrai.

"Aspettavamo te per la colazione, ma non sei sceso."

"Non volevo niente. Ho lo stomaco completamente chiuso."

"Ah, tesoro, ti vedo molto nervoso." Reputò avvicinandosi.

"Lo sono."

"Anch'io, non ho dormito tutta la notte." Annunciò. "Abbiamo fatto bene a non dire nulla a tuo padre, prima dei risultati. Ma dal momento che non potevo confessarglielo, cerco di evitarlo perché mi sento troppo ansiosa." Alzai gli occhi notando la sua espressione determinata. "Ma oggi, sapremo tutta la verità. Sono sicura che non sei tu il padre di questo bambino. Hanno inventato quella storia per procurarsi dei soldi. Hai visto sua madre? Una pazza scatenata."

"Lo spero, mamma, ma..."

"Non importa." Mi interruppe, scuotendo la testa.

"Allora andiamo a vedere i risultati." Risposi, aggiustando i gemelli.

"Sono pronta." Poi riprese. "Ah, tua nonna ha chiamato, anche lei vuole esserci." Girai il viso. "Beh, sai com'è, non si fida di noi." Annuii. "Non vedo l'ora di vedere quei benedetti risultati, così sapremo la verità."

"Sono pronto, mamma." Annunciai girandomi verso il letto per prendere la giacca e seguirla nel corridoio.











Amybeth

"Mamma, ti avverto..." Cominciai, inclinando la testa nella sua direzione mentre gesticolavo con una mano. "Una volta che abbiamo i risultati, ti prego non ballare o nient'altro del genere. Come..."

Ridacchiò, come se stessi dicendo un'assurdità, quando era arrivata al punto di farsi arrestare. "Come?" Colpì il volante leggermente con le mani. "Come puoi pensarlo?"

"Ti ho appena avvertita."

Fece spallucce. "Non farò niente." Annuii, girando lo sguardo verso il finestrino. "Ma ci sono un paio di cose che devo dire a quella donna, e mi ascolterà. Perché in ospedale sono stata molto comprensiva, molto..." Alzò la voce, cambiando la marcia.

"Bene, la mamma capisce che non è colpa sua. È successo qualcosa che nessuno si aspettava."

"Che cosa stai dicendo?" Poi urlò perdendo di colpo la calma, puntandosi il dito contro mentre spostava lo sguardo su di me. "Dici che io me l'aspettavo? Certo che me lo aspettavo!" Roteai gli occhi. "Da quando sei nata, mi dico: spero tu abbia un figlio fuori dal matrimonio. Dio ci aiuti!"

"Va bene, mamma. Fai quello che vuoi. In ogni caso, non ho più intenzione di rivederlo." Puntualizzai.

"Di cosa stai parlando sciocca!?" Urlò a pieni polmoni, lasciando la presa sul volante. "Che cosa significa che non vuoi vedere più la sua faccia?"

Improvvisamente l'auto cominciò a sbandare da una parte all'altra.

"Mamma, attenta! Così andiamo a sbattere! Accidenti!" Strillai mentre riportava l'attenzione sul rettilineo e riprendeva faticosamente il controllo. Mi portai le mani alla testa, battendo poi le mani sulle gambe mentre il mio cuore era appena sceso in picchiata per lo spavento.

Appoggiai una mano sullo stomaco, abbandonandomi contro il sedile.

"Dimentica subito questo pensiero." Mi ordinò alzando il dito all'altezza del volto. "Devi sposarlo e lo farai."

"Non mi sposerò, mamma." La contraddissi.

"Ti sposerai."

"Non mi sposerò!"

"Non alzare la voce con me, Amybeth. Ti sposerai, e non sei nelle condizioni di rifiutare."

"Non mi sposerò, mamma. A costo di crescerlo da sola." Dissi a denti stretti.

"Bene, allora soffri! Non sposarti e soffrirai come me!" Sbattei la testa contro lo schienale e trassi un respiro.




















Lucas

Paul era concentrato a guidare e nessuno osava disturbare quel silenzio carico di ansia e preoccupazioni.

Il mio destino si sarebbe deciso tra le pareti di un ospedale. E quel giorno.

"Dopo aver ottenuto il risultato, speriamo di liberarcene in fretta." Mi voltai verso i sedili posteriori. "Il problema non è la ragazza, ma la madre." Incrinò la voce digrignando i denti. "Cattiva fino al midollo."

Mi coprii gli occhi con la mano sinistra mentre aspettavo che l'ospedale si palesasse all'orizzonte.

Dovevo dare un taglio a quella storia!

















Amybeth

Mezz'ora dopo, eravamo accomodati nella sala d'attesa.

Una piccola parte di me sperava in un risultato diverso, che il padre fosse qualcun altro, ma l'unica persona con cui mi ero spinta oltre quel limite era seduta di fronte a me, piegato sui gomiti con espressione sofferente.

Se prima era un'ipotesi, ora era una cruda certezza quando mi aveva stretto vicino al suo corpo e guardato negli occhi, con quelle sfumature misteriose rischiarate dalla luce lunare.

"Il dottore presto vi darà i risultati." Ci informò un'infermiera dall'uscio.

