Capitolo 6:

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentili anni caduto.

Cit. Niccolò Ugo Foscolo


- Guarda, sai che non è nel mio stile... - gli rispose Zambonin.
- Eddai, quanto vuoi? -.
- Mmmh... Non sono i soldi il problema, è la faccenda che non mi piace -.
- 150.000? -.
- Quando cominciamo, Andrea? -.
- Domani. Mi aiuti subito a trovarla -.
Risero insieme. Andrea prese il cellulare e uscì a chiamare il signor Clark per avvisarlo. Ritornò davanti al collega. Sorrise: - 200 mila. Ha detto che 150 gli sembravano pochetti -. Risero ancora.

Elisa posò le labbra umide sopra quelle tremanti di Amanda. Le mossero leggermente. Tenevano strette le mani. Poi, si slegarono le dita per accarezzare i dolci lineamenti del viso dell'altra. Il respiro si fece più rapido, aumentò la velocità del movimento con le labbra; le lingue danzarono insieme fra le bocche.
- Amanda, grazie -. Elisa scoppiò a piangere.
- Non piangere -.
- Perché? Sono lacrime di felicità -.
- Perché non sai una cosa. Io.. Io ti a... -.
Elisa sorrise, col cuore, poi le sussurrò: - Non sforzarti, ho capito -. Si abbracciarono, legando i loro corpi nel tepore dell'intimità, irrorata dal profumo salato del mare. Camminarono scalze per mano. Si bagnarono i piedi. Ed erano gioiose. Le caviglie erano immerse nell'acqua gelata, ma neanche una punta del freddo le poteva ferire. Quando furono stanche entrambe, decisero di sedere su una panchina rivolta al tramonto.
- Elisa, ieri con i miei ho parlato... -.
- Raccontami tutto -.
- Hanno detto il nome della mia vera madre, ma di mio padre non lo sanno -.
- Come non lo sanno? Che vuol dire? -.
- Che mia madre non gliel'ha voluto dire -.
- Ma perché? -.
- Bè... Forse lui non era proprio un brav'uomo... -.
- Magari era perché lui non era pronto in quel momento per starti accanto e lei non pensava di... -.
- No, perché lei voleva che io andassi in adozione proprio a loro. Si fidava di loro -.
- Ma quindi li conosceva? -.
- Certo che li conosceva -. Lo sguardo si fece più cupo.
- Che hai, Amanda? -.
- Ho un fratello gemello -.
- Cosa? Vuoi dirmi che lui è stato affidato ad un'altra famiglia? -.
- Esatto. Lei ha preferito così, perché ognuno potesse vivere una vita propria, sapendo che non conosceva tutto al 100 percento delle famiglie cui ci ha fatti adottare e quindi almeno uno dei due potesse vivere una vita stupenda -.
- Io non condivido. Non è giusto separare dei fratelli -.
- Secondo lei era la scelta migliore. O almeno questo mi hanno spiegato i miei genitori adottivi -.

Salirono sull'auto di Andrea. - Ci pensi che ci siamo conosciuti per caso ed ora siamo colleghi? -.
- Ci penso sempre -. Gli rispose il più giovane.
- Com'è passato il tempo... - sospirò.
- Come mai così nostalgico, Zambonin? -.
- Così. Pensavo - e aggiunse: - Ma parlando seriamente, se tu hai già visto gli ospedali qua intorno, non pensi che la donna... -.
- Sia morta? È l'ultima opzione. Se così fosse, come lo troviamo suo figlio? -.
- Non saprei... Ma raccontami un po' la storia -.
- Niente di che. 'Sto Clark la lasciata incinta e quando lei gliel'ha detto, se n'è scappato. Questo mi ha riferito. Più che altro, se lei fosse morta, non vorrei che fossimo pagati meno -.
- Sei uno stronzo però, lasciatelo dire - disse con un ghigno simpatico e una risata fragorosa. Da fuori si libbravano le farfalle. L'estate si stagnava nei bronchi, con quel retrogusto di falsa libertà. Passarono le rustiche casette in pietra. Giunsero alla villa di Giulio Clark.
- Ma quanto cazzo è grande! - esclamò Zambonin.
- Devi vedere tutto per parlare -.

- Salve signori, gradite qualcosa-. Entrambi rifiutarono, non era abituati a tanta esagerazione.
Quando andarono via, Giulio scese al piano inferiore, al laboratorio. - Juan, le ricerche riusciranno a scoprire chi è mio figlio, ma poi precisamente, come farai? -.
Il caposquadra corrugò le sopracciglia: non si aspettava una domanda del genere dal suo datore di lavoro, lui è sempre stato senza scrupoli. "Ma no, forse fraintendo. Intenderà chiedermi se lui si farà male, non il figlio" mise a tacere la sua perplessità, poi rispose: - Può stare tranquillo, non sentirà alcun dolore, signor Clark -.
- Ottimo, grazie -. Tornò di sopra.
"Ovviamente Juan avevi ragione..." si autocomplimentò lo scienziato.

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