Il sogno è l'infinita ombra del Vero.

Cit. Giovanni Pascoli

- Ma loro come fanno a sapere tutte 'ste cose? - fece Andrea dimostrando tutta la sua contrarietà al porre fiducia nei Trevisan.
- Vedi, loro, o meglio: la moglie, ha un vantaggio rispetto agli altri -.
- Dimmi, Zambonin -.
- È una perpetua molto fedele al prete, tanto che questi le rivela spesso le confessioni, ma senza citare le fonti -.
- Che?! È questo il segreto dei Trevisan? -.
- Già... Ah, e a proposito, mi devi 50 euro -.
- Come 50? La scommessa era 10! -.
- Sì, ma loro mi sono costati 40... -.
- Ma vaffanculo! - e scoppiò a ridere.
- Dammi e non fare storie. Tu dicevi che la fonte non c'era, e io ti ho dimostrato che la fonte c'è eccome. Ho vinto -.
- Ma che me me importa dei 10 euro! È per i 40... -.
- Suvvia, pago sempre io di solito -.

- Amanda, esci? -.
- Certo, fra mezz'ora davanti alla gelateria -.
Elisa prese un cono al gusto fragola, Amanda gusto nocciola. Passeggiarono, come ormai solevano, su quella spiaggia che oramai viveva dei loro incontri. Già, perché nessuno calpestava la sabbia dorata in quel periodo. Tuttavia, c'era anche da considerare il poco spazio che poteva concedere il lido, incastrato fra due scogliere.
- Ma adesso lo stai cercando? - domandò sotto voce Elisa, per sembrare più delicata possibile.
- Parli dell'uomo che mi ha messo al mondo o di mio fratello? -.
- Bè... Parlavo di tuo padre, ma vale per tutti e due la domanda -.
- Mio padre no. Non ho voglia ora. Lui ha abbandonato mia madre. Voglio vederlo appena assimilo bene la storia in generale. Non so se capisci... -.
- Certo che ti capisco -. Si presero per mano.
- Mio fratello invece sì, ho chiesto a compagni di scuola se conoscevano qualciluno col cognome di mia madre, ma ovviamente niente... Dopotutt,o se è stato adottato avrà, come ho avuto io, il cognome dei genitori adottivi. Forse è una ricerca inutile -.
- Amanda, ti aiuterò con tutta me stessa. Vedrai che lo troveremo -.

- Signor Clark, abbiamo molte informazioni per lei - esordì il più giovane dei Carabinieri.
- Spara - era eccitato. Zambonin sedeva di fianco al collega. Ammirava la sfarzosità della sala.
Finito l'incontro, i due militari si concedettero una pausa al bar più vicino. Ordinarono due caffè. L'edificio si affacciava su una villa dai muri gialli. Il tetto nero, piccoli arbusti che spuntavano ogni due metri, le finestre piccoline. "Proprio carina" osservò Zambonin, poi sussurrò con indifferenza:
- Dobbiamo cercare di capire chi abbia confidato al prete quelle informazioni -.
- Ma no. Prima scopriamo chi è quella donna dai capelli rossi che ci ha detto di trovare Clark. Secondo me ci paga di più se facciamo presto -.
- Ma tu pensi solo ai soldi? E non riposi mai? -.
- Io riposo quando sono stanco. Andiamo! -. Diede una pacca sulla spalla.
- Ma scusa, come la troviamo una ragazza di cui non sappiamo niente? -.
- Non lo so, ma troviamo un modo, non preoccuparti -.

L'ultima campanella aveva strillato da dieci minuti. I corridoi sminuivano la calca degli studenti.
Amanda si trovava davanti ad un ragazzo del quinto anno. Alto, spalle larghe; aveva una corpuratura che suggeriva agilità e potenza, ma senza essere eccessivamente massiccio. Gli occhi erano dello stesso colore di quelli di Amanda. I suoi capelli, invece, rossi con riflessi castani.

- Volevi parlarmi? -.
- S-sì... Io ci tenevo a chiederti se... Emmh... Conosci Caterina Boscolo -. Il ragazzo parve attivarsi a quel nome. La guardò esitante.
- Perché vuoi saperlo? E, soprattutto, perché io dovrei conoscerla? -.
- I-io... Io pensavo che la conoscessi, scusa... -.
- Chi te l'ha detto? -.
- Bè... Sto cercando una p-persona e ho sentito che... Che hai un fratello della mia età ed è stato adottato -.
- Quindi? -.
- Quindi era quello che stavo che stavo c-cercando -.
- Perché? Se non mi spieghi il perché, io non posso esserti d'aiuto - cambiò il tono in voce, caricandolo con un po' di calore. Cercava di ispirarle fiducia per farla parlare di più.
- Perché credo che sia... - si bloccò.
- Che sia? -.
- Il mio gemello -.