"Grazie." Rispose per tutti il ricciolo, chinando la testa.

Lo guardai di sottecchi, intrecciando le dita sulle gambe.

"Spero che non ci vorrà molto. Voglio vedere il risultato e tornare alla mia vita normale. Questa storia della gravidanza ci ha preoccupati abbastanza."

Il ricciolo incrociò il mio volto e lo ricambiai, spostando poi lo sguardo su mia madre.

"Amybeth, purtroppo questa storia continuerà per altri sei mesi..." Dichiarò con tono beffardo guardando l'altra donna. "E forse anche dopo..."

"Mamma..." La fulminai con lo sguardo e alzò le mani in segno di resa.

"Parla per te." Commento l'altra in risposta. "Perché tutto sarà chiaro e non ci occuperemo di questa gravidanza."

"Cosa sta dicendo?" Mi domandò e feci un'alzata di spalle, guardando lui, che si copriva la faccia con una mano. "Sei davvero sicura?"

"Sono sicura, sì."

"Questa donna è folle." Sussurrò a bassa voce e le intimai di fare silenzio con un dito sulle labbra.

Improvvisamente un uomo con il camice bianco, il sorriso cortese e una cartella fra le mani si presentò nella sala.

"Buongiorno e scusate l'attesa." Scattammo in piedi. "I risultati del test sono pronti." Trattenni il respiro come in apnea, mentre il dottore studiava il foglio e puntò gli occhi sul ricciolo. "Sì, signor Lucas, con una probabilità del 99,9%..." Si bloccò, e sembrò un'eternità mentre il respiro mi cozzò fra i denti. "È lei il padre del bambino."

Un silenzio pesante calò sui presenti, una conferma bruciante che spense ogni speranza negli occhi di quella donna.

Lui, dal suo canto, rimase immobile a contemplare il vuoto, incontrando poi il mio sguardo. I nostri occhi inchiodati, mentre tutto ciò che ci circondava stava scomparendo.

Le due donne si voltarono a guardarlo, ma lui ignorò le loro occhiatacce. Rivolsi uno sguardo a mia madre, che si stava esibendo in una danza strampalata, continuando a muovere le braccia per aria canticchiando.

L'afferrai per il braccio. "Mamma, l'hai promesso. Niente brutte figure, per favore!"

Mi fece segno di aver capito stirando la camicia, poi spostò la frangia con una manata mentre sogghignava.

"Cosa dicevi una settimana fa? Che mia figlia voleva incastrare tuo figlio... Oppure ricordo male?" La sfidò colma di soddisfazione. Poi si accostò a me. "Guardala, ora il vestito si adatta bene alla sua faccia."

"Mamma, smettila! Basta."

"E perdermi questo divertimento?" Un sorriso sornione le curvò le labbra. Poi tornò seria, giungendo le mani. "Bene, adesso che tutti i dubbi sono stati chiariti, cosa facciamo?" Guardai il padre del mio bambino che si colpiva la fronte con un pugno. "Cosa facciamo adesso?"

"La soluzione è semplice." Dichiarò Scarlett. "Devono sposarsi il prima possibile."

Trasalimmo nello stesso momento.

"Cosa? State scherzando?" Esclamammo all'unisono, guardandoci negli occhi.

Mia madre continuò a ridere di gusto. "Bene, non vi rubiamo altro tempo. Avrete molto di cui parlare." Tirò fuori dalla borsa un foglietto e lo porse alla donna, che continuò a ingoiare saliva. "Questo è il numero di Amybeth, quando sarete pronti, chiamatela. E vi farò portare tre bottiglie di acqua fredda! Arrivederci." Terminò divertita, portandomi via dalla stanza mentre rivolgevo un ultimo sguardo al ragazzo.

Era fuori discussione sposarmi con lui solo perché ero incinta.

Non avevo alcuna intenzione di tornare sui miei passi!















Perdonate il ritardo nell'aggiornare, ma dovevo ancora correggere un paio di cose. È stato molto complicato, ma alla fine ce l'ho fatta e spero che vi piaccia.

Finalmente abbiamo la conferma ufficiale che il padre è Lucas. Ma qualcuno aveva dei dubbi in merito?

Io credo di no!

Nonna Scarlett vuole cominciare subito i preparativi per il matrimonio, ma Amybeth alla fine cederà all'insistenza della madre e della nonna?

Si sposerà con lui? Perche vi ricordo la presenza del viscido serpente con i capelli castani...

Sicuramente prevedo molti scontri quando verrà a sapere che la nostra Amy avrà un figlio dal suo ancora fidanzato.

Cosa succederà nei prossimi avvincenti capitoli di "amanti per caso?"

Visto che sono in ferie, ci sarà la possibilità che possa pubblicare più spesso (spero...) Ma nel frattempo ci tengo a ringraziare per l'immenso e meraviglioso appoggio che mi offrite ogni volta. Aspetto con impazienza gli scleri, i gelati e le cammomille.

Comunque una statua a Geraldine per aver chiuso la bocca a Catherine..., dai, è l'unica cosa buona che ha fatto...

Non lo credete anche voi?

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